... e quest'altro.
Alquanto... beatlesiana: "Blood And Rockets, Movement I..."
Line-up nel primo album, Catapilla
Anna Meek - voceRobert Calvert - fiatiHugh Eaglestone - fiatiGraham Wilson - chitarraThiery Rheinhart - wind instrumentsDave Taylor - bassoMalcolm Frith - batteria
Musicisti aggiunti
Ralph Rolinson - tastiere
Carl Wassard - basso
Bryan Hanson - batteria
Aggiunte sbadate ma essenzialiAlcuni credono che il Robert Calvert dei Catapilla sia il medesimo Robert Calvert degli Hawkwind. Non è così. Il primo è un sassofonista (vedi questa lunga intervista in inglese), il secondo un poeta e cantante. Il sassofonista purtroppo non ebbe la carriera che meritava; arrivò però a suonare tanto e con vari gruppi e artisti, tra i quali David Aellen e con i Mother Gong negli Anni '90 (intanto il Robert Calvert cantante era morto: nel 1988).L'altra cosa da sapere è che Anna Meek aveva una sorella, Jo. E l'originale cantante dei Catapilla era proprio Jo Meek, che però lasciò il gruppo per andare a cantare in Waiters on the Dance, un album dello scrittore di fantascienza e organista Julian Jay Savarin, titolare della band Julian's Treatment. Anna quindi prese il posto della consanguinea. E, in Changes, riuscì a fare un lavoro davvero... astrale. Se la traccia canora di Catapilla risulta... beh, fuori di sesto, non è del tutto colpa sua. Le avranno detto: "Noi suoniamo. Tu imbastisci qualcosa. Inventa!"
Le qualità canore sono presenti (lo appuriamo in Changes), e anche il carattere; ma non siamo propriamente al cospetto di una Grace Slick.
Leggi un altro articolo circa i Catapilla sul blog di Derek Anderson (in inglese)
Controlla la disponibilità dei due album dei Catapilla nel mercato dell'usato
Round Goes The GossipRound Goes The GossipRound Goes The Gossip...Extemplo libyae magnas it fama per urbes,Fama, malum qua non aliud velocius ullum.Mobilitate viget virisque adquirit eundo;Parva metu primo, mox sese attollit in auras.Ingrediturque solo et caput inter nubila condit.
Link: "Where Are They Now?" - The Tangent
(una breve biografia della band sul nostro blog)
Storia di un quinquennio
Con la Chrysalis Records firmarono nell'aprile del 1975, e questa etichetta li accompagnerà fino al termine della loro strada. I rapporti con la precedente label, la WWA (fondata da Patrick Meehan, loro manager nonché manager dei Black Sabbath), si erano complicati non poco, dato che più volte la WWA aveva cercato di indirizzarli a suoni più commerciali. Dunque, esce per la Chrysalis Free Hand. E l'album si rivela essere il maggior successo di vendite della loro carriera - almeno negli U.S.A., dove raggiunge la 48sima posizione nella US Billboard 200. (Nel Regno Unito, invece, il risultato non fu così esaltante.)Intanto il prog-rock entra in crisi (almeno così ci dicono le cronache): il punk, insieme al solito pop, domina il mercato, influenzando le scelte e i gusti di molti musicisti.Nel 1976 i Gentle Giant pubblicano Interview, album ugualmente pieno, come i precedenti, di trovate e soluzioni musicali affatto "popolari". Diremmo anzi che, dei loro album finali, proprio Interview è quello che ci piace di più, in quanto redifinisce il progressive in direzione jazz e sperimentazione, senza alcun compromesso con il pop. Esecuzione brillante di composizioni strutturate in maniera... de-strutturale. La riteniamo un'opera da 10 +. Ma, certo, è questione di gusti. Uno dei brani migliori è proprio il conclusivo "I Lost My Head" (sì: quello che dà il titolo all'antologia che stiamo recensendo in questo articolo), pezzo che alterna momenti di quiete ad esplosioni hard rock, ben sorrette da armonici arpeggi di chitarra acustica e incisivi riff di elettrica. L’architettura di "I Lost My Head" ricorda alcuni brani coevi dei Jethro Tull e in parte anche i King Crimson. Comunque sia: Interview non ha lo stesso successo del precedente (probabilmente anche perché qui si rinuncia a ogni pur minimo abbozzo di musica medievale).
Il prog è ancora presente ma assume connotati più psichedelici - e alcuni dicono pop - in The Missing Piece (tuttavia è un gran bel sentire, fidatevi di noi!). In Giant For A Day, sì, la band si presta a sonorità più pop. Ma niente di così disdicevole!Il "Gigante Gentile" si trasferisce negli Stati Uniti, dove registra nel 1979 - e pubblica nel 1980 - Civilian, album in cui si sentono già le sonorità elettroniche degli Anni '80. Da lì a poco, i Gentle Giant termineranno la loro produzione artistica.Tutti i dischi usciti dopo il 1980 sono raccolte antologiche (come questo I Lost My Head - The Chrysalis Years) oppure riproposte e riscoperte di registrazioni live del passato.
I musicisti:Derek Shulman (vocals, saxes, alto sax, descant recorderm bass & percussion)Ray Shulman (bass, violin, acoustic guitar, descant recorder, trumpet, vocals & percussion)Gary Green (electric, acoustic & 12 string guitars, alto & descant recorder, vocals & percussion)John Weathers (drums, tambour, vibes, percussion & backing vocals)
I CD:Disc One - Free Hand (1975) (con 6 bonus tracks, delle quali 3 della John Peel session, 1975)Disc Two - Interview (1976)- The Missing Piece (1977)Disc Three - Playing The Fool (live 1976)Disc Four - Giant For A Day (1978)- Civilian (1980)
M.P. & Records presenta: Stati Equivoci dell'Essere
"Flussi elettrici equidistanti ci circondano adesso.
Non sei, non sai, non puoi. Ma vorresti essere immortale o essere reale?"
(Dal primo brano, "Stati Equivoci dell'Essere")
Due anni dopo Tentacles and Miracles, che ne segnò l'esordio, il sodalizio binomiale Cosimo D'Elia (C.D'E.) e Francesco Festinante ci presenta un nuovo lavoro, con testi in italiano stavolta, e l'apporto, con il suo basso fretless, del mitico Richard Sinclair (Camel, Caravan, Hatfield & the North, Caravan of Dreams). Hanno inoltre contribuito alla riuscita dell'opera seconda de Il Sogno Di Rubik: Vito Rizzi (organo, mellotron e synth su "Animali Sintropici"), Carmine Fanigliulo (violino e viola), Vincenzo Vitti (violoncello), Mino Inglese (trombone), Roberto Sacco (mix e mastering).
Trailer
Si parte con la traccia che dà il titolo all'album: "Stati Equivoci dell'Essere". Le porte si schiudono su retropassaggi cibernetici e ci ritroviamo a guardare un ego imprigionato in una gabbia di ansie, un ego che ha tuttavia voglia di riscatto. Ma come si fa a non accorgersi del "fruscio delle stelle"?...
Comincia così. E l'ultradinamica di Tentacles & Miracles non tarda a ristabilirsi già in questa canzone iniziale (assai dark nella seconda parte e che, chissà perché, ci fa pensare a Philip K. Dick) per riconfermarsi al più tardi nel secondo brano, "Animali Sintropici", tramite cui decolliamo.
"Canti e suoni trascendono,
Corpi astrali in preda a follia.
Voci urlanti, gli Assiri sono alle porte della città
Torri al cielo, lodi a Crom,
La freccia del tempo ha stregato il pensiero
Vecchi druidi raccontano storie su un regno nell'ombra
Neve e sangue nascondono l'unicità.
Se qualcosa può andar male non è detto che lo farà!
E scopro onde retrocausali che si diffondono…
(...)
Particelle subatomiche intrise di volontà,
Alice nel Quantumland e l’equazione di Dirac
E se Dio giocasse a dadi con il mondo e l'universo,
Tra un milione di varianti
Sceglierebbe gli svitati e i quanti" (...)
Si prosegue alla grande, traccia per traccia, attraverso la piacevole singolarità dal titolo "Chanson Balladée", fino all'ultimo, lungo brano (oltre 10 minuti): un gioiello in tutto e per tutto: "Jerofante".
(...) "Siamo viaggiatori tra le dimensioni del tempo
chissà dove sei! Lontano e sfinito,
ma poco al di là c'è il mistico velo.
Il mago che è in te ancora non sa
che un umile servo può plasmare il vero.
Se potessi riascoltare i nastri del passato
per scoprire in quali corpi, in quali mondi sono nato...!" (...)
Se Tentacles and Miracles era il viaggio onirico di un gruppo di persone all'interno di un labirinto, ricerca affannosa che avveniva sotto la supervisione di "Tentaclenight" - entità antagonista ma non necessariamente un mostro da incubo -, questo Stati Equivoci dell'Essere si presenta meno come concept e più come un'antologia di canzoni dove C.D'E. e Francesco Festinante dimostrano che non disdegnano le bizzarrie, le sperimentazioni. Il cubo di Rubik è un gioco, no? Beh, Il Sogno di Rubik non può esimersi dal giocare!
Ad esempio, Mino Inglese, batterista, è al trombone; e alle registrazioni ha partecipato anche Vito Rizzi (componente della live band) con organo, mellotron e sinth, cui si è aggiunta un'altra stravaganza: il tecnico del suono Roberto Sacco, batterista, ha voluto dare un suo contributo con i sintetizzatori. Vincenzo Vitti, un compositore chitarrista innamorato della sua telecaster, sta qui a suonare il violoncello. (Sì, ma non esageriamo: anche se un grande chitarrista sperimentatore, Vitti è comunque un violoncellista diplomato al conservatorio...)
Su "Jerofante", Festinante ha inserito un suono general midi... Roba superatissima, ma il musicista ha voluto rispolverare questa tecnica in segno di omaggio ai primi suoni "elettronici" che utilizzava al tempo del vecchio PC, PC con il quale iniziò a comporre e su cui usò via via programmi più professionali. Stiamo parlando della fine degli Anni '90. Il risultato in "Jerofante" è semplicemente sgargiante, vistosamente felice. Tanto è vero che non ci stanchiamo di riascoltare questo brano, in loop.
Le registrazioni hanno coinvolto il Nacholibre Studios di Andrea Rovetta a Cardano al Campo-Varese per il tracking voce, il Criptalie Recording Studio a Grottaglie-Taranto per le riprese di violini e viole di Carmine Fanigliulo e l'Aloora Studio di Londra per il mix e il mastering, affidati al sunnominato Roberto Sacco, che è stato anche coproduttore artistico dell'album, insieme con Francesco Festinante e Cosimo D'Elia.
La scelta di affidare parte della produzione artistica a una nuova leva da anni residente in Gran Bretagna è stata fatta allo scopo di ottenere innovazioni anche in campo sonoro.
Assecondando lo spirito di sperimentazione, la voglia di "giocare", è emersa un'altra esigenza: mentre il primo disco era cantato in inglese ma missato in Italia, Stati Equivoci dell'Essere è cantato in italiano (come da tradizione del nostro prog), però si è voluto cercare un suono più British, missandolo appunto in Inghilterra.
Dalle note del bollettino di stampa:
"Ci si proponeva di rendere l'album alquanto relaxed nelle esecuzioni, meno maniacalmente preciso rispetto a quello precedente. Per lo stesso motivo, si è optato per l'utilizzo di amplificatori valvolari ed effettistica analogica; paradossalmente, anche per la batteria!"
"Meno maniacalmente preciso..." Tuttavia lo stile è stile, l'arte è l'arte, e quello che producono D'Elia, Festinante & Amici è un lavoro che, nuovamente, diletta e sollecita i fini intenditori con i suoi tecnicismi e le invenzioni. (Basta l'ascolto di "Frattali e santi", davvero bella e flippante con i suoi effetti raffinati.) La forma "canzone" è presente, la massa potrebbe dunque prenderne e mangiarne tranquillamente (e speriamo lo faccia!), ma l'impronta stilistica del duo rimane incontaminata. L'acceleratore di particelle Il Sogno Di Rubik non tenta necessariamente di portare armonia nel caos, bensì ci fa sobbalzare sulla giostra, mentre va trasmettendo messaggi nei quali - per quanto semicriptici - ci riconosciamo benissimo o che comunque accendono una lucetta nella nostra mente.
"La tentazione è un libro sul potere e sulla vanità,
apparenze screpolate ci divorano mentre
io e te ora siamo in fuga senza respiro" ("Con le mani legate")
"E l'uomo è come un'antica piramide:
al suo interno l'universo, la sacralità" ("Frattali e santi")
e
"La terra inizia a tremare, è un'onda che arriva dal mare.
La terra inizia a tremare, è zolfo il fumo che sale.
La preda non sa dove andare. È l'uomo, si crede immortale." ("Jerofante")
L'entropia di suoni alla fin fine viene compattata dalla stupenda voce di C.D'E. (D'Elia è uno dei migliori cantanti in giro; al di là del genere prog!). Cosimo tiene il ritmo persino sull'aritmia di "Con le mani legate", uno dei due-tre pezzi migliori con il suo refrain perfetto. (Ma poi abbiamo ascoltato "Jerofante" e siamo rimasti senza parole: troppo ben riuscito!) E i sei brani offrono un quadro d'insieme, in qualche modo, e, come pentagramma, sono sapientemente vari e variegati. Certe canzoni ci arrivano addosso con una valanga inarrestabile di note, ricordando a volte il jazz-rock, la fusion, in stile King Crimson. E poi abbiamo gli intermezzi del tipo di "Frattali e santi", dove almeno c'è possibilità di tirare il fiato.
Festinante questa volta ha usato un Jaguar Bass (in Tentacles and Miracles era uno Stinger "Precision Style", quindi un basso più usato nel prog rock). Inoltre le chitarre Gibson Les Paul Custom Shop, Gibson Les Paul Signature T, Fender Stratocaster metà Anni '70, Fender Super Strat Japan '86 e acustica Martin. Amplificatori: Orange e Farfisa Anni '60.
L’artwork è stato affidato all'artista fotografico Stefano D'Elia.
Tracklist:
Stati Equivoci dell'Essere, 9'25''
Animali Sintropici, 5'30''
Frattali e santi, 4'
Chanson Balladée (L'Almanacco di Rubik), 2'50
Con le mani legate, 3'30''
Jerofante, 10'20''
Stati Equivoci dell'Essere, prodotto da Vannuccio Zanella e da Il Sogno Di Rubik, è uscito oggi, 4/04/2022, per l'etichetta M.P. & Records, con le edizioni di Micio Poldo edizioni musicali e distribuzione G.T. Music Distribution.
"Simboli e croci ci guardano da vicino e da lontano.
Siamo viaggiatori tra le dimensioni del tempo.
L'incedere dei suoi passi è come un tuono a ciel sereno,
È un richiamo che nel profondo alberga nell'ombra.
Lì non si può squarciare il velo, squarciare il velo.
Lì non si può squarciare il velo, squarciare il velo."
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