Conosciamo il celebre brano "I Talk to the Wind" per averlo sentito cantare spesso da Greg Lake.
Ma che ne dite di questa versione della Dyble?
Judy Dyble era la fidanzata di Ian McDonald (primo sassofonista dei King Crimson). Com'è noto, Ian collaborò al progetto Giles, Giles & Fripp prima di fondare, nel dicembre 1968, i King Crimson insieme a Robert Fripp, Greg Lake, Michael Giles e Peter Sinfield. Al disco di esordio dei KC, McDonald diede un contributo fondamentale, in quanto unico autore delle musiche di "I Talk to the Wind" e "The Court of the Crimson King", nonché coautore di tutto il resto dell'album.
Judy Dyble registrò diversi brani con Giles, Giles & Fripp, gruppo che si sarebbe evoluto nei King Crimson dopo il suo di lei abbandono. Andò a fondare i Fairport Convention e, in seguito, il duo Trader Horne, dei quali fu la cantante. [Trader Horne consistevano di Judy e del polistrumentista ed ex tastierista e cantante dei Them, Jackie McAuley.]
"Earth Is Sleeping" (dall'album Earth Is Sleeping, 2018)
Bellissima e molto esplicativa fotografia del 1968 con Judy Dyble affiancata da Ian McDonald. Ai loro lati: i due Giles e Robert Fripp.
Talking with Strangers
Ripassiamo un po' la biografia di questa artista. Partenza alla grande: Fairport Convention e King Crimson & dintorni (è la compagna del sassofonista Ian McDonald). Dal 1970 in poi, però, di Judy si perdono le tracce per 35 anni ca., fin quando, nel periodo tra il 2004 e 2006, pubblica per una piccola etichetta (Talking Elephant) tre album gradevoli di folk con venature progressive. Tuttavia è solo nel 2009, con Talking With Strangers, che fa le cose in grande. chiamando a raccolta una serie straordinaria di 'guest stars'.
Dietro al progetto, oltre a essere autori di gran parte della musica dell’album, sono Alistair Murphy (dei Cromer Museum) e Tim Bowness (dei No-Man di Steven Wilson). Loro valorizzano al massimo il talento della cantante.
Gli ospiti sono vecchi amici della Dyble, come il chitarrista Simon Nicol dei Fairport Convention, poi Celia Humphries (la cantante e tastierista dei Trees), Jacqui McShee cantante dei Pentangle, Julianne Regan della Brit Pop band degli All About Eve, il mitico Pat Mastellotto batterista dei King Crimson e, per finire, ci sono il semisconosciuto John Gillies (autore di un brano dell'album), Ian McDonald (suo ex dal 1968 al 1974) e Robert Fripp. Questi ultimi due non suonavano assieme fin dai tempi di Red...
Tra un respiro e l'altro: Between a Breath and a Breath
Due anime rimpiante: Judy Dyble e il più giovane (ma nel frattempo anche lui scomparso) David Longdon (Big Big Train). Between a Breath and a Breath fu il loro disco in associazione, uscito nel 2020.
Judy è morta il 12 luglio 2020, a 71 anni, dopo lunga malattia (cancro ai polmoni). A fine settembre venne pubblicato l'album e un anno dopo è morto David Longdon, a 56 anni, in seguito a un "incidente casalingo" (una caduta dalle scale).
Words by Judy Dyble. Music by David Longdon
- Judy Dyble: vocals, autoharp (1,2), spoken words (2,7), binaural head 'Tick' (5)
- David Longdon: vocals, acoustic (1,2,5-7) & electric guitars, piano, electric piano (3-5), mandolin (1), harmonium (1), theremin (1), EBows (1), Mellotron & vibraphone (1,4-7), synthesizers (1-3,5), keyboards (1,3-6), Marxophone (1,5,6), flute (2,4-6), organ (2,3,6), glockenspiel (4-6), harpsichord (5), tambourine & sound Fx (5)
With:
- Dave Gregory: electric 12-string guitar & twangy guitar (1)
- Rachel Hall: violons (2,5)
- Sarah Ewing: spoken words (2), Jane Birkin-esque vocals & binaural head 'Tock' (5)
- Freya de la Bédoyère, Eleanor Hellsten & Lara Perry: spoken words (2)
- Luca Calabrese: trumpets (3,7)
- Rikard Sjöblom: accordion (5)
- Patrick Phillips: waterphone (7)
- Andy Lewis: bass (1,6)
- Danny Manners: double bass (2,4,5,7)
- Greg Spawton: Moog Taurus pedals (2,5,7), electric bass
- Dave Sturt: fretless bass (3)
- Jeff Davenport: drums & percussion (1-4,6,7)
- Nick D'Virgilio: drums & percussion (5)
Discografia della Dyble (solo album principali)
Fairport Convention deiFairport Convention. 1968
Morning Way - Trader Horne. 1970
Enchanted Garden- Judy Dyble.2004
Spindle - Judy Dyble.2006
The Whorl - Judy Dyble.2006
Talking with Strangers - Judy Dyble. 2009
Flow and Change -Judy Dyble. 2013
Live at WMJazz - Judy Dyble . 2014
Summer Dancing -Judy Dyble & Andy Lewis. 2017
Earth Is Sleeping - Judy Dyble. 2018
Weavings of a Silver Magic (Live at St Barnabas Church Cambridge) - Judy Dyble. 2020
Between a Breath and a Breath - Dyble & Longton. 2020
Ecco il fantastico produttore musicale / ingegnere del suono (che però a quanto pare non aveva alcuna specializzazione di studi tecnici universitari) Conny Plank, figura centrale del Krautrock.
Oltre a produrre e assistere gli "eroi" del rock alternativo, psichedelico e sperimentale tedesco, Plank arrivò a collaborare con Gianna Nannini. (Era di Plank lo studio di registrazione dove la cantante italiana produsse i suoi primi veri grandi successi.)
In altri post abbiamo già accennato a Conny Plank e alla sua importanza per il Krautrock, la Kosmische Musik e non solo... [Ecco alcuni link sul nostro blog relativi al Krautrock:]
Si incontravano tutti nello studio di Conny Plank negli Anni '70 e '80: gruppi come Kraftwerk, Neu!, Can, Whodini (formazione hip hop statunitense), DAF (più propriamente D.A.F.: Deutsch-Amerikanische Freundschaft - "Amicizia Tedesco-Americana" -, gruppo di musica elettronica esponente di punta della Neue Deutsche Welle), Ultravox, Eurythmics e - come detto - anche la Nannini incidevano e masterizzavano lì i loro album. La sala di registrazione era impiantata all'interno di una fattoria vicino a Colonia; un villaggio renano dove arrivarono nientedimeno che David Bowie e Brian Eno.
Conny Plank: uno dei fonici più innovativi del suo tempo. Le registrazioni effettuate da lui nello spazio di due decenni furono per certi versi rivoluzionarie...
Guru Guru - Hinten (1971)
Durante la produzione dei propri dischi, i musicisti vivevano insieme alla famiglia di Conny: nel vero senso del termine. Condividevano il bagno dei Plank e mangiavano insieme a loro al tavolo della cucina.
Conny Plank si spense troppo presto, all'età di 47 anni. Lasciando in eredità alla sua compagna di vita, l'attrice Christa Fast, e al figlio Stephan allora tredicenne, uno studio musicale che a quel punto era ormai conosciuto ben oltre i confini d'Europa.
Vent'anni dopo (nel 2017) Stephan andò alla ricerca simbolica del padre e gli dedicò un film: Conny Plank - Mein Vater der Klangvisionär. ("Conny Plank - Mio padre il visionario del suono")
Davvero emozionante, con numerose interviste a musicisti che hanno lavorato con Conny e dove si parla delle loro hit e degli exploits ottenuti grazie a un ingegnere del suono che, ci dice la sua biografia, era nato in un piccolo e semisconosciuto comune: Hütschenhausen (non lontano da Kaiserslautern, nella Renania-Palatinato). Molte carriere del mondo della musica sono iniziate proprio grazie al biondobarbuto Conny Plank... che, per inciso, era anche un buon tastierista. E in un paio di album suonò la chitarra e cantò...
Il docufilm intero realizzato da Stephan Plank (in tedesco)
En Route, album di Conny Plank e Dieter Moebius. (1986) (Elettronica.)
Il suo nome è un po' dappertutto dove c'è l'etichetta "Krautrock" o anche "Deutschrock". Ha lavorato alquanto spesso con Dieter Moebius (nei Liliental, per dirne una, e in due album ancora precedenti firmati "Moebius & Plank"). En Route uscì appena un anno prima della scomparsa di Plank (47enne, come detto; aveva il cancro).
Conny (Conrad) Plank aveva iniziato il suo percorso lavorativo presso diverse emittenti regionali e nazionali, dalle quali veniva licenziato oppure si licenziava: sentiva che lì gli impedivano di sviluppare la sua creatività... Alla consolle non gli consentivano di fare quasi nulla e perciò, tra un periodo di disoccupazione e l'altro, si sbizzarriva (facendosi le ossa) in vari studi di registrazione, finché non aprì il proprio, dove appunto sarebbe capitata anche Gianna Nannini. Il manager della Nannini era lo svizzero Peter Zumsteg, il quale le consigliò di lavorare con il tedesco. Questi era diventato nel frattempo produttore degli Ultravox, degli Eurhytmics e dei Kraftwerk, tra gli altri. Da Latin Lover in poi, molti dei successi della Gianna nazionale targati Anni Ottanta nacquero in collaborazione con Conny Plank e/o furono registrati nel suo studio. Furono tre gli album della cantante su cui Plank lasciò la sua impronta: il sunnominato Latin Lover (1982), Puzzle (1984) e Profumo (1986).
Lo studio di registrazione si chiamava "Connys Studio" ed era a Wolperath, nella provincia di Neunkirchen-Seelscheid, a circa 35 km a sud-est di Colonia.
Era stato inaugurato all'inizio del 1974 dentro un ex porcile appartenente a una tipica fattoria a graticcio (con travi di legno esterne). Plank aveva cercato apposta un posto dove poter lavorare in maniera rilassata, lontano dal caos dei grossi centri urbani. Secondo le stesse affermazioni di Plank e più tardi della consorte e del figlio, l'atmosfera rurale, ritirata, serviva a creare un clima psicologico particolare, che permettesse di essere “liberi da paure e riserve”. In quel modo, si potevano realizzare sonorità spontanee, usando metodi non convenzionali pur rimanendo a contatto con la realtà o - letteralmente - "con i piedi per terra". Il marchio di fabbrica di Plank, ossia la voce moderna della macchina, nel suo nuovo studio avrebbe dovuto trovare maggiore espressione... E così fu.
Conosciamo Plank come pioniere della musica elettronica. Tuttavia, prima ancora si era affermato come produttore di numerosi album folk (canti popolari e musica folk, negli Anni '70).
Con Eberhard Kranemann, suo amico e collabratore fin dagli Anni Sessanta, Plank inaugurò anche un progetto multimediale (il nome: Fritz Müller Rock) e, alla morte di Plank, Kranemann lo ha commemorato dedicandogli un tributo postumo, con il suo trio krautrock Bluepoint Underground: "Conny Plank". Il brano è contenuto nell'album dal titolo In New York City (1999). Insieme a Eberhard Kranemann, anche il direttore di produzione dei Bluepoint Underground, Klaus Dinger, si poteva definire amico di Plank. Conny aveva conosciuto i due quando militavano in gruppi della zona di Düsseldorf e non solo: Neu!, La Düsseldorf, Kraftwerk.
Il geniale produttore e fonico si considerava "uno strumento di mediazione tra i musicisti, i suoni e il nastro". Come testimoniato da Kranemann, Dinger e tanti altri che hanno lavorato con lui, la sua apertura e la sua curiosità aiutavano a creare "suoni di ampio respiro".
Spesso Plank si accollava il rischio economico di un disco. Se un gruppo o un artista gli piaceva, lui lo finanziava di tasca propria. Così, molti poterono registrare un album nonostante fossero ignorati dalle grandi label. Dopo la fine del missaggio, era lo stesso Conny Plank a prendere contatto con i responsabili delle "major" e, una volta che c'era un contratto da sigillare, lui lo leggeva ben bene, per evitare ai suoi protetti di incappare in qualche trucchetto sgradevole che ne limitasse la libertà creativa e li portasse a ricevere poco o niente dalle vendite delle loro opere. La serie di dischi d'oro e di platino conquistati da band e cantanti da lui managerializzati, usava appenderli nel bagno degli ospiti: un'ironica mostra permanente! A parte Kraan, Neu! e altri "eroi" del Krautrock, Plank aiutò alla scalata delle classifiche i Kraftwerk, fin dagli inizi della loro attività. L'album Autobahn nacque nella sala di registrazione di Wolperath (novembre 1974). Poi la band si incamminò su sentieri meno innovativi (divenendo una "designer band") e Conny Plank decise di rivolgere loro le spalle. Bröselmachine, gli Harlis da Hannover e tanti altri erano spesso ospiti del "Connys Studio", in quella frazione rurale di Neunkirchen-Seelscheid. I membri dei Guru Guru si aggiravano tra le case del villaggio nei giorni in cui stavano rifinendo Tango Fango. C'erano inoltre i già citati La Düsseldorf (simili ai Kraftwerk) e una band rock in dialetto renano nota come Black Fööss. Infine arrivarono anche gli stranieri: Ultravox (che finora avevano registrato solo a Londra sotto la supervisione di Brian Eno e Steve Lillywhite), Eurhytmics (due album con Conny), Gianna Nannini... Una delle collaborazioni più stimolanti di Conny Plank fu quella con Eno. Intanto, andava ai concerti per registrare dal vivo questa o quell'esibizione delle "sue" band e... suonava musica propria. Lavorò, a questo scopo, con Dieter Moebius (Moebius & Plank; il duo esistette dal 1979 al 1986) e registrò un paio di dischi con un quartetto che comprendeva Hans-Joachim Roedelius oltre a Moebius e a Brian Eno (l'ensemble venne chiamato Eno Moebius Roedelius Plank).
Dopo la morte di Conny Plank, Christa Fast (1942-2006) prese il comando dello studio, ma dovette venderlo nel 2006 a causa di una grave malattia. Il figlio Stephan Plank si occupò di rinnovare il "Connys Studio"; tuttavia, la sua speranza di continuarne l'attività durò poco: nel 2009 la fattoria venne demolita.
Avevano contatti nella Abbey Road e Ringo Starr parlò molto bene di loro. L'album di debutto, Legend, venne prodotto dal celebre ingegnere del suono Conny Plank... e tuttavia il cammino della band tedesca di prog folk Parzival si interruppe appena dopo il secondo album.
"Senseless No. 6" è una loro canzone antibellica.
#Krautrock
Un altro dei numerosi album prodotti da Conny Plank: Die Kleinen und die Bösen, dei D.A.F.
Si formarono a Luton nel 1967 e inizialmente suonavano blues rock. Presto Ian Anderson & Co. implementarono nel tessuto elementi di folk inglese, hard rock e musica classica, forgiando un carattere distintivo, un carattere progressive.
Nel corso degli anni, nel gruppo suonarono diversi musicisti, quali i chitarristi Mick Abrahams e Martin Barre (Barre fu il componente che rimase nella band più a lungo dietro al sempre presente Anderson); i tastieristi John Evan, David (poi Dee) Palmer, Peter-John Vettese e Andrew Giddings; i batteristi Clive Bunker, Barrie "Barriemore" Barlow e Doane Perry; i bassisti Glenn Cornick, Jeffrey Hammond, John Glascock, Dave Pegg e Jonathan Noyce.
La registrazione di This Was, il loro debutto, costò 1200 sterline. Fu l'unico album con il chitarrista Mick Abrahams e presentava uno stile blues rock, jazz fusion, folk rock.
>>> Da Stand Up ad Aqualung(1969–1971) <<<
Stand Up, secondo album in studio dei Jethro Tull, usciva il 25 luglio 1969. Conteneva la celeberrima "Bourée" e qui c'era più hard rock, insieme a un'impronta progressive. Martin Barre prese il posto di Mick Abrahams, che dissentiva con Ian Anderson circa la direzione musicale da seguire (Abrahams avrebbe voluto rimanere più aderente al blues rock).
Benefit, il terzo album dei Jethro Tull, usciva nell'aprile 1970.
E già fin qui la band britannica aveva un percorso interessante: nata a ridosso del rock blues, era stata tramutata dal suo frontman, il carismatico Ian Anderson, in una macchina perfetta capace di sfornare capolavori... sì, possiamo definirli così... "prog". Il quale Anderson però, a proposito del pur eccezionale (per noi) Benefit, avrebbe poi affermato: "Per certi aspetti, credo sia un album troppo cupo, privo del calore, dell’ironia e della luminosità di Stand Up".
In Benefit troviamo per la prima volta il pianista e organista John Evan (vecchio compagno di scuola di Ian); si tratta nel contempo anche dell'ultimo album con la partecipazione di Glenn Cornick al basso.
Jethro Tull - Aqualung: uno dei loro dischi più epocali.
In quest'opera del 1971, i JT le cantano e le suonano a una serie di tipologie umane cui la verità da fastidio: borghesi, bigotti, perbenisti ipocriti.
Per fare ciò, hanno creato un eteronimo e gli hanno dato, appunto, il nomignolo di "Aqualung".
La formazione era quasi la stessa dal 1967 ma, a partire da questo album, il bassista Jeffrey Hammond, convocato dal suo vecchio e caro amico Ian, andò a sostituire Glenn Cornick. Poi si scoprì che proprio a Jeffrey (al quale per scherzo fu aggiunto un secondo "Hammond" al cognome) erano stati dedicati tre brani prima del suo ingresso nella band, uno per disco - in This Was, Stand Up e Benefit.
La copertina di Aqualung ci mostra il disegno di un clochard curvo che volta le spalle a un manifesto reclamizzante vacanze invernali in una rinomata località sciistica. La sola presenza del barbone Aqualung, che spesso lancia invettive, è un'offesa e una minaccia per la classe sociale agiata. Il nome del personaggio rimanda a un boccaglio da sub: ha a che fare con il bofonchiare malato e "umido" del senzatetto.
Erroneamente, si credette che le fattezze di Aqualung fossero quelle di Ian Anderson. In realtà non è un ritratto del cantante-flautista dei JT: da racconti successivi si è appreso che trattasi di un dipinto ad acquarello di Burton Silverman e lo stesso artista (nato nel 1928 in America) dichiarò che era un autoritratto. Ian Anderson ebbe il colpo di genio di calarsi nei panni del reietto, esibendosi vestito similmente a lui. Per questo, nell’immaginario collettivo il frontman diventa "quello della cover", dunque il clochard Aqualung. Capelli arruffati e barba lunga non curata, unita a un abbigliamento trasandato - con tanto di cappotto lercio - diventano il suo marchio e quello della band. Per raffigurare nell'artwork le tre opere originarie di Silverman, presenti sulla front cover, all'interno (dove c'è la band al completo) e nel retro copertina (lo stesso barbone seduto sul bordo di un marciapiede insieme a un cane), l’artista americano avrebbe ricevuto 1500 dollari. Le opere originali sono oggi di proprietà di un collezionista.
Aqualung, il reietto, siede su una panchina e si trasforma in un filosofo e dissacratore: contro la società, l'ipocrisia borghese, la politica e contro Dio, il Dio delle religioni organizzate.
Questo non è un concept album "sensu stricto". Cioè: i brani non sono capitoli di una storia. Però c'è un filo conduttore: quello della figura del senzatetto con le sue denunce sociali.
"Aqualung", il brano che dà il titolo all'album
... e poi venne l'Isola di Wight...
Esiste un DVD - imprescindibile! - con la performance della band nel leggendario festival sull'Isle of Wight (1970), dove si esibirono anche Jimi Hendrix, The Doors, Miles Davis e Joni Mitchell.
>>> Progressive rock (1971–1976) <<<
Dopo il successo di Aqualung, i Jethro Tull intraprendono più decisamente una svolta progressive, accostandosi agli stilemi appunto del prog rock: Thick As A Brick (1972) è costituito da un unico lunghissimo brano forzatamente suddiviso in due parti (allora un obbligo, vista la pubblicazione su vinile). La personalità e l'originalità del "suono Tull" vengono fuori in maniera prepotente (con molti numeri flautistici di Ian Anderson) e il disco è, in assoluto, uno dei vertici della carriera dello straordinario gruppo inglese.
Il sempre ironico Anderson inventa in questo caso una storia secondo cui i testi della suite sono stati scritti da un giovanissimo genietto (8 anni), vincitore (poi squalificato) di un importante concorso letterario: Gerald Bostock, soprannominato Little Milton. Il frontman dei Tull finge di prendersi la briga di dare nuova luce e visibilità al capolavoro del ragazzino, inserendo il testo "ripudiato" nel disco. Di conseguenza, dà l'idea agli ascoltatori che le sue visioni e le sue parole vengano dalla mente di un bambino.
Molti, all'epoca, credettero ciecamente alla storiellina.
È un concept album, in un certo senso il secondo dopo Aqualung (dove Anderson trattava il tema della religione con grande maturità e franchezza).
Abbiamo anche qui i JT al top delle capacità tecniche e melodiche, con i singoli elementi assai convinti e partecipi; e la nuova entry, l'incredibile batterista Barriemore Barlow, rafforza decisamente il suono del gruppo.
C'è un'ulteriore chiave di lettura per quest'opera: Thick As A Brick doveva diventare quasi una presa in giro del progressive rock. Così almeno ha dichiarato Ian Anderson. Fatto sta che, con questo platter, i Jethro Tull realizzarono una pietra miliare del genere a noi così caro!
Un pezzo giornalistico illuminato è quello di Pier Paolo Farina circa Thick As A Brick. Opera meritoria quella dei Jethro, anche perché Thick... giunse dopo Aqualung, album celebratissimo e amato anche dalla critica; e, come si sa, replicare il successo non è mai facile. Eppure, Ian Anderson e consorti riuscirono a realizzare una doppietta vincente.
Il 23 giugno 1972 usciva un doppio LP semiantologico che raccoglieva brani dei Jethro Tull dal 1968 fino a quel momento: Living In The Past. È un discoricco, soddisfacente. Con le tipiche sonorità jethrotulliane. Consigliato vivamente, ancora oggi, a chi desidera approcciarsi al leggendario gruppo rock della Terra di Albione.
Living In The Past(una compilation)
Dopo il doppio Living In The Past, arrivò A Passion Play (1973).
Un crescendo di emozioni! Tu-tum... Tu-tum... Tu-tum... Il cuore batte, dentro la cassa toracica e nelle casse dello stereo. Le tastiere di Evan e la batteria di Barlow; lo stupendo basso di Jeffrey Hammond. La chitarra di Barre. E i fiati di Ian. "Do you still see me even here?" chiede il folletto-pifferaio di Dunfermline in Scozia (qui anche al sax). Ed ecco la sua voce spingere in avanti, su arrangiamenti superbi e tra atmosfere bucoliche, la prima parte del concept, "into the ever Passion Play".
È la rilettura, come fosse uno spettacolo teatrale, della storia dell'uomo.
"Do you still see me even here?"
(The silver cord lies on the ground.)
"And so I'm dead", the young man said
over the hill (not a wish away).
My friends (as one) all stand aligned
although their taxis came too late.
There was a rush along the Fulham Road.
There was a hush in the Passion Play.
Scriviamo l'anno 1973. Lasciata alle spalle la (presunta) parodia progressiveThick As A Brick, i Jethro Tull ci riprovano e questa volta le loro intenzioni sono dichiaratamente serie. Alcuni critici vedono in A Passion Play i sintomi evidenti della degenerazione portata dal prog rock: il disco sarebbe troppo pomposo, troppo "complicato" e pretenzioso. "È macchinoso" affermano. Quindi, un disastro? Macché! L'album in America vende benone e, dalla nostra parte dell'Atlantico, i fans parlano di "un nuovo capolavoro dei Tull", osannando A Passion Play più o meno come hanno fatto e ancora fanno con Thick As A Brick dell'anno prima.
La seconda parte del disco contiene "The Story of the Hare Who Lost His Spectacles". È il pezzo centrale dell'opera, favola umoristica con animali come protagonisti, recitato (non cantato) da Jeffrey Hammond, accompagnato da teatro da camera con gruppo e orchestra. Il testo sembra non c'entrare nulla con il resto dell'opera e, com'è facile intuire, ha la funzione di sdrammatizzare la seriosità dell'insieme.
War Child uscì quasi un anno e mezzo dopo. La critica aveva "bombardato" A Passion Play e, durante la lavorazione di War Child, la band dovette spiegare in varie interviste quali fossero i piani per il futuro. Finì che produssero un full lenght a base di hard rock e progressive.
War Child presenta in primo piano l'orchestrazione di archi di Dee Palmer attraverso una scaletta eclettica, con i membri della band che, come nei due album precedenti, suonano una moltitudine di strumenti. La musica è sicuramente più leggera e stravagante dell'oscuro A Passion Play, con accenni di vaudeville, di teatro leggero nei testi e nella struttura della musica. I testi comunque racchiudono ancora critiche sferzanti al sistema sociale ("Queen and Country", "Bungle in the Jungle"), alla religione ("Two Fingers") e una reazione alle critiche ricevute ("Only Solitaire").
Minstrel in the Gallery, loro ottavo album in studio, uscì nel settembre 1975. Tutti i brani vennero composti da Ian Anderson; di Dee Palmer sono gli arrangiamenti per il quintetto di archi. (Dee è il nome che David Palmer assunse nel 2004, dopo l'operazione per cambiare sesso.)
M.U. – The Best of Jethro Tull, pubblicato nel 1976, è il loro primo vero "greatest hits". Abbraccia canzoni dell'arco temporale 1969-1975.
Registrato nel 1975 e uscito nell'aprile 1976: Too Old to Rock 'n' Roll: Too Young to Die!
>>> Folk Rock: 1977-79 <<<
Alla fine degli Anni Settanta, i Jethro Tull realizarono tre LP di folk rock: Songs from the Wood (1977), Heavy Horses (1978) e Stormwatch (1979).
Jethro Tull - "Songs from the Wood", dall'album omonimo
Ecco i Jethro Tull eseguire alla TV francese qualcosa di magico (video sottostante). Già la Bourree in mi minore di Johann Sebastian Bach è, per sé, rock'n'roll; ma i Tull elevano la composizione ulteriormente, dimostrando cosa significa "sentire" la musica, amarla e saperla suonare.
Il secondo "greatest hits" uscì nel 1977 e portava il titolo Repeat – The Best of Jethro Tull – Vol II (essendo M.U. – The Best of Jethro Tull il Vol I).
Bursting Out (live doppio) è del 1978. Il già citato Stormwatch del 1979.
"Weathercock"
(Gallo segnavento; banderuola).
Dall'album Heavy Horses.
Testo:
Good morning Weathercock: How did you fare last night?
Did the cold wind bite you, did you face up to the fright
When the leaves spin from October
and whip around your tail?
Did you shake from the blast, did you shiver through the gale?
Give us direction; the best of goodwill ---
Put us in touch with fair winds.
Sing to us softly, hum evening's song ---
Tell us what the blacksmith has done for you.
Do you simply reflect changes in the patterns of the sky,
Or is it true to say the weather heeds the twinkle in your eye?
Do you fight the rush of winter; do you hold snowflakes at bay?
Do you lift the dawn sun from the fields and help him on his way?
Good morning Weathercock: make this day bright.
Put us in touch with your fair winds.
Sing to us softly, hum evening's song.
Point the way to better days we can share with you.
>>> La "grande rottura" e il rock elettronico (1980–1984) <<<
Ian Anderson durante il concerto di presentazione di The Broadsword and the Beast del 1982 a Dallas, Texas
Agli inizi del 1980, dopo The Stormwatch Tour, Barlow, Evan e Palmer lasciano la band. Di Barlow si sa che era caduto in depressione in seguito alla morte di Glascock. (Le prime serie avvisaglie dei problemi cardiaci del bassista John Glascock sorsero durante il tour europeo di Heavy Horses, nel 1978; le sue condizioni peggiorarono notevolmente durante le registrazioni di Stormwatch... Glascock morì nel 1979, a soli 28 anni, mentre era on the road con la band negli States.) Dal canto loro, Evan e Palmer volevano "programmare il loro futuro" (più tardi si seppe che i due erano stati licenziati da Anderson... via lettera). Il frontman, da parte sua, comunicò di voler registrare un album in proprio. I Jethro Tull erano ora rimasti in tre: Ian Anderson (unico componente originale), Martin Barre e Dave Pegg.
Il primo disco degli Anni Ottanta avrebbe dovuto essere un album solista di Anderson, ma la Chrysalis Records convinse il flautista a trasformarlo in un lavoro dei Jethro Tull. Si aggiunsero, a Barre alla chitarra elettrica e a Pegg al basso, Mark Craney alla batteria e lo "special guest" Eddie Jobson alle tastiere nonché al violino (Jobson non necessita di presentazioni: ex Roxy Music, Frank Zappa, Curved Air e UK... UK che tra l'altro avevano fatto da apripista in molte serate dello Stormwatch tour). Lo stile dell'album, dove i synthesizers la facevano da padrona, era inusuale. Il titolo, A, si riferiva alla lettera che era scritta sull'etichetta dei master: A come Anderson...
Dopo la tournée di A, Jobson e Craney se ne andarono e ci fu una girandola di batteristi. Gerry Conway, Phil Collins (che suonò con i Tull nel 1982, al primo concerto Prince's Trust [un gala di musica rock]), Paul Burgess... Nel 1984 si trovò il batterista fisso: Doane Perry.
Il 1981 era stato il primo anno senza aver pubblicato un album, sebbene fossero state registrate delle session nella formazione Anderson, Barre, Pegg e Conway, con Anderson alle tastiere. Alcuni dei brani finirono nella compilation Nightcap del 1993. Nel 1982 arrivò il tastierista Peter-John Vettese e il suono dei Tull tornò in direzione folk, ma con i synthesizers appunto. Il 9 aprile 1982 fu la data del lancio di The Broadsword and the Beast, 14simo album in studio dei Jethro Tull.
È uno degli album favoriti di Steve Hackett. Un po' sorprendentemente, poiché sia la critica, sia i fans del gruppo e gli amanti del rock in genere hanno opinioni controverse su questo lavoro di Ian Anderson & Co. Forse il giudizio migliore l'ha dato Dave Dickson nel suo articolo per la rivista Kerrang!: per Dickson, i brani di The Broadsword and the Beast sono "portatori di emozioni nella misura in cui si è disposti a prestarvi attenzione. Se sei un fan, puoi trovarvi qualche sorpresa piacevole. Se invece non lo sei, fatti prestare il disco da qualcuno. E forse anche tu rimarrai stupito."
Broadsword risulterà essere una delle cose migliori dei Jethro Tull negli Anni '80, fermo restando che il decennio precedente rimane ineguagliato. L'album è diviso in due parti: 'Beastie' e 'Broadsword'. Il brano d'apertura "Beastie" è uno studio psicologico dei nostri demoni. "Broadsword" (traccia 6, facciata B dell'LP) è il guerriero logoro e stanco che parte per quella che potrebbe essere un'ultima grande avventura epica.
- Ian Anderson: voce, flauto, chitarra acustica, Fairlight CMI *
- Martin Barre: chitarra elettrica, chitarra acustica
*(Computer Musical Instrument), primo sintetizzatore-campionatore digitale
Negli show relativi a quell'album i componenti della band indossavano vestiti medievali e il palcoscenico assomigliava a una nave vichinga...
Nel 1983 uscì un album solista di Ian Anderson. (Fu in realtà un album di Anderson e di Vettese.) Niente folk rock tradizionale ma un album improntato massimamente ai suoni elettronici: Walk into Light.
Jethro Tull dal vivo a Roma nel 1982 al Teatro Tenda (Pianeta 'Seven Up')
1984: i Jethro Tull realizzano Under Wraps, ancora un album "elettronico" dove, proprio come Walk into Light, una drum machine sostituisce il batterista. Per Barre, questo era uno dei suoi album dei Tull favoriti; ma le vendite rimasero dietro alle aspettative. Dopo il tour, Vettese lasciò la band, in seguito alle critiche ricevute per The Broadsword and the Beast, Walk into Light e Under Wraps. Seguì una pausa di 3 anni, dovuta anche ai problemi alle corde vocali di Ian Anderson. Anderson ne approfittò per occuparsi a tempo pieno della sua fattoria di salmone sull'isola di Skye, nelle Ebridi (Scozia). Nel 1986 venne pubblicato il single "Coronach" (opera di "Jethro Tull and David Palmer") dopo che il brano fu usato come sigla per il programma di Channel 4 dal titolo Blood of the British.
Jethro Tull dal vivo nel 1986
>>>Anderson, Barre, Pegg e Perry: la fase "hard rock" (1987–1994)<<<
I Jethro Tull tornarono nel 1987 con Crest of a Knave. Con Vettese assente, Anderson contribuì alla programmazione del sintetizzatore e l'album contiene passaggi di chitarra elettrica di Martin Barre in stile Anni '70 che richiamano ai primi Tull. In tre dei brani viene utilizzata una drum machine, con Doane Perry e Gerry Conway a condividere con gli altri il lavoro alla batteria. Crest of a Knave fu un successo di critica e commerciale. Il tastierista Don Airey (ex Rainbow, Ozzy Osbourne, Michael Schenker Group, Gary Moore, Colosseum II) si unì alla band per il tour promozionale.
Nel 1989 i Jethro Tull vinsero un Grammy Award per la migliore performance hard rock/metal battendo i Metallica (di gran lunga favoriti) che concorrevano con ...And Justice for All. Il manager dei Tull aveva previsto che non c'era possibilità di vincere il Grammy, soprattutto in quella categoria, e aveva consigliato ai musicisti di non prendersi la briga di andare alla premiazione. Così, il premio venne consegnato in absentia. Molti criticarono l'assegnazione del Grammy Award a un gruppo che era notoriamente tutt'altro che metal. La loro etichetta, la Chrysalis, reagì prontamente, pubblicando un annuncio su un periodico musicale britannico con l'immagine di un flauto adagiato sopra un mucchio di ferro e con la frase: "Il flauto è uno strumento heavy metal". In un'intervista, Anderson scherzò: "A volte suoniamo i nostri mandolini a volume molto alto". Nel 1992, quando i Metallica vinsero finalmente il Grammy nella categoria hard rock/metal, il loro batterista, Lars Ulrich, disse, faceto: "La prima cosa che faremo è ringraziare i Jethro Tull per non aver pubblicato un album quest'anno". (Un riferimento doppio: richiamava alla mente un commento fatto anni prima ai Grammy da Paul Simon, che aveva ringraziato Stevie Wonder per la stessa cosa.)
Lo stile di Crest of a Knave (1987) è stato paragonato a quello dei Dire Straits. Anderson non aveva più l'estensione vocale di un tempo e usava i registri più bassi; il suono della chitarra di Barre si era spostato verso quello di Mark Knopfler. Due canzoni in particolare, "Farm on the Freeway" e "Steel Monkey" furono trasmesse alquanto spesso in radio. L'album contiene "Budapest", la canzone più lunga dell'album (di poco più di dieci minuti), che descrive una scena nel backstage con una collaboratrice di palcoscenico ungherese. "Mountain Men" parla di cornamuse e uomini bianchi che vengono mandati a combattere in Africa (nella battaglia di Alamein) o nelle Falkland prima di ritrovare la via di casa, la casa sulle montagne (scozzesi). Crest of a Knave venne presentato nel "The Not Quite the World, More the Here and There Tour", in cui Anderson suonava occasionalmente la chitarra ritmica. E (prima volta per i Jethro Tull) vi si registrava la novità di due chitarre elettriche che suonavano insieme sul palco.
Rock Island del 1989 ebbe meno successo di Crest of a Knave. La traccia di apertura, "Kissing Willie", contiene testi a doppio senso e riff di chitarra heavy metal tramite cui la band sembra prendere in giro se stessa per la vittoria del Grammy Award nella categoria metal, appunto. Dall'album sono emersi un paio di preferiti: "Big Riff and Mando", resoconto ironico del furto del prezioso mandolino di Barre da parte di un fan; e l'allegra "Another Christmas Song", che è stata ri-registrata per l'uscita, nel 2003, di The Jethro Tull Christmas Album.
In Catfish Rising (1991) si torna a fare un uso generoso di mandolino e chitarra acustica, mentre retrocedono le tastiere, che vengono impiegate molto meno rispetto a qualsiasi album dei Tull degli Anni '80. Tra i brani degni di nota: "Rocks on the Road", con chitarra acustica e un testo sulla vita in città; e la ballata blues "Still Loving You Tonight".
>>> Roots to Branches e J-Tull.com: le influenze della World Music (1995–2000) <<<
Nel 1992 la band fece un tour semi-acustico con Dave Mattacks alla batteria. Se ne ricavò il secondo album live ufficiale dei Tull, A Little Light Music.
Dave Pegg, bassista dei Tull per quindici anni, prese la decisione di lasciare la band durante la registrazione di Roots to Branches del 1995: desiderava concentrarsi sul suo lavoro con i Fairport Convention. Ma Pegg aveva un altro motivo non secondario per andarsene: Ian Anderson aveva iniziato a scrivere canzoni che contenevano influenze di world music e lui non era soddisfatto della direzione stilistica intrapresa. Contribuì a solo tre delle canzoni dell'album. Doane Perry, che era tornato come batterista a tempo pieno, reclutò il suo amico Steve Bailey, un apprezzato bassista, in sostituzione di Pegg. Anderson cedette il controllo degli arrangiamenti della sezione ritmica a Bailey e Perry. Ma, nonostante il suo contributo in fase di registrazione, Bailey non si unì alla band, così nell'ottobre 1995 arrivò un nuovo bassista, Jonathan Noyce.
"Out Of The Noise"
Il già citato Roots to Branches e il seguente J-Tull Dot Com (1999) risultano essere meno rock di Crest of a Knave o Catfish Rising . Le canzoni di questi album riflettono le influenze musicali di decenni di esibizioni in tutto il mondo. In "Out of the Noise" e "Hot Mango Flush", ad esempio, Anderson ha raffigurato scene di vita del Terzo Mondo. In quel periodo e anche in seguito, le canzoni scritte da Anderson riflettevano la sua condizione di rocker invecchiato, come nella pensosa "Another Harry's Bar" o in "Wicked Windows" (una meditazione sugli occhiali da lettura) oppure ancora nella burbera "Wounded, Old and Treacherous".
>>> Album dal vivo, tournée mondiali e il "disco natalizio" <<<
Ci avviciniamo al presente... La formazione primigenea dei Jethro Tull (Anderson, Abrahams, Cornick e Bunker) si è riunita nel gennaio 2002 per un'esibizione in un pub inglese. Il concerto è stato filmato per il DVD Living with the Past. ("With" the past, si badi bene, a fare il verso a Living "in" the past.) È una ricorrenza memorabile, essendo la prima e l'ultima volta in cui i quattro capostipiti della band hanno suonato insieme dal... 1968!
The Jethro Tull Christmas Album viene pubblicato nel 2003. È una raccolta di canzoni natalizie tradizionali e canzoni originali sul Natale composte dai Jethro Tull. Poi, per i successivi vent'anni circa, non ci sarà più un album in studio della band.
Nel 2004 escono il CD e il DVD di Nothing Is Easy: Live at the Isle of Wight 1970.
Ian Anderson Plays the Orchestral Jethro Tull esce nel 2005 (doppio album e DVD) e, come si intuisce dal titolo, è un'opera solista del frontmann dei Jethro Tull.
L'intero album Aqualung del 1971 è stato eseguito dal vivo per un piccolo pubblico alla fine di una tournée negli Stati Uniti, il 23 novembre 2004, da Anderson, Barre, Perry, Giddings e Noyce. La performance è stata registrata per una trasmissione della XM Radio quale "una delle pietre miliari della musica moderna". Era un programma che presentava "gli album più importanti mai realizzati; album senza tempo, ri-registrati dagli artisti originali!". Dll'evento è sortito Aqualung Live. I proventi delle vendite di quell'album sono stati donati a enti di beneficenza per senzatetto (l'"Aqualung" della canzone, lo ricordiamo, era un vagabondo senzatetto).
Il bassista Jon Noyce ha detto addio ai Tull nel marzo 2006 e il tastierista Andrew Giddings ha, a sua volta, gettato la spugna nel luglio 2006, citando i continui tour e il tempo insufficiente da dedicare alla famiglia. I rispettivi sostituti: David Goodier e John O'Hara. The Best of Acoustic Jethro Tull, pubblicato nel 2007, è una raccolta di 24 canzoni tratte da vari album; include una nuova versione acustica dal vivo di "One Brown Mouse" nonché l'esecuzione, sempre dal vivo, di una canzone tradizionale attribuita a Enrico VIII: "Pastime with Good Company".
Nel 2007 la band ha anche pubblicato un DVD/CD del Live at Montreux 2003, che presentava la formazione invariata più duratura: Anderson, Barre, Perry, Noyce e Giddings. Le canzoni eseguite includono "Fat Man", "With You There to Help Me" e "Hunting Girl".
Nel 2010 la band è stata commemorata con un Heritage Award da PRS for Music (che sarebbe come la nostra SIAE. 'Performing Right Society') e una targa è stata posta nella chiesa di Blackpool, dove i Jethro Tull avevano debuttato in pubblico nel 1964.
Purtroppo arriva anche la separazione di Martin Barre. È il momento più terribile, quello che i fans non avrebbero mai voluto vedere arrivare. Scriviamo il novembre 2011 e il chitarrista dichiara che, visto che non ci sono piani attuali per ulteriori lavori dei JT, lui andrà in tournée con la propria band, chiamata Martin Barre's New Day. La formazione dei New Day include l'ex bassista dei Tull Jonathan Noyce e il repertorio è principalmente materiale dei Tull (di quello meno suonato nei concerti). Quattro anni dopo, nel 2015, Martin Barre dichiarerà drasticamente: "È importante che le persone si rendano conto che non ci saranno mai più i Jethro Tull! Ci saranno due band derivate, la Ian Anderson Band e la Martin Barre Band, che potrebbero coesistere a lungo e divertirsi a suonare per molti anni ancora." Barre ha specificato che odiava sentirsi sempre dire: 'Ma come mai hai lasciato i Jethro Tull?'. Spiegando: "Non è così. Ian voleva finire i Jethro Tull. Lui voleva fermare completamente la band!"
30 gennaio 2012. Ian Anderson annuncia sul sito web dei Jethro Tull che ad aprile uscirà Thick As A Brick 2: What Happened to Gerald Bostock?, registrato da lui e dalla "Ian Anderson Touring Band" quale seguito di Thick As A Brick del 1972.
La formazione, nell'album e nel tour che ne segue, include due ex membri dei Jethro Tull: il bassista David Goodier e il tastierista John O'Hara; e in più il chitarrista Florian Opahle, il batterista Scott Hammond e il cantante aggiunto Ryan O'Donnell. Thick As A Brick 2 viene presentato in anteprima mondiale il 14 aprile 2012 alla Perth Concert Hall in Scozia, all'inizio di una tournée di 18 mesi atta sia a promuovere il nuovo album sia a celebrare il Thick As A Brick "storico".
Una meraviglia solista di Ian Anderson:TAAB 2
Nel novembre 2013, Anderson comunica che un altro nuovo album, Homo Erraticus, ("The Wandering Man"), sarebbe stato pubblicato nell'aprile 2014. Nei tour nel Regno Unito e negli Stati Uniti l'opera viene eseguita nella sua interezza. Homo Erraticus è un concept album che, secondo Anderson, "racconta le strane fantasie di un certo Ernest T. Parritt, riportate da un uomo ormai di mezza età di nome Gerald Bostock [il protagonista di Thick As A Brick] dopo una visita alla Old Library Bookshop di Mathew Bunter nel villaggio di Linwell. Bostock e Bunter si sono imbattuti in un manoscritto polveroso e inedito, scritto appunto da Ernest T. Parritt (1873-1928), uno storico dilettante del luogo, intitolato Homo Britannicus Erraticus. Come Thick As A Brick 2, Homo Erraticus appartiene alla categoria degli album solisti di Ian Anderson.
Nell'aprile 2014, Anderson dichiara che in futuro pubblicherà tutta la sua musica sotto il proprio nominativo. I Jethro Tull - dice - "da dieci anni sono giunti più o meno al termine" e nell'ultimo periodo creativo della sua esistenza lui preferisce usare il suo nome, "essendo io il compositore di - praticamente - tutte le canzoni e tutta la musica dei Tull fin dal 1968".
Nel 2015 Ian Anderson realizza il progetto audiovisuale Jethro Tull - The Rock Opera con la Ian Anderson Touring Band, presentando materiale dei Tull modificato nei testi e alcune nuove canzoni rock che vedono come protagonista Jethro Tull l'agronomo: si tratta di elaborate produzioni video dal vivo. Per la prima volta, della compagnia itinerante fa parte una cantante, l'islandese Unnur Birna Björnsdóttir, che suona anche il violino. Il tour del 2016 tocca l'Europa, l'Australia e gli U.S.A. Nel 2017, Anderson va in tournée con una formazione che fa uso del nome "i Jethro Tull di Ian Anderson".
"Bourrée" dal vivo
>>> Ri-formazione della band, tour per il 50. Anniversario, due nuovi album (2017–2023) <<<
I Jethro Tull si esibiscono a Zagabria, in Croazia, il 13 ottobre 2018.
Nel settembre 2017, Anderson aveva annunciato i piani per una tournée che sarebbe servita a commemorare il 50° anniversario del debutto discografico dei Tull, This Was; oltre all'uscita di un nuovo disco nel 2018, per il quale la formazione della band comprende: Anderson, Hammond, Opahle, O'Hara e Goodier (tutti membri della band solista di Anderson fin dal 2012). Martin Barre risulta assente.
2 gennaio 2018: Anderson pubblica su jethrotull.com un'immagine di sé con la didascalia: "I.A. in studio di registrazione, preparando un nuovo album in uscita nel marzo 2019. Shhhh! Tienilo segreto."
Il 1° giugno 2018, la Parlophone Records lancia sul mercato una raccolta di 50 tracce da tutt'e 21 album dei Tull, nominata 50 per 50, per celebrare il 50° genetliaco del gruppo. Le note sul libretto di 50 per 50 affermano che un nuovo album sarebbe uscito l'anno successivo, ma si sarebbe trattato di un disco solista di Ian Anderson.
Nel novembre 2019, "Ian Anderson and the Jethro Tull band" fanno sapere che è stato programmato The Prog Years Tour, con undici date nel Regno Unito nel settembre e nell'ottobre 2020. Ma il tour verrà rinviato a causa della pandemia di COVID-19. In questo caso, il lavoro alla chitarra dovevano essere fatto dal nuovo membro Joe Parrish, poiché Opahle aveva lasciato il gruppo alla fine del 2019 allo scopo di concentrarsi sul lavoro di produzione e sulla propria famiglia.
"Shoshana Sleeping", da The Zealot Gene
13 luglio 2021: viene annunciato che i Jethro Tull hanno firmato con Inside Out Music per l'uscita di The Zealot Gene nel 2022. La novità è sensazionale: si tratta del primo album sotto l'egida Jethro Tull sin da The Jethro Tull Christmas Album del 2003, oltre a essere il primo a contenere nuovo materiale della band sin da J-Tull Dot Com del 1999.
"Mine is the Mountain"
17 novembre 2022: la band comuncia di aver terminato di registrare il 23esimo album in studio, la cui uscita è programmata nella primavera del 2023. Gennaio 2023: viene rivelato il titolo: RökFlöte. 21 aprile 2023: esce RökFlöte.
James Duncan è il figlio di Ian Anderson. Suona la batteria dall'età di 13 anni e ha scelto di esibirsi con il suo secondo nome per poter essere riconosciuto unicamente per i suoi meriti piuttosto che per quelli di suo padre. La sua prima band, Chequered Rain, non è riuscita a raggiungere il successo commerciale e James è passato al mondo delle sessions. Vivendo a Londra, registra e si esibisce regolarmente dal vivo con molti gruppi e artisti (nei generi jazz, pop e rock). Nel 2002 ha lavorato con Ian Anderson nel tour americano Rubbing Elbows e da allora è rimasto a fianco del padre per vari progetti e concerti.
James ha formato i The Fancy Toys insieme al chitarrista Mickaël Téo e ha registrato e fatto tournée in Islanda e nel Regno Unito, prima che il gruppo si è sciolto (Mickaël ha preso la decisione di emigrare in Brasile). James Duncan è andato in Germania con Ian Anderson nel 2013 per il tour "Thick As A Brick", sostituendo Scott Hammond che era K.O. a seguito di un intervento chirurgico al ginocchio.
James ha case a Londra e in Islanda. Oggi lavora principalmente come agente e co-manager del genitore. Rappresenta anche alcuni altri artisti attraverso la sua compagnia, la Hole Agency.