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12/17/24

Emerald City Council (U.S.A.)

 --- > Responsabile di uno dei migliori album progressive del 2024: il gruppo stelle-e-strisce Emerald City Council!

Si sono formati in Arkansas nel 2021 e da allora hanno prodotto solo cose progressivamente eccellenti… anche se non ripudiano un certo 'quid' di sonorità "glam". Gli Emerald City Council sono stati fondati dal sassofonista e tastierista (e produttore) Brent Bristow



Motion Carries

(2024)


  - Jake Livgren: lead and backing vocals, keyboard

  - Noah Hungate: drums

  - Jeremy Nichols: bass

  - Seth Hankerson: guitar

  - Brent Bristow: saxophones, keyboards, recorder, guitar, vocals


        Guest performances:

  - Brandon Goff: lead guitar on tracks 1 and 4

  - Paul Bielatowicz: guitar solos on track 3

  - Jeffrey Combs: narration on track 1 and acoustic guitar on track 7 

  - Steve Rankin: acoustic guitar, guitar solo, and mandolin on track 7

  - Mike Thompson: guitar solo on track 8   


        Additional musicians:

  - Phillip Moore: acoustic guitar on track 2

  - Heather Bristow: additional vocals on tracks 2 and 4

  - Douglas Case: additional guitar and backing vocals on track 3

  - Calvin Barnes: acoustic guitar on tracks 6 and 9


A parte il nome straordinario della band ("Il Consiglio della Città di Smeraldo": evidente richiamo ai libri di Oz scritti da L. Frank Baum; ma c'è pure una serie TV dal titolo Emerald City), una delle cose che più ci piace degli ECC è il cantante, Jake Livgren, che ha una voce gradevole (pulita; "da bravo ragazzo", per intenderci) e che ci fa ben capire ogni singola sillaba dei testi dell'album.  

 Livgren, Jake

... e Bristow

Bristow ha messo insieme uno straordinario ensemble. Lui stesso, del resto, sa esattamente ciò che fa, giacché è professore di Musica all'Arkansas State University-Beebe. Lì in realtà si deve dedicare maggiormente al jazz, in quanto sassofonista (e gli influssi jazz non rimangono celati in Motion Carries); volendo allargare maggiormente le ali e volare in un cielo più vasto, e dunque applicare la sua versatilità alle proprie creazioni, ha deciso di avventurarsi nel progressive rock. Detto, fatto: eccolo in questo "esordio con il botto" con i suoi Emerald City Council. 

La suite obbligatoria è "Platforms of Illusion", di oltre 20 minuti. E a proposito degli altri brani dell'album: alcuni sono decisamente da catalogarsi "soft rock", pur mantenendo sempre quella particolarità artistica del prog. È il caso di "Mortal Game", cui non manca il coretto armonico-melodico "che piacicchia". Altre tracce, come "Noise Talking", presentano parti hard rock e sbirciano un po' di più all'AOR. Il grado qualitativo è sempre alto comunque e, ogni volta che Brent Bristow interviene con un fraseggio al sintetizzatore, sappiamo in che universo ci troviamo.


Per capire chi sono gli altri che suonano in Motion Carries:

c'è il cantante, il suddetto Jake dunque, che è il nipote del fondatore dei Kansas Kerry Livgren e che alcuni conoscono per la sua militanza nei Proto-Kaw; il batterista Noah Hungate è il figlio dell'ex bassista dei Toto David Hungate e ha suonato con The Band Perry (un "trio delle meraviglie" di genere country che in America ha spopolato negli Anni Duemila, prima di sciogliersi). Bravi anche Jeremy Nichols al basso e Seth Hankerson alla chitarra solista. 

 Seth

Inoltre uno degli "esterni", Brandon Goff, che qui contribuisce preziosamente altresì al tessuto chitarristico, è Professore Associato di Industria Musicale alla Francis Marion University della Carolina del Sud. 

Almeno due ospiti supplementari hanno fornito, con i loro assoli di chitarra, altrettante ciliegine sulla torta ai brani rispettivi in cui suonano: Paul Bielatowicz (Carl Palmer, Neal Morse) in "Noisy Talking" e Mike Thompson (The Sons of Kirk), in "No Thanks To You".



Links:

Gli Emerald City Council su Facebook

... su Prog Archives

... su Bandcamp...
...

10/22/24

Il nuovo album dei Quanah Parker parla di catarsi e rinascita

 Nel Castello delle Fate 
Un labirinto di delizie dove lasciarsi soggiogare



Ispirazione e profondità caratterizzano gli album dei Quanah Parker. Anche questo loro ultimo Nel Castello delle Fate ha potenzialità di successo grazie a musica non ostica ma accessibile, raffinata, ben suonata.

L’idea del concept e le sue musiche sono di Riccardo Scivales, i testi di Meghi Moschino. Arrangiamenti: Quanah Parker.
Scivales Music SM007. Distribuzione internazionale: MaRaCash Records.

L'opera racconta con una sorta di allegoria un percorso catartico, in un teatro ristretto ma con linguaggio planetario. Scivales e i Quanah Parker usano gli stilemi del progressive rock, però con un'apertura crossover necessaria dati i tempi. Se è caduto il Muro di Berlino, non c’è da meravigliarsi che cadano anche gli steccati tra scene e generi musicali...


Protagonista del concept è un uomo che si è smarrito e giunge a un misterioso castello che è abitato da avvenenti Dame Fatate. Dapprima spaventate per la nuova presenza, esse fuggono e si disperdono su per lo scalone del castello, per poi invitare l'uomo ognuna nella propria stanza e sedurlo con la loro Bellezza e le loro Arti Magiche.

«Vagando ferita per strade sconosciute, l’Anima si imbatté magicamente in un Castello Fatato. Luci, voci e suoni magnetici lo abitavano. Era giunto il momento di varcare quella soglia... “Entra, e i tuoi mali guarirò... In ogni stanza c'è la speranza, segui l'istinto che è in te: troverai braccia che ti cullano e ti poseranno in alto, dove la leggerezza ti permetterà di spiccare il volo. E poi, con il Magico Carillon, dipingerai la tela dei tuoi sogni. Le Fate ti aspettano.”» 
 


Foto di Francesca Barriviera. Tante altre le troverete nel booklet del CD.


Ascoltiamo l'opera passo dopo passo.
Dopo l'ingresso, veniamo introdotti in un'atmosfera intrigante. Ben presto ci rendiamo conto che non siamo in ambito ostile. Il contesto ci incuriosisce. Vediamo una mano che si tende attraverso il velo: non è minacciosa ma vuole accompagnarci a un luogo, a un punto d'arrivo riservato a noi.
Procediamo tra buon rock "teso" (sostenuto ma non hard) e arie magiche. L'incanto della voce, delle voci, con i loro echi e richiami del passato parlano e cantano di occulto, ma è magia bianca, nulla di cui temere. Levitiamo tra  carillon e gocce di cristallo, inebriandoci alla bellezza dell'ignoto.
Tutto ciò non è fine a se stesso e ha un significato doppio. Il CD ci racconta di un'avventura che ha a che fare con la Guarigione, nel vero senso della parola: Riccardo Scivales, colpito dal Covid, ha dovuto a lungo lottare contro le conseguenze della malattia. E cosa ti può guarire? La Musica; soprattutto se il dono ti viene recato dalle mani di una Donna.


La line-up della band vede, accanto a Scivales, a Pirrotta, a Ongaro e a Simeoni, la splendida vocalist Meghi Moschino. E come ospite speciale c’è anche una figlia di Riccardo, Martina.



  - Riccardo Scivales: tastiere
  - Meghi Moschino: voce, assorted percussion
  - Giovanni Pirrotta: chitarre
  - Alessandro Simeoni: basso elettrico
  - Paolo Ongaro: batteria

        Special Guest 
  - Martina Scivales: voci aggiuntive e improvvisazione al piano in "Giochi di Fate al Piano"


                        Disponibile su    Ma.Ra.Cash Store



Meghi Moschino (che è anche insegnante di canto): oltre ad essere la cantante dei Quanah Parker, forma, insieme a Riccardo Scivales, il duo Magico Carillon.


Al termine dell'avventura il protagonista si sente un  uomo nuovo; esce dal Castello e si ritrova bambino a camminare tra l’erba alta di un meraviglioso prato luminoso, dove sua madre lo attende e lo prende per mano.

   

Il CD è uscito per le edizioni Scivales Music (numero di catalogo SM007). Si può ordinare sia scrivendo a riccardo.scivales@gmail.com (15 euro + spese spedizione e tasse) che al suo distributore mondiale Ma.Ra.Cash Records



La nostra prima reazione:

"Sono senza parole. Pensando al tema, mi dicevo (a priori) che forse oggi il 'pubblico' (d'accordo, è un concetto astratto, in fondo) ha bisogno di altro, testi realistici ecc. Ma già fin dalle prime battute sono stato avviluppato dalle atmosfere. Peraltro, con questi suoni maturi, avanzati, e con questa voce solista ammaliante, non c'è da poter rimanere indifferenti. Grandissimo prog rock, rock sinfonico di livello elevato."


   

Da notare che i brani sono stati composti nella maggior parte  già nel 2021 e sono stati suonati con successo in vari concerti dei Quanah (e del Magico Carillon di Meghi e Riccardo). 
L'annuncio per un nuovo album era stato dato già un paio di anni faPoi la pandemia con i suoi lockdown - insieme ad altri fattori - hanno rallentato la realizzazione su disco. 
E finalmente... Rinascita e gioia!


***


LINK



Contatti: Riccardo Scivales         
  • Cell.: 338-3178693              
  • Email: riccardo.scivales@gmail.com








7/11/24

Gli Entity e il loro 'Naufragio della Speranza'

Nel cinema e nella letteratura ci sono capolavori che hanno richiesto una lunga gestazione. E accade anche nella musica. Il Naufragio della Speranza (intitolato come un dipinto di Caspar David Friedrich) ha impiegato trent'anni prima di arrivare fino a noi. Un lungo viaggio nel vortice disordinato del tempo; ma se una freccia è scoccata bene, prima o poi colpisce il bersaglio. 

Di Mauro Mulas si sa quasi tutto (leggi questo nostro articolo sull'artista nuorese - click!): pianista e tastierista eclettico ma sempre con un'ammirazione per il progressive rock. Gli Entity sono un suo progetto sfarzoso che ha esordito nel 2013 con Il Falso Centro. Ugualmente che nel primo album, qui i musicisti sono:


Mauro Mulas: tastiere, percussioni, samples ed elettronica 

Gianluigi Longu: basso 

Marcello Panzino: batteria

Marcello Mulas: chitarre 

Sergio Calafiura: voce solista 



    Trailer, con l'ottimo video-editing di OndemediE
 

    "Derealizzazione" 


Si apre con "Derealizzazione", che è un brano che a volte sfiora la musica concreta. Già da questo incipit di 9 minuti si arguisce che abbiamo a che fare con un prodotto colto e, al più tardi dall'attacco del cantato (Calafiura), il nostro spirito è appagato: siamo nella buona tradizione del progressive rock italiano. Potremmo chiamare questo genere "operistica sperimentale". Vengono in mente giganti come il Banco, la PFM. Tuttavia il gruppo sardo mantiene la propria forte e maschia identità, rifiutando di scendere a patti con qualsiasi forma di compiacimento commerciale e si rivolge, pur rimanendo in una cornice di piacevolezza, a un pubblico "che la sa lunga". Ad orecchie erudite, quindi. 

"Inettitudine" è una bella mini-suite con un intro a base di pianoforte e accompagnamento orchestrale. Alto grado di lirismo (anche se il cantato non ha un testo) e poesia sonora, coadiuvati da una chitarra rock di classe (Marcello Mulas). La coda del brano è un jamming "fuori di testa".

"Cristallo" è una splendida canzone. Viene da pensare allo struggimento che aleggia nelle camerette di adolescenti solitari e innamorati di tutto (di una donna, dell'amore in sé, del mondo intero). 

L'album tocca a questo punto corde troppo importanti e rende più impegnativo il lavoro di chi recensisce. Sarebbe facile liquidare Il Naufragio della Speranza con un "bello!" e "da ascoltare!". Ci sono in quest'opera svolte e intrecci che vanno a scomodare la psiche e ricordi di altri ascolti, di esperienze di audiopercezioni trascorse. L'entità (appunto: Entity) "pesa", per quanto è seria, profonda, gravida di significati.

"Osservatorio" è l'esempio di un'antologia in sedicesima delle sonorità e delle voci musicali più solide e autorevoli che hanno finora punteggiato il percorso dell'uomo contemporaneo. 

Dopo l'intermezzo classico - classico moderno - di "Fuori dalla realtà", traccia breve ma illuminante poiché getta altra luce sull'esperienza e le conoscenze di Mauro Mulas & Co., gli Entity passano ad atmosfere all'apparenza più leggere con lo strumentale "Risveglio" - dall'inizio in veste impressionistica -, che occupa due slots; i rispettivi sottotitoli sono "Tango" e "Fuga".

L'ottava traccia è una canzone breve: "Un volto senza nome", paragonabile a un Lied schubertiano.

Il rock esplode in "Enigma": gli Entity in tutta la loro potenza. 

L'epilogo, traccia 10 - "E sarà domani" -, è un breve pezzo di preziosità espressiva. Una degna chiusura di sipario.


    TRACKLIST

1) Derealizzazione (9:05) 

2) Inettitudine (9:06) 

3) Cristallo (6:27) 

4) Osservatorio (7:48) 

5) Fuori dalla realtà (1:22) 

6) Risveglio parte 1 (4:57) 

7) Risveglio parte 2 (2:31) 

8) Un volto senza nome (1:39) 

9) Enigma (5:36) 

10) E sarà domani (2:16)




Released on June 21st, 2024, by M.P. & RECORDS, distribution G.T. MUSIC DISTRIBUTION.

M.P. & Records is a brand of G.T. Music Distribution di Antonino Destra

        Via Municipio, 5 – 35019 TOMBOLO (Padova)

                        +39-49-9470749

                               email: mprecords@mprecords.it



            Biografia di Mauro Mulas

Nato a Nuoro il 31/05/1977.

Ha studiato composizione e successivamente musica elettronica presso il Conservatorio di Cagliari, diplomandosi nel 2007 con il massimo dei voti. Ha inoltre svolto numerosi studi jazz con musicisti importanti quali Dave Liebman, John Taylor, Steve Lacy, Paolo Fresu, Roberto Cippelli e Peter Waters, approfondendo lo studio del pianoforte jazz, della composizione e dell'arrangiamento.

Si è esibito come tastierista, pianista jazz e organista, collaborando con numerosi musicisti locali tra cui Massimo Ferra, Giorgio Crobu, Roberto Pellegrini, Francesco Sotgiu, Massimo Tore, Paolo Nonnis, Marco Argiolas ecc., e ha cooperato con musicisti di fama nazionale ed internazionale come Maax Furian, Max Jonata, Frank Gambale, Antonella Ruggiero, Tony Esposito, Lisa Hunt, Dario Deidda,  Pippo Mattino, Flavio Boltro, Joy Garrison, Joyce E. Yuille, Vhelade e altri.

Il suo amore per il prog rock lo ha portato a fondare, negli Anni '90, gli Entity. Il Falso Centro, pubblicato da "La Locanda del Vento" - side-label della Lizard -  nel 2013, è un lavoro già maturo pur essendo un progetto che sicuramente racchiude gli impeti e gli entusiasmi della gioventù. Il concept (ideato da Mauro Mulas insieme al bassista Gigi Longu) ha come protagonista un individuo che si accorge che la sua vita è stata guidata da regole e da convenzioni assortite; dunque, cerca di rinascere per vivere diversamente e fonda  questa nuova libertà sulla sua "morte sociale". (Ascolta su Youtube.)


Nel 2001 Mulas apre il concerto dei Jethro Tull a Cagliari con il gruppo KTL. Collabora inoltre con "Colossus Proudly", realizzando tre suites per gli album dell'Iliade A grand Piano Estravaganza del 2010, Decameron Part II del 2014 e Decameron Part 3 del 2016 - editi da Musea.

Ha lavorato per diverse associazioni di musica contemporanea come il "Centro Sardo Studi e Ricerche", "Gli amici della musica", "Spazio Musica" e "Accademia Terra" in qualità di performer, tecnico del suono e curatore di live electronics in numerosi concerti.

Ha partecipato sia come compositore sia come arrangiatore a numerose produzioni musicali pubblicate da etichette nazionali e internazionali. Si è occupato inoltre della produzione di musica per il cinema, il teatro e la pubblicità.


Altre informazioni sul musicista

 
Il dipinto di Caspar David Friedrich, pittore della Germania settentrionale. Il titolo del quadro è 'Das Eismeer' (Il Mare di Ghiaccio) ma l'opera è nota anche come Il Naufragio della Speranza

Il Naufragio della Speranza, degli Entity. 2024 


Album prodotto da Mauro Mulas e Vannuccio Zanella per M.P. & Records, il CD è distribuito da G.T. Music Distribution di Antonino Destra.

Editore: Micio Poldo. Foto di Sara Deidda, Artwork e grafica di OndemediE


    Il brano "Osservatorio" eseguito dal vivo nel 2010



Articolo del 2021 su Topolàin: Mauro Mulas... e gli Entity

Mauro Mulas su Facebook

Acquista il CD 



7/05/24

Nuova pubblicazione: 'Those about to Prog we salute you'

È uscito ufficialmente proprio oggi, 5 luglio: il secondo lavoro di Oh No, It's Prog!.

Those about to Prog we salute you - questo il titolo, che ha un suo perché - è un output ancora più coraggioso dell'eponimo Oh No, It's Prog! (vedi nostra recensione), e presenta varie parti "dark". Il chitarrista/ compositore Gianni Nicola si è servito anche stavolta di alcuni turnisti della provincia di Torino, dove risiede.

La prima prova era stata un successo, nel suo piccolo, riconfermando la validità di certe autoproduzioni che riescono molto bene se vi si investe in cuore, energia e pazienza, arrivando a sorprendere gli appassionati anche più scafati

 Ordini: gianninicola@alice.it


Those about to Prog we salute you salta fuori dopo uno iato che, per i fan di Nicola e del suo prog intenso e sentito, è durato finanche a lungo. Ma si sa: il secondo lavoro è sempre il più problematico - si tratta o di confermarsi oppure di deludere chi ha gradito molto il debutto - e, alla fine, il tempo impiegato ha ripagato l'attesa. 

Il CD è stato realizzato anche grazie al crowdfunding. La grafica è sobria ma efficiente.

Il titolo dell'opera (per alcuni forse può risultare uno scioglilingua) vuole essere un omaggio a due gruppi che Gianni Nicola ha sempre amato e ammirato: gli AC/DC e i Colosseum (quest'ultimo, come noi aficionados sappiamo, è stato tra i capostipiti dell’ondata prog e jazz-rock). 

    La title track

È un album ispirato e, come il primo, contraddistinto da un'ironia che a tratti è autoironia, anche se qui - come accennato - il suono ha i suoi momenti "oscuri", di profondità esistenziale: un sano struggimento che a noi richiama a tratti Peter Hammill. Alessandra Turri con la sua voce un po' à la Enya infonde un'impronta particolare, malinconica e lieve, alle composizioni di filigrana. D'altronde si denota anche in questo disco la tendenza di Nicola alla lullaby, alla cantilena, perciò la voce di Alessandra è molto adatta. Lei è stata "riconfermata" nella squadra, così come gli altri musicisti presenti nell'album precedente:  

Paolo Gambino, tastierista di formazione classica diplomato al conservatorio in pianoforte. Ha collaborato per dieci anni in studio e in concerto con Eugenio Finardi. Per quanto riguarda il prog, Paolo è estimatore di Tony Banks e Keith Emerson. 

Luca Pisu, bassista e affermato turnista e insegnante. Luca arriva dal mondo del punk e dello ska (per questo è un po' l'"alieno" dei Oh No, It's Prog!) ma conosce un po' tutta la musica e ha una grande ammirazione per il progressive rock. 

Emanuele Bosco, batterista di comprovata esperienza. Oltre al prog, nel suo background musicale ci sono solidi riferimenti al jazz e al funk. Ha fondato il gruppo jazz-rock Antifona, a non pochi di noi già noto.

 Il laboratorio dei sogni


I brani di Those about to Prog we salute you sono sette, per una lunghezza complessiva di 50 minuti e passa. Suggestivi effetti e grandissime tastiere, con i singoli musicisti in forma eccellente. Le gocce sparse di pianoforte nobilitano gli arabeschi contenuti nell'album, che, fin dal primo ascolto, risulta più maturo del debutto e senz'altro più autoconsapevole. 

    "Julian and the Spider"


            Analisi delle tracce


1) "Julian and the Spider": 

un brano breve, riflessivo e malinconico costruito sull’alternanza di due soli accordi. L’idea testuale nasce dalle similitudini che Nicola ha riscontrato nella vicenda di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, e il mito greco di Aracne, la fanciulla che, rea di aver messo in mostra su un arazzo tutti i tradimenti e le malefatte degli dei, viene trasformata da Atena in un ragno. All’interno dell’ambasciata ecuadoriana, dove è andato a rifugiarsi, Assange viene osservato appunto da un ragno; un ragno speciale, come ci si può immaginare. Due creature all'apparenza diverse ma con un duro destino comune...


2) "Those about to Prog we salute you": 

in questa canzone Gianni Nicola ha voluto prendere in giro con affetto alcuni dei cliché del progressive rock, come ad es. i tempi dispari, gli accordi poco comuni, la teatralità dei frontmen, i testi composti da elaborati giochi di parole, ecc. Un esempio di quell'(auto)ironia di cui abbiamo parlato su.


3) "Still": 

il brano più vecchio di tutta la selezione, nato come demo strumentale durante il lockdown pandemico. Il testo, che è stato scritto appena successivamente, ha a che fare con la capacità della quiete e dello stallo, della stagnazione, di spingere un essere umano a riflettere seriamente su di sé. Gianni Nicola, abituato allo stile di vita e alla vivacità della provincia torinese a ridosso delle montagne, portando a spasso il cane durante quel triste periodo è rimasto colpito da tanta insolita immobilità e dall'inedito silenzio. Il brano descrive l'inquietante emergere del disagio interiore che tutti noi ci portiamo appresso.


4) "The Clothes Horse Sect": 

la 'Setta degli Stendibiancheria' (o 'degli Stendini' che dir si voglia). Insieme a "Those about..." è il secondo brano ironico dell'album. L’influenza viene da The Road of Bones, degli IQ. L’atmosfera cupa e cadenzata creata da Gianni Nicola non aveva ancora un testo, quando...

"Per il testo mi è venuta in soccorso mia figlia Arianna, ormai una giovane donna. Quando era adolescente, le avevo consigliato di leggere la saga della Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams: e le piacque molto. Dopo aver ascoltato la demo, Arianna mi disse che le era venuta un’idea e, da lì a poco, mi presentò una traccia tematica che io misi in metrica. Un uomo, rientrando una sera un po’ alticcio dalla birreria, nota qualcosa di molto strano nella casa dei vicini, persone notoriamente schive e riservate. La scoperta è quantomeno spiazzante: i vicini sono un gruppo di alieni che hanno fondato la Setta degli Stendibiancheria, un culto dedito all’adorazione del Sole, in quanto il Sole è l’unico che può garantire una perfetta asciugatura naturale al bucato. Questa setta si batte senza esclusione di colpi contro la Congrega, 'un mucchio di selvaggi che al Sole preferiscono l’asciugatrice'..." 

La cantilena iniziale con i bambini che cantano la versione inglese di 'Giro giro tondo' è un omaggio che il musicista ha voluto fare a un telefilm di fantascienza degli Anni Ottanta: Sapphire & Steel (in italiano:  Zaffiro e Acciaio). 


5) "Disappear": 

brano che risente molto dell’influenza IQ/Genesis. Si possono notare in maniera molto marcata le influenze banksiane di Paolo Gambino - soprattutto nell’intro. 

"Chiesi a Paolo una soluzione simile all’intro di The lamb lies down… e lui mi prese alla lettera, lasciandomi a bocca aperta. La tematica del brano è molto personale e tratta della voglia di sparire da questo mondo, voglia che di tanto in tanto mi pervade. Parlandone in giro, però, ho visto che si tratta di un pensiero alquanto comune a tante persone, specialmente in questi ultimi tempi…"


6) "The OtherSide of the Bed": 

il brano più lungo e personale di tutto il CD. Vent’anni fa, la separazione dalla prima compagna ha rappresentato per l'artista un terremoto dal punto di vista umano ed emotivo. Ma sulle rovine si può sempre costruire e dunque persino quell'evento è finito per rivelarsi decisamente formativo. La struttura del brano è divisa in tre sezioni.

 - Invisible wall: il talamo coniugale, ereditato da lui, è come se fosse diviso da un muro invisibile. Infatti, il protagonista si ritrova a dormire sempre dalla propria parte, mai dalla parte vuota del letto...

 - It’s a sunny day: sogni e psicoanalisi. L'io narrante passeggia un bel giorno per via Roma, strada torinese assai frequentata, tra tanta gente che fa shopping e che, come lui, si gode il bel tempo. È felice, spensierato. Avverte la presenza dell'ex, ma lei è lontanissima alle sue spalle, un puntino indefinibile nella folla. 

 - The crucial question still remains: dopo il sogno, l'uomo si ritrova di traverso sul letto. Dunque, il muro è caduto, la catarsi è avvenuta. Trascorrono due mesi e incontra il suo nuovo amore, oggi sua seconda moglie. Tempo di riflessioni e di rimuginare su qualche rimpianto: come mai la storia precedente si è conclusa in quel modo? Quali responsabilità cadono su di noi quando finisce un amore?


7) "The Curtain Call": 

ovvero, come voler rendere omaggio ai Jethro Tull di Thick As a Brick e finire con lo scrivere un brano con un ritornello dal fortissimo sapore mariachi! Il testo, in breve, parla della necessità di rallentare uno stile di vita troppo frenetico e desensibilizzante e del fatto che non è vero che il treno passi solo una volta. Quel treno passa solo una volta, sì, ma non è certo l’unico!




Informazioni, ordini: Gianni Nicola
mail: gianninicola@alice.it


6/26/24

Massimo Pieretti - "Creatures of the night, Part 1"

Domenica 30 Giugno 2024 è in uscita “Creatures of the night, Part.1” nuovo single di Massimo Pieretti, polistrumentista e compositore romano.                                                     

Sarà il terzo brano tratto dall'album in divenire The Next Dream, mini opera rock ambientata nel mondo dei sogni, delle creature che abitano in quella realtà alia, con collegamenti immaginari alla società attuale. 

Canale Youtube del musicista


(Foto scattata a Villa Magna)

Come abbiamo già appurato (vedi album The New Beginning), la musica del Maestro Pieretti + band è un tappeto sonoro ricco di humus.  Pieretti prende le mosse dal rock progressivo, ma c'è molta sperimentazione nei suoi brani, con un grande lavoro sugli arrangiamenti. Ognuna delle tracce, alla nascita, rappresenta un prodotto cantautorale (con caratteristiche R&B / soul rock), che si arricchisce dell'apporto di varie idee musicali.

Anche nel caso del nuovo full-lenght, numerosi gli ospiti, alcuni di livello internazionale.                                                        

Il nuovo single sarà accompagnato da un videoclip realizzato da Roberto Luciani in collaborazione con Germana Noage. Ambientazione spettacolare: il Museo Wunderkammer e le vecchie rovine romane di Villa Magna.                


                                                                       

Collaboratori:

 Germana Noage e Claudio Milano alle voci, Simone Cozzetto alle chitarre e Mattias Olsson alla batteria.

 

    Crediti                                                                                    

– Germana Noage: Lead vocals
– Claudio Milano: Background vocals
 
– Simone Cozzetto: El. guitars
– Riccardo Ballerini: Grand piano
– Roberto Falcinelli: Soprano sax
– Lisa Green: Violin
– Gianni Pieri: Cello
– Gabriele Pala: Chapman stick
– Gianluca Del Torto: El. bass
– Mirko Rovina: Percussions 
– Mattias Olsson: Drums and percussions 
– Massimo Pieretti: Vocals, el. piano & synths

 

Mix e mastering Francesco Mattei presso gli Underworld Studios

Angela Donatelli – dipinto originale (trattato digitalmente da M.P.)

 



    Di "Creatures of the night, Part 2", c'è già il video

    "I Dreamed Of Flying", di Massimo Pieretti.
Con Michael Trew, Amy Breathe & Mattias Olsson.
(Dall'album The Next Dream di prossima pubblicazione.)




Altro articolo sul nostro blog: Massimo Pieretti, il primo album




    Massimo Pieretti a Canale 10 (apr. 2023)

    Massimo Pieretti a TeleRoma 56 (maggio 2023)

1/20/24

La Maschera Di Cera

 Similmente a Il Segno Del Comando (1, 2), anche La Maschera Di Cera prende il nome da motivi e storie horror. Genovesi e guidati da Fabio Zuffanti (Finisterre, tra le altre formazioni), sono responsabili di un bel progressive rock sinfonico (symphonic prog) tipo Museo Rosenbach e Balletto di Bronzo, includendo tutti gli ingredienti del caso: oltre alle tastiere, ci sono bassi distorti, passaggi di chitarra acustica, un flauto ispirato (e altri fiati) con, alla voce, un personaggio eccezionale: Alessandro Corvaglia.



Il debutto La Maschera Di Cera del 2002 è un "classico Anni 70" proiettato, come grazie a una macchina del tempo, ai nostri giorni, destinato a finire nella camerette di ragazzi totalmente alieni al prog rock... Oltre che dentro gli impianti di ascolto dei vecchi nostalgici, ovviamente. 

Grande album!

A Genova i bassisti dettano legge, evidentemente. Mentre Diego Banchero è il "capitano" de Il Segno Del Comando, qua vediamo Fabio Zuffanti sulla tolda del vascello.

Line up del primo album:

- Alessandro Corvaglia:/ lead & backing vocals

- Agostino Macor: Mellotron, piano, prepared piano, organ, Moog, harpsichord, VCS 3 synth

- Andrea Monetti: flute

- Fabio Zuffanti: bass, acoustic guitar, vocals (6,7)

- Marco Cavani: drums, timpani, percussion


Con

- Nadia Girardi: vocals (3)

 



Il Grande Labirinto dell'anno successivo vede la stessa formazione-base, con la partecipazione stavolta di Nick Le Rose alla lead guitar. Antonella Trovato suona l'oboe ed è responsabile degli arrangiamenti.

Di nuovo, produzione eccellente per un suono spesso dark che si sposa alle composizioni intense.

  "Live in Belgium"



Passano tre anni ed esce LuxAde, stavolta con Maurizio Di Tollo alla batteria e percussioni, al posto di Cavani. Tecnicamente e materialmente, la ricchezza di strumenti e attrezzi musicali è paurosa:


- Alessandro Corvaglia: lead & backing vocals, vocals effects, 12-string acoustic guitar, tambourine

- Agostino Macor: Hammond & Crumar organs, Mellotron, grand piano, treated piano, Fender Rhodes w/ Davoli, synths, theremin, electric harpsichord, VCS3, RMI, spinet, celesta, clavinet, "Corvaglizer"

- Andrea Monetti: transverse flute, recorder, acoustic & electric saxophones, effects

- Fabio Zuffanti: bass, bass pedals, frequency generator

- Maurizio Di Tollo: drums & percussion, bells, timpani


Risultato: con LuxAde (un viaggio quasi dantesco), il quintetto genovese produce un vero capolavoro.




Petali Di Fuoco del 2009 eguaglia per grandezza l'album precedente e, per molti, questo è addirittura l'output migliore del quintetto ligure, almeno fino a tale punto.




Nel 2013, dunque dopo uno spazio temporale abbastanza vasto per prepararsi a qualcosa di veramente e definitivamente sensazionale, esce Le Porte Del Domani, doppiato dal suo analogo in inglese The Gates Of Tomorrow




Progetto ambiziosissimo e per molti forse un po' troppo ambizioso, dato che si propone di rappresentare la continuazione di Felona e Sorona, il capolavoro de Le Orme del 1973. Fatto sta che, sia in relazione con la celebrità in questione (il richiamo è evidente pure grazie alla copertina), sia in qualità di opera autonoma, anche il nuovo prodotto di Zuffanti & Co. è assai valido. Tra l'altro, per coloro che preferiscono il cantato in inglese anziché in italiano, The Gates Of Tomorrow è come una liberazione... oltre che una rivelazione: Alessandro Corvaglia è un interprete eccellente di canzoni in inglese. Lo aveva già dimostrato in passato, least but not last con "Rime of the Ancient Mariner" di Hostsonaten. Le Porte Del Domani con l'aggiunta di The Gates Of Tomorrow: una delle migliori uscite discografiche del 2013.


- Alessandro Corvaglia: lead vocals, acoustic, 12-string & electric guitars

- Agostino Macor: grand piano, Fender Rhodes, Hammond & Crumar organs, Mellotron, Birotron, Chamberlin, Mini-Moog, synthesizers, "Corvaglizer", mandolin, bells

- Andrea Monetti: flute

- Fabio Zuffanti: bass, bells

- Maurizio Di Tollo: drums, spring drums, chimes, shaker, timpani, zen bells, tambourine, congas, snare drum, Mellotron (1), backing vocals


Con

- Martin Grice: flute (1,2,8), sax (4)

- Laura Marsano: electric lead guitar (4,6)

 




2020: esce S.E.I., album da... sei stelle, anziché cinque! "S.E.I." sta per "Separazione", "Egolatria", "Inganno" e sembra un resoconto amaro, disilluso, con qualcuno o qualcosa; forse con l'intero meccanismo che detta le regole del mondo discografico (o del mondo tout court?). Da notare ad ogni modo che "sei" potrebbe stare altresì per "album numero 6".
Certo è che sono trascorsi sette anni dall'ultima fatica de La Maschera Di Cera e vediamo adesso una formazione essenzialmente a tre:


- Alessandro Corvaglia: vocals, guitars

- Agostino Macor: keyboards

- Fabio Zuffanti: bass


... con l'aggiunta tuttavia di due elementi ("guests") di fama. Soprattutto il primo, il cui nome è legato ai Delirium e che era già stato presente (fruttuosamente) nel progetto precedente.

- Martin Grice: saxophone, flute

- Paolo Tixi: drums


Grice lo conoscono tutti. Ma notevole anche il curriculum di Paolo Tixi. Tixi, oltre all'attività di musicista, è docente di batteria. Ha suonato con Il Tempio Delle Clessidre, Isproject, Zuffanti and ZBand, Hostsonaten, La Dottrina Degli Opposti... and many more!





Nel 2023, La Maschera Di Cera ha espletato un tour chiamato "20+1", per celebrare il ventennale (più uno) di attività. Tournée che li ha portati in Belgio, Canada, Francia, UK... facendosi conoscere all'estero anche dai meno esperti; oltre che in Italia, ove parecchi appassionati del progressive rock si sono approcciati alla band per la prima volta, piacevolmente sorpresi.




Per quest'anno 2024, i membri de La Maschera Di Cera promettono belle novità.

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