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4/25/25

I due lavori di transizione del Banco

 Nella formazione storica della band capitolina militavano i fratelli Gianni e Vittorio Nocenzi (tastiere e pianoforte), Francesco di Giacomo (voce), Rodolfo Maltese (chitarra; e occasionalmente fiati) e Pierluigi Calderoni (batteria); ma sono stati numerosi i cambi di personale, specialmente nella sezione ritmica. 

 Tra il 1972 e il 1985 pubblicarono ben dodici album, anzi: diciamo dieci, visto che Banco (1975) fu una specie di 'best of' in inglese e As in a Last Supper è solo la versione inglese di Come in un’ultima cena, 1976. 

Come in un'ultima cena fu tra l'altro il terzo e ultimo album del Banco prodotto dalla Manticore Records (degli Emerson, Lake & Palmer). Un onore che, per quanto riguarda gli artisti del Bel Paese, la storica etichetta aveva riservato solo alla PFM.


È logico che, per gli amanti del rock progressivo, gli album del Banco da possedere a tutti i costi sono soprattutto il primo (ha fatto storia il vinile in una confezione a forma di salvadanaio di terracotta), il suo seguito dal titolo Darwin! e ovviamente Io sono nato libero: tutti usciti tra il 1972 e il 1973. 

In quest'ultimo ci sono le splendide "Non mi rompete" (che fa capire in che maniera la band, similmente a Le Orme, riesce a nobilitare la forma "canzone") e "Canto nomade per un prigioniero politico" (che dura più di 15 minuti e rappresenta uno dei punti massimi del rock progressivo italiano). Darwin! è un concept album sull’evoluzione. E l'album di debutto contiene capolavori del prog rock come "Requiescat in pacem" e "Il giardino del mago" (lunga oltre 18 minuti).


Nonostante queste tre pietre miliari della musica in assoluto (al di là dei generi), ci si rattristisce ad apprendere che, presso la massa dei consumatori, la loro canzone più famosa sia "Moby Dick", pezzo del 1983 la cui risonanza li portò, due anni dopo, a partecipare al Festival di Sanremo (con "Grande Joe"). (Molto popolare anche "Paolo Pa", dall'album Urgentissimo del 1980.)



 ... di Terra

(1978)

                     Primo album a recare il solo nome "Banco" 

... di Terra e l'album successivo Canto di Primavera ('79) sono stati gli ultimi due dischi in studio davvero belli del Banco prima che finalmente uscissero - in tempi recenti - Transiberiana e Orlando: Le Forme dell'Amore, che sono riusciti, in qualche modo, a rappacificare i fans con il gruppo. In mezzo, tutta una serie di album in studio pochissimo o per niente amati dalla maggioranza degli aficionados del BMS. Forse si salvano veramente, di quel periodo di transizione, solo il remake di Banco del Mutuo Soccorso (ossia l'album Salvadanaio, riproposto nel 1991) e il remake di Darwin! (stesso anno, 1991).

Dopo il deludente Il 13 (1994), un silenzio - almeno in sala di registrazione - durato ben 25 anni, fino all'uscita appunto di Transiberiana. Ma Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese, purtroppo, nel fattempo se n'erano andati (uno nel 2014, l'altro nel 2015) e Gianni Nocenzi aveva lasciato la band di gran lunga.


              Line up di ... di Terra 

      (un album notevole, strumentale, ispirato dalla musica classica, in cui il progressive rock si inserisce al momento giusto)

  - Rodolfo Maltese: electric & acoustic guitars, trumpet

  - Vittorio Nocenzi: Crumar DS2 synth, Pari organ, electric piano, orchestration & conducting

  - Gianni Nocenzi: piano, orchestrations

  - Renato d'Angelo: bass

  - Pierluigi Calderoni: drums, timpani, percussion

              With:

  - Alan King: flute, contralto sax

  - Orchestra dell'Unione Musicisti di Roma

  - Antonio Scarlato: orchestrations


I titoli dei brani, letti di seguito, compongono una poesia vergata da Francesco Di Giacomo:

“Nel cielo e nelle altre cose mute, terramadre, non senza dolore, io vivo.

Né più di un albero non meno di una stella nei suoni e nei silenzi di terra”.


Dunque il Banco si avvicina piano piano alla forma canzone pop più classica, abbandonando le lunghe composizioni tipiche del rock progressivo. Ma attenzione: lo fanno senza mai rinunciare alla qualità! E c'è sempre qualcosa di "traverso", richiami colti, allusioni anche letterarie nel loro (sigh!) pop.

Il cambio di strada è una scelta e noi non riteniamo di dover pronunciare la parola "pop" in maniera denigratoria: anche il progressive rock, alla sua nascita, era chiamato "pop" (pur se, più propriamente, si trattava di rock sinfonico - vedi i nostri articoli su Procol Harum e The Moody Blues -, andatosi via via arricchendo di elementi jazz - la Scuola di Canterbury, King Crimson, Van Der Graaf Generator e altri). 

Una delle più belle composizioni brevi del Banco è la splendida "E mi viene da pensare" che è contenuta in Canto di primavera del 1979, album che segna l’abbandono (parziale!) del progressive e l’accettazione della forma canzone da 4 o 5 minuti. In questo che è il loro ottavo album, caratterizzato da suggestioni etniche e atmosfere pastorali, Giovanni Colaiacomo (dei Kaleidon) subentra al basso, sostituendo D'Angelo.


Siamo ancora su buoni livelli compositivi, i brani si ascoltano con piacere; tracce come "Sono la bestia", la terza dell'album, farebbero la loro porca figura in qualsiasi platter di qualsiasi gruppo di rock progressivo di ieri e di oggi. 

Sempre ottimo il lavoro di tastiere dei fratelli Nocenzi; funzionale qui il canto di Di Giacomo, non centrale come in altre opere e tuttavia "sentito" nelle due ballad "Niente" e nella suddetta "E mi viene da pensare", le quali richiamano il lato più intimo e delicato del gruppo. In particolare colpisce la performance di "Big Francesco" nel secondo dei due brani citati, che verrà successivamente dedicato alla memoria di Demetrio Stratos - cantante degli Area che era venuto a mancare dopo una malattia proprio nel 1979.

Altra canzone "ricantabile" e bella nella sua intimità urbana che profuma di stanzette di adolescenti solitari è "Interno Città" (la più lunga del lotto, con i suoi 6 minuti e 46 secondi).


                      Lineup di Canto di primavera

  - Francesco Di Giacomo: vocals

  - Rodolfo Maltese: electric & acoustic guitars, charango, bouzouki, trumpet, horn

  - Vittorio Nocenzi: keyboards, synthesizers

  - Gianni Nocenzi: Yamaha electric piano, clarinet

  - Gianni Colaiacomo: bass, fretless bass, 6-string bass

  - Pierluigi Calderoni: drums, timpani, percussions

                    With:

  - Luigi Cinque: soprano sax, harmonica, Mongol mouth harp

  - George Aghedo: percussions


Canto di Primavera rappresenta quindi un'operazione di rinnovamento stilistico del Banco del Mutuo Soccorso (Banco o BMS che dir si voglia). A così tanti decenni di distanza dall’uscita di questo disco, si può serenamente affermare l’evidente bontà dei pezzi. Canto di Primavera chiude con successo il periodo artisticamente migliore della formazione romana che, a partire da quel momento e per tutto il decennio Ottanta e buona parte dei Novanta, rimodellerà il proprio modo di scrivere canzoni, distanziandosi - in parte, almeno - dal glorioso passato.

 Il nuovo Banco del Mutuo Soccorso, con Tony D'Alessio alla voce


LINKs correlati

4/24/25

Riascoltando 'Orlando: Le Forme dell'Amore'

Album del 2022 del Banco del Mutuo Soccorso


76 minuti di acrobazie musicali e il tentativo, nientedimeno, di replicare l'Orlando Furioso. Così Vittorio Nocenzi, unico membro fondatore rimasto nella formazione del Banco del Mutuo Soccorso - e ormai ultrasettantenne -, ha cercato di ridare vitalità alla band e di rinverdirne i fasti.



La prima presentazione dell'opera - se vi ricordate - è avvenuta a Ferrara, città di cultura e di grandi letterati, ove l'Ariosto morì (il poeta era emiliano).
Ma perché la scelta è caduta su questo tema? Beh, perché è interessante, perché fa parte della grande tradizione letteraria italiana ma anche per chiudere in qualche modo il cerchio (così immaginiamo noi). L'avventura musicale del Banco del Mutuo Soccorso, infatti, cominciò con "In Volo". Ricordiamoci del magico verso cantato allora da Di Giacomo ("Big Francesco"): "Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo".
È stata una piccola eternità fa ed è chiaro che, dopo che a vent'anni hai sfornato capolavori come il Salvadanaio, Darwin e Io sono nato libero (che hanno fatto di te un mostro sacro), non c'è più niente da fare: il confronto resterà sempre impietoso e, anche se ti presenti con opere valide come Transiberiana e appunto questo Orlando: Le Forme dell'Amore (e con un bravissimo cantante come Tony D'Alessio!), riceverai delle critiche.
Per me è un ottimo disco. Corposo, tra l'altro. Per seguire la vicenda o meglio le vicende del protagonista (già abbastanza incasinata nel poema cavalleresco dell'Ariosto, che si era ispirato all'incompiuto Orlando Innamorato del Boiardo), è meglio orientarsi con il libretto accluso al CD.




1. "Proemio" (2:13)
2. "La Pianura Rossa" (6:38)
3. "Serve Orlando Adesso" (4:52)
4. "Non Mi Spaventa Più L'amore" (5:01)
5. "Non Serve Tremare" (4:06)
6. "Le Anime Deserte Del Mondo" (5:01)
7. "L'isola Felice" (3:57)
8. "La Maldicenza" (6:17)
9. "Cadere O Volare" (5:09)
10. "Il Paladino" (2:52)
11. "L'Amore Accade" (3:42)
12. "Non Credere Alla Luna" (6:56)
13. "Moon Suite" (11:49)
14. "Come È Successo Che Sei Qui" (3:38)
15. "Cosa Vuol Dire Per Sempre" (6:48)


Line-up / Musicians

- Vittorio Nocenzi: piano, keyboards, vocals
- Filippo Marcheggiani: guitar, vocals
- Nicola Di Già: guitar
- Marco Capozi: bass
- Fabio Moresco: drums
- Tony D'Alessio: vocals


 Tony D'Alessio

Di Orlando: Le Forme dell'Amore avevamo già scritto qua al tempo della pubblicazione dell'album.


      Altri links correlati:


   Transiberiana (2019)

Quando il Banco del Mutuo Soccorso "went English"

L'articolo di Fabio Zuffanti su Rolling Stone "Do you speak prog? Dieci tentativi di internazionalizzare il progressive italiano" ci rammenta degli anni in cui gruppi come la Premiata Forneria Marconi, Il Banco, Le Orme e compagnia bella sognarono (lecitamente!) di poter conquistare il mercato anglosassone offrendo, al pubblico di altre lande, la loro musica con i testi nella lingua di Shakespeare.

                          

Oggi ci sono gruppi nostrani come i Barock Project che si esibiscono senza difficoltà in Germania, Olanda... Successo meritato, sia pure non eclatante in fatto di vendite. Nel tempo che fu (è trascorso mezzo secolo e oltre!) occorreva appoggiarsi ai "compagni di genere" e i sogni erano immensi. La Manticore Records, così come certe etichette discografiche giapponesi, ha fatto molto per il RPI (Rock Progressivo Italiano; in inglese credo qualcuno lo scriva "IPR").

           

Grandissimo l'album 'Banco', l'esordio in inglese del Banco del Mutuo Soccorso e Francesco Di Giacomo per l'etichetta (vedi sopra) Manticore (di Greg Lake: Emerson, Lake & Palmer).


Era il 1975. Scopriamo che Di Giacomo è emozionante (nonché credibile) anche in una lingua non sua, che sembra ben padroneggiare. Ascoltatevi "Leave Me Alone", che sarebbe la versione di "Non mi rompete" nell'idioma del bardo di Stratford-upon-Avon!



1. "Chorale" (From "Traccia" Theme) (2:30)

2. "L'Albero Del Pane" ("The Bread Tree") (4:45)

3. "Metamorphosis" (14:54)

4. "Outside" (7:42)

5. "Leave Me Alone" (5:20)

6. "Nothing's The Same" (9:58)

7. "Traccia II" (2:42)


  - Francesco Di Giacomo: vocals

  - Rodolfo Maltese: electric & acoustic guitars, trumpet, backing vocals

  - Vittorio Nocenzi: organ, synthesizer, Mellotron (strings), producer

  - Gianni Nocenzi: grand piano, clarinet, synthesizer

  - Renato D'Angelo: bass, acoustic guitar

  - Pier Luigi Calderoni: drums, percussion


 BMS allora



... e l'anno dopo...




Come in un'ultima cena del Banco del Mutuo Soccorso, 1976: il canto del cigno del prog rock italiano del periodo classico (il punk e la disco music domineranno, manipolandoli, i tardi Anni '70 e tutti gli Anni '80).
Il brano più lungo arriva qui ai 7 minuti e mezzo. Il progressive è ancora presente ma si fanno spazio già i motivi pop, e ciò, soprattutto in seguito, fu ragione di cruccio per i fans della prima ora del Banco.


1. "...a cena, per esempio" (6:20) 2. "Il ragno" (4:55) 3. "È così buono Giovanni, ma..." (3:32) 4. "Slogan" (7:23) 5. "Si dice che i delfini parlino" (5:50) 6. "Voilà Mida" ("Il guaritore") (6:14) 7. "Quando la buona gente dice" (1:57) 8. "La notte è piena" (4:14) 9. "Fino alla mia porta" (4:30) - Francesco Di Giacomo: lead vocals - Rodolfo Maltese: electric & acoustic guitars, trumpet, French horn, vocals - Vittorio Nocenzi: Hammond organ, synthesizer, harpsichord, Solina, vocals - Gianni Nocenzi: electric & acoustic pianos, synthesizer, clarinet, recorder - Renato D'Angelo: bass, acoustic guitar - Pierluigi Calderoni: drums, percussion

La scomparsa - risalente ormai a oltre un decennio fa - di una delle più grandi voci del progressive italiano ha rattristato tutti i cultori del genere. Il modo migliore per ricordare Francesco Di Giacomo è quello di riascoltare la sua straordinaria voce. Uno dei brani prediletti dai suoi ammiratori è contenuto proprio in questo album: "È così buono Giovanni, ma..." Lo si potrebbe ascoltare all'infinito, senza mai stancarsi. Ovvio: i primi tre album della band sono senza ombra di dubbio i migliori della loro carriera, ma anche nella produzione posteriore troviamo perle non da poco. "È così buono Giovanni, ma..." ha un'intensità e un impatto emotivo paragonabili a quelli di "R.I.P." e "Non mi rompete".

Nello stesso 1976, Come in un'ultima cena venne realizzato altresì in lingua inglese (As in a Last Supper) con i testi di Angelo Branduardi: un po' troppo "cerebrali" per essere recepiti dal pubblico anglosassone. Sarebbe stato meglio chiamare Peter Sinfield o Peter Hammill, come già accaduto rispettivamente per la PFM e per Le Orme di Felona & Sorona.
Comunque, questo Come in un'ultima cena è un album che ancora si lascia apprezzare. Anche in inglese! Di Giacomo lo rimpiangiamo per vari motivi - e a ragione.
Links attinenti (circa album recenti, senza più Big Francesco)

   Transiberiana (2019)




3/01/25

È uscito! Banco del Mutuo Soccorso - 'Storie Invisibili'

 Lo avete ascoltato?



Comunicateci i vostri pareri!


L'album rappresenta la terza parte della trilogia composta da: Transiberiana - Orlando: le forme dell'amore - Storie Invisibili.


     Songs / Tracks Listing
          1. "Studenti" (3:16)
          2. "Il Mietitore" (3:36)
          3. "Il Pittore" (3:26)
          4. "Non Sono Pazzo" (2:56)
          5. "L'Ultimo Moro Dell'Alhambra" (4:28)
          6. "Senza Nuvole" (3:59)
          7. "La Casa Blu" (4:41)
          8. "Sarà Ottobre" (3:41)
          9. "Cena Di Natale" (2:21)
         10. "Spiegami Il Cielo" (4:59)
         11. "Solo Meraviglia" (2:27)
         12. "Capo Horn" (5:24)


                                       Total Time 45:14

Line-up / Musicians

Tony D'Alessio / lead vocals

Vittorio Nocenzi / organ, synthesizer, vocals

Michelangelo Nocenzi / piano, keyboards

Filippo Marcheggiani / electric guitar, acoustic guitar, vocals

Marco Capozzi / bass

Dario Esposito / drums


 


       Links

Transiberiana un anno dopo       (Articolo di 'Prog Bar Italia')

Orlando: 'Le forme dell'amore', del BMS     (Articolo di 'Prog Bar Italia')

 Indimenticabile


"750.000 anni fa... l'amore?" (nel giorno della scomparsa di Franz Di Giacomo)
          (Articolo su 'Topolàin')

            "Il ritorno del Banco" (Transiberiana, 2019)


Banco del Mutuo Soccorso Official (su Facebook)

Storie Invisibili su Spotify


Il nuovo album sarà presentato al pubblico con due meet&greet, il 6 marzo a Milano (ore 18.30 presso Dischivolanti, Ripa di Porta Ticinese 47) e l’11 marzo a Roma (ore 18.00 presso Discoteca Laziale, Via Giolitti 263); e accompagnato da un tour. 

   Queste le prime date annunciate

7 marzo Milano, Teatro Dal Verme; 

15 marzo Trento, Auditorium Santa Chiara; 

22 marzo Alessandria, Teatro Alessandrino; 

24 marzo Seriate – Bergamo, Teatro Gavazzeni; 

28 marzo Busto Arsizio (Varese), Teatro Sociale; 

29 marzo Varese, Teatro di Varese; 

04 aprile Rezzato (Brescia), Cineteatro Lolek; 

05 aprile Conegliano (Treviso), Teatro Accademia; 

12 aprile Piacenza, Teatro Politeama; 

27 aprile Corridonia (MC), Piazza del Lavoro; 

5 maggio Catania, Teatro ABC; 

6 maggio Palermo, Teatro Al Massimo; 

7 maggio Agrigento, Palacongressi.

... 

11/02/23

Commemorando Keith Emerson

 Oggi Keith Emerson avrebbe compiuto il compleanno.

Nato a Todmorden, nello West Yorkshire, il 2 novembre 1944, è morto drammaticamente a Santa Monica l'11 marzo 2016.
Qui sotto insieme a Lake e a Palmer. Dal vivo.
Qualcuno nutre dubbi sul fatto che Keith sia stato il più grande tastierista del rock?



Happy Birthday... lassù dove sei!
Era uno che realmente viveva per la musica. Tanto che si uccise quando non poté più suonarla. (Soffriva di depressione dal 1977 ca.)

In questo video, Keith Emerson mentre mostra al pubblico certe funzioni del Moog.

Due grandi spiriti:
Francesco Di Giacomo e Keith Emerson.

Nella foto: Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso nell'aprile del 1975 insieme al tastierista degli Emerson, Lake and Palmer. Foto scattata in occasione della visita di Keith al concerto dello stesso Banco al teatro Malibran di Venezia. L'inglese sbagliò strada, evidentemente smarrendosi nei meandri della città lagunare, e arrivò a vedere solo gli ultimi pezzi dello show. Aveva comunque già scritturato il gruppo italiano per la Manticore, etichetta che pubblicò l'album Banco (precedentemente registrato presso gli Advision Studios di Londra), che contiene versioni in inglese di brani dal primo e dal terzo disco del gruppo romano e in più l'inedita "L'Albero del Pane".

Quest'altra foto è di Mari Kawaguchi - opera propria, CC BY-SA 3.0

"Pictures At An Exhibition" (ELP)

Tutto era iniziato con... The Nice!
I Nice, uno dei primi gruppi art rock a sperimentare forme classiche e fusion, servirono da veicolo per il virtuoso della tastiera Keith Emerson, che saccheggiò Mozart, Bach, Sibelius e Čajkovskij per le sue estese incursioni strumentali. (Oltre a compositori più moderni: nel video sottostante, un celebre brano di Leonard Bernstein.)
Il gruppo inizialmente funse da supporto alla cantante soul britannica P.P. Arnold. Ne facevano parte il chitarrista David O'List, il batterista Ian Hague e il bassista Lee Jackson. Nel settembre del 1967, appena quattro mesi dopo essersi costituiti, The Nice dissero addio alla Arnold, Ian Hague venne sostituito con l'ex batterista dei Mark Leeman Five, Brian "Blinky" Davison, e pubblicarono il single "The Thoughts of Emerlist Davjack", che diede il nome al loro album di debutto (1968). Si guadagnarono rapidamente la nomea di saper entusiasmare le platee dal vivo, grazie anche a Keith Emerson che vestiva abiti di lamè argentato, conficcava coltelli nel suo Hammond (ciò serviva a produrre suoni alternativi, prolungati) e usava vari accorgimenti teatrali (faceva il cenno della masturbazione ecc.). Una volta, alla Royal Albert Hall, durante l'esecuzione di "America" (celebre brano dal musical e film West Side Story), i Nice bruciarono la bandiera americana; o almeno tentarono. Di conseguenza, Leonard Bernstein si adoperò per vietare l'uscita della canzone negli States. Nondimeno, "America" dei Nice venne ugualmente pubblicata Oltreoceano, sia pure in forma modificata, sul loro secondo album Ars Longa Vita Brevis (1968).
Emerson risultava essere la star del gruppo, sia in termini di abilità strumentale, sia come showman; O'List, divenuto imprevedibile e dunque inaffidabile (droghe!), abbandonò o, meglio, fu costretto ad abbandonare The Nice prima dell'uscita di Ars Longa Vita Brevis, per unirsi ai Misunderstood e successivamente ai Roxy Music. Ora i Nice erano un trio, esattamente come poi gli ELP, ed esplorarono ulteriormente il mix di rock, jazz e musica classica: in particolare, con un adattamento del 'Concerto brandeburghese n. 3' di Bach ("Acceptance -Brandenburger").
Nice (1969) e Five Bridges (1970) divennero album di grande successo in Gran Bretagna, ma la band non riuscì mai a sfondare davvero negli U.S.A. Nel 1969 ci fu l'incontro fatidico tra Emerson e Greg Lake, allora impegnato in un tour americano con i King Crimson. Di lì a poco, il primo decise di sciogliere i Nice (1970)... Come si sa, insieme a Lake e al batterista Carl Palmer, Keith diede la stura ai più popolari Emerson, Lake and Palmer (ELP, appunto), che espansero le innovazioni che il tastierista aveva sperimento con The Nice.
Lee Jackson, da parte sua, formò i Jackson Heights, i quali avrebbero registrato quattro album tra il 1970 e il '73. Mentre Brian Davison formò dapprima gli Every Which Way per entrare, a metà degli Anni '70, nei già leggendari Gong. Finito il tempo dei Jackson Heights (per mancanza di successo), Davison, Jackson e il tastierista Patrick Moraz si unirono sotto la denominazione "Refugee", un grande gruppo ma che ebbe a sua volta vita effimera in quanto Moraz fu ben presto invitato a sostituire Rick Wakeman negli Yes...
Riguardo a The Nice, ci fu una reunion nel 2002 e 2003, con concerti nel Regno Unito.



Dopo lo scioglimento - avvenuto, come detto, nel 1970 -, per oltre trent'anni di The Nice si parlò unicamente al passato. Nel 2002, per il 35simo anniversario della nascita del gruppo, Keith Emerson, Lee Jackson e Brain Davison tennero a sorpresa quattro concerti in Inghilterra, dal 2 al 6 ottobre. La prima metà dello show era riservata a loro mentre nella seconda parte Emerson eseguiva, con la "Keith Emerson Band", brani del repertorio da solista e degli ELP. Il bis vedeva sul palco entrambe le formazioni.
L'album Vivacitas, pubblicato nel 2003 a nome "Keith Emerson and The Nice", fu tratto dal concerto del 4 ottobre 2002 alla Royal Concert Hall di Glasgow e subito promosso con una nuova tournée, stavolta di dieci date, che mantenne la formula collaudata del doppio spettacolo. La fine di questo secondo tour, il 23 ottobre 2003 al Colosseum di Watford, divenne per il trio l'ultima apparizione pubblica in assoluto. Emerson aveva altri impegni e Davison si ammalò di un tumore che lo avrebbe portato alla morte nell'aprile del 2008, a 65 anni. Keith Emerson stesso si sarebbe suicidato a marzo del 2016: evento nerissimo, che ha spinto alle lacrime molti di noi appassionati e ha posto definitivamente fine alla storia di The Nice.

Keith Emerson & The Nice - "Karelia Suite"
(dall'album Vivacitas, 'live at Glasgow 2002')

In onore del genetliaco di Keith Emerson
Nell'ultimo video di questa prima parte di articolo: Rachel Flowers (compositrice e polistrumentista nata nel 1993 in California, cieca fin da bambina) esegue "Tarkus"... più uno stralcio di "Epitaph", come Keith usava fare nei live.
L'impianto strumentale è quello originale del grande mago delle tastiere: Moog e organo Hammond C3.




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9/10/22

Banco Del Mutuo Soccorso: 'Orlando: Le Forme dell'Amore'

 Il 23 settembre esce, ufficialmente,  il concept con cui il Banco festeggia il 50° anno di attività! Ancora un'operazione impegnata e impegnativa, un'opera intensa e di vasto respiro, a coronare una storia che ha portato il gruppo a essere considerato, anche all'estero, tra le punte di diamante del rock progressivo (di tutti i tempi e di tutti i luoghi geografici!).

"La Pianura Rossa" è uno dei brani tratti da Orlando: Le Forme dell'Amore (Inside Out Music). L'altro single - derivato dallo stesso concept e presentato in precedenza - è "Cadere o volare".




Ineguagliabile, questa band! Che (si può già adesso affermare tranquillamente) raggiunge, con Orlando...,  un nuovo apice della sua lunga e onorata carriera. 







Tracklist:

      1. Proemio (cover version) 
      2. La Pianura Rossa 
      3. Serve Orlando Adesso 
      4. Non Mi Spaventa Più L’amore 
      5. Non Serve Tremare 
      6. Le Anime Deserte Del Mondo 
      7. L’isola Felice 
      8. La Maldicenza 
      9. Cadere O Volare 
      10. Il Paladino (
      11. L’Amore Accade 
      12. Non Credere Alla Luna 
      13. Moon Suite 
      14. Come È Successo Che Sei Qui 
      15. Cosa Vuol Dire Per Sempre 

La lunghezza dei brani va dai 3 minuti ca. ai 6-7 minuti, tranne "Moon Suite", che supera gli 11.



Vittorio Nocenzi ha lavorato al progetto per anni, insieme al figlio Michelangelo e al paroliere Paolo Logli. Narrare il poema dell'Ariosto in un italiano moderno e non in quello del XVI secolo e renderlo "commestibile" in un mix di forma e spirito, di musica immaginifica e narrazione di senso compiuto, dev'essere stata un'operazione intellettuale non da poco.


Formazione attuale:

Vittorio Nocenzi
Voce, pianoforte e tastiere


Filippo Marchegianni
Chitarra e voce


Nicola Di Già
Chitarra

Marco Capozi
Basso

Fabio Moresco
Batteria


Tony D'Alessio
Voce


 ... senza mai dimenticare Francesco Di Giacomo




La scelta di cantare solo in italiano (come sul precedente Transiberiana) conferma la volontà del Banco di rimanere fedele alla propria linea. Incluse nel booklet ci saranno comunque le traduzioni in inglese, insieme a delle note esplicative per il pubblico fuor d'Italia.


L’album sarà disponibile come Limited CD DigipakGatefold 180g 2LP+CD e in digitale.

Preorder qui: https://bancodelmutuosoccorso.lnk.to/Orlando-LeFormeDellAmore









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