8/04/20

Molti sottogeneri ma un solo 'prog'!

Quando iniziò?


Okay, d'accordo. Tutti hanno infisso il primo paletto al momento dell'uscita di In The Court Of The Crimson King, esordio su 33 giri dei King Crimson. Ma...

I primi vagiti del rock progressivo si possono ricercare in Rubber Soul (1965), sesto album dei Beatles, dove vengono utilizzati strumenti atipici quali l’armonium ("The Word"), il sitar ("Norvegian Wood"), il bazouki ("Girl") e il mellotron ("In My Life"). Nel successivo Revolver (1966), i Fab Four da Liverpool azzarderanno ancora di più con meticolosi arrangiamenti orchestrali, curati da George Martin, lasciandosi andare a sorprendenti alchimie sonore. Revolver: un 33 giri essenziale –perché non si era mai sentito prima di allora nulla di simile –che modifica alla radice i semplicistici canoni del beat melodico.


Molti appassionati sono per la soluzione "canonica", ossia In The Court Of The Crimson King come primo album progressive e - ovvio - i King Crimson iniziatori del "genere" prog-rock. "Al massimo", ci ha scritto uno di loro, "andando indietro nel tempo posso risalire a Freak Out! di Frank Zappa and The Mothers of Invention".
Non abbiamo voluto contraddirlo. Dunque il progressive sarebbe una creazione americana (Zappa)? Rimaniamo piuttosto sull'Isola di Albione. Ci furono i Moody Blues a proporre tra i primi il Mellotron nella musica "pop" (così era chiamata allora). Il tastierista Mike Pinder fece conoscere lo strumento a John Lennon e i Beatles lo utilizzarono in "Strawberry Fields Forever". Peraltro, l'album dei "Moodies" On the Threshold of a Dream (aprile 1969) viene ritenuto essere stato di ispirazione per i King Crimson così come per gli allora ancora molto giovani Genesis.




E non scordiamoci che, ancor prima dei KC, ci furono anche loro:





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... e... che cos'è?


Tempi dispari e inconsueti; tastiere e sintetizzatori: queste le principali caratteristiche del rock progressivo. Musica classica, jazz, folk, musica elettronica e musica sperimentale, e sonorità indiane: ecco quelle che sono le fonti ispiratrici - ma non sempre e non per tutti -  degli artisti progressive. 

      Ancora The Nice

Esempi di contaminazione classica sono brani come "A Whiter Shade of Pale" dei Procol Harum, ispirata alla celebre Aria sulla quarta corda dalla Suite nº 3 BWV 1068 di Johann Sebastian Bach; la "Toccata per pianoforte" di Alberto Ginastera eseguita da Emerson, Lake & Palmer, che peraltro nel 1971 registreranno l'album Pictures at an Exhibition, lavoro quasi totalmente orientato all'opera omonima di Mussorgskij; oppure "Rain and Tears" degli Aphrodite's Child, adattamento in chiave pop del celebre Canone in re maggiore di Pachelbel o "The Thoughts of Emerlist Davjack", eseguita nel 1967 dai The Nice di Keith Emerson sull'album di debutto del gruppo, intitolato proprio The Thoughts of Emerlist Davjack. È del 1968 l'omonimo disco degli Arzachel (originariamente noti come Uriel), che resterà il loro unico, e The Aerosol Grey Machine dei Van der Graaf Generator. Il brano "Horizons", dei Genesis, si richiama chiaramente alla Suite per violoncello BWV 1007 di J.S. Bach, e c'è la celeberrima "Bourrée" dei Jethro Tull - dal loro album Stand Up -, composizione originariamente sempre di J.S. Bach. Brani di classica vennero ripresi anche dai Renaissance, dai Focus, dagli Ekseption, da Beggars Opera
E anni più tardi (dal '79 in poi) arrivarono gli anglo-australiani Sky, che entrarono nella hit parade - capitalizzando le esperienze di band precedenti - con la loro "Toccata" ("Toccata and Fugue in D Minor" di J.S. Bach) e altri pezzi di compositori dei secoli andati. 


     "Toccata"



Riguardo alla commistione col jazz, è emblematico il jazz-rock dei Soft Machine, di Hatfield and the North (scena di Canterbury) e dei Nucleus. Ma anche in questo caso andrebbero ricordate molte altre formazioni, tra cui i Caravan (anche loro appartenenti alla scena canterburiana; "Nine Feet Underground") e i King Crimson ("21st Century Schizoid Man").

 Caravan

Su Prog Bar Italia: articolo sui Caravan


In relazione alle radici folk, i già menzionati Jethro Tull - che non hanno certo bisogno di presentazioni - hanno sfornato album quali Aqualung, Thick as a Brick e Songs from the Wood: fusione tra la musica popolare (anche folk-blues, blues-rock) e il progressive. Interessanti nel ramo prog folk gli Amazing Blondel, i Gryphon, i Pentangle...



     I Nucleus e la loro jazz fusion


    Originariamente da Canterbury: la Third Ear Band, che univa, al rock, elementi attinti dalla musica indiana, da quella sacra medievale, nonché dalla musica psichedelica


Ascoltando "Knots" dei Gentle Giant e "The Gates of Delirium" degli Yes si riscontra l'attenzione agli arrangiamenti con la creazione di articolati intrecci musicali. In questo campo, peraltro, sono imbattibili i Genesis (vedi Storia dei Genesis, su Prog Bar Italia), fuoriclasse soprattutto nello scovare e nel proporre melodie di bellezza insuperabile, madrigali, motivi che si rincorrono armonizzando. 

     "Time Table"


Cos'altro caratterizza il progressive rock? Predilizione per i brani lunghi, per le suites, e uso di strumenti classici (pianoforte, archi, fiati), etnici (sitar), elettrici o elettronici (organo Hammond, Mellotron e sintetizzatori), insieme al  basso elettrico e alle percussioni.

     "Fountain Of Salmacis"


     I britannici East Of Eden produssero i loro migliori lavori insieme al violinista Dave Arbus - il quale tra l'altro era in grado di suonare pure il flauto e il sassofono


In non pochi casi, si tratta davvero di... musica assoluta! O meglio: ricerca del bello, dell'assoluto, tramite le note del pentagramma.
Ci basti pensare ai Pink Floyd, già esperti in proprio di sperimentazione (A Saucerful of Secrets, More, Ummagumma), i quali, con il supporto di un esperto come Alan Parsons, hanno dato un ancora più accresciuto contributo alla ricerca sonora e compositiva, con Atom Heart Mother (1970). E più tardi raggiungendo il picco assoluto con The Dark Side of the Moon (1973). Ma l'intera opera di questa band (anche dopo il distacco di Roger Waters) è da antologia.

     "Astronomy Domine"

      "The Final Cut"




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