3/31/23

Chaos and The Cosmos

 Chaos and The Cosmos, nuovo gruppo da Seattle, U.S.A.

(album di debutto Our Song, 2023, ora in pre-order // esce il 2 aprile)


Nel 1999 l'astronauta Scott Kelley si trovava sulla stazione spaziale internazionale STS-103 quando mise su l'album solista di Paul Langer (chitarrista; uno dei due elementi principali dell'odierno progetto Chaos and The Cosmos), High Plains Drifter: ciò determinò il futuro musicale, a tema spaziale, di Paul!
John Allday, il tastierista, è uno dei membri fondatori dei Moon Letters, gruppo che ha recentemente pubblicato l'acclamato Thank You From the Future (2022; noi ne abbiamo parlato qui).

La cover dell'album. (Bandcamp)




Chaos and The Cosmos presenta nel suo primo album Our Song anche un trio d'archi assai talentuoso.
- Phil Hirschi, violoncello, suonò negli album 'Apocalypse' (1974) e 'Visions of the Emerald Beyond' (1975) di The Mahavishnu Orchestra.
- Rachel Nesvig, violino, ha lavorato con il rapper Macklemore, con il musicista e produttore Ryan Lewis, con The Who, Father John Misty, Sir Mix A Lot, Evanescence, Naomi Judd e Chris Botti.
- Aleida Gehrels, viola, è stata in tour con Macklemore e ha lavorato con Father John Misty, Perfume Genius, Abney Park e Amy Grant.
Sito web della band Chaos and The Cosmos:
http://chaosandthecosmos.com

#progressive #progrock #artrock #symphonic #rock #music #Seattle #USA #spacerock

Un video del 2018 dei Chaos and The Cosmos, "Singularity", canzone contenuta nel loro album 'Our Song' (2023)


Ecco il link su Bandcamp per ascoltare alcuni brani o (pre)ordinare l'album




3/25/23

Hawkwind e dintorni

Tra hard rock, prog e proto-punk: Hawkwind

Space rock dalle sonorità aggressive e dai testi fantascientifici



Cominciamo dai nostri giorni. Il 17 marzo 2023, all'età di 77 anni, si è involato Mick Slattery, chitarrista del gruppo psichedelico The Famous Cure e uno dei co-fondatori degli Hawkwind.

Così lo ricorda Dave Brock, chitarrista-tastierista-cantante e unico componente costante della band:


Me and Mick played together in a band called Famous Cure in 1967, touring Holland  before going on to form Hawkwind in 1969. (...)

Ho molti bei ricordi di quei giorni di gioventù, quando suonavamo insieme in Olanda e frequentevamo L'Auberge Cafe a Richmond [Richmond è un quartiere di Londra: Richmond upon Themse. N.d.R.] e andavamo alla Eel Pie Island.

Verso la fine degli Anni '60 eravamo soliti provare nel mio appartamento al piano superiore in quel di Putney [altro distretto di Londra, a sud della metropoli. N.d.R.] e anche nella cantina del negozio di musica di Bob Kerr nella Gwalior Road, facendo musica a volume alto. Davamo fastidio, e non poco, ai vicini di casa...

Slattery ha suonato in una versione originale di "Hurry On Sundown", registrata dalla band sotto il nome Hawkwind Zoo durante il periodo iniziale trascorso in studio a produrre demo. Quei nastri alla fine sono riemersi e sono stati utilizzati in una ristampa del 1996 dell'album di debutto Hawkwind (originariamente pubblicato nel 1970). Mick Slattery continuò poi a fare musica, anche orbitando intorno alla band: collaborando con Nik Turner così come negli Hawkestrel di Alan Davey.


Link: l'articolo dedicato a Nick Slattery su Louder Sound


Gli Hawkwind vennero formati nel 1969 da Brock e Slattery insieme al bassista John Harrison; poi arrivarono il batterista Terry Ollis, il sassofonista e cantante Nik Turner e Michael Davies alias Dik Mik.

   "Master of the Universe", da In Search of Space (1971). Contenuto anche in Master of the Universe, album-compilation del 1977.


La line-up dell'album:

Dave Brock: chitarra elettrica, chitarre acustiche a 6 e 12 corde, armonica, audio generator [generatore sonoro programmabile], vocals
Del Dettmar: synthesizer, keyboards
Dik Mik (Michael Davies): audio generator
Nik Turner: flauto, sax alto, audio generator, vocals
Dave Anderson: basso, chitarre elettrica e acustica (nell'album originale)
Terry Ollis: batteria, percussioni (nell'album originale)

Remastered CD del 1996 (con aggiunta di bonus tracks):

Robert Calvert: vocals
Lemmy (Ian Kilmister): basso, vocals in "Silver Machine"
Simon King: drum

 

 Nik Turner e Robert Calvert. Calvert, poeta di fantascienza sudafricano, scriveva i testi.

L'11 novembre si era spento un membro importante della band: Nik Turner, che aveva ormai 82 anni.

Sul suo account Facebook era apparso questo messaggio:

We are deeply saddened to announce the passing of Nik Turner - The Might Thunder Rider, who passed away peacefully at home on Thursday evening. (...)

Si è spostato verso la prossima fase del suo Viaggio Cosmico, guidato dall'amore dei suoi familiari, degli amici, dei fan. 



Anche i Motorhead avevano comunicato la dolorosa perdita: 

"We lost Lemmy's old bandmate Nik Turner today. Play some Hawkwind nice and loud!"

Nik aveva iniziato come roadie per gli Hawkwind nel '69, quindi fin dagli inizi. Ben presto divenne loro membro fisso come sassofonista, flautista e cantante. Rimase con loro fino al 1976, decidendo di andarsene quando se ne andò Lemmy Kilmister. Formò la propria band, Nik Turner's Sphynx, dove suonarono componenti dei Gong e degli Hawkwind. Subito dopo fondò Inner City Unit. Seguì una breve parentesi lavorativa di nuovo con gli Hawkwind (negli anni '80), poi formò gli Space Ritual e, dopo ancora, i Nik Turner's Hawkwind.  Ma la sua "invenzione" maggiore fu Hawklords, gruppo nato per commemorare in un concerto-"tribute" Robert Calvert (vedi giù) e che sviluppò in seguito vita propria.

Numerosi gli artisti e le band con cui Nik Turner collaborò: Sting, Psychic TV, Sham 69, Mother Gong... 

Link: Nik Turner in memoriam


 Hawkwind nel '75

 Robert Calvert




Il più grande successo commerciale degli Hawkwind fu il single "Silver Machine" nel 1972 (ancora con il bassista Lemmy Kilmister). Molti  album degli Hawkwind si piazzarono tra i Top 50 della hit parade britannica: In Search of Space (1971) 18. posto, Doremi Fasol Latido (1972) 14. posto, Space Ritual (1973) al 9. posto, Hall of the Mountain Grill (1974) alla posizione numero 16, Warrior on the Edge of Time (1975) al 13. posto e Live 79 (1979) al 15.

"Cymbaline", un brano dei Pink Floyd, composto da Roger Waters e inserito nella colonna sonora di More, fu "coverato" dagli Hawkwind. La cover venne inserita tra i bonus tracks del loro album eponimo - il debutto, del 1970



Tra le ramificazioni degli Hawkwind c'è la Hawkwind Light Orchestra, con tre-quattro soli componenti-base: Dave Brock (chitarre, tastiere, voce), Magnus Martin (chitarra, voce), Niall Hone (basso, chitarra, tastiere), Richard Chadwick (batteria, voce; suo anche l'artwork e il design degli album).

   Hawkwind Light Orchestra: brano da Stellar Variations, 2013

   Hawkwind Light Orchestra: brano da Carnivorous, 2022


Acid / psychedelic rock: Lemmy Kilmister ancor prima dei Motorhead (e degli Hawkwind).
Si sente che Lemmy amava i Cream...





Questo è l'album del 2020 del quartetto svedese Yuri Gagarin, esperti di psichedelia e cosmic rock. Sono gli Hawkwind scandinavi... 
Perché mai si sono battezzati Yuri Gagarin anziché Christer Fuglesang (nome del primo cosmonauta svedese che ha abbandonato l'orbita terrestre), rimane un loro segreto!



Sempre 2020: La Black Widow Records celebra così i leggendari Hawkwind: con un "tribute" sotto forma di triplo (!) album, dove sono presenti due gruppi italiani: Universal Totem Orchestra e The Black. 

 Daze Of The Underground, omaggio agli Hawkwind della label Black Widow



                  Membri importanti degli Hawkwind

Il primo bassista fu John Harrison, co-fondatore della band e morto il 26 maggio 2012 a 69 anni. (Dal 2005, Harrison soffriva della malattia di Huntington.) Fu un elemento importantissimo: la sua maniera di suonare il basso gettò le fondamenta di quel che è ritenuto il suono primigeneo degli Hawkwind: la psichedelia spaziale. Uno dei suoi successori più celebri è senza ombra di dubbio Lemmy Kilmister.

Altro membro fondatore: il chitarrista Huw Lloyd-Langton. 

Il cantante Robert Calvert e il musicista e cantante Michael Moorcock (quest'ultimo considerato soprattutto uno dei migliori scrittori inglesi di fantascienza del XX secolo) furono rilevanti per i loro testi, testi che definirono i temi (visionari!) della band nel corso di tanti anni e di tanti album. 

Altri componenti celebri degli Hawkwind sono stati, oltre al già citato bassista Lemmy Kilmister (dal 1972 al '75), il tastierista  Tim Blake, come abbiamo visto anche il sassofonista Nik Turner (dal 1969 al 1976 e poi ancora negli anni '80: Turner creò diverse "filiali" della band) e il batterista Richard Chadwick (salito a bordo nel 1988). 



   Hawkwind - "Moonglum" (Live at the Hammersmith Odeon, London, UK, 1985)


Alan Powell (batteria)
Nel 1974 Powell si unì agli Hawkwind come secondo batterista e registrò con loro due album, Warrior on the Edge of Time (1975) e Astounding Sounds, Amazing Music (1976), e contribuì all'album solista di Michael Moorcock (sì, lo scrittore-editore di fantascienza con il pallino della musica) New Worlds Fair (1975). Dopo gli Hawkwind, Powell partecipò nel 1978 alle sessioni di registrazione dell'album di Nik Turner dal titolo Xitintoday.

Responsabile per la grafica e il design - almeno fino al 1983, quando si suicidò - era il celebre artista Barney Bubbles





Robert Newton Calvert. Calvert era nato a Pretoria (Sudafrica) nel 1945 e si spense nel 1988 in Inghilterra. Fu il frontman degli Hawkwind dal 1971 al 1978, con diverse interruzioni. Oltre a cantare scriveva canzoni; la sua presenza è dunque forte negli album Astounding Sounds, Amazing Music (1976), Quark, Strangeness and Charm (1977), 25 Years On (1978) e anche in PXR 5 (1979). Calvert è coautore dell'unica canzone della band che raggiunse la Top 10: "Silver Machine" (1972). 
Nel 1974 pubblicò l'album solista Captain Lockheed and the Starfighters, cui parteciparono membri della band e anche Arthur Brown. Il disco racconta una storia tutta particolare: le esperienze negative della Luftwaffe (l'aviazione militare tedesca) con i caccia Lockhead Starfighter, comprati dagli USA allo scopo di sorvegliare il proprio spazio aereo durante la Guerra Fredda... e molti dei quali precipitarono per vari difetti tecnici! 



I testi di Robert Calvert rilavorano l'attualità con uno sguardo al futuro. È del 1971 la sua poesia "The Starfarer’s Dispatch", circa un astronauta che sa bene che la sua donna sarà morta quando lui farà ritorno sulla Terra. In "The Clone's Poem", di cinque anni dopo, trattò il tema della clonazione, allora poco diffuso. I versi di questi due componimenti ispirarono la canzone degli Hawkwind "Spirit of the age", contenuta nell'album Quark, Strangeness and Charm
Nel 1977 Calvert e i suoi compagni si esibirono nel programma televisivo condotto da Marc Bolan (della band T-Rex). Bolan propose a Calvert di incidere un album insieme, ma morirà poco dopo in un incidente stradale. 
Il quinto lavoro solista di Calvert, Test-Tube Conceived (1986), contiene una canzone ("On-Line") che parla di un hacker; e ciò in un periodo in cui nessuno o quasi nessuno sapeva di cosa si trattasse e forse non aveva neppure mai visto un computer.




Se è vero che gli Hawkwind influenzarono molti artisti (John Lydon alias Johnny Rotten dei Sex Pistols, Joe Strummer di The Clash, Pete Shelley dei Buzzcocks...) è dovuto anche ai loro testi visionari e futuristici.
D'altronde Robert Calvert aveva un piede nelle letteratura: arrivò a scrivere per il teatro. Nel 1981 pubblicò il suo primo racconto, "Hype", il cui titolo è anche quello del suo terzo album, uscito quell'anno. La storia parla di una rock star (Tom Mahler) e le canzoni dell'album sono quelle di questo artista fittizio. Hype (l'album di Calvert) è considerato capostipite di una musica del tipo di quella di Midge Ure e degli Ultravox (synth pop, new romantic). 
Nel 1987 fu rappresentato il suo lavoro per il teatro Test Tube Baby  Of Mine, che tratta di esperimenti genetici mal riusciti. Scrisse anche musical (The Kid from Silicon, 1980).
Negli Anni '80 collaborò con la cantante, compositrice e poetessa Gilli Smyth  (Gong) e con il chitarrista Allan Holdsworth (Gong, UK). Nel 1988 fece delle registrazioni con gli Amon Düül.
Morì d'infarto a soli 43 anni. Sulla sua tomba, nel cimitero di uno sperduto villaggio del Kent, sono incise le parole 

"Love's not Time's fool",

dal sonetto n. 116 di William Shakespeare. Con lui è sepolto uno dei suoi quattro figli, Daren (1967–85).

 Robert Calvert  




   Hawkwind: "Hurry on Sundown" (1996)

Un elemento subentrato successivamente fu Simon House, ex violinista degli High Tide e passato poi ad arricchire il suono di Third Ear Band, David Bowie, Japan, Mike Oldfield et alia. E quello degli Hawkwind, appunto. House ha suonato anche le tastiere.


 Nel 2021



Studio albums: 35
Live albums: 13
Compilation albums: 17
EPs: 8
Singles: 22


10 migliori album (in studio) degli Hawkwind

Hall of the Mountain Grill (1974; contiene "Paradox")
Warrior on the Edge of Time (1975)
Doremi Fasol Latido (1972; contiene "Brainstrom") 
Space Ritual (1973)
In Search of Space (1971; contiene "Children of the Sun")
The Chronicles of the Black Sword (1985; contiene "Elric The Enchanter")
Astounding Sounds, Amazing Music (1976)
Sonic Attack (1981)
Church of Hawkman (1982)
Space Bandits (1990)

      


   Hawkwind - "The Golden Void" (contenuto in Warrior On The Edge Of Time del 1975 e riproposto nel live Palace Springs del 1991 con il titolo "Void Of Golden Light")




NEWS

Gli Hawkwind hanno annunciato il loro 35° studio album, intitolato The Future Never Waits, in uscita il 28 aprile 2023. La nuova release segue il loro acclamato album del 2021 Somnia e il doppio live album del 2022 We Are Looking In On You.




    Tracklist:

1 – "The Future Never Waits"
2 – "The End"
3 – "Aldous Huxley"
4 – "They Are So Easily Distracted"
5 – "Rama (The Prophecy)"
6 – "USB1"
7 – "Outside Of Time"
8 – "I’m Learning To Live Today"
9 – "The Beginning"
10 – "Trapped In This Modern Age"

 

Gli Hawkwind e le canzoni sul "futuro" (Youtube) 

3/09/23

Jazznesis: i Genesis in jazz

Jazznesis: il rock progressivo dei Genesis adattato al jazz. Niente male come idea. E vi si sente anche una punta (o più) di flamenco e bossa nova. 
Questo è un mix spettacolare anche per i più ortodossi amici del jazz. Immaginatevi canzoni immortali del rock sinfonico quali "Firth of Fifth", "Supper's Ready" e "Time Table" "ricreate" in maniera sincopata, tra blue notes e scala modale!



Titolare del progetto è Jaume Vilaseca, dalla Spagna, e vera colonna portante del gruppo è la cantante, Mar Vilaseca, che di Jaume è la figlia.
Sentiamo di seguito alcuni esempi, per renderci conto della validità di Jazznesis (che infatti ha fans in tutto il mondo... ed è stato anche ospite del Trasimeno Prog).








Esiste Jazznesis, ma si trovano anche Jazznesis II e Jazznesis III, e Jaume Vilaseca ha continuato a perseguire la sua passione di rendere in maniera sofisticata i già sofisticati toni e atmosfere della band inglese formando il Jaume Vilaseca Trio. Ed esiste anche un Jaume Vilaseca Quartet! Insomma: basta immettere, nei motori di ricerca, il nome del pianista, e si atterra immancabilmente nella magica zona "genesisiana" da lui voluta e ormai planetariamente nota.






Discorso persino più interessante riguarda Mar Vilaseca, alla quale piace muoversi entro uno spettro più ampio di generi e stili.











Una "fusion" perfetta!

"Fountain of Salmacis", eseguita dal Jaume Vilaseca Trio... che è piuttosto un quartetto:
Fredrik Carlquist on sax, Jaume Vilaseca on piano and arrangements, Dick Them on double bass, Ramon Diaz on drums.


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3/06/23

Genesis - pezzi strumentali

Non è un album ufficiale dei Genesis, ma un "tribute" da parte di un fan che ha fatto l'editing di tutti i dischi della band ricavandone molti "instrumentals".

È un modo davvero efficace per far capire qual è l'essenza del "progressive" e che fantastici musicisti erano (e sono!) i Genesis.

Oltre un'ora di pura musica. Con pochissime parti cantate.

[A parte le tracce "7/8" e "Phret", due 'instrumentals' scarsissimi che arrivano dai più bui archivi genesisiani, tutto il resto è prog raffinato e ad alto livello.]



1) First Medley: Horizons / Unquiet Slumbers For The Sleepers... In That Quiet Earth / Firth Of Fifth (Middle Section) / Cinema Show (End Section) (18m46s)

2) Inside And Out (End Section) (2m39s)

3) Second Medley: It's Yourself (End Section) / Entangled (End Section) (5m37s)

4) Second Home By The Sea (Start Section) (4m58s)

5) 7/8 (5m13s)

6) Phret (4m04s)

7) Third Medley: Wot Gorilla? / The Brazilian / Los Endos (13m49s)

8) Duke's Travels / Duke's End (10m47s)

9) Afterglow (End Section) (1m09s)

3/02/23

Genesis live a Torino nel 1975 (e in Portogallo)

L'essenza stessa del progressive! I Genesis, ancora giovanissimi, hanno scritto tanta musica immortale, proiettandosi nel Parnaso del prog rock e non solo. 

In questa registrazione d'epoca, loro presentano l'intero nuovo album Lamb Lies Down on Broadway. Scriviamo l'anno 1975, il mese marzo, il giorno 24, e ci troviamo al Palasport di Torino, davanti a un pubblico semplicemente in estasi. Ma il culmine si raggiunge con il bis, durante cui il gruppo suona due pezzi noti ai fans: "Musical Box" e "Watcher Of the Skies". 
Bello sentire Peter Gabriel che, tra una canzone e l'altra, parla in un italiano più che passabile... 

Peter Gabriel - lead vocals, flute, percussion;
Steve Hackett - lead guitars, effects;
Mike Rutherford - bass, guitars, bass pedals, backing vocals;
Phil Collins - drums, percussion, backing vocals;
Tony Banks - keyboards, 12 strings guitar.





Genesis live at the Palasport Torino, Turin, Italy, during their The Lamb Tour in 1975.

          

00:00 - Intro/The Lamb Lies Down On Broadway;
06:41 - Fly On A Windshield/Broadway Melody;
10:52 - Cuckoo Cuckoon;
13:58 - In The Cage;
21:18 - The Great Parade Of Lifeless Packing;
25:01 - Story Of Rael I;
26:30 - Back In NYC;
32:39 - Hairless Heart;
35:17 - Counting Out Time;
39:10 - The Carpet Crawlers;
44:53 - The Chamber Of 32 Doors;
50:42 - Story Of Rael II;
53:43 - Lillywhite Lillith;
56:38 - The Waiting Room;
01:04:12 - Anyway;
01:07:52 - Here Comes The Supernatural Anaesthetist;
01:10:25 - Interlude/The Lamia;
01:19:09 - Silent Sorrow In Empty Boats;
01:22:45 - The Colony Of Slippermen;
01:31:12 - Ravine;
01:32:37 - The Light Dies Down On Broadway;
01:35:50 - Riding The Scree;
01:39:48 - In The Rapids;
01:42:07 - It;
01:47:23 - The Musical Box;
02:00:13 - Watcher Of The Skies.

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Il giorno 6 dello stesso mese di marzo 1975 si erano esibiti in Portogallo, dove la giunta militare deteneva il potere e tanta gioventù sognava la libertà. Fu un concerto stupendo, magico addirittura. Circolava "abbastanza" droga al Pavilhao dos Desportos di Cascais, ma le emozioni suscitate dalla musica dei Genesis non necessitano certo di sostanze stupefacenti per decollare...

Genesis Live (Bataclan, Paris France)

(1973)

Genesis in Bataclan, Paris

https://www.youtube.com/watch?v=5wJY8mTmjyE Great music, great pics, immortal memories



00:00 The Musical Box
10:03 Supper's Ready
21:22 Return Of The Giant Hogweed
26:48 The Knife