12/31/20

bUon anNno nuovO!

 A * u * g * u * r * i



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Immagine tazza: cortesia di Laurie Williams Music Gift Shop


12/21/20

Oggi Frank Zappa avrebbe compiuto 80 anni

 Zappa appartiene al Parnaso. Al Pantheon dei migliori musicisti di sempre.



Come chitarrista sicuramente tra i più bravi in assoluto, vanta una discografia sconfinata (60 e più album) che comprende i più disparati generi musicali (dal rock al vaudeville, dal jazz alla fusion). E non scordiamoci che le basi di Frank erano "classiche", con conoscenza anche della musica lirica e una predilizione per la dodecafonia...

Figlio di un italiano, Frank Zappa si dimostrò fin da tenera età ribelle e provocatore, sviluppando un disgusto verso la gastronomia italiana (come se volesse in quel modo antagonizzare o ripudiare suo padre) e più tardi verso il cattolicesimo, come denotano i testi delle sue canzoni.




La sua verve ironica e dissacrante non era - né ancora è - roba per tutti. Purtuttavia, fin dagli esordi fu un "faro" per tanti musicisti. Basti pensare che Freak Out! (tra i primissimi doppi album della storia) fu di fondamentale influenza nel concepimento e nella stesura di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, dei Beatles.



Nato nel 1940 a Baltimora, nel Maryland, nelle sue vene scorreva sangue non solo italiano ma anche francese, arabo e greco.

La sua famiglia si trasferì in California e lui a dodici anni iniziò a interessarsi alle percussioni. Nel 1956 suonava già la batteria in un gruppo chiamato Ramblers. Ma, per via dei suoi ampi interessi, gli stavano stretti il rock’n’roll e il rhythm&blues (anche se furono Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Johnny “Guitar” Watson e Clarence “Gatemouth” Brown ad accendergli la passione per la chitarra elettrica). 




Dopo un oscuro apprendistato come autore di canzoni e arrangiatore e qualche 45 giri a proprio nome che ebbe scarsa risonanza, nel 1964 fondò le Mothers Of Invention. Come rivela il nome della band, l'idea di fondo era quella di "aguzzare l'ingegno", di proporre qualcosa di nuovo. Ray Collins, Jim Black, Roy Estrada ed Elliot Ingber erano gli altri membri. Il loro primo disco (il già citato Freak Out!, del '66) sconvolse molti ascoltatori per l'avventato mix di doo wop e sperimentazione, rock psichedelico e teatro di varietà.





Anche i successivi dischi per la Verve sono sulla medesima falsariga: Absolutelly Free (contenente la celebre “The duke of prunes”), We're Only In It For The Money (che prende in giro la controcultura e il Sgt. Pepper beatlesiano) e Lumpy Gravy (con la partecipazione di una grande orchestra). Frank Zappa intanto è un nome noto e, pronunciandolo, si pensa subito a un talento incontenibile, enciclopedico, iconoclasta. Nonché scomodo: è uso criticare i moralisti, i fanatici religiosi e l'“American Way of Life”.





Fondò una propria etichetta insieme al manager Herb Cohen e le diede il nome "Bizarre". La libertà acquisita non poteva che essere benefica: arrivarono i capolavori di jazz-rock e fusion Uncle Meat e Hot Rats. Quest'ultimo, primo disco senza le Mothers Of Invention e dove spicca il violino di Jean-Luc Ponty, conta cinque "instrumental" e vi si segnala l'apparizione di un altro singolare ed eccentrico personaggio della musica americana: Captain Beefheart.




Di lì in poi, non ci furono più freni per la creatività di Zappa. A volte Frank si lasciò pure sviare, intraprendendo la via delle canzoni easy... 
Ringo Starr fece una comparsa nel film 200 Motels (interpretando lo stesso Zappa)... La colonna sonora del film (pubblicata su doppio album) include, insieme al solito miscuglio di generi, alcune composizioni orchestrali di Frank Zappa - ispirate da Stravinskij, Edgard Varèse e Anton Webern.






 
Dopo avere collaborato con John Lennon e Yoko Ono (nel concerto del giugno 1972 al Fillmore East documentato nell’album Sometime in New York City), Zappa tornò al jazz-rock con Waja/Jawaka e The Grand Wazoo (con il tastierista George Duke e il batterista Aynsley Dunbar a rinforzare la line-up). Poi, siglato un accordo con la Warner Bros, incassò con Apostrophe (), nel 1974, l’unico disco d’oro della sua carriera. Il single trainante della raccolta entrò nella Top Ten: “Don’t eat the yellow snow”. 
Vi furono beghe legali con la Warner, ma ciò non riuscì a frenare la forza e l'energia dell'estroso musicista, che continuò a fare la spola tra ironia irriverente, critica sociale (neppure tanto velata) e musica orchestrale di sponda dodecafonica. Collaborò con il direttore d'orchestra Kent Nagano e poi con Pierre Boulez, chiamato a dirigere "The Perfect Stranger" e altri due brani dell'album omonimo. Questo The Perfect Stranger è un'altra curiosità musicale, dove Zappa non suona la chitarra ma siede al synclavier - sintetizzatore digitale collegato a un campionatore musicale -, strumento che suonerà anche in seguito. 







Ultimo evento orgasmatico nel 1993 con The Yellow Shark, disco dal vivo inciso in Germania con l’aiuto di una formazione tedesca di musica classica e di avanguardia contemporanea, l’Ensemble Modern. L'Ensemble Modern aveva già suonato in maniera straordinaria diversi brani di Zappa e fu ciò a convincere l'artista americano ad accettare il progetto.
In quel torno di tempo Zappa soffriva già di un tumore alla prostata che lo costringeva a sedute di chemioterapia, tanto che, durante le plauditissime presentazioni dal vivo di Yellow Shark in terra germanica - tutte seguite da standing ovations -, poté dirigere l'orchestra soltanto poche volte. Morì il 4 dicembre 1993, mentre ancora lavorava: era impegnato nel recupero dei nastri delle sessions di Lumpy Gravy. Tale lavoro, uscito postumo, avrebbe portato il nome Civilization Phaze III


12/14/20

Una nuova entry tra le webradio "prog"!

La nostra lista di radio dedicate al prog-rock si aggiorna con Realerock, emittente brasiliana. Una dicitura assai significante da qualche parte nella website dice:

 "A rádio mais progressiva da web." 

Certo è che i responsabili di questa emittente sono affidabilissimi e la musica da loro scelta (neo-progressive ma anche qualche "classico") è davvero ottima!






Il resto delle radio web e dei programmi online di progressive rock da noi consigliati lo trovate in questo post. (Clicca!


Per comodità, riportiamo l'elenco anche qui sotto:



- Italiano -  


Max M., noto anche come "Max Prog Polis", dirige anche il "giovedì italiano" presso l'emittente brasiliana ProgSky.

L'homepage di Prog Rock Polis - la Città del Rock Progressivo è questa: https://www.rockpolis.net/ e c'è anche una pagina su Facebook.

*** 

'Prog & Dintorni' è la trasmissione del venerdì sera (dalle 21 alle 23) diretta da Gianmaria Zanier e che va in onda su radiovertigo1.com
Pagina Facebook ("Prog 2.0 (e dintorni)"): https://www.facebook.com/groups/prog2.0/

***

Menzione particolare per 'Mach 3 - il progressive rock che non ti aspetti' che va in onda ogni domenica dalle 20 alle 22 su Radio City Trieste (www.radiocitytrieste.it). Mach 3 si distingue dagli altri programmi perché manda in onda, in gran parte, perle sconosciute (ed anche "esotiche"!) del rock progressivo di tutti i decenni. 



Intanto che ci sei, vieni a prenderti un caffè sul nostro sito FB Prog Bar Italia!






- Inglese -

Progrock.com trasmette 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. 

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Ugualmente affidabile la vetusta, "storica" Morow.

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... e poi c'è Progzillahttp://www.progzilla.com/listen/

Solo per citare i nostri preferiti.


- Germania - 

Prog Alley ("Ancient, Modern & Future Progressive Rock Music."). Per ascoltarla, clicca  qui 
oppure qui







12/06/20

Qirsh - 'Sola andata'

Le cronache dicono: questo è il loro secondo album. Ma no. Sola andata è in realtà il primo album dei Qirsh, dovendo escludersi il loro iniziale, giovanile tentativo (Una Città per Noi), anche per mancanza di... prove! (È praticamente irreperibile.) 

 L'album primevo...

... e quello del 2013 



Gruppo savonese che da sempre ha amato esibirsi dal vivo (e immagino come debbano sentirsi a disagio adesso che non si può più far nulla, praticamente, se non stando da soli al chiuso), i Qirsh non si sono mai limitati a un genere particolare mentre erano sul palco; a parte attenersi al "programma" di voler suonare buona musica. Risultato: che lo abbia voluto o meno, il sestetto (oggi sono in sette) ha finito per creare uno stile proprio, un elettroromanticismo tra classico artrock e alternative odierno.

A fine 2013 dunque esce Sola andata, composizioni nate nei quattro-cinque anni precedenti, ed è un gran bell'album anche otticamente, a coronamento di un'esistenza, come ensemble, ormai alquanto lunga. (Since 1993 or 1994.) Il CD è in confezione di lusso, con un libretto pieno di belle grafiche, foto, e completo dei testi.


Compralo su GT Music



Piacevolissimo e chiaro per lunghi tratti, Sola andata presenta liriche che esprimono quel nomadismo moderno cui ormai sono protagonisti tanti di noi. 

Specializzati nelle armonie vocali, il cantato dei Qirsh entra nel cuore quando loro creano cori solari. Ma già riverberano in quest'album anticipazioni della cupezza del recente Aspera Tempora.


"Rianimazione" è il loro brano che li sintetizza tutti. Nel senso che c'è l'anima stessa della loro musica. Molto bello quello appena successivo: "Malaria", dove viene utilizzato il vocoder. In altre tracce, il genere canzone sa mischiarsi bene con il progressive. Poi ci sono brani più bastardi - anche nel senso di "cattivi", sì - ma negli intermezzi, nelle code e nelle reprise, si sente la natura idealista e sentimentale di questa band.

 Old days!




"Non siamo certo animali da palcoscenico, ci piace suonare senza mai prenderci troppo sul serio.  Ma ci piace molto interagire con il pubblico, infatti tante volte durante le nostre serate abbiamo invitato le persone a salire sul palco e suonare con noi. Molto spesso loro suonavano meglio di noi!"


(Da un'intervista del 2013.)




 Studio Album, released in 2013


Songs / Tracks Listing

1. Artico (8:22)

2. Mercato Ghardaia (5:35)

3. Mayflower (3:14)

4. Figli Del Piccolo Padre (8:29)

5. 5A, Finestrino (3:47)

6. Rianimazione (5:53)

7. Malaria (3:46)

8. Vento Delle Isole (4:06)

9. La Nebbia (5:02)

10. La Nebbia (reprise) (2:15)


Line-up / Musicians

- Leonardo Digilio / keyboards, piano

- Pasquale Aricò / keyboards and vocals

- Michele Torello / electric guitar, acoustic guitar

- Daniele Olia / electric guitar, 12-string guitar, lute, keyboards and vocals

- Marco Fazio / drums, percussion

- Andrea Torello / acoustic bass, electric bass and vocals


Lizard RecordsRelease date: December 20, 2013



Sola andata è disponibile presso questi NEGOZI

BTF  e

Lo trovate inoltre su Spotify, Youtube, etc.


 Il libro sui Qirsh!


>> Vent’anni fa. Sei ragazzini con tanta voglia di suonare. Vent’anni fa nessuno dei Qirsh aveva ancora conosciuto la ragazza che avrebbe sposato, ma i Qirsh c’erano già. Vent’anni fa nessuno dei Qirsh aveva idea di cosa avrebbe fatto da grande, ma, prima del diploma, prima della laurea, prima del posto fisso, i Qirsh c’erano già. Già, i Qirsh, un brutto nome che ha fatto una storia, piccola, certo, ma storia. È una storia di sei amici, di sei persone che si sono trovate e non si sono lasciate più, oltre gli impegni scolastici, il lavoro, la famiglia. Qualcuno è emigrato, ma il mondo non è mai troppo grande per i Qirsh. Alla fine, loro dicono che ritrovarsi insieme è ogni volta nuovo e sempre uguale; suonare, incidere album, fare concerti non è più il fine che li univa, ma è diventato, con gli anni, il mezzo per stare insieme. Allora, come hanno detto molti presentatori alzando il braccio destro verso le quinte, “ecco a voi i Quirsh, Quirich, Quierech, Quiersh, Kirsh, insomma, quelli che volevano essere i Pink Floyd!”.<<

Così inizia Volevamo essere i Pink Floyd, il libro di Gerolamo Pedemonte su questi musicisti. Sottotitolo: "La storia dei primi vent'anni di un gruppo musicale famosissimo." 
Opera umoristica, soprattutto quando narra dei primordi della band. Se trovate l'autore, costringetelo a vendervi o regalarvi una copia. È davvero un monumento ai Qirsh... e a tutti quei ragazzi che si divertono a far musica, finché la musica non si trasforma nel senso vero della vita.


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