4/06/22

Gentle Giant - "I Lost My Head" ('The Chrysalis Years')

Senza dubbio, tra tutte le band degli Anni '70 ascrivibili al progressive rock, i Gentle Giant sono stati i più immediatamente riconoscibili, con il loro stile che i critici chiamavano "contrapuntal" ("contrappuntistico", dunque) e il loro senso dell'umorismo. Davvero unici!

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Difficile dire che cosa era - ed è - la loro musica veramente. Si presenta come un mix di blues e jazz-rock con inserti di ballate medievali, di minisinfonie barocche, il tutto caratterizzato da arrangiamenti vocali complessi e frequenti cambi di tempo. Le loro prime copertine (quella di Octopus venne disegnata da Roger Dean) presentavano caratteri di scrittura in 'Old English' e magari qualche sprovveduto comprava i loro dischi credendo di essersi imbattuto in un "normale" gruppo prog, un po' alternativo forse ma pur sempre richiamante atmosfere folk. E invece no: loro sono ben oltre!
Stiamo parlando dei Gentle Giant fino a Interview.
Poi ci fu la svolta. "Poi": quando sembrò anche a loro una necessità improrogabile abbandonare - almeno in parte - i sentieri progressivi.
I Lost My Head contiene tutto quello che i Gentle Giant hanno registrato con la Chrysalis tra il loro momento di maggior successo commerciale, nel 1975 (Free Hand) e l'ora del loro scioglimento, cinque anni dopo. 




Storia di un quinquennio 

Con la Chrysalis Records firmarono nell'aprile del 1975, e questa etichetta li accompagnerà fino al termine della loro strada. I rapporti con la precedente label, la WWA (fondata da Patrick Meehan, loro manager nonché manager dei Black Sabbath), si erano complicati non poco, dato che più volte la WWA aveva cercato di indirizzarli a suoni più commerciali. Dunque, esce per la Chrysalis Free Hand. E l'album si rivela essere il maggior successo di vendite della loro carriera - almeno negli U.S.A., dove raggiunge la 48sima posizione nella US Billboard 200. (Nel Regno Unito, invece, il risultato non fu così esaltante.)

Intanto il prog-rock entra in crisi (almeno così ci dicono le cronache): il punk, insieme al solito pop, domina il mercato, influenzando le scelte e i gusti di molti musicisti. 
Nel 1976 i Gentle Giant pubblicano Interview, album ugualmente pieno, come i precedenti, di trovate e soluzioni musicali affatto "popolari". Diremmo anzi che, dei loro album finali, proprio Interview è quello che ci piace di più, in quanto redifinisce il progressive in direzione jazz e sperimentazione, senza alcun compromesso con il pop. Esecuzione brillante di composizioni strutturate in maniera... de-strutturale. La riteniamo un'opera da 10 +. Ma, certo, è questione di gusti. Uno dei brani migliori è proprio il conclusivo "I Lost My Head" (sì: quello che dà il titolo all'antologia che stiamo recensendo in questo articolo), pezzo che alterna momenti di quiete ad esplosioni hard rock, ben sorrette da armonici arpeggi di chitarra acustica e incisivi riff di elettrica. L’architettura di "I Lost My Head" ricorda alcuni brani coevi dei Jethro Tull e in parte anche i King Crimson. Comunque sia: Interview non ha lo stesso successo del precedente (probabilmente anche perché qui si rinuncia a ogni pur minimo abbozzo di musica medievale).
Il prog è ancora presente ma assume connotati più psichedelici - e alcuni dicono pop - in The Missing Piece (tuttavia è un gran bel sentire, fidatevi di noi!). In Giant For A Day, sì, la band si presta a sonorità più pop. Ma niente di così disdicevole!
Il "Gigante Gentile" si trasferisce negli Stati Uniti, dove registra nel 1979 - e pubblica nel 1980 - Civilian, album in cui si sentono già le sonorità elettroniche degli Anni '80. Da lì a poco, i Gentle Giant termineranno la loro produzione artistica.
Tutti i dischi usciti dopo il 1980 sono raccolte antologiche (come questo I Lost My Head - The Chrysalis Years) oppure riproposte e riscoperte di registrazioni live del passato.


La preziosità di questa raccolta è che agli album in studio Free Hand, Interview, The Missing Piece, Giant For A Day e Civilian si unisce l'album dal vivo del 1976 tanto amato dai fans, Playing The Fool
Si trovano inoltre, nei 4 CD, brani delle John Peel sessions (1975), 7" mixes, esecuzioni dal vivo e un paio di B-Sides.

Ore e ore di gioia per chi ama la musica sofisticata e i tecnicismi da capogiro! Anche là dove i Gentle Giant sembrano voler far l'occhiolino ai Genesis di Phil Collins (neo-prog) e a un rock'n'roll / hard rock fatto per divertire e far ballare, la tecnica e la bravura rimangono ai livelli massimi.




  I musicisti:

Derek Shulman (vocals, saxes, alto sax, descant recorderm bass & percussion)
Ray Shulman (bass, violin, acoustic guitar, descant recorder, trumpet, vocals & percussion)
Gary Green (electric, acoustic & 12 string guitars, alto & descant recorder, vocals & percussion)
John Weathers (drums, tambour, vibes, percussion & backing vocals)

 


  I CD:

Disc One - Free Hand (1975) (con 6 bonus tracks, delle quali 3 della John Peel session, 1975)

Disc Two - Interview (1976)
         - The Missing Piece (1977)

Disc Three - Playing The Fool (live 1976)

Disc Four - Giant For A Day (1978)
          - Civilian (1980)



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