5/30/23

Rick Wakeman

 Nato a Perivale, Inghilterra, il 18 maggio 1949, da piccolo sognava di principesse da liberare e altre romantiche tenzoni... e fu anche questa sua passione, da lui trasposta in musica, a portarlo un'infinità di volte sulle copertine di riviste di progressive rock e di classic rock! Quella qui sotto è la cover di Prog di febbraio 2023, n. 137, dedicata al celebre tastierista.


"Quando suoni, stai dipingendo usando le note". Così diceva a Rick Wakeman la sua insegnante di pianoforte. Una lezione che Rick non dimenticò mai. In una galleria di quadri ci sono temi, forme e colori diversi e Wakeman cercò sempre di comporre come se fosse un pittore.

È uscito lo scorso novembre A Gallery of the Imagination, album realizzato insieme alla sua English Rock Ensemble.



La line-up è la medesima dello scorso disco di Wakeman, The Red Planet: si tratta dei componenti di un gruppo (ERE o, appunto, English Rock Ensemble) che, con gli inevitabili rimescolamenti di formazione, accompagna il mago delle tastiere fin dalle sue prime scorribande musical-imprenditoriali. Nella fattispecie:

Lee Pomeroy al basso, il chitarrista Dave Colquhoun, il batterista Ash Soan e, al canto, Hayley Sanderson, nota per aver partecipato al programma della BBC Strictly Come Dancing (il nostro Ballando con le stelle).


Link: Una recensione/presentazione di A Galery of the Imagination

 


Richard Christopher Wakeman
(questo il suo nome completo) si formò come pianista classico prima di passare alle tastiere e ai sintetizzatori. Fece da session man per diversi artisti (David Bowie, Elton John, Cat Stevens, Lou Reed, i Black Sabbath, John Williams, Al Stewart...) ed entrò negli Strawbs per poi passare agli Yes

In "Space Oddity", straordinario brano cantato da David Bowie, è Rick a suonare il Mellotron.


  Yes - 'Fragile'

Anno 1971. Affinché l'astronave Yes possa per davvero decollare, occorre che arrivi il tastierista Rick Wakeman al posto di Tony Kaye. Il gruppo ha già alle spalle due gradevoli album di pop sinfonico che non sono dissimili dallo stile dei Moody Blues e in più ha pubblicato The Yes Album, che è già una svolta verso il progressive rock.

La formazione è adesso:

Anderson, Howe, Squire, Bruford e Wakeman,

ed è questa che, oltre a Fragile, produrrà anche il successivo, altrettanto fantastico album Close To The Edge

  


Link: Rick Wakeman e la sua esperienza con i Black Sabbath


 Yes - 'Close To The Edge' (1972)

"Close To The Edge", brano di 18 minuti  dall'album eponimo, ha tutto ciò che caratterizza il progressive rock. Ripetiamo i nomi: Jon Anderson, Bill Bruford, Rick Wakeman, Steve Howe, Chris Squire. Si recita come una poesia.
Subito dopo questo lavoro, Bill Bruford, il batterista, abbandonerà inaspettatamente gli Yes per passare ai King Crimson.

 La copertina dell'LP è di Roger Dean e stavolta non presenta un disegno fantastico e arzigogolato, eppure un certo effetto lo fa, con quel verde diffuso e la scritta (che dovremo definire, d'ora in poi, "roger-deaniana") con il logo della band, oltre al titolo, scritto con caratteri simili. "Close To The Edge" è un'espressione traducibile: "vicini al bordo".

Per molti, questo è il concept album più bello della storia del rock. Per altri, una delle dieci pietre miliari del progressive (ma noi crediamo che siano più di dieci; fermo restando che i più famosi rimangono Foxtrot, Pawn Hearts, In The Court..., Red, Thick As A Brick, Third...). Resta comunque uno dei capolavori del nostro genere preferito e, in termini di bellezza assoluta, nella discografia degli Yes si rimane indecisi se dare la corona a questo oppure a Fragile. (O a The Yes Album!)

Certo è che, tra tanti dischi stupendi, sarebbe utopico voler stilare una classifica. 

   

 Link: Pietre miliari: Close To The Edge.- Recensione sul sito Metallized

 Periodo di registrazione di Close To The Edge: dal febbraio 1972 al giugno dello stesso anno. (Pubblicazione: a settembre.)

Il film Yessongs, sugli Yes e sulla loro musica, venne prodotto nel 1975. Regia: Peter Neal. Qui vediamo gli Yes durante il loro 'Close To The Edge Tour' (dicembre 1972).  Sul palco c'era già Alan White alle pelli d'asino. Fino ad allora White aveva suonato con e per Steve Winwood, John Lennon (nonché nella Plastic Ono Band), George Harrison (nell'album All Things Must Pass) e, dal vivo, con Joe Cocker.

   Starring (nel docufilm): 

      - Jon Anderson

      - Chris Squire

      - Steve Howe

      - Rick Wakeman

      - Alan White

   





    Le Sei Mogli di Enrico VIII

Usciva il 23 gennaio 1973: The Six Wives of Henry VIII, primo album solista di Rick Wakeman.

Un rock a tratti ridondante (con il gentile aiuto degli altri membri degli Yes) a base di Mellotron, Moog, organo Hammond, organo di chiesa, piano elettrico, pianoforte a coda, vari synth.


  Yes - 'Tales From Topographic Oceans'

L'attività degli Yes continua senza soluzione di continuità. 7 dicembre 1973: esce Tales From Topographic Oceans, un doppio LP, sesto lavoro in studio della band. 

Le opinioni di critici e fan furono assai discrepanti... Gli Yes qui erano - come abbiamo detto - senza Bill Bruford, che aveva imboccato la strada dei King Crimson ma, comunque, per lui era subentrato, alle pelli d'asino, l'eccellente Alan White.

Doppio album, ripetiamo; e una delle critiche principali mosse a Tales From... è proprio la lunghezza. Secondo alcuni recensori di allora, l'album avrebbe potuto avere maggiore coerenza e impatto se fosse stato contenuto in sole due facciate di vinile.

Questione di punti di vista. Fatto è:

Side One e Side Two dell'opera risultano essere eteree, cristalline a tratti e a tratti nebbiose, fumose; con qualche lungaggine, certo. Side Three e Four sono invece più ritmiche, vi si sente più acciaio.

In tutto e per tutto, ad ogni modo, traspare lo stile tipico degli Yes. E, anche se non sempre è magia, trattasi di certo di buona musica. 

Yes:

   - Jon Anderson (Lead Vocals, Acoustic Guitar, Percussion)

   - Steve Howe (Guitar, Electric Sitar, Backing Vocals)

   - Chris Squire (Bass, Backing Vocals)

   - Rick Wakeman (Keyboards)

   - Alan White (Drums, Percussion, Backing Vocals)

Cover: Roger Dean

   




    Il Viaggio al Centro della Terra di Rick Wakeman

Un po' più di fantascienza stavolta e meno saghe medievali e fantasy... Journey to the Centre of the Earth. Il fascino di questo racconto divenuto sinfonia rock è inalterato ancor oggi e, fin dalle battute iniziali, pare di tornare al momento della genesi dell'opus, all'esecuzione con registrazione in presa diretta. E "vediamo" la pomposità della messa in scena, con l'orchestra di là, la band di qua e, immerso in decine di vari strumenti a tastiera, lui, lo stregone, l'alchimista, ancora molto giovane e bello e dalla lunga capigliatura bionda.

   


 'No Earthly Connection' (1976)

Con l'album The Myths & Legends of King Arthur and the Knights of the Round Table e la sua implementazione teatrale (con tanto di orchestra e persino balletto sul ghiaccio!), Rick Wakeman si era superato; in tutti i sensi. Anche in senso finanziario. Così nel 1976 dovette ridimensionare la squadra che lo accompagnava, facendone un "ensemble rock". E quale tema si sarebbe potuto adattare al suo nuovo album? Certo, qualcosa che rendesse giustizia al suo ego smisurato! Il tema glielo fornirono i libri di Erich von Däniken, uno dei guru della cosiddetta paleoarcheologia, un sostenitore dell'esistenza degli alieni.
No Earthly Connection è musica del futuro, ha testi esoterico-filosofici e, quasi obbligatoriamente per quell'epoca e per musicisti come Wakeman, è un concept album. La copertina interna mostra il tastierista degli Yes che salta dal cerchio di pietre di Stonehenge. E la copertina esterna? Beh, insomma! Non bellissima. Sembra il risultato di un trip andato a male e non ci guadagna neppure come cover per il CD. Anzi... Solo chi possedeva l'edizione originale del disco (dell'LP) sa che l'immagine anteriore e quella posteriore possono essere visualizzate... con la pellicola a specchio che era inclusa nel disco. 
È il suo quarto album da solista (alcuni dicono il sesto...) e, almeno fino a Prayers del 1993, quello in questione è uno degli ultimi degni di nota nella sua tentacolare discografia! (Però i due a noi più vicini sono molto belli, secondo noi.) Considerando che Rick Wakeman è senza dubbio uno dei musicisti più acclamati, occorre dire che ha realizzato un'incredibile quantità di dischi solisti alquanto... scarsi. Passiamoli velocemente in rassegna: colonne sonore snervanti (Crimes of Passion), dischi rock che dicono poco e niente (Rhapsodies), pasticci vari a sfondo "divino" (A Suite Of Gods), una cover dei Beatles di sicuro superflua (Tribute To The Beatles) e un sacco di deliri magico-esoterici (come Aspirant Sunshadows). Recentemente ha realizzato The Red Planet e poi anche A Gallery of the Imagination, che lo hanno riportato ai livelli di classici come The Six Wives of Henry VIII, ...King Arthur..., del live Journey To The Center of the Earth o perlomeno di Two Sides of Yes; tuttavia negli ultimi anni ha sfornato anche materiale deboluccio. Tra le cose che si possono salvare, l'album The Living Tree, insieme al collega degli Yes Jon Anderson.
No Earthly Connection del '76 è energia elettronica e poesia ad un tempo, è spazio infinito e mistero. Sembra svanita la pesantezza dei full-length orchestrali. È un disco che testimonia dell'abilità e della capacità espressiva del tastierista e contiene alcune parti vocali non proprio malvagie.

   


   Link: Rick Wakeman e il Minimoog (Video) 


   Rick Wakeman a 'The Old Grey Whistle Test' (BBC) nel 1976

   



 
'1984' (1976)

Dopo aver abbandonato gli Yes all'inizio del 1980, Wakeman riprese la sua carriera da solista. Riformò la propria band, l'English Rock Ensemble, che altro non erano che i suoi vecchi amici del pub Valiant Trooper capitanati dal cantante Ashley Holt (curiosa omonimia con un'attuale chef televisiva statunitense), e completò un tour europeo. Per uno dei progetti precedenti, il tastierista si era assicurato un contratto discografico con la Charisma Records, che gli garantì un anticipo per realizzare un album.

Wakeman aveva programmato circa due anni e mezzo per il concept in questione, dall'ideazione al completamento. (E si sa che, per lui, quasi ogni concept è in realtà una rock opera!) Il suo desiderio di lavorare con altri musicisti che non fossero gli Yes era forte già prima della sua fuoruscita. E d'altronde non era mai scemata la sua passione di fondere le tastiere elettroniche con un'orchestra e un coro. Anche in questo caso non voleva scrivere un album ambientato nel passato di Britannia, bensì nel futuro. Scelse, come tema del suo nuovo lavoro, 1984, il celebre romanzo distopico - del 1948 - di George Orwell

Compose la musica del nuovo progetto durante le pause del tour con gli Yes, incluso un periodo di tempo trascorso nella casa francese a Beaulieu-sur-Mer, vicino Monaco. Chiese poi a Tim Rice - affermato "lyricist" - di dargli una mano con i testi. E arruolò uno stuolo di cantanti.

Non c'era stavolta, tra di loro, l'amico Ashley Holt... che, tanto, lo aveva accompagnato in tournée con l'English Rock Ensemble e che avrebbe cantato ancora in altri suoi album. I cantanti di 1984 erano: Chaka Khan, Kenny Lynch, Steve Harley, Tim Rice, Jon Anderson.

Ecco i musicisti principali (calcolando che, aggiungendoci l'orchestra, i cantanti e le coriste, si arriva a una squadra di 82 persone!):

   - Rick Wakeman : piano, Prophet-5, Prophet 10, RMI synthesiser, Hammond organ, Oberheim OB-X 1 synthesiser, Mini-moog synthesiser, Yamaha CS80 organ, string machine, Synclavier synthesiser

   - Steve Barnacle (aka "Boghead"): Fender bass guitar

   - Tim Stone (aka "Beaky"): guitar

   - Tony Fernandez: drums

   - Gary Barnacle: selmer saxophone

   - Frank Ricotti: Ludwig drums

   

Che cosa spinse Rick Wakeman e Jon Anderson a lasciare gli Yes nel 1980? Beh, ci furono - come accadeva in altre band - dispute finanziarie e disaccordi sullo stile musicale da seguire. Anderson e Wakeman erano per una musica più melodica ed "easy" mentre Steve Howe, Chris Squire e Alan White tendevano a un suono più prossimo all'hard rock. 

Fu una separazione dolorosa. Ma il destino del tastierista Wakeman e del cantante Anderson era legato agli Yes, loro navicella-madre. Entrambi infatti vi avrebbero fatto ritorno negli Anni Novanta... previo un gruppo chiamato  Anderson Bruford Wakeman Howe.


   Rick Wakeman, parte solista in 'An Evening of Yes Music Plus', tour degli Anni '90. Include parti di "Madrigal", "Gone But Not Forgotten", "Catherine Parr" e "Merlin the Magician"

   


   Rick Wakeman e uno dei suoi medley (Montreux Jazz Festival, 14 luglio 2003) 

                                               Guarda il video su Youtube




Ecco cosa succede quando alcune leggende del Rock (con la "r" maiuscola) si ritrovano insieme su un palco a fare "jam". Questa è "Würm", parte finale di "Starship Troopers" (Yes). Rick Wakeman e Brian May le stelle dello show.
Ma ammirate soprattutto l'assolo di David Calcqoun (è quello con la Les Paul blu)!

   



  Concerto del marzo 2022 di Rick Wakeman e la sua ERE, English Rock Ensemble, in quel di Londra

   


  
  Rick Wakeman - "The Dinner Party"

   


 


Piccoli geni crescono... Oliver Wakeman, figlio di Rick, suona anche lui le tastiere.

   Clive Nolan & Oliver Wakeman - The Hound of the Baskervilles (2002)

   



     Da uno degli ultimi album di Rick Wakeman, questo è "The North Plain"

   

5/20/23

Amazing Blondel (reprise)

Nel 1970 debuttava un gruppo che avrebbe dato un'impronta particolare al folk-rock: gli Amazing Blondel.



Molti non lo sanno o non se ne ricordano, ma John Gladwin e Terry Wincott suonavano entrambi in una band molto "elettrica": i Methuselah. 

I Methuselah erano un gruppo di hard rock tendente al rock progressivo... e al folk. Si inquadrano in un periodo in cui in Inghilterra diventava più forte l'interesse per sonorità rinascimentali (ne sono testimonianza "Lady Jane" dei Rolling Stones o anche alcune canzoni di Donovan). In seguito i Methuselah si trasformarono in Blondel e da lì in Amazing Blondel, producendo un LP in stile rock con influssi blues ed elementi di psichedelia. 

Fu Evensong, del 1970, a segnare la svolta, attraverso la quale gli Amazing Blondel (John David Gladwin, Terence Alan Wincott, Edward Blair) esplorarono il mondo delle ballate e dei madrigali medievali. Il trio familiarizzò con strumenti quali: liuto, oboe, cittern (una sorta di cetra), contrabbasso, organo a canne, armonium, flauti dolci, cromorno, chitarra, ocarina, percussioni. 

Nel successivo Fantasia Lindum (più vicino al rock progressivo) si sarebbero aggiunti la cornamusa, il dulcimer, la ghironda e il clavicembalo. 

Dall’album seguente in poi, gli Amazing Blondel abbandonarono le atmosfere elisabettiane per spostarsi verso sonorità simili a quelle degli Steeleye Span.




       Dal Medioevo: Amazing Blondel


       La dolcezza dei suoni "elisabettiani" degli Amazing Blondel

Forse i più giovani non lo sanno, ma ad inizio Anni '70 gli Amazing Blondel vennero spesso a suonare in Italia, dove si era formato un accanito gruppo di loro aficionados...

Quando nel 1973 gli Amazing Blondel rimasero in due per l'uscita di John David Gladwyn - che voleva continuare a indirizzarsi soprattutto verso la musica medievale -, pubblicarono, fra il 1973 e il 1976, quattro album con la formazione a due: Blondel ("l'album viola", il nostro preferito, con un certo Steve Winwood al basso!), Mulgrave Street, Inspiration e il pessimo Bad dreams.

Tornarono insieme, in tre, nel 1997, com'è testimoniato dall'album Restoration, che di nuovo tendeva più verso la musica delle origini della band.  

Poi nel 2010 arrivò The Amazing Elsie Emerald, di nuovo senza Gladwin, e quell'album fu una cattiva idea (lo mettiamo quasi al livello del deludente Bad dreams). Dopo, fu la fine definitiva.




>> Nessuno, ascoltandoli la prima volta, si sognerebbe di catalogare gli Amazing Blondel come gruppo rock, né tantomeno "progressive". Eppure [...] <<

           Un ricordo degli Amazing Blondel su Zerovirgolaniente



      Amazing Blondel - Fantasia Lindum (1971) 



Chitarre acustiche più strumenti antichi quali il liuto, il clavicembalo, l’harpsichord, l’oboe, il dulcimer, la cetra, il cromorno, l'harmonium, la ghironda...: ecco i tre musicisti degli Amazing Blondel che ci invitano nel loro salotto medieval-elisabettiano. 

Apre l'LP la suite "Fantasia Lindum", che occupa tutto il lato A. La voce di John Gladwin, leader della band, si svolge attraverso melodie e atmosfere rese ancora più suggestive dai cori degli altri due membri (anche loro polistrumentisti), Terence Wincott ed Eddie Baird.

Parte la seconda facciata e constatiamo che, pur restando fermo  l'orientamento folk-britannico, i brani si arricchiscono di spunti di influenza West Coast, con accenti un po' à la Crosby Still & Nash. 

Chiude il disco “Seige Of Yaddlethorpe", marcia militare con cornamuse e soprattutto con rullate di batteria ad opera di Jim Capaldi, batterista dei Traffic, gruppo anch'esso sotto contratto con la label Island.



Articolo su Prog Bar Italia

(con vari video e foto):

"Quando gli Amazing Blondel rimasero in due"




            Amazing Blondel - England (1972)  





"L'album viola" è forse il capolavoro degli Amazing Blondel, anche se la critica e molti fans non sono d'accordo. Secondo noi, è proprio qui, qui che i menestrelli inglesi si allontanano un po' dalle atmosfere medievaleggianti, pur restando in ambito di "musica antica", "tradizionale", quella musica che risalta l'arte, l'anima stessa del loro progetto. Canzoni dolci, bucoliche. Suoni pacati, voci "mellow" e, soprattutto, la bellezza delle melodie.

Certo: non erano più gli "Amazing Blondel": ora erano i "Blondel" e basta... Ma sapevano - e sanno - ben avvolgere l'ascoltatore e trasportarlo sulla piazza e nelle viuzze di un borgo inglese di 400, 500 anni prima!

'The Purple Album' è progressive folk, sicuramente. Con questo disco si lasciano alle spalle il sound elisabettiano pur gradevole e intraprendono lo stesso percorso che intrapresero i Gryphon già a partire dal secondo album per arrivare a destinazione con il quarto  Treason.




               La defaillance di Eddie Baird

Un vecchio giornale musicale: Sounds. Un articoletto  a pagina 3 del numero del 30 novembre 1974. Vi si parla dei (molti) concerti degli Amazing Blondel successivi all'uscita dell'album Mulgrave Street. Sul palco: i Roxy Music e i Blondel (questi ultimi accompagnati da un'orchestra): strano abbinamento, anche se si pensa che i Roxy Music erano sotto contratto presso Island Records mentre gli Amazing Blondel erano passati a un'etichetta minore, la DJM (Dick James Music Records, che venne poi chiusa nel 1986).



Da tempo gli Amazing Blondel avevano - parzialmente - rinunciato alla musica antica, cercando di produrre brani più "accessibili". Sarebbe stato questa scelta a causare vari strappi all'interno del terzetto, come sappiamo. Il conflitto maggiore era tra il desiderio dei manager, i quali premevano per organizzare un numero maggiore di concerti, e quello del gruppo, che invece voleva passare più tempo in studio di registrazione a produrre nuovo materiale. Alla fine, tale situazione portò, nel 1973, alla partenza di John Gladwin, colui che aveva scritto la maggior parte dei loro brani. I rimanenti due membri decisero di continuare come duo, accorciando il nome del gruppo in "Blondel" ed esibendosi  in compagnia di formazioni orchestrali.

Quello del 1974 fu un tour vario, sia in Europa che sull'Isola, con viaggi qui e là; a macchia di leopardo.

Nell'articolo si dice:

>> Eddie Baird ha avuto un mancamento poco prima di salire sul palco al Politecnico di Newcastle, la scorsa settimana. Trasportato all'ospedale, gli è stato riscontrato 'un esaurimento'. Sembrava essersi ripreso e difatti si è fatto trovare pronto, venerdì scorso, per esibirsi con la band al Goldsmiths College di Londra. Ma lunedì purtroppo è collassato nuovamente. << 

Al di là di questa "curiosità": spulciando i vari articoli d'epoca sugli Amazing Blondel, si nota l'atteggiamento altezzoso, a volte arrogante di tanta critica musicale, atta a seguire i generi alla moda ed escludere dai propri favori gli artisti che producevano suoni alia. Era quasi già un miracolo trovare qualcosa circa gli Amazing Blondel su una qualche rivista rock della metà degli Anni Settanta. Ricordiamoci tra l'altro che furoreggiava il punk...


#medieval #folkrock #progfolk 



Annie Barbazza at Club Giardino.

Covers di:

Amazing Blondel, Genesis, King Crimson, Yes.



 Il prog-folk acustico) degli Amazing Blondel sul palco del "Folkest" di Spilimbergo (Pordenone) nel 1998

Ci sono tutt'e tre i membri: John David Gladwin,Terry Wincott ed Eddie Baird. E la musica che a quel punto loro producono è ancora bella come lo era quasi 30 anni prima!



5/15/23

'L'Eliogabalo', unico album di Emilio Locurcio (1953-2021)

 Uscì nel 1977, anno di rivolte giovanili in Italia. La stessa label lo considerò troppo "hot", pericoloso per via dei testi e per quel che stava succedendo nel Paese; e non venne perciò propagandato.

Album cantautorale dalle virate prog che è in sintonia con il periodo della sua pubblicazione. (Contestationi studentesche, cultura underground, Indiani metropolitani: pacifisti contro violenti...)

"Eliogabalo fece ridisegnare tutti i cimiteri da Walt Disney e da quel momento fu molto divertente andare a trovare i Morti..."

Tanta fantasia, tanta cinica ironia. La RCA lo "mise a tacere"...

Vi partecipano Claudio Lolli, Lucio Dalla, Rosalino Cellamare (poi Ron), Teresa De Sio. Musicisti dei Pierrot Lunaire e dei Crash...

 Ordina! (MP Records)




Dalle viscere della terra si sprigionavano degli strani vapori

e come per incanto apparvero le roulottes dei comici e degli attori (...)


Sono due versi da 


L'Eliogabalo


operetta iperrealista

di Emilio Locurcio


personaggi e interpreti

   rosalino cellamare (uno studente medioborghese)

   lucio dalla (un contadino ancora puro)

   teresa de sio (una ragazza metropolitana)

   claudio lolli (un dolce narratore)


Negli Anni '70 uscirono diverse opere rock che erano "favole", "fantasie", "operette" e una delle più originali è senz'altro questo L'Eliogabalo. L'album raffigurava in scala 1:1 il momento che si stava vivendo, caratterizzato da una rivolta portata avanti dai "fricchettoni", dagli "Indiani metropolitani" che avevano ripreso lo slogan anarchico-dadaista "Una risata vi seppellirà!" Testi ben scritti e certamente irriverenti, quelli di L'Eliogabalo, ma non tanto da giustificare l'operazione boicottaggio che fece la stessa etichetta musicale che aveva finanziato e stampato il prodotto (la IT; l'ostruzionismo ebbe luogo comunque per mano dell'azienda madre, la RCA).

La copertina-poster del CD (noi teniamo tra le mani l'edizione del 1997, proposta da MP Records a 20 anni dall'uscita dell'originale) è un foglio pieno di disegni, come un caotico, ricco fumetto; per la precisione: come una serie di vignette non dissimili da quelle che riempivano i giornali satirici dell'epoca (Il Male su tutti). E porta anche testi poetici, osservazioni, oltre a un'Ultima Cena con le caricature dei politici italiani dell'epoca, e in questa precisa vignetta si vede un Pasolini insanguinato sotto il tavolo e, tra i gaudenti che stanno seduti al desco, un inconsolabile Berlinguer; con Agnelli, Craxi e Andreotti in bella vista. Insomma: l'Who's Who della Prima Repubblica. 

Occorre ripensare a ciò che significò per l'Italia il compromesso storico (voluto o agognato da Berlinguer, capo del Partito Comunista Italiano), nonché ai motivi dell'efferato omicidio dello scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, che scosse il mondo culturale nostrano e non solo (lo scrittore bolognese, di madre friulana e "naturalizzato" romano, aveva ficcanasato un po' troppo in certe faccende sporche, sporchissime, di petrolieri e affaristi vari, che lui riteneva responsabili di complotti internazionali e anche dello stragismo italiano).

Tutte le illustrazioni sono opera di Emilio Locurcio.



Il concetto di L'Eliogabalo prende il via con un evento quasi allegro, carnascialesco:


Hanno eletto Eliogabalo imperatore.

Ah cavoli, ma allora si fa subito la rivoluzione?

Sì, dài, vatti a vestire, altrimenti arriviamo tardi. 


(Così si legge nel primo "quadro" della storia grafica...)


    


Se scorriamo i testi di L'Eliogabalo, ci ritroviamo de facto con un bel manoscritto tra le mani, un lavoro letterario-teatrale. Che Claudio Lolli, Dalla, Ron ossia Rosalino Cellamare e Teresa De Sio abbiano partecipato alla realizzazione di quest'opera rock in veste di album progressive è garanzia di qualità, oltre che di... urgenza sociopolitica.

La poesia moderna dei testi è un toccasana e può benissimo essere apprezzata dagli ascoltatori odierni. Versi quali:


Dal finestrino del treno ora decifrano la mia vita

ad ogni galleria mi aggrappavo al vetro con le dita

andavamo attraverso scompartimenti devastati

inciampando sopra bagagli ormai dimenticati

alberi gelati dalla neve scivolavano via dal finestrino

poi qualcosa di caldo e tenero mi venne vicino

qualcuno che mi toccava con la mano per capire chi ero (...)

                               ("Uno studente medioborghese")

 Emilio Locurcio, l'autore di tale "operetta iperrealista", un po' si rifà al cantautorato impegnato (Giovanna Marini, Leo Ferrè) ma ancor più sta ad eseguire un'azione teatrale. La rappresentazione scenica è tra i massimi interessi della sua vita. Tant'è vero che, dopo aver lavorato come attore di teatro e cinema, nel 1989 arriverà a fondare a Torino 'Maigret Magritte', scuola di Teatro e "casa" di molti aspiranti mimi e individui dagli interessi affini. 

           Ecco un video di presentazione del disco:


Le canzoni sono suddivise in quattro parti: 

La Veglia, Il Viaggio, La Visione, L'Attesa

anticipate da un "Monologo d'Apertura".


    Full album


Il CD dell'edizione/ristampa M.P. Records è comodamente ordinabile qui.

Dopo la M.P., altre etichette si sono impegnate a ristampare il disco: la giapponese Marquee nello stesso anno 1997 (CD, Papersleeve), Akarma nel 1999 (LP, Gatefold), la BMG, Dischitalia, nel 2003 (CD, Album, Remastered, Limited Edition, Gatefold Papersleeve) e infine la RCA, Sony Music nel 2011 (CD, Album, Remastered, Limited Edition, Gatefold Papersleeve).

  Chi era Eliogabalo

Un ragazzo arabo il cui nome vero risultava essere Marco Aurelio Antonino, noto anche come Heliogabalus. Costui venne proclamato imperatore all'età di 14 anni. Regnò dal 218 al 222 d.C. In questo breve lasso di tempo, l'imberbe regnante si distinse per la sua condotta immorale. Organizzò feste e spettacoli scandalosi e incoraggiò pratiche religiose poco... ortodosse.

Fu uno dei pochi imperatori romani ad aver adottato il culto di una divinità orientale: il dio Sole siriano El-Gabal (che gli diede il nome). Ciò suscitò l'indignazione dei senatori e del popolo, che lo accusarono di eresia.

Frequenti ribellioni e complotti caratterizzarono il suo regno. Venne assassinato da una congiura militare, nel 222 d.C., quando aveva 18 anni. 


La figura di Eliogabalo ha ispirato e ispira scrittori e musicisti di tutto il mondo. Locurcio non fu il primo a dedicarsi a lui, né l'ultimo. Conformemente al personaggio, il disco sembra esaltare l'irrazionalità: l'ordine pubblico viene capovolto, nel cielo appare una primavera feroce e la gente si abbandona a una frenesia dolcissima. A capo dei carabinieri viene posto un ballerino...

In "Eliogabalo Imperatore", traccia 9 dove Lolli e Dalla cantano insieme, il testo fa: 


Dalle viscere della terra si sprigionarono degli strani vapori

e come per incanto comparvero dei comici e degli attori, 

che come grappoli d’uva nera fin troppo fermentata 

zampillavano fuori dai solchi in preda a una gioia scatenata. 

La lotteria degli zingari indicò Eliogabalo come nuovo imperatore.


 Locurcio aveva conosciuto Claudio Lolli, che ammirava, diversi anni prima, organizzandogli un tour in Piemonte. Un'altra sua icona era il drammaturgo Antonin Artaud (Héliogabale ou l'anarchiste couronné, 1934) e, casualmente, proprio nel ’77, uscì il Super Eliogabalo di Alberto Arbasino, il libro più surrealista dello scrittore vogherese. 

A Roma, dove Locurcio era andato in qualità di attore per partecipare a un film con Rosalino alias Ron – Lezioni private, di Vittorio De Sisti -, grazie al suddetto Ron conobbe Lucio Dalla, che aveva appena ottenuto successo (l'ennesimo!) con Com’è profondo il mare

Ai due cantautori piacquero le canzoni che Emilio Locurcio fece loro ascoltare. Noi stessi, vagliando il risultato finale, possiamo definirlo per certi versi un album a metà lolliano, imparentato con gli "Zingari felici" (appunto di Claudio Lolli), e per un po' anche dalliano. Il puntino sulla i viene rappresentato dalla presenza della brava e bella Teresa De Sio.

 Gaio Chiocchio (che nel ’73 aveva fondato con Arturo Stàlteri i Pierrot Lunaire) è tra i musicisti che registrarono il disco, insieme ai Crash, gruppo progressive che accompagnò Rino Gaetano fino alla sua morte.


Purtroppo l'album ebbe un destino sfortunato. 

Ha raccontato lo stesso Locurcio:

Era stato già fatto ascoltare alla stampa [nel 1976, N.d.R.], addirittura Castaldo aveva scritto una bella recensione su Repubblica, una pagina intera divisa tra Eliogabalo e De Gregori, il disco di 'Generale'. Poi ci fu il rapimento Moro e la situazione cambiò. Melis, il patron della RCA [cui la IT era affiliata, N.d.R.], dice: «No, questo disco non esce, è troppo schierato, non possiamo sembrare dei fiancheggiatori delle Brigate Rosse». Allora Micocci disse: «Lo tengo io alla IT, ne stampo un po’ di copie, lo faccio uscire in qualche negozio…». Uscì un anno dopo, in sordina, che nessuno se ne ricordava più.

[...] Ci ero rimasto così male per com’era andata, che smisi con la musica. Avevo cominciato a lavorare con lo Stabile di Roma, poi mi trasferii a Parigi, per fuggire. Vi rimasi due anni...


I tempi cambiarono. L'album di Lolli del 1980, Extranei, segnò questa frattura. Emilio Locurcio rimase amico del cantautore bolognese. Ed era solito parlare bene anche di Giorgio Lo Cascio, altro artista disponibile, generoso. Ma: "Dopo gli anni di piombo, tutto questo è scomparso."





(...) il calice delle ostie stracolmo di cioccolatini e confetti, ma il vino rimase

la gente dichiarò: "Adesso sì che preferiamo le chiese alle nostre case!"

e quando le ballerine presero per sempre il posto dei chierichetti

e sui sacri affreschi del Dugento comparvero dei grandi fumetti

allora la gente, lo giuro, cominciò a divertirsi sul serio (...)


Emilio Locurcio è scomparso nell’aprile del 2021 a causa del Covid. Un’incredibile, tragica vicenda familiare: prima è venuto a mancare un suo fratello. E, nel giro di poche ore dalla morte di Emilio, se n'è andata anche la sua compagna, Luigina Dagostino (attrice e regista teatrale), che, come lui, era stata ricoverata in ospedale tre settimane prima.



Fonti e link per approfondire

         La storia di L'Eliogabalo ben raccontata da 'Rockit'

                                   L'album su Bandcamp

           In .mp3 su Amazon

Procol Harum

 Per i fans del rock sinfonico!


 Procol Harum - l'ultima formazione


È una notizia risalente al 23 marzo, che noi abbiamo pubblicato - probabilmente tra i primi in Italia - sulla nostra pagina di Facebook Prog Bar Italia:   

            Addio a Keith Reid, il poeta dei Procol Harum
Nel febbraio 2022 era già toccato a Gary Brooker, ora se ne è andato anche il paroliere della band: Keith Reid. Fu lui a scrivere ad esempio "A Whiter Shade of Pale", canzone che lanciò i Procol Harum. (Oltre a scrivere quasi tutti gli altri testi del gruppo britannico.)
Parliamo di un'epoca in cui i Moody Blues, i suddetti Procol, i Beatles significavano tanto per un gran numero di persone dal cuore giovane. Un tempo in cui c'erano questi scrigni magici ad attendere la gente "là fuori", gente che amava il "rock sinfonico" e in esso cercava rifugio dopo una dura giornata... questi dischi rock, pop, pop-rock che facevano dimenticare ai giovani inglesi, americani (e non solo) le offese, le delusioni, e faceva loro sognare di un mondo di Peace & Love...
Con l'esclusione dell'album Novum del 2017, tutti i brani originali dei Procol Harum hanno le "lyrics" scritte da Reid.
"A Whiter Shade of Pale" è del 1967: proto-prog o già prog?

               

  R.I.P. Keith Reid (Procol Harum)

L'annuncio di Esoteric Recordings del 30 marzo 2023:

 
We are sad to hear of the death of Procol Harum founding member and lyricist Keith Reid. An unparalleled lyricist Keith wrote the words to virtually all Procol Harum albums and co-wrote the John Farnham hit "You're The Voice". Our thoughts go out to his family and friends.

 



Verso la fine degli Anni '60 furono diverse le band che si cimentarono nell'impresa di coniugare Bach, Vivaldi, Beethoven eccetera agli strumenti elettronici (The Nice, Ekseption, Procol Harum e altre).
Loro vennero chiamati "i profeti del suono orchestrale": i Procol Harum

   
Gary Brooker



     L'incipit della saga procol-harumiana

Nel 1967 Gary Brooker conobbe il poeta e paroliere Keith Reid e gli chiese di scrivere un testo sulla base di una melodia che gli frullava in testa. Da qui nasce la celeberrima "A Whiter Shade of Pale".
Per la canzone Brooker voleva un’introduzione strumentale. Venne così contattato il ventunenne Matthew Fisher, talentuoso tastierista, che compose quello che diverrà uno dei più celebri 'intro' strumentali della storia della musica pop, ottenuto sovrapponendo il basso del secondo movimento dell’'Aria sulla quarta corda' dalla 'Suite per orchestra n. 3' di Johann Sebastian Bach, con una melodia presa da un’altra opera dello stesso compositore tedesco, il 'Corale in mi bemolle maggiore' "Wachet auf, ruft uns die Stimme".

 


    "Repent Walpurgis" ("Fortuna")

"Repent Walpurgis", basato su un Preludio di J.S. Bach, è del 1967, ma lo ascoltiamo qui in un'esecuzione di quattro anni dopo, in long version, dentro un teatro di Parigi... senza pubblico.
In Italia il brano venne pubblicato con il titolo "Fortuna". 
(Notizie su questa particolare gig: a Parigi c'era lo sciopero dei mezzi pubblici, i Procol Harum avrebbero dovuto tenere lo spettacolo in un'altra venue ma per motivi di sicurezza i camion della troupe televisiva non potevano sostare nella zona... Lo show saltò e i musicisti e i cameramen si spostarono in un altro teatro, più piccolo.) 
Gary Brooker al piano, Dave Ball (il sostituto di Robin Trower) alla lead guitar, B.J. Wilson ai drums... Chris Copping all'Hammond A100 (al posto dell'organista originale, Matthew Fisher) e Alan Cartwright al basso.



    "Quite Rightly So" (1968)

Tra i molti artisti rock che usarono l'Hammond: Matthew Fisher (Procol Harum), Keith Emerson, i Led Zeppelin, The Allman Brothers, Ian McLagan (The Faces), Geoff Downes (Buggles, Yes, Asia)... E ancora: Rick Wakeman, Dave "Baby" Cortez, Booker T. Jones, Al Kooper, Brian Auger, Jon Lord dei Deep Purple, Rick Wright dei Pink Floyd, Tony Banks dei Genesis, Billy Preston, Steve Winwood (Traffic), Vincent Crane (Atomic Rooster), Rod Argent...

[Però Jon Lord fu l'unico che collegò l'Hammond agli ampli Marshall, creando quel suono unico e distorto che si riconosce subito...]



A proposito di Hammond! Interessante e tutt'altro che fuori tema questo articolo, sul blog Topolàin: 

   Jimmy Smith: l'Hammond B-3 nel jazz


    Procol Harum e
"la canzone che nessuno capisce"

Matthew Fisher più tardi combatté in tribunale per farsi riconoscere come coautore "A Whiter Shade Of Pale".

E divenne "Mister 40 Percento"!


Per almeno quattro decenni, Gary Brooker (1945-2022) è stato considerato l'unico compositore del più grande successo dei Procol Harum: la canzone del debutto, nel 1967. Poi è iniziata una lunga battaglia legale sulla paternità. Già nel 1973, Matthew Fisher affermò di aver composto parti essenziali di "A Whiter Shade Of Pale".

Fisher fece parte della band dal 1967 al 1969. Ha poi lavorato a lungo come produttore e turnista. Nel 1991, il talentuoso pianista e organista salì di nuovo a bordo in occasione della reunion, per lasciare definitivamente la formazione nel 2004.  

Soltanto nel 2005 si convinse a citare in giudizio sia Brooker sia l'editore Onward Music Ltd., per il pagamento di £ 1.000.000 (in lettere: un milione di sterline). In ultima istanza, la Camera dei Lord gli assegnò il diritto d'autore sull'opera, con una quota del 40% .

 Matthew Fisher


Prima di entrare nei Procol Harum, Fisher era stato stato organista dei Screaming Lord Sutch. Amava trasporre composizioni di Bach. L'organo Hammond che si sente in "A Whiter Shade of Pale" è modellato sull'aria di Bach contenuta nella suite orchestrale n. 3. Altre citazioni "bachiane" includono il preludio in do maggiore nella sezione centrale degli strumentali "Repent Walpurgis" nonché "The Signature", nell'album dei Procol Harum del 2003 The Well's on Fire.


Responsabile dei versi della hit mondiale "A Whiter Shade Of Pale" - come abbiamo visto - è Keith Reid. Solo due delle quattro strofe originali sono state utilizzate per la registrazione in studio. Molte persone intelligenti (e non così intelligenti!) hanno cercato di dare un'interpretazione del testo. Nel 2005 la BBC Radio ha definito "A Whiter Shade Of Pale" "la canzone che nessuno capisce".


"Non volevo essere misterioso", ha spiegato Reid in un'intervista del 2008. E ha contraddetto le opinioni secondo cui la canzone parlerebbe di una relazione uomo-donna, con un litigio che sfocia in un rapporto sessuale. "È la storia di un amore tra una ragazza e un ragazzo, pura e semplice. Inoltre: l'ispirazione mi è venuta dalle letture, non da qualsivoglia droga!"


Le lyrics di "A Whiter Shade Of Pale"

We skipped the light fandango
Turned cartwheels 'cross the floor
I was feeling kinda seasick
But the crowd called out for more
The room was humming harder
As the ceiling flew away
When we called out for another drink
The waiter brought a tray

And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly
Turned a whiter shade of pale

She said, 'there is no reason
And the truth is plain to see.'
But I wandered through my playing cards
And would not let her be
One of sixteen vestal virgins
Who were leaving for the coast
And although my eyes were open
They might have just as we've been closed

She said, I'm home on shore leave,'
Though in truth we were at sea
So I took her by the looking glass
And forced her to agree

Saying, 'you must be the mermaid

Who took Neptune for a ride.'
But she smiled at me so sadly
That my anger straightway died
If music be the food of love
Then laughter is its queen
And likewise if behind is in front
Then dirt in truth is clean
My mouth by then like cardboard
Seemed to slip straight through my head
So we crash-dived straightway quickly
And attacked the ocean bed

     "Quite Rightly So" (1971)

I rapporti tra Gary Brooker - il cantante e pianista - e l'organista, Matthew Fisher, furono travagliati fin dall'inizio.

Già nel 1969 Fisher lasciò una prima volta la band. Nella sua carriera lavorò come produttore per Robin Trower, Bandit, Tir Na Nog e James Dewar e a volte come programmatore di computer. Ha anche dato alle stampe cinque album da solista, di cui il primo porta un titolo significativo: Journey's End, la fine del viaggio. Inteso era il suo viaggio con la band...

I conflitti tra i due musicisti risalgono appunto all'hit "A Whiter Shade of Pale", del quale Fisher si riteneva essere coautore: il mago dell'Hammond si sentiva defraudato degli abbondanti proventi della canzone, proventi che Gary Brooker e il paroliere Keith Reid rivendicarono per sé. Per tal motivo l'organista continuò a tornare ai Procol Harum e... ad abbandonarli, ripetutamente. La sua ultima apparizione con il gruppo risale all'aprile 2004 (in un programma della TV tedesca dedicato ai grandi successi della musica rock).

Come abbiamo su raccontato, nel maggio 2005 Fisher si decide a intentare causa contro Gary Brooker e contro l'editore Onward Music per ricevere la sua quota sulle vendite della celebre song. Nel dicembre 2006 un tribunale di Londra gli riconosce il 40% di paternità di "A Whiter Shade of Pale".

Ottobre 2007: Brooker presenta ricorso contro il verdetto; la sentenza dell'anno prima viene in parte modificata: sì alla paternità parziale di Fisher sulla canzone ma... no a ricevere i diritti da copyright, dal momento che l'organista ha impiegato troppo tempo prima di procedere per vie legali. Nuovo ricorso e, davanti alla più alta corte del Regno Unito, nel luglio 2009 a Matthew Fisher vengono finalmente concessi i diritti, come già definiti nella decisione del tribunale del 21 dicembre 2006.


       A Salty Dog (1969) 

Procol Harum, Nice (trampolino di lancio di Keith Emerson), Zombies, Moody Blues: la riproposizione in chiave moderna di musica classica portò a far nascere il "rock barocco"; e il terzo album dei Procol Harum ne è un tipico (e commercialmente fortunato) esempio. A Salty Dog uscì pochi mesi prima di In The Court Of Crimson King...

Uno degli archetipi di folk rock a contaminazione classica era stata la celeberrima "A Whiter Shade of Pale", musicalmente ispirata all' 'Aria sulla quarta corda' dalla Suite nº 3, BWV 1068 di Johann Sebastian Bach. In questo LP del '69 ci pensa la title track - pur nella sua apparente semplicità - a deliziare "classicamente" con la sua atmosfera carica di lirismo (grazie anche ai testi di Reid), ma il punto massimo è probabilmente "Pilgrim's Progress", più composito, più vario nella struttura. Brani come "The Devil Came From Kansas" e "Boredom", con flauto e vibrafono, anticipano addirittura il suono dei Jethro Tull più "progressive". "Wreck Of The Hesperu"s” è un'altra perla... E c'è spazio anche per un po' di hard rock.

NOTA: I Procol Harum furono tra le band e i cantanti famosi che nel 1969 'non' parteciparono a Woodstock... (Furono presenti però sull'Isola Di White, 1970.)

 
Robin Trower


Broken Barricades - Il tentativo di Robin Trower di aumentare la sua influenza sui Procol Harum

I Procol Harum del 1971 non sono adatti per chi ascolta la cosiddetta musica mainstreamBroken Barricades affascina con toni un po' più duri del solito, ma contiene anche linee malinconiche enfatizzate

Dopo di questo album, il chitarrista abbandonò la band. I punti di vista di Trower e di Brooker erano troppo divergenti.






Come previsto, le tre composizioni di Trower "Memorial Drive", "Song For A Dreamer" e "Poor Mohammed" sono particolarmente chitarristiche. Trower è anche il cantante in "Poor Mohammed". Il brano "Song For A Dreamer" è dedicato a Jimi Hendrix, suo grande idolo.
In Broken Barricades, anche il resto delle canzoni (con musica composta da Gary Brooker) suona insolitamente "forte" per gli standard dei Procol Harum.

In generale, è un album più blues-rock che art-rock.

    "Simple Sister" live  

Esoteric Recordings / Cherry Red Records ha pubblicato una ristampa in 3 CD dello storico lavoro! 8 brani sono quelli dell'LP originale. Ci sono anche diverse versioni "grezze" o "alternative" di un paio di canzoni.

     DISC ONE
BROKEN BARRICADES
THE ORIGINAL ALBUM
RE-MASTERED

1. SIMPLE SISTER
2. BROKEN BARRICADES
3. MEMORIAL DRIVE
4. LUSKUS DELPH
5. POWER FAILURE
6. SONG FOR A DREAMER
7. PLAYMATE OF THE MOUTH
8. POOR MOHAMMED
                                                           BONUS TRACKS
9. SIMPLE SISTER (RAW TRACK) (BONUS)
10. BROKEN BARRICADES (LONG FADE) (RAW TRACK) (BONUS)
11. MEMORIAL DRIVE (ALTERNATE MIX) (BONUS) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
12. MEMORIAL JAM (BONUS) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
13. LUSCIOUS DELPH (“LUSKUS DELPH” EARLY VERSION) (BONUS) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
14. POWER FAILURE (ALTERNATE VERSION) (BONUS) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
15. SONG FOR A DREAMER (KING JIMI) (BACKING TRACK)
16. PLAYMATE OF THE MOUTH (THE BOYARD’S BALL) (RAW TRACK) (BONUS) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
17. POOR MOHAMMED (BACKING TRACK) (BONUS)

     DISC TWO
LIVE – WPLJ FM NEW YORK CITY
12th APRIL 1971:

1. MEMORIAL DRIVE (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
2. STILL THERE’LL BE MORE (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
3. NOTHING THAT I DIDN’T KNOW(LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
4. SIMPLE SISTER (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
5. LUSKUS DELPH (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
6. SHINE ON BRIGHTLY (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
7. WHALING STORIES (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
8. BROKEN BARRICADES (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
9. JUICY JOHN PINK (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
10. A SALTY DOG (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
11. WHISKY TRAIN (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
12. POWER FAILURE (LIVE WPLJ 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)

BBC RADIO ONE “SOUNDS OF THE 70S” –
6th OCTOBER 1971:

13. SIMPLE SISTER (BBC SESSION 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
14. QUITE RIGHTLY SO (BBC SESSION 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
15. BROKEN BARRICADES (BBC SESSION 1971)
16. POWER FAILURE (BBC SESSION 1971)

      DISC THREE
LIVE – SWEDISH RADIO
FOLKETS HUS, STOCKHOLM
16th OCTOBER 1971

1. IN THE WEE SMALL HOURS OF SIXPENCE (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
2. STILL THERE’LL BE MORE (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
3. ALL THIS AND MORE (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
4. QUITE RIGHTLY SO (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
5. POWER FAILURE (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
6. PILGRIMS PROGRESS (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
7. SIMPLE SISTER (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
8. MAGDALENE (MY REGAL ZONOPHONE) (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
9. A SALTY DOG (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
10. REPENT WALPURGIS (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)
11. IN THE AUTUMN OF MY MADNESS LOOK TO YOUR SOUL GRAND FINALE (LIVE – STOCKHOLM 1971) (PREVIOUSLY UNRELEASED)

     Ecco la traccia eponima dell'album


"WITH EXCLUSIVE INTERVIEWS AND FULLY RESTORED ALBUM ARTWORK"

      Procol Harum - 'Live at Rockpalast' (1976)


Gary Brooker (canto, pianoforte), il batterista Bobby Harrison, ora anche il paroliere Keith Reid: pian piano, tutti i membri originali dei Procol Harum se ne stanno andando...
È morto tempo fa un altro batterista della prima ora dei Procol Harum, ossia B.J. Wilson (presente nel filmato soprastante), oltre che (pure loro importanti componenti della band) il bassista Alan Cartwright (nel video è presente anche lui) e il chitarrista Dave Ball.
In Live at Rockpalast la line-up vede:
Gary Brooker (p, voc), Mick Grabham (g), Alan Cartrwright (b), Chris Copping (b, Hammond) e B.J. Wilson (d).


     Procol Harum - "Something Magic"
È la canzone che dà il titolo all'album omonimo, uscito nel marzo 1977. 
Trent'anni dopo la sua pubblicazione, la Esoteric Records ha riproposto questo disco dei Procol Harum: su due CD rimasterizzati, dei quali uno contenente l'album classico con l'aggiunta di tre bonus tracks e il secondo contenente una 'BBC Radio One session' (concerto al londinese Golders Green Hippodrome del 12 marzo 1977). 

    Ecco la versione rimasterizzata di "Something Magic"



Musica classica mescolata con chitarra a volte blues, a volte hard rock, a volte folk: Procol Harum

     Procol Harum 1972-1977

Quando Robin Trower lasciò la band per intraprendere una carriera solista trasferendosi negli Stati Uniti, fu sostituito dal musicista beat di Birmingham David Ball. E il bassista Alan Cartwright diede il cambio a Chris Copping... dal momento che Copping ora suonava anche l'organo.

Ball è presente nell'unico album live ufficiale della band, Procol Harum Live - In Concert with the Edmonton Symphony Orchestra. Lasciò il gruppo nel 1973, mentre registrava l'album Grand Hotel
per andare ad esibirsi con Long John Baldry. Il suo posto è stato preso da Mick Grabham, che ha completato, arrotondandolo, il suono blues-rock di Robin Trower e anche quello di David Ball, introducendo sfumature country e folk.



 Mick Grabham

Grabham rimase fino al 1977. Suona in quattro album dei Procol Harum: Grand Hotel, Exotic Birds and Fruit, Procol's Ninth e Something Magic



Robin Trower (i cui primi tre album sono stati prodotti da Matthew Fisher) ha lavorato con una varietà di musicisti, tra cui Jack Bruce. Negli Stati Uniti ha avuto molto successo con la sua propria band. Trower ha preso parte alla riunione del 1991 dei Procol Harum e ha pure suonato nell'album The Prodigal Stranger, dedicato alla memoria del batterista B.J. Wilson. Poi è tornato a concentrarsi sulla sua carriera solista.

David Bell è purtroppo spirato il 1 aprile 2015. 


    Exotic Birds and Fruit, 1974. Il chitarrista Grobham chiede, proprio all'inizio: "È acceso, Tommy?" "Is it on, Tommy?"


Something Magic, 1977: Un altro album degli Harum (il decimo) con molte belle canzoni, arrangiate prestando grande attenzione ai dettagli. Dopo quel disco e dopo dieci anni di successi insieme, il gruppo si sciolse... per quasi diciassette anni! L'LP Something Magic non fece registrare vendite sufficienti, anche dato il quasi caotico, quantitativamente ricco business discografico di fine Anni '70 con l'ascesa di altri generi. Questo è un disco ingiustamente sottovalutato. La title track è un validissimo apripista. La canzone n. 3, "The Mark of the Claw", è straordinaria. Noi consigliamo comunque di ascoltare, quale assaggio, un altro titolo: la suite "The Worm and The Tree" (tracce 5, 6 e 7).




    Procol Harum - 'Novum'

Nel 2017 è uscito l'ultimo album dei Procol Harum: Novum. Il loro primo disco in studio dopo 14 anni. Giusto in tempo per il 50° anniversario della band.




Le ultime registrazioni prima di Novum erano state quelle per The Well's On Fire (2003). Dopo Novum, è iniziato il carosello degli addii. Due membri originali abbandonavano questa vita, lasciando soli l'organista Matthew Fisher e il paroliere Keith Reid...




I testi di questo album sono per lo più di Pete Brown (che precedentemente aveva "poetato" canzoni famose, ad esempio per i Cream - "White Room"). La voce di Gary Brooker risulta essere fantastica come sempre. Una piccola detrazione di punti soltanto perché l'organo è usato un po' troppo al risparmio... Il design artistico è al consueto livello eccellente delle altre copertine dei Procol Harum.

Dopo l'uscita di Novum, il cantante e pianista leader della band ha spiegato: "Dopo il 2003 c'è stato un lungo vacuo a causa delle udienze in tribunale". Si riferisce ovviamente all'annosa diatriba con Fisher.
"È stata una faccenda noiosa che ha portato via anche l'ispirazione..."



A quel punto il progetto Procol Harum era in circolazione da mezzo secolo (da cinquantuno anni, per l'esattezza, al momento dell'uscita di Novum) e ovviamente si presentava sul disco con una nuova formazione. Insieme a Brooker: il chitarrista Geoff Whitehorn, il tastierista Josh Phillips, il batterista dei Van Morrison e della Manfred Mann's Earth Band Geoff Dunn e - last but not least - il bassista Matt Pegg (figlio del bassista dei Fairport Convention e dei Jethro Tull Dave Pegg). Ma in questa line-up davano concerti già da circa undici anni.
"Novum deriva dal latino, così come 'Procol Harum'", ha osservato Brooker. "Speriamo che il suono sia ancora quello tipico dei Procol Harum! Noi, ad ogni modo, guardiamo al futuro!"

Dal punto di vista dei testi e della musica, Well's On Fire era stato convincente... E Novum non deluse i fans! Ma, come accennato, non ci sarebbe stato un futuro - almeno discograficamente - : quell'album fu il canto del cigno per la band.

 Gary Brooker dopo un incidente sul lavoro. Nonostante fosse caduto dal palco nel corso di un concerto a Capetown (Sudafrica), volle continuare a suonare. A seguito di ciò, il pubblico gli tributò una standing ovationLeggi anche qui


                                  Procol Harum triumph with a heroic Gary Brooker



    Magia musicale oltre ogni norma: Procol Harum


    "Sunday Morning"


Remembering Keith Reid, Gary Brooker e gli altri membri dei Procol Harum scomparsi:
Procol Harum - "A Whiter Shade of Pale"
    (live 1968)
                  Procol Harum at Gala du Midem. 27 January 1968
                                 Palais des Festivals, Cannes, France
    LIVE on ORTF, France and transmitted by Eurovision to some 
countries




Procol Harum - Top 10 Re-Issues




Still There'll Be More: An Anthology 1967-2017  (Esoteris Records; ordinabile anche su Amazon.it)


                   Limited eight disc (five CDs + three NTSC/Region 0 DVD) set.
Disc 4 features the band's legendary concert at the Hollywood Bowl on 21 September 1973 (with the Los Angeles Philharmonic Orchestra and the Roger Wagner Chorale), whilst disc 5 features a previously unreleased concert at the Bournemouth Winter Gardens on 17 March 1976. The DVD content features over 3,5 hours of footage, mostly previously unreleased. Disc 6 begins with a performance of  "A Whiter Shade of Pale" on the BBC TV show Top of the Pops from December 1967 before moving to the archives of the German Beat Club series. All of the band's surviving performances for the show are here, including the entire un-broadcast raw video footage of the band's Beat Club Workshop studio concert from 1971, shorn of the visual gimmickry of the actual broadcast, revealing the pure performance on DVD for the first time. Disc 7 features the entire sixty-five minute recording session of a performance for the German Musikladen series in October 1973, most of which was never shown on television. Disc 8 features more BBC TV performances, including a rendition of 'Pandora's Box' from Top of the Pops in September 1975 and the band's set for the Sight and Sound In Concert series in March 1977. This re-mastered set also features a 68 page hard backed book with an essay by Patrick Humphries and a lengthy in depth commentary on the performances featured by respected Procol Harum authority Roland Clare. The book also includes many previously unseen photographs and memorabilia from Gary Brooker's private collection. Still There'll Be More also includes a 60cm x 40 cm reproduction poster from a Procol Harum concert in 1976.


Gli inglesi non hanno dubbi: i Procol Harum sono una delle band che hanno dato il via al prog rock (progressive rock, rock progressivo). Con questo hardcover set (Label: Esoteric Recordings) ci vengono servite le canzoni essenziali su tre CD, a partire dal grande successo "A Whiter Shade Of Pale". Altri due CD sono dedicati alle esibizioni dal vivo della band; e nel set sono inoltre inclusi 3 DVD.

Un regalo musicale di alto livello!



          RIESUMIAMO

Il gruppo venne formato nel 1967 dal cantante-pianista Gary Brooker e dal cantautore Keith Reid. Con sé presero il batterista B.J. Wilson, che preferì i Procol Harum ai Led Zeppelin. "A Whiter Shade of Pale" vendette 2,5 milioni di copie poco dopo la sua uscita; da allora, della canzone si sono vendute almeno altre 6 milioni di copie in tutto il mondo. Il successo colse Brooker e Reid impreparati; successo dovuto in gran parte alle "trovate" organistiche di Matthew Fisher, che all'Hammond riprende motivi di Bach. Per molto tempo, gli unici autori del brano sono stati considerati Gary Brooker (musica) e Keith Reid (testo). Finché, alla fine del 2006, un tribunale britannico non attribuì parte del copyright a Matthew Fisher.



Seguirono altri successi come "Homburg" e "A Salty Dog". Sempre negli Anni '70, i Procol Harum raccolsero molti consensi con l'album Grand Hotel (anche se non fu un successo paragonabile a quello degli inizi). 

Formazione in Grand Hotel

Chris Copping - organo
Alan Cartwright - basso
B.J. Wilson - batteria
Mick Grabham - chitarra
Gary Brooker - pianoforte e voce
Keith Reid - testi

Altri musicisti

Christianne Legrand - voce in "Fires (Which Burnt Brightly)"
The Pahene Recorder Ensemble in "Bringing Home the Bacon"

 

    Ancora una volta: "A Whiter Shade of Pale"



Live with the Edmonton Symphony Orchestra è un album in cui risalta l'essenza double face della band. La discografia dei Procol Harum è infatti caratterizzata da composizioni fantasiose, spesso basate su musica classica, ma accanto ad esse ci sono canzoni profondamente radicate nel blues.

La reunion del 1991 vide Mark Brzezicki alla batteria al posto del deceduto B.J. Wilson. Era il grande successo che riscontravano nelle loro tournée a convincerli a tornare ancora e sempre in studio... 





Gary Brooker, Londra, 1945-2022 


"Una tonalità più bianca del pallido"

Abbiamo saltato il fandango leggero
Ruote di carro girate attraversano il pavimento
Avevo un po' di mal di mare
La folla ha chiesto di più
 

La stanza ronzava più forte
Mentre il soffitto volava via
Quando abbiamo chiamato per un altro drink
Il cameriere portò un vassoio
 

E così è stato dopo
Come il mugnaio ha raccontato la sua storia
Quella sua faccia, all'inizio solo spettrale
Trasformato in una tonalità più bianca di pallido
 

Ha detto "non c'è motivo"
E la verità è evidente
Ma ho vagato tra le mie carte da gioco
Non la lascerei stare
Una delle sedici vergini vestali
Che partivano per la costa
E anche se i miei occhi erano aperti
Avrebbero potuto anche essere chiusi
 

E così è stato dopo
Come il mugnaio ha raccontato la sua storia
Quella sua faccia, all'inizio solo spettrale
Trasformato in una tonalità più bianca di pallido
 

E così è stato dopo




        Procol Harum with the Edmonton Symphony Orchestra (1992)