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8/09/23

Tangerine Dream, 'The Electric Mandarine Tour'

(Video: Zurigo, 7 maggio 2012)




Come un po' tutto il Krautrock (Ash Ra Temple, Klaus Schultze, Amon Düül, e inoltre Jane, Neu!...), anche i Tangerine Dream sono figli putativi di Karlheinz Stockhausen
Altre influenze della band, che il lituano-tedesco Edgar Froese guidò fino all'ultimo (la sua morte avvenne nel 2015): Ligeti, Corelli, Ravel, Beethoven, Terry Riley, Steve Reich... oltre a qualche visionario della letteratura: William Blake, il nostro Dante...

Strumenti: sintetizzatori a iosa, e poi chitarre, flauto, percussioni, basso, archi (violino, violencello), sassofono.

In questo concerto (a Zurigo) suona, insieme ai Tangerine Dream, la splendida artista viennese Linda Spa. La Spa rimase con i Tangerine Dream per diversi anni, fino al 2015, in qualità di sassofonista e tastierista; pur non andando sempre in tournée con loro.

 

Due delle tappe dell'Electric Mandarine Tour 2012 toccarono anche l'Italia: Padova e Milano.







3/09/23

Jazznesis: i Genesis in jazz

Jazznesis: il rock progressivo dei Genesis adattato al jazz. Niente male come idea. E vi si sente anche una punta (o più) di flamenco e bossa nova. 
Questo è un mix spettacolare anche per i più ortodossi amici del jazz. Immaginatevi canzoni immortali del rock sinfonico quali "Firth of Fifth", "Supper's Ready" e "Time Table" "ricreate" in maniera sincopata, tra blue notes e scala modale!



Titolare del progetto è Jaume Vilaseca, dalla Spagna, e vera colonna portante del gruppo è la cantante, Mar Vilaseca, che di Jaume è la figlia.
Sentiamo di seguito alcuni esempi, per renderci conto della validità di Jazznesis (che infatti ha fans in tutto il mondo... ed è stato anche ospite del Trasimeno Prog).








Esiste Jazznesis, ma si trovano anche Jazznesis II e Jazznesis III, e Jaume Vilaseca ha continuato a perseguire la sua passione di rendere in maniera sofisticata i già sofisticati toni e atmosfere della band inglese formando il Jaume Vilaseca Trio. Ed esiste anche un Jaume Vilaseca Quartet! Insomma: basta immettere, nei motori di ricerca, il nome del pianista, e si atterra immancabilmente nella magica zona "genesisiana" da lui voluta e ormai planetariamente nota.






Discorso persino più interessante riguarda Mar Vilaseca, alla quale piace muoversi entro uno spettro più ampio di generi e stili.











Una "fusion" perfetta!

"Fountain of Salmacis", eseguita dal Jaume Vilaseca Trio... che è piuttosto un quartetto:
Fredrik Carlquist on sax, Jaume Vilaseca on piano and arrangements, Dick Them on double bass, Ramon Diaz on drums.


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1/21/23

I Nucleus



I londinesi Nucleus sono, insieme ai Soft Machine, tra i pionieri del jazz rock e della fusion.
Formati dal trombettista Ian Carr nel 1969, rimasero attivi per un trentennio.


1973... e, sotto, live nel '74



Carr era una delle due "star" del Rendell-Carr Quintet, con cui raccolse molti applausi negli Anni Sessanta e dove, come pianista, figurava Michael Garrick (tra i jazzisti britannici più importanti in assoluto). 

Il nuovo progetto - appunto i Nucleus - rappresentò il Regno Unito al Festival di Montreaux del 1970... e si aggiudicò il primo premio. Quindi ci fu lo sbarco in America, con la partecipazione al Newport Jazz Festival.


 


I Nucleus incisero una dozzina di album e furono di ispirazione a tanti altri gruppi e artisti. Il loro suono (che includeva parti atonali) progredì negli anni, incorporando atmosfere e sonorità del rock progressivo e di quello psichedelico e, da circa la metà degli Anni Settanta, ritmi funk.


Lo stesso Ian Carr pubblicò ottimi libri sul jazz (Music Outside, 1973; Miles Davis: A Critical Biography, 1982; Keith Jarrett, The Man and his Music, 1992..) e curò alcuni programmi radiofonici per la BBC. La sua attività principale rimase la docenza.






Formazione iniziale:
 

Ian Carr (tromba/filicorno)
Karl Jenkins (piano, corno baritono, oboe)
Brian Smith (sassofono, flauto) 

Bernie Holland (chitarra)
Jeff Clyne (basso, chitarra basso) 

John Marshall (batteria)




 
Con il tempo nel gruppo si avvicendarono altri musicisti:


    Tromba e filicorno: Kenny Wheeler, Harry Beckett, Chris Batchelor
    Sax tenore, sax soprano, flauto: Bob Bertles, Phil Todd, Tim Whitehead
    Clarinetto, clarinetto basso, sax tenore: Tony Roberts, Tony Coe
    Piano e piano elettrico: Dave MacRae, Gordon Beck, Geoff Castle
    Chitarra: Chris Spedding, Allan Holdsworth, Jocelyn Pitchen, Ray Russell, Ken Shaw, Mark Wood
    Chitarra basso: Ron Mathewson, Roy Babbington, Roger Sutton, Billy Kristian, Mo Foster, Rob Burns, Dill Katz, Rob Statham, Joe Hubbard
    Batteria: Clive Thacker, Tony Levin, Bryan Spring, Roger Sellers
    Percussioni: Chris Karan, Trevor Tomkins, Aureo de Souza, Richard Burgess, Chris Fletcher
    Synthesizer: Keith Winter, Paddy Kingsland, Geoff Castle, Neil Ardley
    Voci: Norma Winstone, Joy Yates (moglie del pianista Dave MacRae), Kieran White
    Organo: John Taylor




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Altri links correlati (jazz-rock e dintorni)









9/24/22

Da Coltrane a Pharoah Sanders a Santana

Proponiamo due degli album di Santana che senza dubbio risentono dell'influsso della musica di Pharoah Sanders (jazz spaziale... e grande spiritualità).

Pharoah Sanders, celebre sassofonista di free jazz, si è spento oggi all'età di 81 anni. A darne notizia, l'etichetta Luaka Bop:


“Siamo devastati nel comunicare che Pharoah Sanders è scomparso”, si legge nel post. “È morto pacificamente, circondato dall’amore di familiari e amici a Los Angeles questa mattina. Sempre e per sempre l’essere umano più bello. Possa riposare in pace”.


 Sulla sua importanza nel jazz contemporaneo avevamo scritto in questo articolo (Topolàin)

O anche qui (mirror site).

Stava per compiere 82 anni, essendo nato a Little Rock, nell’Arkansas, il 13 ottobre 1940. Raggiunse la fama nel 1965, quando  John Coltrane, all’apice del successo, aveva deciso di rifondare il proprio gruppo scegliendo di farsi affiancare da un secondo strumento analogo al proprio. Quasi un passaggio di consegne dal risvolto drammatico: due anni dopo, "Trane" moriva prematuramente per un tumore non diagnosticato.
Sanders era uno dei rappresentanti più radicali del free jazz, musica sperimentale dalla forte valenza sociale che si sviluppò parallelamente con le grandi battaglie razziali di Martin Luther King e, soprattutto, di Malcolm X: il Black Power sarà sempre un marchio distintivo dei musicisti "Free".

L'ultimo suo disco, Promises, molto acclamato dalla critica, è stato registrato nel 2021 insieme al DJ Floating Points e alla London Symphony Orchestra.

Pharoah Sanders collaborò anche con Alice Coltrane, figlia di John. (Articolo circa Alice Coltrane.) 

Leggi su "le illuminazioni di Alice Coltrane e Carlos Santana" in quest'altro sito.

Le Divine Songs di Alice Coltrane.  


I due album di Santana cui accennavamo sono Caravanserai (1972, con Mike Shrieve alla batteria) e Love Devotion Surrender (1973, che Carlos Santana registrò insieme a un altro virtuoso della chitarra: John McLaughlin). 


Due dei migliori prodotti non solo del jazz-rock ma di tutta la musica contemporanea.


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4/17/22

L'integrità artistica dei Catapilla

                        Avanguardia, jazz-rock, psychedelic, rock sperimentale, prog-rock.

  


Line-up nel primo album, Catapilla

Anna Meek - voce
Robert Calvert - fiati
Hugh Eaglestone - fiati
Graham Wilson - chitarra
Thiery Rheinhart - wind instruments
Dave Taylor - basso
Malcolm Frith - batteria

 

Musicisti aggiunti
  Ralph Rolinson - tastiere
  Carl Wassard - basso 
  Bryan Hanson - batteria 




 

Changes.
Partecipano al secondo long-playingRobert Calvert (sassofono),  Anna Meek (voce), Graham Wilson (chitarra), Ralph Rolinson (tastiere), Carl Wassard (basso elettrico) e Brian Hanson (batteria).





Due soli album, ambedue per l'etichetta Vertigo: Catapilla e Changes (usciti rispettivamente nel 1971 e 1972), con tutta una serie di bravi suonatori. Obbligatoriamente, vanno ricordati un paio di nomi: al sax (più altri fiati) Robert Calvert (che non è lo stesso Robert Calvert degli Hawkwind!) e alla voce Anna Meek.
Proprio la voce dà adito a opinioni contrastanti. Infatti, se parliamo del disco di debutto, non soltanto la musica è improvvisata, ma anche i testi e... la modalità canora. Almeno nei primi quindici-venti minuti di Catapilla, Anna sembra fuori tono. Nel primo brano, "Naked Death", lei grida, ha vocalizzi rauchi, suona un po' come Yoko Ono. Poi, in "Tumbleweed", il pezzo successivo, la stessa voce diventa tenue e incerta. In generale la cantante dimostra di possedere una bella energia, ma in questo album è colta un po' troppo in presa diretta e senza una vera e propria preparazione. Il paragone migliore sarebbe quella di una Nico in acido. Ciò vale solo per Catapilla, lo sottolineiamo, che è registrato tra l'altro non benissimo, e vale nelle prime due tracce. Diciamo tre. "Embryonic Fusion", il quarto e ultimo brano - di circa 24 minuti - vede ancora una Anna Meek appesa al filo della estemporaneità ma che almeno sembra sapere un po' più cosa fare, forse conoscendo le note su cui cantare.
Come molti hanno giustamente scritto: se questo fosse stato un album strumentale, sarebbe stato un capolavoro indiscusso.


I Catapilla durante una gig nel 1971



Nel secondo disco dei londinesi, dunque Changes, l'ugola femminile risulta più ben integrata, anzi essenziale: viene spesso usata come uno strumento aggiunto. C'è un taglio omogeneo di tutta la musica, e - tra l'altro - i brani sono meno frenetici. Changes in effetti è il tentativo dei Catapilla di inserirsi nel mercato, dopo che i tour iniziali non suscitarono propriamente l'interesse del pubblico. Con la seconda prova siamo ancora nella dimensione prog jazz / psichedelia, tuttavia c'è più atmosfera, il gesto canoro è calibrato alla perfezione e i brani risultano più "pensati", meglio costruiti. Ci si attiene maggiormente a uno spartito, insomma, e si riscontra meno Sturm und Drang. È (si direbbe!) una psichedelia ma non da LSD. Ugualmente, l'ascoltatore viene trasportato verso altri lidi. Anzi: il "viaggio" riesce in Changes ancor meglio che in Catapilla. I brani evocativi non mancano, e stavolta anche grazie alla voce della Meek. 
Nei tedeschi Can, c'era Damo Suzuki che ricopriva un ruolo simile a quello che la Meek ha avuto nei Catapilla.

I due album vanno presi insieme, secondo noi, e apprezzati ambedue. Grandiosa l'artcover delle copertine, realizzate da Martin Dean... il fratello del più celebre Roger Dean!




     Aggiunte sbadate ma essenziali

Alcuni credono che il Robert Calvert dei Catapilla sia il medesimo Robert Calvert degli Hawkwind. Non è così. Il primo è un sassofonista (vedi questa lunga intervista in inglese), il secondo un poeta e cantante. Il sassofonista purtroppo non ebbe la carriera che meritava; arrivò però a suonare tanto e con vari gruppi e artisti, tra i quali David Aellen e con i Mother Gong negli Anni '90 (intanto il Robert Calvert cantante era morto: nel 1988).
L'altra cosa da sapere è che Anna Meek aveva una sorella, Jo. E l'originale cantante dei Catapilla era proprio Jo Meek, che però lasciò il gruppo per andare a cantare in Waiters on the Dance, un album dello scrittore di fantascienza e organista Julian Jay Savarin, titolare della band Julian's Treatment. Anna quindi prese il posto della consanguinea. E, in Changes, riuscì a fare un lavoro davvero... astrale. Se la traccia canora di Catapilla risulta... beh, fuori di sesto, non è del tutto colpa sua. Le avranno detto: "Noi suoniamo. Tu imbastisci qualcosa. Inventa!"
Le qualità canore sono presenti (lo appuriamo in Changes), e anche il carattere; ma non siamo propriamente al cospetto di una Grace Slick.


 Anna Meek. Né lei né la sorella Jo ("Lady Jo Meek") ebbero la ventura di potersi lanciare in una vera e propria carriera artistica


Leggi un altro articolo circa i Catapilla sul blog di Derek Anderson (in inglese)

Controlla la disponibilità dei due album dei Catapilla nel mercato dell'usato

Intervista a Robert Calvert (in inglese)

12/01/21

Ricordando Jaco Pastorius

Cominciamo con l'assolo di basso che cambiò la musica "pop".
Jaco Pastorius, "Donna Lee", brano di Charlie Parker.
Dall'album di debutto di Jaco. 





Oggi sarebbe stato il compleanno di Jaco Pastorius
. (1º dicembre 1951 – 21 settembre 1987)
Nick Beggs (bassista che ha suonato con Steve Hackett, Steve Howe e Steven Wilson) ha stilato una propria classifica dei 10 migliori bassisti. Vedi l'articolo (in inglese).


***
 
Un breve docufilm su Pastorius, che aveva una vita gravata da problemi ma che riuscì a diventare "il Jimi Hendrix del basso".



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Jaco Pastorius - Live in Montreal 1982


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Omaggio a Jaco Pastorius.
Tre fans avevano girato un video dedicato a uno dei loro idoli, il grande bassista Jaco Pastorius. Immagini andate perse, poi ritrovate. E, oggi, il genio di Jaco (purtroppo morto troppo giovane, come tutti ben sappiamo) risplende anche grazie a "The lost tapes".



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Qui la grande Joni Mitchell, dall'album - registrato dal vivo - Shadows And Light (1980). Con Jaco Pastorius al basso e Pat Metheny alla chitarra. Poesia e commozione!


Per ascoltare (e vedere) l'intero concerto, clicca qui.

L'album dal titolo Hejira della Mitchell, del 1976, era stato un lavoro che comprendeva - anche quello - un cast stellare, e anche quello venne impreziosito, e non di poco, dal basso di Jaco, presente in 4 dei brani registrati in studio. Jaco Pastorius divenne per un po' il bassista fisso della Mitchell: fu presente anche in Don Juan’s Reckless Daughter (1977) e Mingus (1979).


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... e siamo al "mercato nero" come ce lo raccontarono i Weather Report. Eh sì, qui, in "Black Market", al basso c'è Pastorius.

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Tra i più grandi e influenti bassisti di sempre: Jaco Pastorius. In questo brano troviamo al pianoforte nientedimeno che Herbie Hancock.

10/23/21

Mauro Mulas Trio - 'Chiaroscuro'

 Biografia di Mauro Mulas



 Mauro Mulas nasce a Nuoro il 31/05/1977.

Inizia lo studio del pianoforte all’età di quattro anni.

La possibilità sin dall’età di otto anni di suonare ed esibirsi con una band di suo zio è determinante nel suo backgroud culturale oltreché nell’approccio con la musica, e questo lo porta ad avvicinarsi a generi come il rock, il blues e il jazz.

Nascono cosi i primi esperimenti musicali orientati decisamente verso il Rock progressive con il gruppo Entity, da lui fondato, con cui incide due demo; “Il Naufragio della speranza” del 1999 ed “Entità Doppia” del 2002, e il disco pubblicato a fine 2013 Il Falso Centro, edito dalla Locanda del Vento, una diramazione dell’etichetta Lizard.

La ricchezza di spunti del progressive lo stimola all’approfondimento degli studi musicali.

Studia presso il conservatorio di Cagliari dove consegue il compimento inferiore di composizione sotto la guida del Maestro Franco Oppo nel 1999 e la laurea di I e II livello in musica elettronica nel 2007 a pieni voti con Sylvian Sapir ed Elio Martusciello.

Compie inoltre numerosi studi Jazzistici con musicisti di fama internazionale come Dave Liebman, John Taylor, Steve Lacy, Paolo Fresu, Roberto Cipelli e Peter Waters, approfondendo lo studio del pianoforte jazz, della composizione e arrangiamento.

Ha collaborato con il Centro Sardo Studi e Ricerche, con “Gli amici della musica” e con Spazio Musica in qualità performer, tecnico del suono e curatore del live electronics in numerosi concerti.

Svolge un’attività concertistica in qualità di tastierista e pianista jazz collaborando con numerosi musicisti.

Nel 2001 apre il concerto dei Jethro Tull a Cagliari con il gruppo KTL.

Nel 2004 suona al Festival “Time in Jazz”.

Nel 2006 suona con il gruppo Blu:z Tep al festival Narcao Blues.

Sempre nel 2006 suona al festival In progress one con il gruppo KTL.

Nel 2007 suona al festival Sant’Anna Arresi jazz con il saxofonista Max Ionata.

Nel 2011 suona all’European Jazz Expo con la Paolo Nonnis Super Band.

Nel 2014 suona con Antonella Ruggiero in una rassegna presso Villa Piercy, nelle montagne di Bolotana.

Continuano le numerose rassegne e concerti come pianista della Paolo Nonnis Big Band, con la resident band del club Jazzino di Cagliari, con cui accompagna numerosi ospiti nazionale ed internazionali.

Collabora inoltre con altri numerosi artisti, tra cui il cantautore Flavio Secchi e lo storico gruppo hip pop sardo Balentia.

Ha composto ed eseguito due pezzi in piano solo nel disco lliad, prodotto da Colossus project ed edito dalla Musea nel 2010. Prende parte anche ai progetti Decameron part II e Decameron Part III, entrambi prodotti da Colossus project ed editi da Musea, per i quali realizza due suite.

Nel febbraio 2012 viene pubblicato il cd del progetto originale M’organ Quartet, edito da Ultrasound records, nel quale viene registrato anche un brano di sua composizione.

 


Svolge una intensa attività in studio di registrazione lavorando come turnista, performer, produttore e tecnico del suono specializzato in mixaggi e mastering in numerose produzioni.

Ultimamente sta lavorando ad un suo progetto solista con una imminente uscita discografica e collabora ad un progetto recentemente finanziato dalla Regione Sardegna, che relaziona la musica con il nuoto, legato sia ad atleti agonisti che paraplegici, lavorando sulla musica che serve ad aiutare gli atleti nella loro attività sportiva.



 Buy!   (G.T. Music)

    Distribuzione: G.T. Music Distribution

       Pubblicato da: Micio Poldo Edizioni Musicali

 

La formazione a tre sembra essere la dimensione ideale per Mauro Mulas, il quale anche in passato ha fatto spesso uso di questa formula. 


   Un trio di Mauro Mulas leggermente diverso: mentre alla batteria vediamo Pierpaolo Frailis (presente anche in Chiaroscuro), invece del contrabbasso di Atzori c'è qui Roberto Deidda alla chitarra; e Mulas non suona il piano ma le tastiere elettriche.


Chiaroscuro è certamente uno dei capisaldi della pur lunga e intensa carriera del musicista nuorese. Dopo gli studi (composizione e musica elettronica) e le esperienze con il gruppo Entity, nonché innumerevoli esibizioni e lavori di registrazione e produzione per vari artisti, si è unito a due compagni di palco -  il contrabbassista Alessandro Cinzio Atzori e il batterista Pierpaolo Frailis - ed ecco questo album, con musica scritta e arrangiata da Mauro Mulas, qui al pianoforte e non, come altrove, ai sintetizzatori.


   Mauro Mulas Trio - "Il senso della vita", breve spezzone dal vivo




Da un'intervista a Mauro Mulas su 'Arlequins' a proposito del progetto "prog" Entity.


"Come musicista hai qualche tastierista a cui ti ispiri, o che ti piace particolarmente?"


"A parte Keith Emerson, sicuramente Jan Hammer. Anche Chick Corea mi piace molto. Per restare in campo progressive, un altro è Rick Wakeman, anche se non apprezzo in particolare il suo modo di restare spesso ancorato a certe soluzioni barocche. Un lavoro che mi piace molto degli Yes è Tales from Topographic Ocean, che contiene a mio avviso molte idee originali."




 
Chiaroscuro


Tracklist

1. Un Giorno Ancora 3:52

2. Agitazione 6:40

3. Grey 7:27

4. Bobcat 5:51

5. Equilibrio Precario 5:04

6. Milonga 5:37

7. Trash Blues 4:47

8. Ballad 5:51

9. Chiaroscuro 6:40

10. Vertical 3:09

11. Il Senso Della Vita 3:48



L'incipit, "Un giorno ancora", è una fantasia pianistica, quasi memoria della "sapienza" prog rock, non solo strettamente classica e jazzistica. Il motivo viene ripetuto con lievi variazioni, esplorato nelle sue potenzialità. Da questo punto si dipana una serie di note che ci prende, ci intriga, e ancora Atzori e Frailis accompagnano con una certa discrezione... finché non parte "Bobcat" e allora questo lavoro prende davvero quota anche in senso ritmico. 

Sono tutti pezzi gradevoli, alcuni entusiasmanti ("Vertical": quanta giocosità creativa!). Ma, muovendosi dall'alfa all'omega, e dunque dalla prima all'11sima traccia, il momento più alto in cui ci si imbatte nel CD è "Trash Blues", brano che ci costringe a battere il  tempo... se non addirittura a schizzare in piedi e ballare. Davvero ben fatto.

Il lirismo di "Ballad" (ottava traccia) precede la straordinarietà di "Chiaroscuro", pezzo giustamente scelto per battezzare l'album, per via della sua complessità e dell'interplay importante della pariglia bass+drums. Non stiamo comunque qui a parlare nel dettaglio delle altre tracce singolarmente: occorre solo ascoltarle, e goderne. 

In certi istanti, l'ascolto di Chiaroscuro ci riproietta dentro un club pieno di fumo, di quelli che un tempo si era soliti frequentare (e non solo a Harlem o a St. Louis!), con un palcoscenico angusto sopra a cui si scatena la grandezza di geni sconosciuti del jazz e la cameriera che fa la spola tra il bar e le zone d'ombra.

La song dal titolo "Il Senso Della Vita" è una chiusura "a fronte serena", il messaggio di uno spirito illuminato, di qualcuno che ha finalmente trovato pace.

Donando questa pace, questa nuova consapevolezza, anche a noi.

E rimettiamo il disco sul piatto (cioè: facciamo ripartire l'album sul nostro mp3-player), tornando ad assaporarne ogni nota, tutte le sfumature...


   "Un giorno ancora", una delle composizioni presenti in Chiaroscuro


 


 Un particolare dell'immagine della cover



La bella copertina, opera di OndemediE, dà il senso "crepuscolare-tranquillo" della musica, con il vento al minimo (si deduce dalla manica a vento nella foto) e un paesaggio anch'esso "minimale", si direbbe, rarefatto: simbolo di libertà e forse anche di rassegnata solitudine. Nei brani di Chiaroscuro c'è energia, competenza, a tratti gioia, ma scaturita - si direbbe - dopo vari alti e bassi e per la raggiunta coscienza di dover mettere il sé (non l'ego, attenzione!) davanti al mondo.


Registrato a Cagliari nell'ottobre 2020 presso "La Lavanderia Studio" da Flavio Laconi


Mixaggio e mastering: Mauro Mulas e Andrea Locci

Producer – Mauro Mulas, Vannuccio Zanella

Mauro Mulas è anche su Spotify

L'album su G.T. Music

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Come già detto, prima di arrivare a Chiaroscuro, da protocollare la pubblicazione - "tarda", purtroppo - de Il Falso Centro, album degli "storici" Entity, banco di prova progressive del musicista sardo e di alcuni suoi accoliti di allora. Parliamo al passato poiché lo 'studio album' in questione venne realizzato tra il 2009 e il 2012, e, quando la Lizard (o meglio la Locanda del Vento, sua sottoetichetta) lo pubblicò nel 2013-2014, degli Entity in vero stavano pian piano svanendo le tracce: un altro capitolo assai interessante ma in pratica forse già chiuso di Mauro Mulas, il quale si muove in continuazione... per tornare ancora e sempre al suo grande amore, il jazz. 



Il Falso Centro è comunque un prodotto da scoprire, un "concept" tipicamente progressive, una serie di brani che formano un'unica storia. La narrazione si accentra sul risveglio di coscienza di un uomo, un uomo che vuole reimpossessarsi della propria vita e, per farlo, sa che occorre abbattere l'ego, che è frutto dell'invadenza di una società che risucchia le persone nei propri meccanismi. Il cantato è in italiano.



Songs / Tracks Listing (album Il Falso Centro)

1. Davanti allo specchio (4:45)

2. Il Desiderio (16:37)

3. Il Tempo (8:41)

4. Il Trip dell'ego (5:26)

5. "ANT" (9:27)

6. L'armatura (12:42)

7. La Notte oscura dell'anima (5:59)


Total Time 63:47


Line-up / Musicians

- Sergio Calafiura / vocals

- Marco Panzino / drums

- Marcello Mulas / guitars

- Gigi Longu / bass

- Mauro Mulas / keyboards


Releases information

Label: Lizard Records/Locanda del Vento (LDV0000007)

Country: Italy

Release date: 1st February 2014


Su etichetta e distribuzione GT Music Distribution

Buy!



   Mauro Mulas omaggia Keith Emerson: "Manticore"


In Chiaroscuro siamo più vicini a Thelonius Monk e a Chick Corea che non a Keith Emerson. Come abbiamo già largamente visto, Mulas padroneggia sia il linguaggio jazz che quello prog rock (genere che, è risaputo, tanto attinge dal jazz) e si districa molto bene sia con le impressioni marca John Coltrane che con le suites degli ELP. 

A John ('Trane') questo album sarebbe piaciuto. Ma anche a Markus Miller, a Pat Metheny... Il Mauro Mulas Trio, noi speriamo, non si fermerà a tale prova (superata alla grande), ma continuerà a suonare e pubblicare insieme.




 Mulas in una foto scattata sul palco insieme a Rubens Massidda ('Massidda & Mulas live'), 2013



Quest'altro progetto (vedi video sottostante) si chiamava KTL, nato dalle idee del musicista e producer Marco Angioni, che con l'aiuto di Mulas e di parte dei componenti degli Entity ha portato quei pezzi nati in studio in concerto.
Nel 2001 KTL ha aperto il concerto dei Jethro Tull al Molo Ichnusa e nel 2006 il gruppo si è esibito nel festival "InProgress One" di Sestu.


A parte le cose con gli Entity e i KTL, Mulas vanta numerosi collaborazioni con artisti e gruppi non solo sardi. Ha partecipato all'album I racconti del mare degli Akroasis di Pierpaolo Meloni, organizzatore del festival InProgress One, rivisitando per pianoforte due loro tracce. Ha partecipato al progetto Colossus Iliad, di Marco Bernard, con due brani per pianoforte di propria composizione (vedi su Spotify: Iliad, a Grand Piano Extravaganza). C'è poi da segnalare l'album del M'Organ Quartet, con il chitarrista Massimo Ferra: un lavoro di jazz-rock con qualche influenza progressiva.

Ha inoltre realizzato una composizione per l'ambizioso progetto Colossus sul Decameron: una suite in quattro parti dove suona pianoforte e tastiere e dove si sentono anche il clarinetto di Marco Argiolas e la batteria di Marcello Mameli. 




Molto belle anche le sue esibizioni in duo con Sergio Calafiura (cantante degli Entity), una delle voci più gradevoli della canzone italiana. (Cercate i video su Youtube!)





Mauro Mulas su Spotify

Chiaroscuro su G.T. Music

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