Come annunciato nella pagina ufficiale Facebook di The Rome Pro(G)ject, sta per arrivare "the sixth and final chapter of TRP saga".
Il titolo:
VI - We Wandered 1229 Years Far From Home Ad Gloriam Romae
Come annunciato nella pagina ufficiale Facebook di The Rome Pro(G)ject, sta per arrivare "the sixth and final chapter of TRP saga".
Il titolo:
VI - We Wandered 1229 Years Far From Home Ad Gloriam Romae
No, i Motorpsycho non sono morti!
Motorpsycho (NOR) - Motorpsycho
(2025)
Ottimo #rock norvegese con aspetti psichedelici e persino grunge, compresi lunghi passaggi di rock progressivo che sembrano nati da infinite, gioiose jam session.
Incredibile! fino a poco tempo fa, a chi gli chiedeva se ci sarebbe mai più stato un album dei Motorpsycho, Bent Sæther rispondeva: "E chi lo sa?"
E poi il combo norvegese se ne spunta con questo lunghissimo doppio disco (81 minuti!) pieno di rock trascinante, jam session progressive, psichedelia straordinaria...
11 brani, tra i quali uno di 21 minuti e passa.
La prolificissima - e ormai vetusta - band (fondata a Trondheim nel 1989) ha dovuto produrre 31 album in studio prima di intitolarne uno, finalmente, Motorpsycho!
Line-up
- Bent Sæther: lead & backing vocals, acoustic & electric guitars, bass, Mellotron, synthesizer, piano, organ, Omnichord, percussion
- Hans Magnus Ryan: lead & backing vocals, electric lead, rhythm & slide guitars, Mellotron, synthesizer, piano
Con :
- Ingvald Vassbø: drums (1,6,8-11)
- Mari Persen: strings (2)
- Reine Fiske: electric guitar (3,4)
- Olaf Olsen: drums (3,4)
- Thea Grant: vocals (8 )
-------- > L'album su Spotify < -------
Buon #rock a voi tutti!
--- > Responsabile di uno dei migliori album progressive del 2024: il gruppo stelle-e-strisce Emerald City Council!
Si sono formati in Arkansas nel 2021 e da allora hanno prodotto solo cose progressivamente eccellenti… anche se non ripudiano un certo 'quid' di sonorità "glam". Gli Emerald City Council sono stati fondati dal sassofonista e tastierista (e produttore) Brent Bristow.
Motion Carries
(2024)
- Jake Livgren: lead and backing vocals, keyboard
- Noah Hungate: drums
- Jeremy Nichols: bass
- Seth Hankerson: guitar
- Brent Bristow: saxophones, keyboards, recorder, guitar, vocals
Guest performances:
- Brandon Goff: lead guitar on tracks 1 and 4
- Paul Bielatowicz: guitar solos on track 3
- Jeffrey Combs: narration on track 1 and acoustic guitar on track 7
- Steve Rankin: acoustic guitar, guitar solo, and mandolin on track 7
- Mike Thompson: guitar solo on track 8
Additional musicians:
- Phillip Moore: acoustic guitar on track 2
- Heather Bristow: additional vocals on tracks 2 and 4
- Douglas Case: additional guitar and backing vocals on track 3
- Calvin Barnes: acoustic guitar on tracks 6 and 9
A parte il nome straordinario della band ("Il Consiglio della Città di Smeraldo": evidente richiamo ai libri di Oz scritti da L. Frank Baum; ma c'è pure una serie TV dal titolo Emerald City), una delle cose che più ci piace degli ECC è il cantante, Jake Livgren, che ha una voce gradevole (pulita; "da bravo ragazzo", per intenderci) e che ci fa ben capire ogni singola sillaba dei testi dell'album.
Bristow ha messo insieme uno straordinario ensemble. Lui stesso, del resto, sa esattamente ciò che fa, giacché è professore di Musica all'Arkansas State University-Beebe. Lì in realtà si deve dedicare maggiormente al jazz, in quanto sassofonista (e gli influssi jazz non rimangono celati in Motion Carries); volendo allargare maggiormente le ali e volare in un cielo più vasto, e dunque applicare la sua versatilità alle proprie creazioni, ha deciso di avventurarsi nel progressive rock. Detto, fatto: eccolo in questo "esordio con il botto" con i suoi Emerald City Council.
La suite obbligatoria è "Platforms of Illusion", di oltre 20 minuti. E a proposito degli altri brani dell'album: alcuni sono decisamente da catalogarsi "soft rock", pur mantenendo sempre quella particolarità artistica del prog. È il caso di "Mortal Game", cui non manca il coretto armonico-melodico "che piacicchia". Altre tracce, come "Noise Talking", presentano parti hard rock e sbirciano un po' di più all'AOR. Il grado qualitativo è sempre alto comunque e, ogni volta che Brent Bristow interviene con un fraseggio al sintetizzatore, sappiamo in che universo ci troviamo.
Per capire chi sono gli altri che suonano in Motion Carries:
c'è il cantante, il suddetto Jake dunque, che è il nipote del fondatore dei Kansas Kerry Livgren e che alcuni conoscono per la sua militanza nei Proto-Kaw; il batterista Noah Hungate è il figlio dell'ex bassista dei Toto David Hungate e ha suonato con The Band Perry (un "trio delle meraviglie" di genere country che in America ha spopolato negli Anni Duemila, prima di sciogliersi). Bravi anche Jeremy Nichols al basso e Seth Hankerson alla chitarra solista.
Inoltre uno degli "esterni", Brandon Goff, che qui contribuisce preziosamente altresì al tessuto chitarristico, è Professore Associato di Industria Musicale alla Francis Marion University della Carolina del Sud.
Almeno due ospiti supplementari hanno fornito, con i loro assoli di chitarra, altrettante ciliegine sulla torta ai brani rispettivi in cui suonano: Paul Bielatowicz (Carl Palmer, Neal Morse) in "Noisy Talking" e Mike Thompson (The Sons of Kirk), in "No Thanks To You".
Links:
L’idea del concept e le sue musiche sono di Riccardo Scivales, i testi di Meghi Moschino. Arrangiamenti: Quanah Parker.Scivales Music SM007. Distribuzione internazionale: MaRaCash Records.
«Vagando ferita per strade sconosciute, l’Anima si imbatté magicamente in un Castello Fatato. Luci, voci e suoni magnetici lo abitavano. Era giunto il momento di varcare quella soglia... “Entra, e i tuoi mali guarirò... In ogni stanza c'è la speranza, segui l'istinto che è in te: troverai braccia che ti cullano e ti poseranno in alto, dove la leggerezza ti permetterà di spiccare il volo. E poi, con il Magico Carillon, dipingerai la tela dei tuoi sogni. Le Fate ti aspettano.”»
Ascoltiamo l'opera passo dopo passo.
- Riccardo Scivales: tastiere- Meghi Moschino: voce, assorted percussion- Giovanni Pirrotta: chitarre- Alessandro Simeoni: basso elettrico- Paolo Ongaro: batteriaSpecial Guest- Martina Scivales: voci aggiuntive e improvvisazione al piano in "Giochi di Fate al Piano"
Il CD è uscito per le edizioni Scivales Music (numero di catalogo SM007). Si può ordinare sia scrivendo a riccardo.scivales@gmail.com (15 euro + spese spedizione e tasse) che al suo distributore mondiale Ma.Ra.Cash Records.
"Sono senza parole. Pensando al tema, mi dicevo (a priori) che forse oggi il 'pubblico' (d'accordo, è un concetto astratto, in fondo) ha bisogno di altro, testi realistici ecc. Ma già fin dalle prime battute sono stato avviluppato dalle atmosfere. Peraltro, con questi suoni maturi, avanzati, e con questa voce solista ammaliante, non c'è da poter rimanere indifferenti. Grandissimo prog rock, rock sinfonico di livello elevato."
Similmente a Il Segno Del Comando (1, 2), anche La Maschera Di Cera prende il nome da motivi e storie horror. Genovesi e guidati da Fabio Zuffanti (Finisterre, tra le altre formazioni), sono responsabili di un bel progressive rock sinfonico (symphonic prog) tipo Museo Rosenbach e Balletto di Bronzo, includendo tutti gli ingredienti del caso: oltre alle tastiere, ci sono bassi distorti, passaggi di chitarra acustica, un flauto ispirato (e altri fiati) con, alla voce, un personaggio eccezionale: Alessandro Corvaglia.
Il debutto La Maschera Di Cera del 2002 è un "classico Anni 70" proiettato, come grazie a una macchina del tempo, ai nostri giorni, destinato a finire nella camerette di ragazzi totalmente alieni al prog rock... Oltre che dentro gli impianti di ascolto dei vecchi nostalgici, ovviamente.
Grande album!
A Genova i bassisti dettano legge, evidentemente. Mentre Diego Banchero è il "capitano" de Il Segno Del Comando, qua vediamo Fabio Zuffanti sulla tolda del vascello.
Line up del primo album:
- Alessandro Corvaglia:/ lead & backing vocals
- Agostino Macor: Mellotron, piano, prepared piano, organ, Moog, harpsichord, VCS 3 synth
- Andrea Monetti: flute
- Fabio Zuffanti: bass, acoustic guitar, vocals (6,7)
- Marco Cavani: drums, timpani, percussion
Con
- Nadia Girardi: vocals (3)
Il Grande Labirinto dell'anno successivo vede la stessa formazione-base, con la partecipazione stavolta di Nick Le Rose alla lead guitar. Antonella Trovato suona l'oboe ed è responsabile degli arrangiamenti.
Di nuovo, produzione eccellente per un suono spesso dark che si sposa alle composizioni intense.
"Live in Belgium"
Passano tre anni ed esce LuxAde, stavolta con Maurizio Di Tollo alla batteria e percussioni, al posto di Cavani. Tecnicamente e materialmente, la ricchezza di strumenti e attrezzi musicali è paurosa:
- Alessandro Corvaglia: lead & backing vocals, vocals effects, 12-string acoustic guitar, tambourine
- Agostino Macor: Hammond & Crumar organs, Mellotron, grand piano, treated piano, Fender Rhodes w/ Davoli, synths, theremin, electric harpsichord, VCS3, RMI, spinet, celesta, clavinet, "Corvaglizer"
- Andrea Monetti: transverse flute, recorder, acoustic & electric saxophones, effects
- Fabio Zuffanti: bass, bass pedals, frequency generator
- Maurizio Di Tollo: drums & percussion, bells, timpani
Risultato: con LuxAde (un viaggio quasi dantesco), il quintetto genovese produce un vero capolavoro.
Petali Di Fuoco del 2009 eguaglia per grandezza l'album precedente e, per molti, questo è addirittura l'output migliore del quintetto ligure, almeno fino a tale punto.
Nel 2013, dunque dopo uno spazio temporale abbastanza vasto per prepararsi a qualcosa di veramente e definitivamente sensazionale, esce Le Porte Del Domani, doppiato dal suo analogo in inglese The Gates Of Tomorrow.
Progetto ambiziosissimo e per molti forse un po' troppo ambizioso, dato che si propone di rappresentare la continuazione di Felona e Sorona, il capolavoro de Le Orme del 1973. Fatto sta che, sia in relazione con la celebrità in questione (il richiamo è evidente pure grazie alla copertina), sia in qualità di opera autonoma, anche il nuovo prodotto di Zuffanti & Co. è assai valido. Tra l'altro, per coloro che preferiscono il cantato in inglese anziché in italiano, The Gates Of Tomorrow è come una liberazione... oltre che una rivelazione: Alessandro Corvaglia è un interprete eccellente di canzoni in inglese. Lo aveva già dimostrato in passato, least but not last con "Rime of the Ancient Mariner" di Hostsonaten. Le Porte Del Domani con l'aggiunta di The Gates Of Tomorrow: una delle migliori uscite discografiche del 2013.
- Alessandro Corvaglia: lead vocals, acoustic, 12-string & electric guitars
- Agostino Macor: grand piano, Fender Rhodes, Hammond & Crumar organs, Mellotron, Birotron, Chamberlin, Mini-Moog, synthesizers, "Corvaglizer", mandolin, bells
- Andrea Monetti: flute
- Fabio Zuffanti: bass, bells
- Maurizio Di Tollo: drums, spring drums, chimes, shaker, timpani, zen bells, tambourine, congas, snare drum, Mellotron (1), backing vocals
Con
- Martin Grice: flute (1,2,8), sax (4)
- Laura Marsano: electric lead guitar (4,6)
2020: esce S.E.I., album da... sei stelle, anziché cinque! "S.E.I." sta per "Separazione", "Egolatria", "Inganno" e sembra un resoconto amaro, disilluso, con qualcuno o qualcosa; forse con l'intero meccanismo che detta le regole del mondo discografico (o del mondo tout court?). Da notare ad ogni modo che "sei" potrebbe stare altresì per "album numero 6".
Certo è che sono trascorsi sette anni dall'ultima fatica de La Maschera Di Cera e vediamo adesso una formazione essenzialmente a tre:
- Alessandro Corvaglia: vocals, guitars
- Agostino Macor: keyboards
- Fabio Zuffanti: bass
... con l'aggiunta tuttavia di due elementi ("guests") di fama. Soprattutto il primo, il cui nome è legato ai Delirium e che era già stato presente (fruttuosamente) nel progetto precedente.
- Martin Grice: saxophone, flute
- Paolo Tixi: drums
Grice lo conoscono tutti. Ma notevole anche il curriculum di Paolo Tixi. Tixi, oltre all'attività di musicista, è docente di batteria. Ha suonato con Il Tempio Delle Clessidre, Isproject, Zuffanti and ZBand, Hostsonaten, La Dottrina Degli Opposti... and many more!
Nel 2023, La Maschera Di Cera ha espletato un tour chiamato "20+1", per celebrare il ventennale (più uno) di attività. Tournée che li ha portati in Belgio, Canada, Francia, UK... facendosi conoscere all'estero anche dai meno esperti; oltre che in Italia, ove parecchi appassionati del progressive rock si sono approcciati alla band per la prima volta, piacevolmente sorpresi.
Per quest'anno 2024, i membri de La Maschera Di Cera promettono belle novità.
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La Maschera Di Cera su Facebook
... su Prog Archives (in inglese)
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Mutamenti di frequenza su un sottile filo melodico
Apprendiamo che il 16.11.2023 gli Stick Men saranno in Italia.
L'occasione è un concerto di presentazione dell'album Dormiveglia, di Machera (registrato al Trevirés Home Studio a Brussels, Belgio, tra il 2019 e il 2022 e con registrazioni aggiuntive fatte in Italia, Messico, Inghilterra, U.S.A.).
Il luogo del concerto: l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Per chi non lo sapesse, gli Stick Men sono Tony Levin, Pat Mastelotto e Markus Reuter.
Marco Machera ha sempre saputo convogliare ospiti importanti verso i suoi progetti. Giorno 23 ottobre è già uscito il singolo d'anteprima, "Building Homes" che, guarda caso, vede tra i musicisti Levin e Mastelotto. Un altro collaboratore di spicco nell'album è Steve Jansen (ex Japan).
"Il video di "Building Homes" è stato realizzato tramite intelligenza artificiale “guidata” da Marco Machera e dall’artista Alessandra Condello, che indaga costantemente il rapporto dialogico tra arte tradizionale e IA.
Videoediting del brano elaborato da OndemediE per il canale YouTube di Micio Poldo Edizioni Musicali.
Prima considerazione: Machera ha una voce dolce e malinconica simile a quella del cantautore Maximilian Hecker ("The Days Are Long and Filled With Pain") ed è di casa in un minimalismo dalle atmosfere sì rarefatte ma tendenti a evolversi in sperimentalismo colto.
Alcuni brani sono iterativi, con certo accompagnamento in loop; ma l'aggettivo "iterativo" non è per forza sinonimo di "piatto", "noioso". I patterns che si ripetono sono, anzi, la tavolozza su cui seminare pennellate suggestive.
"Dearest Fools", il pezzo che apre l'album, è quello che io personalmente avrei scelto per fare la promotion di Dormiveglia. Che poi può sembrare bizzarro il nome in italiano per un album di canzoni in lingua inglese. Tra l'altro, la traccia n. 5, intitolata "Dormiveglia", è anch'essa cantata in inglese. Beh, non è difficile intravedere qui un'operazione voluta: l'artista desidera sdoganare un vocabolo del nostro idioma - dal suono magico o comunque misterioso -, a mo' di shibboleth, nelle coscienze anglosassoni!
"Dearest Fools" è contraddistinta da una sorta di fragilità, un senso di intimità dalle sfumature arcane (e con la tempesta sempre dietro l'angolo): caratteristica, questa, di gran parte della musica di Machera. L'opener viene arricchito da un bel rumore "random" / d'effetto, nonché da un ancora più bello - e pressoché cameristico - clarinetto.
"Dearest Fools"
Piano: Paolo Iannattone
Clarinetto: Beth Fleenor
Basso, voce, sintetizzatori, percussioni: Marco Machera
Batteria, percussioni: Pat Mastelotto
“Non faccio musica, la faccio accadere.”
(Marco Machera)
Si continua sulla stessa falsariga in "Lost + Found", stavolta con il sax al posto del clarinetto a fare sia da contraltare sia da compagno al cantato. Traccia molto bella e "weird".
"Lost + Found"
Batteria: Pat Mastelotto
Sassofono: Frank Ultra
Basso, voce, piano elettrico, percussioni, campionamenti: Marco Machera
Post-produzione: Bill Munyon
"Building Homes", terzo titolo, è tra Peter Gabriel e i Sigur Ros. Io trovo questo brano più petergabrieliano, comunque. Si tratta del single che si è voluto scegliere, probabilmente anche data la caratura di Levin e Mastelotto. (Quest'ultimo, Pat, suona ad ogni modo in quasi tutti gli altri brani.)
"Building Homes"
Batteria: Alessandro Inolti
Taos drums, percussioni: Pat Mastelotto
Basso: Tony Levin
Voce, tastiera: Marco Machera
Armonium, sintetizzatori: Eugene
Cori: Aria Falco
Si passa a "Within the Words", che fa un passo in avanti in fatto di ritmo. Mirabili le chitarre e anche i cori.
"Within the Words"
Batteria: Pat Mastelotto, Alessandro Inolti
Chitarra: Julia Zenteno, Jorge Chacón
Basso, voce, tastiera, campionamenti, percussioni: Marco Machera
Cori: Vittoria Mariani
Post-produzione: Bill Munyon
"Dormiveglia" ci sorprende, come detto, con il testo in inglese e ci rimanda alla copertina, dove la modella Alexia Frangos presta il suo volto precisamente all'idea di un sonno pronto a trasformarsi in veglia e viceversa.
"Dormiveglia"
Batteria: Alessandro Inolti
Arrangiamento archi: Francesco Zampi
Piano Rhodes, cassetti: Eugene
Basso, voce, programmazioni: Marco Machera
"Trains (They Might Have Been There)", dedicato alla memoria del musicista Andrea Gastaldello, e "The Empty Mind", avvicinano più che mai Machera a Maximilian Hecker; e un po' anche ai Travis e ai Dakota Suite. "The Empty Mind", in particolare, trasporta l'ascoltatore ad altezze quasi tibetane. A noi è piaciuta tanto.
"Trains (They Might Have Been There)"
Sintetizzatori, campionamenti, voce, basso: Marco Machera
Bass VI: Julie Slick
Batteria: Alessandro Inolti
Cori: Susanna Buffa
"The Empty Mind"
Batteria, elettronica, percussioni: Pat Mastelotto
Arrangiamento archi, post-produzione: Francesco Zampi
Voce, tastiera, basso, campionamenti, loop: Marco Machera
Piano: Darío Acuña
Tromba: John Porno
Post-produzione: Bill Munyon
"The Nest" è un'amabile falsa nenia (un po' come "Trains") con un ispirato coro di sirene. Si spazia, senza tuttavia tradire l'intento minimalista.
"The Nest"
Elettronica, programmazioni: Steve Jansen
Basso, voce, tastiera, campionamenti: Marco Machera
Sintetizzatori: Eugene
Cori: Susanna Buffa
"Did You Get What You Wanted?" chiude l'opera degnamente, con effetti di nastro all'incontrario e risucchi sonori interessanti, il tutto impreziosito da un'ottima coda che lascia aperta ogni questione e non scade in una risoluzione banale.
"Did You Get What You Wanted?"
Batteria, elettronica, percussioni: Pat Mastelotto
Voce, tastiera, basso, campionamenti: Marco Machera
Post-produzione: Bill Munyon
MARCO MACHERA - Biografia
Autore e musicista, attivo sia in studio che dal vivo (tra le varie collaborazioni, quelle con il compositore italiano TehoTeardo, il chitarrista Paul Gilbert, la cantante Chrysta Bell, con Steven Wilson). Ha frequentato per due anni consecutivi il workshop “Three of a Perfect Pair” negli Stati Uniti, sotto la guida dei musicisti (membri dei King Crimson, e non solo) Adrian Belew, Tony Levin e Pat Mastelotto. Ha aperto i concerti di vari artisti internazionali, tra cui Marillion, Stick Men, O.R.k., Adrian Belew.
Nel 2012 esce il suo primo album solista, One Time, Somewhere. L’album viene accolto favorevolmente da pubblico e critica. Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis, lo definisce un lavoro «veramente bello e ben realizzato». In quello stesso anno comincia una fruttuosa collaborazione con la bassista americana Julie Slick, con la quale fonderà la band EchoTest. Con questo progetto realizza diversi album ed effettua concerti in Europa e negli U.S.A.
Dopo un secondo disco (Dime Novels, 2014), nel settembre del 2017 esce Small Music From Broken Windows, concept ispirato al racconto "L’estraneo", di H.P. Lovecraft. Secondo Classic Rock, l'album è tra le dieci migliori uscite italiane del 2017.
E ora - nel 2023 - è la volta di Dormiveglia.
(Acquistalo sullo shop di G.T. Music!)