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9/05/23

Conny Plank, maestro del suono

Ecco il fantastico produttore musicale / ingegnere del suono (che però a quanto pare non aveva alcuna specializzazione di studi tecnici universitari) Conny Plank, figura centrale del Krautrock. 



Oltre a produrre e assistere gli "eroi" del rock alternativo, psichedelico e sperimentale tedesco, Plank arrivò a collaborare con Gianna Nannini. (Era di Plank lo studio di registrazione dove la cantante italiana produsse i suoi primi veri grandi successi.)

In altri post abbiamo già accennato a Conny Plank e alla sua importanza per il Krautrock, la Kosmische Musik e non solo... [Ecco alcuni link sul nostro blog relativi al Krautrock:]

Renate Knaup, la voce femminile del Krautrock

Amon Düül II











 Tardo-Krautrock: Liliental 


            e Karlheinz Stockhausen


Si incontravano tutti nello studio di Conny Plank negli Anni '70 e '80: gruppi come Kraftwerk, Neu!, Can, Whodini (formazione hip hop statunitense), DAF (più propriamente D.A.F.: Deutsch-Amerikanische Freundschaft - "Amicizia Tedesco-Americana" -, gruppo di musica elettronica esponente di punta della Neue Deutsche Welle), Ultravox, Eurythmics e - come detto - anche la Nannini incidevano e masterizzavano lì i loro album. La sala di registrazione era impiantata all'interno di una fattoria vicino a Colonia; un villaggio renano dove arrivarono nientedimeno che David Bowie e Brian Eno

Conny Plank: uno dei fonici più innovativi del suo tempo. Le registrazioni effettuate da lui nello spazio di due decenni furono per certi versi rivoluzionarie...



    Guru Guru - Hinten (1971)

Durante la produzione dei propri dischi, i musicisti vivevano insieme alla famiglia di Conny: nel vero senso del termine. Condividevano il bagno dei Plank e mangiavano insieme a loro al tavolo della cucina.




Conny Plank si spense troppo presto, all'età di 47 anni. Lasciando in eredità alla sua compagna di vita, l'attrice Christa Fast, e al figlio Stephan allora tredicenne, uno studio musicale che a quel punto era ormai conosciuto ben oltre i confini d'Europa.






Vent'anni dopo (nel 2017) Stephan andò alla ricerca simbolica del padre e gli dedicò un film: Conny Plank - Mein Vater der Klangvisionär. ("Conny Plank - Mio padre il visionario del suono")

Davvero emozionante, con numerose interviste a musicisti che hanno lavorato con Conny e dove si parla delle loro hit e degli exploits ottenuti grazie a un ingegnere del suono che, ci dice la sua biografia, era nato in un piccolo e semisconosciuto comune: Hütschenhausen (non lontano da Kaiserslautern, nella Renania-Palatinato). Molte carriere del mondo della musica sono iniziate proprio grazie al biondobarbuto Conny Plank... che, per inciso, era anche un buon tastierista. E in un paio di album suonò la chitarra e cantò...


  Il docufilm intero realizzato da Stephan Plank (in tedesco)



 

   En Route, album di Conny Plank e Dieter Moebius. (1986) (Elettronica.)


Il suo nome è un po' dappertutto dove c'è l'etichetta "Krautrock" o anche "Deutschrock". Ha lavorato alquanto spesso con Dieter Moebius (nei Liliental, per dirne una, e in due album ancora precedenti firmati "Moebius & Plank"). En Route uscì appena un anno prima della scomparsa di Plank (47enne, come detto; aveva il cancro).

Conny (Conrad) Plank aveva iniziato il suo percorso lavorativo presso diverse emittenti regionali e nazionali, dalle quali veniva licenziato oppure si licenziava: sentiva che lì gli impedivano di sviluppare la sua creatività... Alla consolle non gli consentivano di fare quasi nulla e perciò, tra un periodo di disoccupazione e l'altro, si sbizzarriva (facendosi le ossa) in vari studi di registrazione, finché non aprì il proprio, dove appunto sarebbe capitata anche Gianna Nannini. Il manager della Nannini era lo svizzero Peter Zumsteg, il quale le consigliò di lavorare con il tedesco. Questi era diventato nel frattempo produttore degli Ultravox, degli Eurhytmics e dei Kraftwerk, tra gli altri. Da Latin Lover in poi, molti dei successi della Gianna nazionale targati Anni Ottanta nacquero in collaborazione con Conny Plank e/o furono registrati nel suo studio. Furono tre gli album della cantante su cui Plank lasciò la sua impronta: il sunnominato Latin Lover (1982), Puzzle (1984) e Profumo (1986).



Lo studio di registrazione si chiamava "Connys Studio" ed era a Wolperath, nella provincia di Neunkirchen-Seelscheid, a circa 35 km a sud-est di Colonia. 


Era stato inaugurato all'inizio del 1974 dentro un ex porcile appartenente a una tipica fattoria a graticcio (con travi di legno esterne). Plank aveva cercato apposta un posto dove poter lavorare in maniera rilassata, lontano dal caos dei grossi centri urbani. Secondo le stesse affermazioni di Plank e più tardi della consorte e del figlio, l'atmosfera rurale, ritirata, serviva a creare un clima psicologico particolare, che permettesse di essere “liberi da paure e riserve”. In quel modo, si potevano realizzare sonorità spontanee, usando metodi non convenzionali pur rimanendo a contatto con la realtà o - letteralmente - "con i piedi per terra". Il marchio di fabbrica di Plank, ossia la voce moderna della macchina, nel suo nuovo studio avrebbe dovuto trovare maggiore espressione... E così fu. 




Conosciamo Plank come pioniere della musica elettronica. Tuttavia, prima ancora si era affermato come produttore di numerosi album folk (canti popolari e musica folk, negli Anni '70).

Con Eberhard Kranemann, suo amico e collabratore fin dagli Anni Sessanta, Plank inaugurò anche un progetto multimediale (il nome: Fritz Müller Rock) e, alla morte di Plank, Kranemann lo ha commemorato dedicandogli un tributo postumo, con il suo trio krautrock Bluepoint Underground: "Conny Plank". Il brano è contenuto nell'album dal titolo In New York City (1999). Insieme a Eberhard Kranemann, anche il direttore di produzione dei Bluepoint Underground, Klaus Dinger, si poteva definire amico di Plank. Conny aveva conosciuto i due quando  militavano in gruppi della zona di Düsseldorf e non solo: Neu!, La Düsseldorf, Kraftwerk. 

Il geniale produttore e fonico si considerava "uno strumento di mediazione tra i musicisti, i suoni e il nastro". Come testimoniato da Kranemann, Dinger e tanti altri che hanno lavorato con lui, la sua apertura e la sua curiosità aiutavano a creare "suoni di ampio respiro".



Spesso Plank si accollava il rischio economico di un disco. Se un gruppo o un artista gli piaceva, lui lo finanziava di tasca propria. Così, molti poterono registrare un album nonostante fossero ignorati dalle grandi label. Dopo la fine del missaggio, era lo stesso Conny Plank a prendere contatto con i responsabili delle "major" e, una volta che c'era un contratto da sigillare, lui lo leggeva ben bene, per evitare ai suoi protetti di incappare in qualche trucchetto sgradevole che ne limitasse la libertà creativa e li portasse a ricevere poco o niente dalle vendite delle loro opere. La serie di dischi d'oro e di platino conquistati da band e cantanti da lui managerializzati, usava appenderli nel bagno degli ospiti: un'ironica mostra permanente! A parte Kraan, Neu! e altri "eroi" del Krautrock, Plank aiutò alla scalata delle classifiche i Kraftwerk, fin dagli inizi della loro attività. L'album Autobahn nacque nella sala di registrazione di Wolperath (novembre 1974). Poi la band si incamminò su sentieri meno innovativi (divenendo una "designer band") e Conny Plank decise di rivolgere loro le spalle.
Bröselmachine, gli Harlis da Hannover e tanti altri erano spesso ospiti del "Connys Studio", in quella frazione rurale 
di Neunkirchen-Seelscheid. I membri dei Guru Guru si aggiravano tra le case del villaggio nei giorni in cui stavano rifinendo Tango Fango. C'erano inoltre i già citati La Düsseldorf (simili ai Kraftwerk) e una band rock in dialetto renano nota come Black Fööss. Infine arrivarono anche gli stranieri: Ultravox (che finora avevano registrato solo a Londra sotto la supervisione di Brian Eno e Steve Lillywhite), Eurhytmics (due album con Conny), Gianna Nannini... Una delle collaborazioni più stimolanti di Conny Plank fu quella con Eno. Intanto, andava ai concerti per registrare dal vivo questa o quell'esibizione delle "sue" band e... suonava musica propria. Lavorò, a questo scopo, con Dieter Moebius (Moebius & Plank; il duo esistette dal 1979 al 1986) e registrò un paio di dischi con un quartetto che comprendeva Hans-Joachim Roedelius oltre a Moebius e a Brian Eno (l'ensemble venne chiamato Eno Moebius Roedelius Plank).



Dopo la morte di Conny Plank, Christa Fast (1942-2006) prese il comando dello studio, ma dovette venderlo nel 2006 a causa di una grave malattia. Il figlio Stephan Plank si occupò di rinnovare il "Connys Studio"; tuttavia, la sua speranza di continuarne l'attività durò poco: nel 2009 la fattoria venne demolita.



    Avevano contatti nella Abbey Road e Ringo Starr parlò molto bene di loro. L'album di debutto, Legend, venne prodotto dal celebre ingegnere del suono Conny Plank... e tuttavia il cammino della band tedesca di prog folk Parzival si interruppe appena dopo il secondo album.

   "Senseless No. 6" è una loro canzone antibellica.

     #Krautrock

    Un altro dei numerosi album prodotti da Conny Plank: Die Kleinen und die Bösen, dei D.A.F.



5/20/23

Amazing Blondel (reprise)

Nel 1970 debuttava un gruppo che avrebbe dato un'impronta particolare al folk-rock: gli Amazing Blondel.



Molti non lo sanno o non se ne ricordano, ma John Gladwin e Terry Wincott suonavano entrambi in una band molto "elettrica": i Methuselah. 

I Methuselah erano un gruppo di hard rock tendente al rock progressivo... e al folk. Si inquadrano in un periodo in cui in Inghilterra diventava più forte l'interesse per sonorità rinascimentali (ne sono testimonianza "Lady Jane" dei Rolling Stones o anche alcune canzoni di Donovan). In seguito i Methuselah si trasformarono in Blondel e da lì in Amazing Blondel, producendo un LP in stile rock con influssi blues ed elementi di psichedelia. 

Fu Evensong, del 1970, a segnare la svolta, attraverso la quale gli Amazing Blondel (John David Gladwin, Terence Alan Wincott, Edward Blair) esplorarono il mondo delle ballate e dei madrigali medievali. Il trio familiarizzò con strumenti quali: liuto, oboe, cittern (una sorta di cetra), contrabbasso, organo a canne, armonium, flauti dolci, cromorno, chitarra, ocarina, percussioni. 

Nel successivo Fantasia Lindum (più vicino al rock progressivo) si sarebbero aggiunti la cornamusa, il dulcimer, la ghironda e il clavicembalo. 

Dall’album seguente in poi, gli Amazing Blondel abbandonarono le atmosfere elisabettiane per spostarsi verso sonorità simili a quelle degli Steeleye Span.




       Dal Medioevo: Amazing Blondel


       La dolcezza dei suoni "elisabettiani" degli Amazing Blondel

Forse i più giovani non lo sanno, ma ad inizio Anni '70 gli Amazing Blondel vennero spesso a suonare in Italia, dove si era formato un accanito gruppo di loro aficionados...

Quando nel 1973 gli Amazing Blondel rimasero in due per l'uscita di John David Gladwyn - che voleva continuare a indirizzarsi soprattutto verso la musica medievale -, pubblicarono, fra il 1973 e il 1976, quattro album con la formazione a due: Blondel ("l'album viola", il nostro preferito, con un certo Steve Winwood al basso!), Mulgrave Street, Inspiration e il pessimo Bad dreams.

Tornarono insieme, in tre, nel 1997, com'è testimoniato dall'album Restoration, che di nuovo tendeva più verso la musica delle origini della band.  

Poi nel 2010 arrivò The Amazing Elsie Emerald, di nuovo senza Gladwin, e quell'album fu una cattiva idea (lo mettiamo quasi al livello del deludente Bad dreams). Dopo, fu la fine definitiva.




>> Nessuno, ascoltandoli la prima volta, si sognerebbe di catalogare gli Amazing Blondel come gruppo rock, né tantomeno "progressive". Eppure [...] <<

           Un ricordo degli Amazing Blondel su Zerovirgolaniente



      Amazing Blondel - Fantasia Lindum (1971) 



Chitarre acustiche più strumenti antichi quali il liuto, il clavicembalo, l’harpsichord, l’oboe, il dulcimer, la cetra, il cromorno, l'harmonium, la ghironda...: ecco i tre musicisti degli Amazing Blondel che ci invitano nel loro salotto medieval-elisabettiano. 

Apre l'LP la suite "Fantasia Lindum", che occupa tutto il lato A. La voce di John Gladwin, leader della band, si svolge attraverso melodie e atmosfere rese ancora più suggestive dai cori degli altri due membri (anche loro polistrumentisti), Terence Wincott ed Eddie Baird.

Parte la seconda facciata e constatiamo che, pur restando fermo  l'orientamento folk-britannico, i brani si arricchiscono di spunti di influenza West Coast, con accenti un po' à la Crosby Still & Nash. 

Chiude il disco “Seige Of Yaddlethorpe", marcia militare con cornamuse e soprattutto con rullate di batteria ad opera di Jim Capaldi, batterista dei Traffic, gruppo anch'esso sotto contratto con la label Island.



Articolo su Prog Bar Italia

(con vari video e foto):

"Quando gli Amazing Blondel rimasero in due"




            Amazing Blondel - England (1972)  





"L'album viola" è forse il capolavoro degli Amazing Blondel, anche se la critica e molti fans non sono d'accordo. Secondo noi, è proprio qui, qui che i menestrelli inglesi si allontanano un po' dalle atmosfere medievaleggianti, pur restando in ambito di "musica antica", "tradizionale", quella musica che risalta l'arte, l'anima stessa del loro progetto. Canzoni dolci, bucoliche. Suoni pacati, voci "mellow" e, soprattutto, la bellezza delle melodie.

Certo: non erano più gli "Amazing Blondel": ora erano i "Blondel" e basta... Ma sapevano - e sanno - ben avvolgere l'ascoltatore e trasportarlo sulla piazza e nelle viuzze di un borgo inglese di 400, 500 anni prima!

'The Purple Album' è progressive folk, sicuramente. Con questo disco si lasciano alle spalle il sound elisabettiano pur gradevole e intraprendono lo stesso percorso che intrapresero i Gryphon già a partire dal secondo album per arrivare a destinazione con il quarto  Treason.




               La defaillance di Eddie Baird

Un vecchio giornale musicale: Sounds. Un articoletto  a pagina 3 del numero del 30 novembre 1974. Vi si parla dei (molti) concerti degli Amazing Blondel successivi all'uscita dell'album Mulgrave Street. Sul palco: i Roxy Music e i Blondel (questi ultimi accompagnati da un'orchestra): strano abbinamento, anche se si pensa che i Roxy Music erano sotto contratto presso Island Records mentre gli Amazing Blondel erano passati a un'etichetta minore, la DJM (Dick James Music Records, che venne poi chiusa nel 1986).



Da tempo gli Amazing Blondel avevano - parzialmente - rinunciato alla musica antica, cercando di produrre brani più "accessibili". Sarebbe stato questa scelta a causare vari strappi all'interno del terzetto, come sappiamo. Il conflitto maggiore era tra il desiderio dei manager, i quali premevano per organizzare un numero maggiore di concerti, e quello del gruppo, che invece voleva passare più tempo in studio di registrazione a produrre nuovo materiale. Alla fine, tale situazione portò, nel 1973, alla partenza di John Gladwin, colui che aveva scritto la maggior parte dei loro brani. I rimanenti due membri decisero di continuare come duo, accorciando il nome del gruppo in "Blondel" ed esibendosi  in compagnia di formazioni orchestrali.

Quello del 1974 fu un tour vario, sia in Europa che sull'Isola, con viaggi qui e là; a macchia di leopardo.

Nell'articolo si dice:

>> Eddie Baird ha avuto un mancamento poco prima di salire sul palco al Politecnico di Newcastle, la scorsa settimana. Trasportato all'ospedale, gli è stato riscontrato 'un esaurimento'. Sembrava essersi ripreso e difatti si è fatto trovare pronto, venerdì scorso, per esibirsi con la band al Goldsmiths College di Londra. Ma lunedì purtroppo è collassato nuovamente. << 

Al di là di questa "curiosità": spulciando i vari articoli d'epoca sugli Amazing Blondel, si nota l'atteggiamento altezzoso, a volte arrogante di tanta critica musicale, atta a seguire i generi alla moda ed escludere dai propri favori gli artisti che producevano suoni alia. Era quasi già un miracolo trovare qualcosa circa gli Amazing Blondel su una qualche rivista rock della metà degli Anni Settanta. Ricordiamoci tra l'altro che furoreggiava il punk...


#medieval #folkrock #progfolk 



Annie Barbazza at Club Giardino.

Covers di:

Amazing Blondel, Genesis, King Crimson, Yes.



 Il prog-folk acustico) degli Amazing Blondel sul palco del "Folkest" di Spilimbergo (Pordenone) nel 1998

Ci sono tutt'e tre i membri: John David Gladwin,Terry Wincott ed Eddie Baird. E la musica che a quel punto loro producono è ancora bella come lo era quasi 30 anni prima!