4/15/24

L'ultima fatica di Francesco Chiummento

In Italia non mancano i talenti e neppure la genialità. Anzi!

Signori e signore, ecco a voi il cantautore e performer Francesco Chiummento

Chiummento (voce e flauto) ha appena pubblicato il suo nuovo album, The Dreamer. Lo abbiamo ascoltato più di una volta: secondo noi, è probabilmente il suo miglior lavoro finora.




In copertina, il profilo di un uomo vissuto. Chiummento, lavoratore di lungo corso, ha sempre trovato nella musica il suo mezzo di espressione oltre al modo d'essere proprio. Usa la voce spesso come uno strumento e i suoi testi sono sempre interessanti perché scavano nel sociale, anche se non vi si rinuncia alla dolcezza, alle suggestioni di pace e amore. Per il suo gesto canoro, possiamo definire Chiummento un "cantautore punk".
"Punk e Prog"? Certo! 
I due termini non sono necessariamente in contraddizione. E non vogliamo scomodare Peter Hammill dei Van Der Graaf Generator per spiegare il "link" tra i due generi.


Ascolta qui una delle tracce, la seconda, dal titolo "Primavera"

Siamo prigionieri di un destino 
che fatica ultimamente alzarsi al mattino 
a volte capisco chi si inebria nel vino 
sentivo un meteorologo che parlava di siccità, 
qualcuno ipotizzava una danza della pioggia 
altri di tornare a pregare 
ai giovani proporrei di provare a sognare 
di voler lottare per un pianeta diverso. 
Un amico mi raccontava dei suoi viaggi al mare 
era un dolce ascoltare
è difficile vivere nell'emergenza...



Francesco Chiummento. Brevi cenni biografici. 

 



         I soldi sono pochi e l'arte è tanta...


Francesco Chiummento (classe 1954) è un operaio - o, meglio, ex operaio - con la passione per la musica. Ha lavorato per oltre 40 anni in fabbrica come elettromeccanico; l’ultima sua esperienza è stata la Thyssen Krupp di Torino, dove nel 2007 morirono sette operai.

Il suo grande amore per l'universo dei suoni e il suo incontenibile impulso creativo lo ha portato a suonare in diverse band torinesi fin dal 1975, nonché a incidere alcuni dischi autoprodotti. Nel 2001 ha vinto il premio della critica al “Premio Ciampi” di Livorno. Alcuni suoi dischi solisti: Segnali di paceDelirioIl ViaggioResilience/The Story of Daniel.


 

Le registrazioni di The Dreamer sono state effettuate da marzo 2022 a gennaio 2024. 12 i brani. 

1. "Andare Verso" 04:24
2. "Primavera" 05:23
3. "Confusione" 05:08
4. "The Dreamer" 05:24
5. "Sogno Irreale" 06:10
6. "Ripartenza" 05:21
7. "Na Dira Da'" 04:19
8. "Epitaph" 05:02
9. "Sono normale" 06:21
10. "Saies" 06:27

     Bonus tracks:

11. "Fantasmi" 05:12
12. "Momenti" 06:36


Non c'e Mirko Jymi in questo disco (contrariamente a quello precedente, il doppio Resilience / The Story of Daniel), ma la qualità è alta. 

Un disco eccezionale, coraggioso come al solito, alternativo al punto giusto, un disco che "rocka" ma che si deve distribuire anche al gregge come fosse un'ostia! Quindi, spargete la voce affinché questo CD validissimo non cada nel dimenticatoio.
Possiamo ribadire che si tratta della migliore produzione, fino ad oggi, di Chiummento? Sì, ribadiamolo.
Complimenti non solo a Francesco Chiummento ma anche ad Alex Catania, che oltre ad aver suonato nel disco ha pure curato gli arrangiamenti. 
Nella storia della musica, tutti i grandi artisti si sono saputi cercare i giusti collaboratori. E una cifra ormai costante nella musica di Francesco Chiummento è, appunto, Alex Catania.
Docente e polistrumentista, Catania suona tastiere, drums, chitarre. E mixa.




In due brani c'è anche la mano di un altro musicista della scena torinese: Paolo Ricca, storico collaboratore di Francesco Chiummento.

               Line up:

Francesco Chiummento: voce, flauto, testi e musica. 

Alex Catania: tastiere, chitarra, basso, batteria e computer programming tracce 1-10

Paolo Ricca: tastiere e computer programming tracce 11 e 12

 Catania e Ricca sono anche i tecnici del suono.
Illustrazione di copertina: Cosimo Malorgio. Illustrazioni a fumetto: Gabriele Pellistri.
Grafica: Gaia Chiummento. Stampa: CDClick. 
 

 


E l'angelo sterminatore sul suo cavallo alato spiccò il volo. 
Dall'Ade tenea sul lato destro del suo corpo una spada acuminata. 
Io porto morte laddove è svanito l'amore 
là dove vige solo il linguaggio delle armi 
madre natura mi ha chiesto di fare pulizia 
non c'è altra via. 
Là sulla striscia della morte una bimba urlava disperata 
dov'è il mio cane 
voglio dargli un pezzo di pane. 
Queste bombe erano solo tombe solo tombe solo tombe...

***

     Link

      

                       ... e su Bandcamp

Richiedete la sua musica direttamente a lui! francesco.chiummento@gmail.com



Due passioni di Chiummento sono la montagna e la bici




               Altri Link

 

4/05/24

Evento sabato 13 aprile: Massimo Pieretti e la sua band

 Vale soprattutto per chi è della caput mundi!





Sabato 13 aprile a Roma,
nello storico e suggestivo Teatro Arciliuto:

Massimo Pieretti, in compagnia di una band d'eccezione, performerà l'intero suo primo album, A New Beginning, più alcuni brani dal secondo full-lenght di prossima uscita!

Informazioni (anche per prenotare) qui:


#massimopieretti #soulprog #prog #songs #progsoul

3/22/24

La saga degli U.K.

Primavera 1978. Usciva U.K., del gruppo (o meglio, supergruppo) omonimo consistente in Eddie Jobson (violino elettrico, sintetizzatore Yamaha CS 80, piano), John Wetton (basso, voce solista), Allan Holdsworth (chitarre) e Bill Bruford (batteria e percussioni). A U.K. seguirà un solo album, dapprima: Danger Money.

Più tardi (a iniziare dal 1995) ci furono vari tentativi di reunion, reunion effettive (con due nuovi album dal vivo) e la creazione di qualche progetto... collaterale (come UKZ e Ultimate Zero, di Eddie Jobson).



Link Articolo in inglese: la storia del debutto degli U.K.

(Con ampi, interessanti stralci sul ruolo decisivo che ebbe Allan Holdsworth nella riuscita dell'album.)


U.K. 

Fondati nel 1977 da John Wetton, Bill Bruford (entrambi ex King Crimson), Eddie Jobson e Allan Holdsworth





L'altro capolavoro in studio della band è Danger Money, uscito il 31 marzo 1979.

Holdsworth e Bruford avevano lasciato il gruppo e ora gli U.K. erano un trio...

  - Eddie Jobson: tastiere, violino elettrico 

  - John Wetton: basso, voce

  - Terry Bozzio: batteria, percussioni 


U.K. live in Tokyo 2013:

"Alaska" / "Time to Kill"

Eddie Jobson tastiere e violino, John Wetton basso e voce solista, Marco Minnemann alla batteria e Alex Machacek alla chitarra.

(Doppio CD Curtain Call uscito in Giappone nel 2015 e poi, nel 2023, rimasterizzato in U.S.A. nell'edizione Global Media Arts, anche su DVD.)





Eddie Jobson
 

Nato in Inghilterra nel 1955. Curved Air e Roxy Music i suoi gruppi prima degli U.K., poi l'entrata nei Jethro Tull... e nel 1976-77 fece parte della band di Frank Zappa. Oltre alla sua abilità da tastierista, Jobson si è creato una fama come violinista (elettrico). Nel 2017 ha ottenuto il premio alla carriera ai Progressive Music Awards e nel 2019 è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame quale storico membro dei Roxy Music. 



Allan Holdsworth

Chitarrista eccezionale, fu uno dei primi a usare il SynthAxe e se la cavava anche con il violino. Nato in Inghilterra nel 1946, Holdsworth morì in California, 70enne, nel 2017. A parte i suoi oltre venti album tra studio e live, questo veterano del prog e della jazz fusion ha fatto parte di formazioni come Soft Machine, Pierre Moerlen's Gong, Bruford, Planet X... e ovviamente gli U.K. E ha suonato nel gruppo di Jean-Luc Ponty e in album di Gordon Beck, Derek Sherinian e diversi altri. 



John Wetton
 

Questo bassista (ma sapeva suonare anche la chitarra e le tastiere) visse solo 67 anni. Era di casa nel progressive rock così come nel rock più accessibile (AOR, classic rock, pop rock, hard rock) e nella jazz fusion. Soprattutto, suonava il basso e cantava. Lavorò come session man, compositore (e a volte produttore) per diversi artisti. E lo si ricorda in qualità di membro delle seguenti band: Mogul Thrash, Family, King Crimson, Roxy Music, Uriah Heep, U.K. (come sappiamo), Wishbone Ash, Steve Hackett Band, Asia, Renaissance, Qango!



Bill Bruford

Il collegamento degli U.K. con i King Crimson passa anche per questo straordinario batterista (anche lui inglese, classe 1949) che ha suonato nei gruppi Mabel Greer's Toyshop, Yes, King Crimson, Gong, National Health, Genesis, U.K. (eccoli!), Bruford, Brand X, Earthworks, Anderson Bruford Wakeman Howe, Bruford Levin Upper Extremities. Oltre alle svariate collaborazioni.
È considerato, a ragione, tra i migliori batteristi del mondo.



Terry Bozzio

Terry Bozzio, americano nato nel 1950 (in California), è un batterista attivissimo. Oltre ai vari album solisti, vanta una gloriosa e lunga militanza con Frank Zappa e con Missing Persons, oltre a più di cento collaborazioni.


  Gli U.K. live nel 1979 in Giappone

1/20/24

La Maschera Di Cera

 Similmente a Il Segno Del Comando (1, 2), anche La Maschera Di Cera prende il nome da motivi e storie horror. Genovesi e guidati da Fabio Zuffanti (Finisterre, tra le altre formazioni), sono responsabili di un bel progressive rock sinfonico (symphonic prog) tipo Museo Rosenbach e Balletto di Bronzo, includendo tutti gli ingredienti del caso: oltre alle tastiere, ci sono bassi distorti, passaggi di chitarra acustica, un flauto ispirato (e altri fiati) con, alla voce, un personaggio eccezionale: Alessandro Corvaglia.



Il debutto La Maschera Di Cera del 2002 è un "classico Anni 70" proiettato, come grazie a una macchina del tempo, ai nostri giorni, destinato a finire nella camerette di ragazzi totalmente alieni al prog rock... Oltre che dentro gli impianti di ascolto dei vecchi nostalgici, ovviamente. 

Grande album!

A Genova i bassisti dettano legge, evidentemente. Mentre Diego Banchero è il "capitano" de Il Segno Del Comando, qua vediamo Fabio Zuffanti sulla tolda del vascello.

Line up del primo album:

- Alessandro Corvaglia:/ lead & backing vocals

- Agostino Macor: Mellotron, piano, prepared piano, organ, Moog, harpsichord, VCS 3 synth

- Andrea Monetti: flute

- Fabio Zuffanti: bass, acoustic guitar, vocals (6,7)

- Marco Cavani: drums, timpani, percussion


Con

- Nadia Girardi: vocals (3)

 



Il Grande Labirinto dell'anno successivo vede la stessa formazione-base, con la partecipazione stavolta di Nick Le Rose alla lead guitar. Antonella Trovato suona l'oboe ed è responsabile degli arrangiamenti.

Di nuovo, produzione eccellente per un suono spesso dark che si sposa alle composizioni intense.

  "Live in Belgium"



Passano tre anni ed esce LuxAde, stavolta con Maurizio Di Tollo alla batteria e percussioni, al posto di Cavani. Tecnicamente e materialmente, la ricchezza di strumenti e attrezzi musicali è paurosa:


- Alessandro Corvaglia: lead & backing vocals, vocals effects, 12-string acoustic guitar, tambourine

- Agostino Macor: Hammond & Crumar organs, Mellotron, grand piano, treated piano, Fender Rhodes w/ Davoli, synths, theremin, electric harpsichord, VCS3, RMI, spinet, celesta, clavinet, "Corvaglizer"

- Andrea Monetti: transverse flute, recorder, acoustic & electric saxophones, effects

- Fabio Zuffanti: bass, bass pedals, frequency generator

- Maurizio Di Tollo: drums & percussion, bells, timpani


Risultato: con LuxAde (un viaggio quasi dantesco), il quintetto genovese produce un vero capolavoro.




Petali Di Fuoco del 2009 eguaglia per grandezza l'album precedente e, per molti, questo è addirittura l'output migliore del quintetto ligure, almeno fino a tale punto.




Nel 2013, dunque dopo uno spazio temporale abbastanza vasto per prepararsi a qualcosa di veramente e definitivamente sensazionale, esce Le Porte Del Domani, doppiato dal suo analogo in inglese The Gates Of Tomorrow




Progetto ambiziosissimo e per molti forse un po' troppo ambizioso, dato che si propone di rappresentare la continuazione di Felona e Sorona, il capolavoro de Le Orme del 1973. Fatto sta che, sia in relazione con la celebrità in questione (il richiamo è evidente pure grazie alla copertina), sia in qualità di opera autonoma, anche il nuovo prodotto di Zuffanti & Co. è assai valido. Tra l'altro, per coloro che preferiscono il cantato in inglese anziché in italiano, The Gates Of Tomorrow è come una liberazione... oltre che una rivelazione: Alessandro Corvaglia è un interprete eccellente di canzoni in inglese. Lo aveva già dimostrato in passato, least but not last con "Rime of the Ancient Mariner" di Hostsonaten. Le Porte Del Domani con l'aggiunta di The Gates Of Tomorrow: una delle migliori uscite discografiche del 2013.


- Alessandro Corvaglia: lead vocals, acoustic, 12-string & electric guitars

- Agostino Macor: grand piano, Fender Rhodes, Hammond & Crumar organs, Mellotron, Birotron, Chamberlin, Mini-Moog, synthesizers, "Corvaglizer", mandolin, bells

- Andrea Monetti: flute

- Fabio Zuffanti: bass, bells

- Maurizio Di Tollo: drums, spring drums, chimes, shaker, timpani, zen bells, tambourine, congas, snare drum, Mellotron (1), backing vocals


Con

- Martin Grice: flute (1,2,8), sax (4)

- Laura Marsano: electric lead guitar (4,6)

 




2020: esce S.E.I., album da... sei stelle, anziché cinque! "S.E.I." sta per "Separazione", "Egolatria", "Inganno" e sembra un resoconto amaro, disilluso, con qualcuno o qualcosa; forse con l'intero meccanismo che detta le regole del mondo discografico (o del mondo tout court?). Da notare ad ogni modo che "sei" potrebbe stare altresì per "album numero 6".
Certo è che sono trascorsi sette anni dall'ultima fatica de La Maschera Di Cera e vediamo adesso una formazione essenzialmente a tre:


- Alessandro Corvaglia: vocals, guitars

- Agostino Macor: keyboards

- Fabio Zuffanti: bass


... con l'aggiunta tuttavia di due elementi ("guests") di fama. Soprattutto il primo, il cui nome è legato ai Delirium e che era già stato presente (fruttuosamente) nel progetto precedente.

- Martin Grice: saxophone, flute

- Paolo Tixi: drums


Grice lo conoscono tutti. Ma notevole anche il curriculum di Paolo Tixi. Tixi, oltre all'attività di musicista, è docente di batteria. Ha suonato con Il Tempio Delle Clessidre, Isproject, Zuffanti and ZBand, Hostsonaten, La Dottrina Degli Opposti... and many more!





Nel 2023, La Maschera Di Cera ha espletato un tour chiamato "20+1", per celebrare il ventennale (più uno) di attività. Tournée che li ha portati in Belgio, Canada, Francia, UK... facendosi conoscere all'estero anche dai meno esperti; oltre che in Italia, ove parecchi appassionati del progressive rock si sono approcciati alla band per la prima volta, piacevolmente sorpresi.




Per quest'anno 2024, i membri de La Maschera Di Cera promettono belle novità.

*

La Maschera Di Cera su Facebook

... su Prog Archives (in inglese)

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12/20/23

Novità Lorenzo Giovagnoli

   Lorenzo Giovagnoli - "Learn To Fly"

         

Questo è il single che il tastierista e cantante degli Odessa ha realizzato nel novembre 2022. Una grandiosa performance vocale, oltre all'accurato lavoro pianistico/tastieristico cui ci ha abituati Giovagnoli. Il testo, profondo e attuale, è un invito a liberarsi dalle catene...

----> Il 10 dicembre '23 - alle ore zero - è uscito un secondo single dell'artista marchigiano. Vedi giù! <-----




   "There's Nothing Here"
                                           Uscito di fresco!

Secondo single del frontman degli Odessa, dopo "Learn To Fly" del novembre 2022 che ci ha regalato e continua a regalarci belle emozioni. (Disponibile su Bandcamp e sulle altre piattaforme online.)
Anche qui la prestazione vocale è grandiosa. L'accurato lavoro alle tastiere e gli arrangiamenti sono tipici di questo artista, che ha di nuovo messo in musica versi suggestivi, dai risvolti esistenziali. 

          


La chitarra che sentiamo è quella di Paolo Pedretti ("Red Crotalo"). La Crotalo band, o meglio Crotalo Company (vedi su Facebook), è un gruppo che porta sul palco i grandi pezzi della storia rock. Funziona così: a rappresentanza di ciascuna band celebre del passato, viene invitato un cantante, un musicista; Lorenzo Giovagnoli è chiamato dalla Crotalo Company ad eseguire brani dei Deep Purple.
L'artwork di "There's Nothing Here", un dipinto ad olio di Rita Rinci, illustra Il Ponte della Concordia, sul Metauro. È la stessa visuale che ha il musicista quando guarda dalla finestra della sua casa a Fossombrone.




 "There's nothing here for me, nothin' to live or die for / just make it through the day / I'm packing up, I'm leaving, for the sake of it, / I'm leaving, make a leap of faith / time will be sooothin’ time will find its way / untill your reflection won't blow my mind away / and ache anymore and bleed nevermore."


                               Links:




 Gli Odessa



   Odessa - "Invocazione"

Attention attention! L'Alba della Civiltà (Lizard Records) ha quasi due anni di età! "Invocation" è uno dei single, che linkammo sul gruppo FB 'Prog Bar Italia' nel gennaio 2022.
L'Alba della Civiltà: una produzione digitale, ma realizzata usando tutte le sonorità analogiche. Dal punto di vista delle tastiere, oltre al Kurzweil, che Lorenzo Giovagnoli (tastierista e cantante della band) usa sin dal 2001, si segnala l'impiego di emulatori Hammond, di Roland, di GSI (italiani, eccezionali) e IK Multimedia. Poi: Fender Rhodes e Wurlitzer, con tremolo e riverbero a molle.
Per il piano, un emulatore a livelli fisici, Pianoteq. E per gli archi i modelli Anni '70 analogici: Roland Jupiter, Solina, Roland Juno. Inoltre anche organi a transistor Farfisa.
Per un brano solo voce, tastiere e flauto, ad esempio, c'è un organo a transistor che passa per un Leslie e un riverbero a molle. Dà un'idea un po' inquietante stile fantascienza Anni '60. 
Importanti e riconoscibili le influenze, gli amori musicali di Giovagnoli e degli altri membri. Il pezzo dal titolo "Invocazione" ha, nella parte centrale, quello che è praticamente un omaggio ai Pink Floyd e a Morricone.

           Odessa - formazione attuale

  - Lorenzo Giovagnoli: vox and keys
  - Giulio Vampa: guits
  - Valerio de Angelis: bass
  - Marco Fabbri: drums
  - Gianluca Milanese: flute

          


Links:

Il gruppo marchigiano Odessa su Bandcamp...

... e su Facebook




12/08/23

Gong

Il 3 novembre è uscito il nuovo album dei Gong Unending Ascending.
Già durante la prevendita, diverse edizioni (come ad es. il vinile verde) sono risultati "sold out"...




Oggi i Gong sono:

- Ian East: saxophones and woodwinds
- Fabio Golfetti: guitar and singing
- Cheb Nettles: drums and singing
- Dave Sturt: bass and singing
- Kavus Torabi: singing and guitar

 


Homepage



o su Amazon


Brani:

1. "Tiny Galaxies" 03:33
2. "My Guitar is a Spaceship" 04:09
3. "Ship of Ishtar" 08:33
4. "O, Arcturus" 03:55
5. "All Clocks Reset" 04:09
6. "Choose Your Goodess" 06:49
7. "Lunar Invocation" 04:34
8. "Asleep Do We Lay" 04:16
9. "Tiny Galaxies" (Single edit) 03:51
10. "My Guitar is a Spaceship" (Single edit) 04:26

 


 


Che cos'è Unending Ascending

Un viaggio estatico che ci porta a fare da testimoni a situazioni in cui supernovae esplodono, galassie muoiono trasformandosi in qualcos'altro e gli orologi si fermano.
È come se Daevid Allen non se ne fosse mai andato: la sua eredità è stata raccolta degnamente dai suoi colleghi-eredi, non per ultimo da Torabi... Anche se alcune differenze con prima ci sono!


Nell'album personale Hip To The Jag c'è il suo stile inconfondibile; ci riferiamo a Kavus Torabi, cantante e polistrumentista iraniano naturalizzato inglese, noto per aver lasciato una traccia in vari gruppi (Knifeworld, The Utopia Strong, Gong, Guapo, Cardiacs). Hip To The Jag, suo (tardo) debutto solista, del 2020, è alquanto mistico e... "mesmerico". Disponibile su Bandcamp.

 Kavus

Prima di morire (il 13 marzo 2015), Daevid Allen decise quali dovevano essere i musicisti che avrebbero dovuto continuare la saga dei Gong, procedendo sul sentiero mistico-visionario da lui inaugurato. Kavus Torabi (classe 1971, di origine iraniana) è uno di costoro.

Unending Ascending si apre con "Tiny Galaxies", una canzone psichedelica che avrebbe potuto anche essere stata scritta dai Pink Floyd nei giorni di Syd Barrett. Si procede con "My Guitar is a Spaceship" (insieme al brano precedente, uno dei singles dell'album), che ci proietta nello spazio a pieni motori ionitronici. Il sax dell'imprescindibile Ian East qui ci rende più limpida ed evidente l'immagine di elevate emissioni di onde firion e criptoonde... 

Un momento! Cosa?

Piccola pausa, per spiegare meglio che cos'è Gong.




Il gruppo ha origine nel 1969 ed è stato parte della controcultura hippy, quella delle comuni. Esiste dunque da oltre 50 anni. E i suoi componenti (sia nel loro insieme, sia in altri progetti - numerosi side projects sono nati dalla costola principale, difatti), hanno agito sempre in maniera "incentivante", pur comportandosi come monelli giocosamente dispettosi. Fioriti alla Scuola di Canterbury, i Gong si sono rivelati essere più o meno una "classe" a parte, un genere diverso. Che, in realtà, trova riscontri in altri gruppi storici degli anni d'oro della psichedelia.

L'attuale formazione è quella che sta insieme da più tempo e fare un paragone con i Gong originali, quelli formati da David (o Daevid) Allen, è fuori luogo; o quasi. I Gong hanno avuto molte sfaccettature nel corso degli anni, inclusa una, durante l'era punk, fatta di sperimentazioni (Planet Gong), perciò non si può pretendere che questo album suoni allo stesso modo di Camembert Electrique, Flying Teapots, Pothead Pixies... Tuttavia, ci offre qualità 'alia', creandosi un motivo di esistere, un suo perché.




Rimarchiamolo: i componenti dei Gong odierni sono stati selezionati personalmente da Daevid Allen. Il mitico australiano ha fortemente voluto che la sua visione "mistica" continuasse anche dopo la sua scomparsa. 



Al caos maniacale di Allen si è oggi sostituita una profondità - che definiremmo seriosa - che promuove la psichedelia a una faccenda quasi terapeutica, apparentata alla musica ambient (vedi la terza traccia, "Ship of Ishtar"). Le variazioni di tempo sono presenti, ma l'ultra-alta-fedeltà e il canto "corretto", modulato al punto giusto e all'altezza appropriata, avvicinano questi Gong, i Gong del Terzo Millennio, ai lavori solisti di Steve Hillage, ai già accennati Pink Floyd prima maniera nonché agli Ozric Tentacles (e giusto con questi, guarda caso, i Gong vanno ormai spesso in tournée). 


In Unending Ascending, assoli di chitarra nitidi e scale dal suono orientale affrontano tastiere sibilanti e scintillanti. Il sassofono alterna parti jazz ad echi lamentosi - ed è ciò che rende quello attuale un "disco dei Gong". La sezione ritmica è costantemente al lavoro; inoltre, in ogni spazio disponibile vengono inseriti colpi e rulli extra di batteria.
Il quarto brano, "O, Arcturus", pur nella surrealtà da esso evocata, è ritmicamente più avanzato di "Ship of Ishtar", ma rimane un po' troppo sottile, un po' troppo evanescente. Questa evanescenza caratterizza in qualche modo l'intero album (almeno dalla terza traccia all'ottava) e viene a formare come una barriera tra l'ascoltatore e i musicisti; come una nebbia voluta. Torniamo al suono più noto e più amato dei Gong con "All Clocks Reset", canzone dapprima tranquilla e poi sempre più agitata, dal ritmo irregolare e - per fortuna - dalla sonorità accurata, netta.
"Choose Your Goodess" (traccia 6) parte con un bel ritmo rock che viene poi "spezzato" da un repentino gravitare nel cosmo per dopo ancora riprendersi (e via con il rock terrestre!) e dopo un po' di nuovo spararci fuori dalla navicella. Ian East, anche in questo caso, è superlativo ai fiati. È un grande pezzo della durata di quasi sette minuti, il secondo per lunghezza dopo "Ship of Ishtar".
È la volta quindi di "Lunar Invocation", altro brano da noi preferito insieme al precedente. Dal titolo, si evince - anche prima dell'ascolto - come e cosa può essere la musica: la follia seleniana dei Gong (e di Torabi) in tutta la sua peculiarità!
"Asleep Do We Lay" è la decorosa chiusura di un'opera che di sicuro la massa ignorerà e che molti altri - anche amanti del prog - non capiranno. Ma stiamo parlando dei Gong, quindi anche questo (triste?) dato di fatto si inserisce nel puzzle, alla fine. 
Le ultime due tracce dell'album sono aggiunte assai gradite: "Tiny Galaxy (Single edit)" e "My Guitar is a Spaceship (Single edit)".


Planet Gong (per molti, l'emanazione migliore dei Gong)


                "My Guitar is a Spaceship"


Tutto ebbe inizio con David Allen...

David Allen, che artisticamente si faceva chiamare Daevid Allen, nacque a Melbourne il 13 gennaio 1938 per spegnersi a Byron Bay il 13 marzo 2015. È stato un chitarrista, cantante, compositore e poeta australiano conosciuto soprattutto per aver fondato il gruppo di rock psichedelico Soft Machine (in Gran Bretagna, nel 1966) e il gruppo di space rock Gong (in Francia, nel 1969). [La sua biografia sembra un romanzo.] Viene talvolta accreditato con il nome di "Divided Alien".

 



Sciocco ma serio, semplice ma complesso, pazzo ma intelligente: 
Camembert Electrique, del 1971.
Lo riascoltiamo quale omaggio a Daevid Allen, una sorta di Frank Zappa del Quinto Continente. Ma noi non rimpiangiamo soltanto Allen: noi ci ricordiamo anche di Gilli Smyth, cantante - e per un certo periodo compagna di Allen - che militò nei Gong e aggiunse alle canzoni ironia e malizia. Fu poetessa e pubblicò anche album propri. Molti dei brani bizzarri dei Gong erano opera sua.
Gilli lasciò il gruppo nel 1974 per dedicarsi ai propri figli, non prima però di aver collaborato ai tre capolavori Flying Teapot, Angel's Egg e You ("Trilogia di Radio Gnome").


 Gilli



You (1974) è la terza parte della trilogia "Radio Gnome" (più propriamente: "Radio Gnome Invisible"). 
I Gong erano già un gruppo cult della controcultura e della psichedelia ma con questo album si superarono. Mentre gli altri membri avrebbero voluto fare un disco strumentale, Daevid Allen insisté per finire la storia di Zero the Hero, il quale, sul pianeta Gong, incontra strani personaggi dai nomi buffi. Il testo è a volte sussurrato, a volte cantato in maniera stridula e con strani accenti! Il viaggio del mitico Zero si concludeva con questo capolavoro, ma intanto l'universo dei Gong continuava a espandersi...





Tra i membri che hanno fatto la storia di questo glorioso gruppo: Steve Hillage, che nel frattempo ha 72 anni.




Steve Hillage (Londra, 2 ago. 1951). Ha suonato con i Gong, Egg, Khan - insomma: un po' dappertutto nella scena di Canterbury. Primo album solista nel '75: Fish Rising, ascoltabile qui.

Steve Hillage and Gong - "The Glorious Om Riff" (live 2023)



È in corso un acceso dibattito, su un certo gruppo di Facebook, a proposito di cosa sia "progressive" e cosa no. Un paio di persone hanno contestato agli amministratori del gruppo il fatto di aver inserito gli Area nella lista delle band "prog rock"...
Gli Area non sono "progressive"? Allora che facciamo, mandiamo al macero milioni di libri e riviste specializzate? E... Frank Zappa oppure i Magma... o i Can... i Gong... non sono forse "prog"?
C'è evidentemente chi confonde il symphonic prog (Genesis, Yes...) con il prog rock 'tout court'!

Gong - "You can't kill me", live

"My Sawtooth Wake", live


Il prossimo video è: "Sold To The Highest Buddha",
da Angel's Egg (seconda parte di "Radio Gnome Invisible"), 1973, 



L'album Shamal uscì nel 1976.
Magie esotiche assortite! Sulla base di un jazzrock più o meno scolastico, ma comunque venato da trovate "trasversali".
Senza Daevid Allen ma con Pierre Moerlen (batteria, vibrafono, campane tubolari).

   Bass  Guitar, Voice: Mike Howlett
   Flute, Saxophone: Didier Malherbe
   Guitar: Steve Hillage
   Keyboards: Patrice Lemoine
   Percussion, Drums: Mireille Bauer
   Violin: Jorge Pinchevsky
   Voice: Miquette Giraudy
Prodotto da Nick Mason (sì, lui!)
  Tecnici del suono: Ben King, Simon Heyworth


"Tic-toc, Pussycat, Tropicalfish"
(dal vivo)


Altro musicista importante che ha gravitato intorno ai Gong: Allan Holdsworth (ex Nucleus, Tempest, Soft Machine). 

Holdsworth ha suonato con i 
Pierre Moerlen's Gong
(1976: Gazeuse!, 1978: Expresso II, 1979: Time Is the Key)
e con i Gongzilla.

Nato a Bradford nello West Yorkshire, Inghilterra, il 6 ago. 1946, questo chitarrista e compositore, spirato il 15 aprile di sei anni fa in California, ci ha regalato, oltre ai suoi album da solista, l'eredità della sua impronta creativa collaborando con diverse formazioni, soprattutto in ambito prog e jazz-fusion: oltre alle due su citate, anche Soft Machine, Bill Bruford, Tempest, U.K...



#jazz #jazzrock #fusion #prog #progressive #canterbury 

Gongzilla - Suffer (1995)
Un altro ramo della famiglia dei Gong! Formati nel 1994 dal chitarrista Ben Lozaga e dal bassista Hansford Rowe, i Gongzilla vennero completati dal chitarrista Allan Holdsworth, dal percussionista Bobby Thomas Jr. e dal vibrafonista Beniot Moerlen. Il loro debutto fu Suffer, dal suono più hard rock che nei Gong di Pierre Moerlen.





E che dire dei grandi reincontri? The Gong Family Unconvention!

Dalla "Unconvention" è sortito 2032, grande e folle album (pubblicato nel 2009) consistente in 14 tracce. 

The Gong Family Unconvention, nel club Melkweg di Amsterdam, fu un evento di tre giorni tenutosi nel novembre 2006 e vi parteciparono tutti gli elementi allora ancora in vita dei Gong. 

                                         L'album 2032 qui! (Bandcamp.) 

2032 rappresenta la prima volta dopo You del 1974 in cui Steve Hillage ha registrato insieme al fondatore dei Gong, Daevid Allen. 2032 è una specie di quarta parte, non epilogo bensì continuazione della trilogia di "Radio Gnome" (composta, lo ricordiamo, da Flying Teapot del 1973, Angel’s Egg anch'esso del 1973 e You, 1974).




Line-up stellare quella di 2032: Daevid Allen (chitarra, voce), Steve Hillage (chitarra), Gilli Smyth ("space whisper" e poesia), Miquette Giraudy (synthesiser), Mike Howlett (basso), Chris Taylor (batteria) e Theo Travis (sax e flauto). 
Ospiti speciali: Didier Malherbe (sax soprano, duduk, flauto) e Yuji Katsui (violino elettrico) dei Rovo, band giapponese di jam rock psichedelico.
I membri originali dei Gong Steve Hillage, Daevid Allen, Gilli Smyth e Miquette Giraudy hanno composto le canzoni di 2032 mentre si trovavano in Australia.
Ma perché 2032? 
Perché il 2032 viene indicato come l'anno in cui il Pianeta Gong avrà un "full contact" con il Pianeta Terra, allo scopo - per citare le parole di Allen - di "scrivere un nuovo importante capitolo nella mitologia Gong, che è in continua evoluzione".

 




I Gong: sempre fantastici. A febbraio 2021 era uscito un doppio album, Pulsing Signals, con registrazioni dal tour 2019, mentre i fan continuavano a premere per un nuovo 'studio album'.
I musicisti - Kavus Torabi, Fabio Golfetti, Ian East, Dave Sturt e Cheb Nettles, come sappiamo scelti da Allen prima che lui morisse - portano avanti le visioni del rimpianto padre fondatore. 
Il leggendario gruppo sembra voler traghettare la psichedelia progressive-sperimentale che lo contraddistingue anche nei secoli a venire. E forse nei millenni a venire!



Recensione su Arlequins:
"Dopo la dipartita di Daevid Allen, le redini dell’universo Gong sono passate saldamente nelle mani di Kavus Torabi (già protagonista con Cardiacs, Guapo, Knifeworld, Die Laughing e numerosi altri progetti). L’eredità di questo marchio importante non poteva trovare musicista migliore..."

#rock #psichedelico #rockpsichedelico
#rockprogressivo #progressiverock #prog


 Miquette e Steve


Diario di una "infinita salita":
Febbraio 2023 - Anche senza il rimpianto Daevid Allen, l'attività della  band prosegue. Nuovo album in vista, come richiesto a gran voce dai fans. [E quest'album diverrà Unending Ascending.] Per molto tempo i Gong sono stati, in pratica, The Steve Hillage Band. Finché Hillage, nel 1991, non scese da quel pianeta, per tornare a risalirci solo a tratti, decidendo di occuparsi della propria attività solista e di collaborare soprattutto con Miquette Giraudy in un gruppo dal nome System 7.

Fino a ieri, in pratica, gli stessi musicisti dei Gong suonano non raramente sotto il nome Steve Hillage Band! 

 

 Back to where it started...

Gong are in Canterbury, at Dog House Studios, working on the final piece of our new album which we’ll be recording next week for release later this year, before we once again morph into The Steve Hillage Band for a UK tour next month.

 

      "Tiny Galaxies", official video

"Tiny Galaxies" è un brano che possiamo ascoltare sul nuovo album dei Gong, Unending Ascending, uscito a novembre '23. Per l'ascolto e l'acquisto: 



"Asleep Do We Lay"




LINKs (Vedi anche:)







Soft Machine (dagli esordi a 'Third')









Chi ha suonato con i Gong

Laurie Allan
Daevid Allen
Orlando Allen
Mireille Bauer
Tim Blake
Bill Bruford
Francois Chausse
Mino Cinelu
Brian Davison
Loy Ehrlich
Dieter Gewissler
Miquette Giraudy
Burton Greene
Charles Hayward
Steve Hillage
Allan Holdsworth
Rachid Houari
Mike Howlett
Daniel Lalou
Pete Lemer
Patrice Lemoine
Bon Lozaga
Didier Malherbe
Charlie Mariano
Benoit Moerlen
Pierre Moerlen
Francis Moze
Barre Phillips
Jorge Pinchevsky
Pip Pyle
Hansford Rowe
Howard Scarr
Gilli Smyth
Tasmin Smyth
Theo Travis
Christian Tritsch
Darryl Way

Discografia 

1970: Magick Brother
1971: Continental Circus
1971: Camembert Electrique
1973: Flying Teapot
1973: Angel’s Egg
1974: You
1975: Shamal
1976: Gazeuse!
1977: Gong Est Mort, Vive Gong!
1978: Planet Gong – Live floating anarchy 1977.
1978: Expresso II
1979: Time is the Key
1979: Downwind
1981: Leave it open
1986: Breakthrough
1988: Second Wind
1990: Live au Bataclan – 1973
1990: Live at Sheffield 74
1992: Shapeshifter
1993: Live on TV 1990
1994: 25th Birthday Party
2000: Zero to Infinity
2000: Live 2 Infinitea
2002: Radio Gnome Invisible
2002: High Above the Subterania Club 2000 (DVD)
2004: Acid Motherhood
2009: 2032
2014: I see You
2016: Rejoice! I'm Dead!
2019: The Universe Also Collapses
2022: Pulsing Signals