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12/19/24

Ricordando Judy Dyble

   Judy Dyble (Fairport Convention; Giles, Giles & Fripp)

                     1949-2020


Quando Judy Dyble parlava con il vento

Conosciamo il celebre brano "I Talk to the Wind" per averlo sentito cantare spesso da Greg Lake.

Ma che ne dite di questa versione della Dyble?

Judy Dyble era la fidanzata di Ian McDonald (primo sassofonista dei King Crimson). Com'è noto, Ian collaborò al progetto Giles, Giles & Fripp prima di fondare, nel dicembre 1968, i King Crimson insieme a Robert Fripp, Greg Lake, Michael Giles e Peter Sinfield. Al disco di esordio dei KC, McDonald diede un contributo fondamentale, in quanto unico autore delle musiche di "I Talk to the Wind" e "The Court of the Crimson King", nonché coautore di tutto il resto dell'album.

Judy Dyble registrò diversi brani con Giles, Giles & Fripp, gruppo che si sarebbe evoluto nei King Crimson dopo il suo di lei abbandono. Andò a fondare i Fairport Convention e, in seguito, il duo Trader Horne, dei quali fu la cantante. [Trader Horne consistevano di Judy e del polistrumentista ed ex tastierista e cantante dei Them, Jackie McAuley.]

                              Link: McDonald & Giles


   "Earth Is Sleeping" (dall'album Earth Is Sleeping, 2018)


Bellissima e molto esplicativa fotografia del 1968 con Judy Dyble affiancata da Ian McDonald. Ai loro lati: i due Giles e Robert Fripp.


   Talking with Strangers

Ripassiamo un po' la biografia di questa artista. Partenza alla grande: Fairport Convention e King Crimson & dintorni (è la compagna del sassofonista Ian McDonald). Dal 1970 in poi, però, di Judy si perdono le tracce per 35 anni ca., fin quando, nel periodo tra il 2004 e 2006, pubblica per una piccola etichetta (Talking Elephant) tre album gradevoli di folk con venature progressive. Tuttavia è solo nel 2009, con Talking With Strangers, che fa le cose in grande. chiamando a raccolta una serie straordinaria di 'guest stars'.

Dietro al progetto, oltre a essere autori di gran parte della musica dell’album, sono Alistair Murphy (dei Cromer Museum) e Tim Bowness (dei No-Man di Steven Wilson). Loro valorizzano al massimo il talento della cantante. 

Gli ospiti sono vecchi amici della Dyble, come il chitarrista Simon Nicol dei Fairport Convention, poi Celia Humphries (la cantante e tastierista dei Trees), Jacqui McShee cantante dei Pentangle, Julianne Regan della Brit Pop band degli All About Eve, il mitico Pat Mastellotto batterista dei King Crimson e, per finire, ci sono il semisconosciuto John Gillies (autore di un brano dell'album), Ian McDonald (suo ex dal 1968 al 1974) e Robert Fripp. Questi ultimi due non suonavano assieme fin dai tempi di Red...


Tra un respiro e l'altro: Between a Breath and a Breath

Due anime rimpiante: Judy Dyble e il più giovane (ma nel frattempo anche lui scomparso) David Longdon (Big Big Train). Between a Breath and a Breath fu il loro disco in associazione, uscito nel 2020.

Judy è morta il 12 luglio 2020, a 71 anni, dopo lunga malattia (cancro ai polmoni). A fine settembre venne pubblicato l'album e un anno dopo è morto David Longdon, a 56 anni, in seguito a un "incidente casalingo" (una caduta dalle scale).

     Words by Judy Dyble.      Music by David Longdon

    - Judy Dyble: vocals, autoharp (1,2), spoken words (2,7), binaural head 'Tick' (5)

    - David Longdon: vocals, acoustic (1,2,5-7) & electric guitars, piano, electric piano (3-5), mandolin (1), harmonium (1), theremin (1), EBows (1), Mellotron & vibraphone (1,4-7), synthesizers (1-3,5), keyboards (1,3-6), Marxophone (1,5,6), flute (2,4-6), organ (2,3,6), glockenspiel (4-6), harpsichord (5), tambourine & sound Fx (5)

            With:

  - Dave Gregory: electric 12-string guitar & twangy guitar (1)

  - Rachel Hall: violons (2,5)

  - Sarah Ewing: spoken words (2), Jane Birkin-esque vocals & binaural head 'Tock' (5)

  - Freya de la Bédoyère, Eleanor Hellsten & Lara Perry: spoken words (2)

  - Luca Calabrese: trumpets (3,7)

  - Rikard Sjöblom: accordion (5)

  - Patrick Phillips: waterphone (7)

  - Andy Lewis: bass (1,6)

  - Danny Manners: double bass (2,4,5,7)

  - Greg Spawton: Moog Taurus pedals (2,5,7), electric bass

  - Dave Sturt: fretless bass (3)

  - Jeff Davenport: drums & percussion (1-4,6,7)

  - Nick D'Virgilio: drums & percussion (5)



Discografia della Dyble (solo album principali)

 

Fairport Convention dei Fairport Convention. 1968

Morning Way - Trader Horne. 1970

Enchanted Garden - Judy Dyble. 2004

Spindle - Judy Dyble. 2006

The Whorl - Judy Dyble. 2006

Talking with Strangers - Judy Dyble. 2009

Flow and Change - Judy Dyble. 2013

Live at WMJazz - Judy Dyble . 2014

Summer Dancing - Judy Dyble & Andy Lewis. 2017

Earth Is Sleeping - Judy Dyble. 2018

Weavings of a Silver Magic (Live at St Barnabas Church Cambridge) - Judy Dyble. 2020

Between a Breath and a Breath - Dyble & Longton. 2020


Link: Breve biografia in inglese

...

10/27/24

Mc Donald & Giles

 Uscì nell'autunno 1970: McDonald & Giles



La scissione doppia o meglio triplice dei King Crimson agli inizi della loro carriera produsse (dopo che già c'era stata una formazione precedente alla stessa band, Giles, Giles & Fripp) questo album. Fripp intanto si era impossessato in toto del giocattolo King Crimson, cui lui impresse il proprio sigillo.


Lo straordinario multistrumentista Ian McDonald era fuoruscito dai King Crimson dopo l'esordio In the Court of the Crimson King, mentre Peter Giles, che nei KC era stato chiamato a sostituire Greg Lake al basso, se l'era svignata (o era stato allontanato) insieme al fratello Michael (batteria) dopo la fine delle registrazioni del secondo album In the Wake of Poseidon, nel maggio del 1970.
A questi fuggiaschi (o reietti) si aggregò un personaggio già allora di spicco: il tastierista dei Traffic Steve Winwood.



La differenza tra la loro musica e quella dei King Crimson è evidente e non solo per l'assenza del Mellotron: qui si indulge di più verso la melodia e meno in direzione avanguardia e sperimentazione. Ma è ugualmente un disco che non può non far gola ai musicofili.

- Ian McDonald: voce, chitarra, piano, organo, sassofoni, flauto, clarinetto, cetra da tavolo
- Michael Giles: batteria, percussioni e voce
- Peter Giles: basso
- Steve Winwood: tastiera
- Michael Blakesley: trombone in "Tomorrow's People"

 

Peter Sinfield scrisse il testo della lunga 'suite' "Birdman", che dura oltre 20 minuti e occupa il Lato B dell'LP.






Link



10/10/24

Alla Corte del Re Cremisi

 Anniversario di una pietra miliare

10 ott. 1969 - 10 ott. 2024

La chiamavano musica "underground" oppure  - tipo quella dei Moody Blues - musica "pop" (il percorso dei Moody Blues li portò dal beat al pop sinfonico; o anche rock sinfonico). 

Quando uscì l'album d'esordio dei King Crimson, erano già stati pubblicati Revolver (1966) e Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band (1967) ad opera dei baronetti originari di Liverpool ossia John, Paul, George e Ringo e del loro produttore, George Martin. The Nice, quartetto, poi trio dove suonava Keith Emerson, aveva stupito gli ascoltatori con The Thoughts of Emerlist Davjack (1968) e con Ars Longa Vita Brevis (stesso anno). Inoltre occorre ricordare i suddetti Moody Blues sotto la guida in studio di Tony Clarke (Days Of The Future Passed nel 1967 e In Search Of The Lost Chord 1968), i Pretty Things con il loro concept album S. F. Sorrow (1968), Procol Harum (A Salty Dog, marzo 1969) e c'erano stati i Family, i Soft Machine, i Colosseum, gli scozzesi Clouds (che più avanti influenzeranno molto lo stile dei King Crimson, specie per alcune melodie ispirate alla musica classica e al jazz)... 

E soprattutto "lui": l'album più leggendario dei californiani Beach Boys, Pet Sounds, nato addirittura nel 1966 (uscì prima di Revolver). Brian Wilson, mente dei Beach Boys, decise di lavorare di più in studio tralasciando le esibizioni dal vivo. In Pet Sounds sperimentò con strumenti insoliti come campanelli di biciclette, clavicembali, flauti, il Theremin e aggiunse pure l'abbaiare di cani.

Eppure, l'importanza di In the Court of the Crimson King non si discute. È un disco formidabile, che si lascia ascoltare a ripetizione senza mai stancare, con il suo ventaglio di stili (dall'hard rock al folk). Pete Townshend, chitarrista dei Who, lo considerò fin da subito "un capolavoro assoluto". Un brano come quello d'apertura, "21st Century Schizoid Man", è antesignano dell'alternative rock e del grunge, e i passaggi orchestrali (à la Moody Blues) nonché le canzoni non-heavy infondono ventate "eteree" e "sacrali".

Fu una partenza col botto: i King Crimson divennero immediatamente i portabandiera del progressive rock. 

Foxtrot dei Genesis, altra celebre pietra miliare, sarebbe uscito tre anni dopo...


Con questo album, i King Crimson piombarono sulla scena con un nuovo strumento che aveva fatto il suo ingresso nel panorama rock: il Mellotron.





Nel marzo 1999, Robert Fripp avrebbe messo all'asta i suoi vari Mellotron. Non ne vendette neppure uno: il leader dei King Crimson, come poi risultò, non era incline ad accettare nessuna delle offerte fatte.

  - Mellotron Mark II #113 | In the Court of the Crimson King | Thrak
  - Mellotron Mark II #232 | In the Wake of Poseidon
  - Mellotron M400 #211 | Islands | Larks ’Tongue in Aspic | Starless
  - Mellotron M400 #354 | Islands | Larks ’Tongue in Aspic | Starless
[Quando Fripp sciolse una prima volta i King Crimson nel 1974, John Wetton si unì agli Uriah Heep portando con sé questo Mellotron 400, che anni dopo Fripp avrebbe ricomprato.]
  - Mellotron M400 #1199 | Red




     King Crimson live at Hyde Park, 1969. "21st Century Schizoid Man"
             - Robert Fripp: guitar, Mellotron
             - Ian McDonald: sax, Mellotron
             - Greg Lake: vocals, bass
             - Michael Giles: drums


    I King Crimson nel 1972 al 'Beat Club', Brema (Germania) - "Exiles"

 Come tutto ebbe inizio. In breve: esisteva un duo di musicisti e cantautori - Sinfield/McDonald - ed esisteva un gruppo chiamato Giles, Giles & Fripp. L'unione di queste due formazioni portò alla fondazione dei King Crimson.

Le registrazioni di In the Court of the Crimson King avvennero tra luglio e agosto del ’69, proprio mentre i Beatles incidevano Abbey Road, consegnando al passato la loro gloriosa storia. Era un periodo pieno di eventi mirabolanti. Tanto per dirne una: i King Crimson entrarono nello studio il giorno dopo il primo sbarco sulla luna... 
Quando la band si era formata, la situazione era abbastanza improvvisata. Robert Fripp, ideatore del progetto e futuro capo indiscusso di tutte le reincarnazioni dei King Crimson, avrebbe suonato nell'album chitarra e Mellotron; la voce e il basso erano quelli di Greg Lake (poi Emerson, Lake & Palmer). E gli altri due erano in pratica musicisti di strada: Ian McDonald, polistrumentista (flautista in primis) e Michael Giles, batterista. I testi erano di Peter Sinfield, produttore e membro ufficiale del gruppo oltre che paroliere... finché Fripp, nel 1972, non gli disse di andarsene. 
[La denominazione "King Crimson" è merito suo, del colto e raffinato Peter Sinfield. È un sinonimo di Belzebù, che originariamente era il nome del dio della città di Ekron nella terra dei Filistei (vedi Antico Testamento). Baal Zebub è tradotto come "Signore delle Mosche" ed è probabilmente una corruzione del nome attuale Baal Zebul ("esaltato Signore"), che veniva usato per deridere il dio e i suoi seguaci. Tutte le forme del nome sono epiteti del dio cananeo Ba'al. Nel pensiero dualistico, questo dio possiede poteri antidivini. Appare anche nel Nuovo Testamento come il capo dei demoni. Nel Paradiso perduto del poeta inglese John Milton (1667), Belzebù è, dopo Satana, il secondo principe più alto dell'Inferno. Secondo Peter Sinfield e il leader della band Robert Fripp, Belzebù significa "uomo con uno scopo".]

 


 

La "situazione improvvisata" degli inizi è legata a doppia mandata con la storia della copertina, assai significativa. McDonald & Giles abitavano in un appartamento al terzo piano in un sobborgo londinese. Quando i componenti della band salivano o scendevano, notavano che spesso, al secondo piano, c'era un ragazzo seduto che li guardava incuriosito. (Un amico e collega di Sinfield, in realtà.) Alla fine, quando ebbero completato la stesura dell'album, proprio negli ultimi giorni, si trovarono infilato sotto alla porta d'ingresso un disegno: lo stesso che noi conosciamo come iconica cover di In the Court of the Crimson King
Il disegno piacque loro e decisero, appunto, che sarebbe stato quello a rappresentare il loro album. Purtroppo, il giovane artista (aveva frequentato la Chelsea Art School) era affetto da una malattia che lo avrebbe presto condotto alla morte. Barry Godber, questo il nome dell’autore dell’allucinante e celeberrima copertina - una sorta di Urlo di Munch in chiave psichedelica -, di mestiere era ufficialmente programmatore di computer: aveva un impiego, proprio come Peter Sinfield, alla English Electric Computers, un lavoro allora dal sapore fantascientifico. Si spense, tristemente, a soli 24 anni, nel febbraio 1970.




'In The Court of the Crimson King'
Sottotitolo: 'King Crimson . . . at 50'
Il documentario per la regia di Toby Amies
(trailer)



Reimagining The Court of The Crimson King
 
Numerosi musicisti di rango, nell'album Reimagining..., hanno contribuito a una magnifica versione-omaggio della pietra miliare del progressive rock.
1. «21st Century Schizoid Man»: Todd Rundgren, Arthur Brown, Mel Collins, Chris Poland & Ian Paice
2. «I Talk To The Wind»: Mel Collins, Django Jakszyk & Jakko M Jakszyk
3. «Epitaph»: Alan Davey, Paul Rudolph, Nik Turner, Adam Hamilton & Danny Faulkner
4.« Moonchild»: Joe Lynn Turner, Marty Friedman, Jah Wobble & Chester Thompson
5. «The Court Of The Crimson King»: James LaBrie, Carmine Appice & Steve Hillage
Bonus tracks (sul CD)
6. «21st Century Schizoid Man»: Arthur Brown, Brian Auger, Chris Poland & Ian Paice
7. «21st Century Schizoid Man» (Versione strumentale)


 

3/22/24

La saga degli U.K.

Primavera 1978. Usciva U.K., del gruppo (o meglio, supergruppo) omonimo consistente in Eddie Jobson (violino elettrico, sintetizzatore Yamaha CS 80, piano), John Wetton (basso, voce solista), Allan Holdsworth (chitarre) e Bill Bruford (batteria e percussioni). A U.K. seguirà un solo album, dapprima: Danger Money.

Più tardi (a iniziare dal 1995) ci furono vari tentativi di reunion, reunion effettive (con due nuovi album dal vivo) e la creazione di qualche progetto... collaterale (come UKZ e Ultimate Zero, di Eddie Jobson).



Link Articolo in inglese: la storia del debutto degli U.K.

(Con ampi, interessanti stralci sul ruolo decisivo che ebbe Allan Holdsworth nella riuscita dell'album.)


U.K. 

Fondati nel 1977 da John Wetton, Bill Bruford (entrambi ex King Crimson), Eddie Jobson e Allan Holdsworth





L'altro capolavoro in studio della band è Danger Money, uscito il 31 marzo 1979.

Holdsworth e Bruford avevano lasciato il gruppo e ora gli U.K. erano un trio...

  - Eddie Jobson: tastiere, violino elettrico 

  - John Wetton: basso, voce

  - Terry Bozzio: batteria, percussioni 


U.K. live in Tokyo 2013:

"Alaska" / "Time to Kill"

Eddie Jobson tastiere e violino, John Wetton basso e voce solista, Marco Minnemann alla batteria e Alex Machacek alla chitarra.

(Doppio CD Curtain Call uscito in Giappone nel 2015 e poi, nel 2023, rimasterizzato in U.S.A. nell'edizione Global Media Arts, anche su DVD.)





Eddie Jobson
 

Nato in Inghilterra nel 1955. Curved Air e Roxy Music i suoi gruppi prima degli U.K., poi l'entrata nei Jethro Tull... e nel 1976-77 fece parte della band di Frank Zappa. Oltre alla sua abilità da tastierista, Jobson si è creato una fama come violinista (elettrico). Nel 2017 ha ottenuto il premio alla carriera ai Progressive Music Awards e nel 2019 è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame quale storico membro dei Roxy Music. 



Allan Holdsworth

Chitarrista eccezionale, fu uno dei primi a usare il SynthAxe e se la cavava anche con il violino. Nato in Inghilterra nel 1946, Holdsworth morì in California, 70enne, nel 2017. A parte i suoi oltre venti album tra studio e live, questo veterano del prog e della jazz fusion ha fatto parte di formazioni come Soft Machine, Pierre Moerlen's Gong, Bruford, Planet X... e ovviamente gli U.K. E ha suonato nel gruppo di Jean-Luc Ponty e in album di Gordon Beck, Derek Sherinian e diversi altri. 



John Wetton
 

Questo bassista (ma sapeva suonare anche la chitarra e le tastiere) visse solo 67 anni. Era di casa nel progressive rock così come nel rock più accessibile (AOR, classic rock, pop rock, hard rock) e nella jazz fusion. Soprattutto, suonava il basso e cantava. Lavorò come session man, compositore (e a volte produttore) per diversi artisti. E lo si ricorda in qualità di membro delle seguenti band: Mogul Thrash, Family, King Crimson, Roxy Music, Uriah Heep, U.K. (come sappiamo), Wishbone Ash, Steve Hackett Band, Asia, Renaissance, Qango!



Bill Bruford

Il collegamento degli U.K. con i King Crimson passa anche per questo straordinario batterista (anche lui inglese, classe 1949) che ha suonato nei gruppi Mabel Greer's Toyshop, Yes, King Crimson, Gong, National Health, Genesis, U.K. (eccoli!), Bruford, Brand X, Earthworks, Anderson Bruford Wakeman Howe, Bruford Levin Upper Extremities. Oltre alle svariate collaborazioni.
È considerato, a ragione, tra i migliori batteristi del mondo.



Terry Bozzio

Terry Bozzio, americano nato nel 1950 (in California), è un batterista attivissimo. Oltre ai vari album solisti, vanta una gloriosa e lunga militanza con Frank Zappa e con Missing Persons, oltre a più di cento collaborazioni.


  Gli U.K. live nel 1979 in Giappone

10/26/23

Arriva, dopo sei anni, il nuovo album di Marco Machera: 'Dormiveglia'

Mutamenti di frequenza su un sottile filo melodico



Apprendiamo che il 16.11.2023 gli Stick Men saranno in Italia.

L'occasione è un concerto di presentazione dell'album Dormiveglia, di Machera (registrato al Trevirés Home Studio a Brussels, Belgio, tra il 2019 e il 2022 e con registrazioni aggiuntive fatte in Italia, Messico, Inghilterra, U.S.A.). 

Il luogo del concerto: l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Per chi non lo sapesse, gli Stick Men sono Tony Levin, Pat Mastelotto e Markus Reuter.

 Marco Machera e Tony Levin

Marco Machera ha sempre saputo convogliare ospiti importanti verso i suoi progetti. Giorno 23 ottobre è già uscito il singolo d'anteprima, "Building Homes" che, guarda caso, vede tra i musicisti Levin e Mastelotto. Un altro collaboratore di spicco nell'album è Steve Jansen (ex Japan).

 Dormiveglia, che contiene 9 songs (la più lunga dura appena sotto i 6 minuti), uscirà il 3 novembre per l'etichetta Baracca & Burattini, distribuita da G.T. Music. Noi abbiamo già dato un ascolto; un ascolto triplo, accurato e approfondito.  


"Il video di "Building Homes" è stato realizzato tramite intelligenza artificiale “guidata” da Marco Machera e dall’artista Alessandra Condello, che indaga costantemente il rapporto dialogico tra arte tradizionale e IA.

Videoediting del brano elaborato da OndemediE per il canale YouTube di Micio Poldo Edizioni Musicali.


Prima considerazione: Machera ha una voce dolce e malinconica simile a quella del cantautore Maximilian Hecker ("The Days Are Long and Filled With Pain") ed è di casa in un minimalismo dalle atmosfere sì rarefatte ma tendenti a evolversi in sperimentalismo colto. 

Alcuni brani sono iterativi, con certo accompagnamento in loop; ma l'aggettivo "iterativo" non è per forza sinonimo di "piatto", "noioso". I patterns che si ripetono sono, anzi, la tavolozza su cui seminare pennellate suggestive.

 Con Pat Mastelotto


"Dearest Fools", il pezzo che apre l'album, è quello che io personalmente avrei scelto per fare la promotion di Dormiveglia. Che poi può sembrare bizzarro il nome in italiano per un album di canzoni in lingua inglese. Tra l'altro, la traccia n. 5, intitolata "Dormiveglia", è anch'essa cantata in inglese. Beh, non è difficile intravedere qui un'operazione voluta: l'artista desidera sdoganare un vocabolo del nostro idioma - dal suono magico o comunque misterioso -, a mo' di shibboleth, nelle coscienze anglosassoni!

 "Dearest Fools" è contraddistinta da una sorta di fragilità, un senso di intimità dalle sfumature arcane (e con la tempesta sempre dietro l'angolo): caratteristica, questa, di gran parte della musica di Machera. L'opener viene arricchito da un bel rumore "random" / d'effetto, nonché da un ancora più bello - e pressoché cameristico - clarinetto. 


"Dearest Fools"

Piano: Paolo Iannattone

Clarinetto: Beth Fleenor

Basso, voce, sintetizzatori, percussioni: Marco Machera

Batteria, percussioni: Pat Mastelotto



“Non faccio musica, la faccio accadere.”
(Marco Machera)





Si continua sulla stessa falsariga in "Lost + Found", stavolta con il sax al posto del clarinetto a fare sia da contraltare sia da compagno al cantato. Traccia molto bella e "weird". 


"Lost + Found"

Batteria: Pat Mastelotto

Sassofono: Frank Ultra

Basso, voce, piano elettrico, percussioni, campionamenti: Marco Machera

Post-produzione: Bill Munyon


"Building Homes", terzo titolo, è tra Peter Gabriel e i Sigur Ros. Io trovo questo brano più petergabrieliano, comunque. Si tratta del single che si è voluto scegliere, probabilmente anche data la caratura di Levin e Mastelotto. (Quest'ultimo, Pat, suona ad ogni modo in quasi tutti gli altri brani.)


"Building Homes"

Batteria: Alessandro Inolti

Taos drums, percussioni: Pat Mastelotto

Basso: Tony Levin

Voce, tastiera: Marco Machera

Armonium, sintetizzatori: Eugene

Cori: Aria Falco






Si passa a "Within the Words", che fa un passo in avanti in fatto di ritmo. Mirabili le chitarre e anche i cori.


"Within the Words"

Batteria: Pat Mastelotto, Alessandro Inolti

Chitarra: Julia Zenteno, Jorge Chacón

Basso, voce, tastiera, campionamenti, percussioni: Marco Machera

Cori: Vittoria Mariani

Post-produzione: Bill Munyon

 Con Susanna Buffa
 A Bruxelles
 In Texas




"Dormiveglia" ci sorprende, come detto, con il testo in inglese e ci rimanda alla copertina, dove la modella Alexia Frangos presta il suo volto precisamente all'idea di un sonno pronto a trasformarsi in veglia e viceversa.


"Dormiveglia"

Batteria: Alessandro Inolti

Arrangiamento archi: Francesco Zampi

Piano Rhodes, cassetti: Eugene

Basso, voce, programmazioni: Marco Machera


"Trains (They Might Have Been There)", dedicato alla memoria del musicista Andrea Gastaldello, e "The Empty Mind", avvicinano più che mai Machera a Maximilian Hecker; e un po' anche ai Travis e ai Dakota Suite. "The Empty Mind", in particolare, trasporta l'ascoltatore ad altezze quasi tibetane. A noi è piaciuta tanto.


"Trains (They Might Have Been There)"

Sintetizzatori, campionamenti, voce, basso: Marco Machera

Bass VI: Julie Slick

Batteria: Alessandro Inolti

Cori: Susanna Buffa



"The Empty Mind"

Batteria, elettronica, percussioni: Pat Mastelotto

Arrangiamento archi, post-produzione: Francesco Zampi

Voce, tastiera, basso, campionamenti, loop: Marco Machera

Piano: Darío Acuña

Tromba: John Porno

Post-produzione: Bill Munyon



"The Nest" è un'amabile falsa nenia (un po' come "Trains") con un ispirato coro di sirene. Si spazia, senza tuttavia tradire l'intento minimalista.


"The Nest"

Elettronica, programmazioni: Steve Jansen

Basso, voce, tastiera, campionamenti: Marco Machera

Sintetizzatori: Eugene

Cori: Susanna Buffa



"Did You Get What You Wanted?" chiude l'opera degnamente, con effetti di nastro all'incontrario e risucchi sonori interessanti, il tutto impreziosito da un'ottima coda che lascia aperta ogni questione e non scade in una risoluzione banale. 


"Did You Get What You Wanted?"

Batteria, elettronica, percussioni: Pat Mastelotto

Voce, tastiera, basso, campionamenti: Marco Machera

Post-produzione: Bill Munyon




MARCO MACHERA - Biografia


Autore e musicista, attivo sia in studio che dal vivo (tra le varie collaborazioni, quelle con il compositore italiano TehoTeardo, il chitarrista Paul Gilbert, la cantante Chrysta Bell, con Steven Wilson). Ha frequentato per due anni consecutivi il workshop “Three of a Perfect Pair” negli Stati Uniti, sotto la guida dei musicisti (membri dei King Crimson, e non solo) Adrian Belew, Tony Levin e Pat Mastelotto. Ha aperto i concerti di vari artisti internazionali, tra cui Marillion, Stick Men, O.R.k., Adrian Belew.

Nel 2012 esce il suo primo album solista, One Time, Somewhere. L’album viene accolto favorevolmente da pubblico e critica. Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis, lo definisce un lavoro «veramente bello e ben realizzato». In quello stesso anno comincia una fruttuosa collaborazione con la bassista americana Julie Slick, con la quale fonderà la band EchoTest. Con questo progetto realizza diversi album ed effettua concerti in Europa e negli U.S.A.

 Con Julie Slick (EchoTest)

 

Dopo un secondo disco (Dime Novels, 2014), nel settembre del 2017 esce Small Music From Broken Windows, concept ispirato al racconto "L’estraneo", di H.P. Lovecraft. Secondo Classic Rock, l'album è tra le dieci migliori uscite italiane del 2017.

                     E ora - nel 2023 - è la volta di Dormiveglia. 

(Acquistalo sullo shop di G.T. Music!)




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