Ottimo #rock norvegese con aspetti psichedelici e persino grunge, compresi lunghi passaggi di rock progressivo che sembrano nati da infinite, gioiose jam session.
Incredibile! fino a poco tempo fa, a chi gli chiedeva se ci sarebbe mai più stato un album dei Motorpsycho, Bent Sæther rispondeva: "E chi lo sa?"
E poi il combo norvegese se ne spunta con questo lunghissimo doppio disco (81 minuti!) pieno di rock trascinante, jam session progressive, psichedelia straordinaria...
11 brani, tra i quali uno di 21 minuti e passa.
La prolificissima - e ormai vetusta - band (fondata a Trondheim nel 1989) ha dovuto produrre 31 album in studio prima di intitolarne uno, finalmente, Motorpsycho!
Line-up
- Bent Sæther: lead & backing vocals, acoustic & electric guitars, bass, Mellotron, synthesizer, piano, organ, Omnichord, percussion
- Hans Magnus Ryan: lead & backing vocals, electric lead, rhythm & slide guitars, Mellotron, synthesizer, piano
Molti di noi posseggono questo album su vinile, su CD... lo possedevano su audiocassetta. Ne comprarono la videocassetta, se lo assicurarono su DVD. Oggi lo hanno anche su Spotify...
Eppure adesso ricompieranno il viaggio per l'ennesima volta, grazie a Youtube.
The Dark Side Of The Moon - il capolavoro dei Pink Floyd (uno dei tanti, ma forse il più iconico) - usciva il 1° marzo 1973
#PinkFloyd
Lato A
1. "Speak To Me"
2. "Breathe In The Air"
3. "On The Run"
4. "Time" / "Breathe Reprise"
5. "The Great Gig In The Sky"
Lato B
6. "Money"
7. "Us And Them"
8. "Any Colour You Like"
9. "Brain Damage"
10. "Eclipse"
Line Up - David Jon Gilmour: chitarre e voce - George Roger Waters: basso, tape effects e voce - Richard William Wright: tastiere e voce - Nicholas Berkeley Mason: batteria e tape
A propos dei Pink Floyd: una versione "restored" del celebre Pink Floyd at Pompeii, con audio remixato da Steven Wilson, esce nei cinema ad aprile.
E in più: il live album d'accompagnamento verrà pubblicato il 2 maggio da Legacy Recordings. È la prima volta che l'album sarà su vinile e/o in Dolby Atmos.
Il nuovoalbum sarà presentato al pubblico con due meet&greet, il 6 marzo a Milano (ore 18.30 presso Dischivolanti, Ripa di Porta Ticinese 47) e l’11 marzo a Roma (ore 18.00 presso Discoteca Laziale, Via Giolitti 263); eaccompagnato da un tour.
L'11° album del gruppo di prog metal svedese è stato pubblicato nell'agosto 2005. È l'ultimo disco con la storica formazione del periodo appunto "metal prog" o prog metal che dir si voglia. La transizione è in corso!... E appunto per questo è da ritenersi "importante".
Gli Opeth nel 2005
Tra prog metal e prog rock: Ghost Reveries
È stato il primo degli Opeth per l'etichetta Roadrunner Records e, fin da Stll Life del 1999, è anche il loro primo full-lenght a non essere stato prodotto da Steven Wilson.
Non è forse un capolavoro polarizzante ma, appunto perché più "commerciale" e "inoffensivo" di album precedenti del gruppo, Ghost Reveries si presenta come una sorta di antologia da poter offrire come primo ascolto della ciurma musicale capitanata da Mikael Åkerfeldt; come approccio iniziale. (Anche se forse solo i ragazzini piccoli, ormai, non conoscono la musica di questi mostri del profondo Nord.) A chi piace invece il lato più "metallaro" e "scandinavo", deve tornare alle uscite precedenti della discografia degli Opeth. Per il lato "progressive" e più dinamico, di contro, vedere i dischi successivi.
Tracce 1."Ghost of Perdition"10:29 2."The Baying of the Hounds"10:41 3."Beneath the Mire"7:57 4."Atonement"6:28 5."Reverie/Harlequin Forest[a]"11:39 6."Hours of Wealth"5:20 7."The Grand Conjuration"10:21 8."Isolation Years"3:51 Lunghezza totale:66:46
Line up - Mikael Åkerfeldt: vocals, rhythm guitar, lead guitar, acoustic guitar, Mellotron - Peter Lindgren: lead guitar - Martín Méndez: bass - Per Wiberg: Hammond organ, Mellotron, grand piano, Moog - Martin Lopez: drums, percussion
Dopo averci dato prova delle loro abilità tecniche con La Nebbia, torna il quintetto progressive rock / prog metal del bassista e compositore Dario Giannì con questo album che reca un titolo che si intarsia nell'insieme dei significati della ruota della vita o samsara.
I testi di tutto l'album sono significativi, profondi, e le atmosfere importanti: un rock eccellente che varia dal sinfonico all'heavy!
Fondati a Topeka, capitale del Kansas (U.S.A.), nel 1970, i Kansas risultano tuttora attivi e rimangono tra i gruppi più amati non solo in America.
I membri originari Kerry Livgren (chitarra) e Phil Ehart (batteria) unirono le loro rispettive band (Saratoga e White Clover) in un'unica formazione allargata, battezzandola Kansas, appunto. Ben presto vennero catalogati "progressive": i Kansas combinavano / combinano alla perfezione le complessità musicali del prog-rock britannico con l'anima e la strumentazione tipicamente americana.
Si inizia con il full-lenght eponimo
Kansas
(1974)
Questo primo album è anche la pietra angolare della loro opera omnia, anche se non raggiunse mai i primi posti delle hit parade. Negli anni seguenti, brani dei Kansas come "Carry On Wayward Son" e "Dust In The Wind" (tra gli altri) avrebbero ottenuto grande successo a livello globale. Kansas vendette molto di più quando venne ristampato, dopo che il gruppo divenne famoso.
Tracks
1. "Can I Tell You" (3:31)
2. "Bringing It Back" (3:33)
3. "Lonely Wind" (4:15)
4. "Belexes" (4:22)
5. "Journey From Mariabronn" (7:55)
6. "The Pilgrimage" (3:42)
7. "Apercu" (9:43)
8. "Death Of Mother Nature Suite" (7:43)
- Steve Walsh: lead (1,3-7) & harmony vocals, organ, piano, congas
- Robbie Steinhardt: violin, lead (1,2,7,8) & harmony vocals
- Dave Hope: bass, backing vocals
- Phil Ehart: drums
With
- Jay Siegel: vocals (3)
Rock progressivo britannico mischiato al Southern Rock: l'album di debutto, introdotto da gran battage pubblicitario, avrebbe venduto gradualmente fino a essere Disco d'Oro negli Stati Uniti d'America nel 1995. Spicca il violino di Robby Steinhardt.
Song For America (1975), secondo album dei Kansas, ribadisce la qualità dell'esordio discografico, avvenuto un anno prima; dunque, non si era trattata di una mera coincidenza fortuita.
Questa opera seconda del gruppo del Midwest è il consolidamento di una proposta musicale originale e distintiva. Lo spirito dell'incipit rimane intatto e si arricchisce di un pizzico di maturità in più.
L'inconfondibile violino di Robby Steinhardt è ancora una volta il denominatore comune degli stili e degli approcci ripartiti nei vari brani. Abbiamo una prospettiva diretta ed energica, sicuramente hard rock, sia nell'urban "Down the Road" (che, con le sue chitarre vibranti [boxed] e il ritmo eletrizzante, ricorda le sonorità dei barbuti ZZ Top et similia), sia nel dinamico "The Devil Game" (una delle tracce religiose di Kerry Livgren, che qui ci mette in guardia circa le pericolose seduzioni mondane).
Si attinge al blues nell'energica "Lonely Street". "Lonely Street" ha una melodia apprezzabile sostenuta dal basso roco e sempre in primo piano di Dave Hope e si cinge di una frenetica sfida chitarristica del duo Williams/Livgren.
Ma l'album è anche avvolto da elementi sinfonici nelle sue varie sfumature, nonché caratterizzato da temi di lunghezza non comune e da testi elaborati e profondi. La seconda traccia, "Song For America", a sfondo ecologico e dotata di una certa rabbia e volontà di rivalsa, ha un'eccellente melodia progressiva, con protagonisti i magistrali keyboards e sintetizzatori di Livgren, offrendoci uno dei migliori motivi dell'intera discografia della band.
A "Song for America" segue la struggente e allo stesso tempo portatrice di speranza "Lamplight Symphony", dalle atmosfere malinconiche e a volte spettrali, dove risaltano ancora le tastiere di Livgren.
L'album si conclude con l'epico "Incomudro-Hymn to the Atman"; e, sebbene l'assolo di batteria di Phil Ehart possa sembrare inadatto allo spirito generale della canzone, il crescendo strumentale eseguito da tutta la band nel tratto finale arrotonda l'imponenza e la concretezza di questo grandioso e straconvincente album.
Tracks
1. "Down the Road" (3:43)
2. "Song for America" (9:59)
3. "Lamplight Symphony" (8:11)
4. "Lonely Street" (5:43)
5. "The Devil Game" (5:03)
6. "Incomudro - Hymn to the Atman" (12:12)
- Steve Walsh: lead vocals (excl. 1), piano & scat vocals (1), organ, ARP synth (2,3,5,6), Moog (6)
- Rich Williams: acoustic (2,3,6), lead & rhythm electric guitars
- Kerry Livgren: lead & rhythm guitars (1,4-6) piano (2,3), Moog (2,3,5,6), ARP Strings (2,3,6) & synth (6)
- Robby Steinhardt: violin, lead (1) & backing vocals
- Dave Hope: bass
- Phil Ehart: drums, glockenspiel (2), Moog drum & gong (6)
Masque
(1975)
Nell'occasione del terzo album, la band era entrata in una crisi d'identità. Da una parte c'erano i Kansas progressive, dall'altra quelli delle canzoni vendibili come "It Takes a Woman's Love", confezionate dietro pressione dell'etichetta musicale.
Il chitarrista/tastierista Kerry Livgren raccontava:
"You put those on the same album, and it's like 'Who are these guys?' We wondered that too."
- Steve Walsh: organ, piano, clavinet, Moog synthesizer, congas, lead and backing vocals
- Kerry Livgren: lead and rhythm guitars, acoustic guitar, piano, clavinet, Moog and ARP synthesizers
- Robby Steinhardt: violin, lead and backing vocals
- Rich Williams: lead and rhythm guitars
- Dave Hope: bass guitar
- Phil Ehart: drums, percussion
With
- Earl Lon Price: sax (1)
Tracks
1. "It Takes a Woman's Love (To Make a Man)" (3:09)
2. "Two Cents Worth" (3:10)
3. "Icarus - Borne on Wings of Steel" (6:07)
4. "All the World" (7:13)
5. "Child of Innocence" (4:38)
6. "It's You" (2:35)
7. "Mysteries and Mayhem" (4:20)
8. "The Pinnacle" (9:35)
Leftoverture
(1976)
Il quarto album in studio dei Kansas vede meno contributi compositivi di Steve Walsh, ma in compenso vediamo risaltare la prolificità di Kerry Livgren.
- Steve Walsh: organ, piano, additional synthesizers, vibraphone, lead and backing vocals
- Kerry Livgren: electric guitar, piano, clavinet, Moog, Oberheim and ARP synthesizers
- Robby Steinhardt: violin, viola, lead vocals on "Miracles Out of Nowhere" and "Cheyenne Anthem", backing vocals
- Rich Williams: electric and acoustic guitars
- Dave Hope: bass guitar
- Phil Ehart: drums, percussion
1977: Point of Know Return dei Kansas, album che contiene la celebre "Dust in the Wind", vede Steve Walsh sempre più in procinto di lasciare la band, in quanto si sente ormai una star.
È stato il loro album di maggior successo commerciale.
- Phil Ehart: ercussioni, timpani, chimes, altre percussioni
- Dave Hope: basso
- Kerry Livgren: synths, pianoforte, chitarra elettrica e acustica, altre percussioni
- Robby Steinhardt: violini, viola, cori, Voce principale in "Lightning's Hand", "Sparks of the Tempest" e "Hopelessly Human"
-Steve Walsh: organo, synths, vibrafono, pianoforte, Voce principale (eccetto in "Lightning's Hand e "Sparks of the Tempest"), cori, altre percussioni
- Rich Williams: chitarre elettriche e acustiche
Nei crediti dell'album, ogni musicista fu abbinato a uno strumento inesistente, come "gong a catena", "autogyro", "macchina fischiante di Rinaldo" e "invertitore cromatico a corpo di pisello".
Monolith
(1979)
Nei testi e anche musicalmente inferiore ai precedenti. Troppe strizzate d'occhio verso... l'easy listening, secondo la critica. In effetti è così. Un po' di progressive rock ancora c'è, comunque, e il peggio dovrà ancora arrivare.
- Phil Ehart: batteria e percussioni
- Dave Hope: basso
- Kerry Livgren: chitarra e tastiere
- Robby Steinhardt: voce e violino
- Steve Walsh: voce e tastiere
- Rich Williams: chitarra
Live at the Whisky
(1992)
Steve Walsh qui sotto l'evidente effetto dell'abuso di droghe e alcol. Il 'live' venne pubblicato in varie versioni "edulcorate" e con l'aggiunta di performances in cui Walsh faceva una figura migliore...
- Steve Walsh: vocals, keyboards
- Rich Williams: guitar
- David Ragsdale: violin, guitar, backing vocals
- Greg Robert: keyboards, backing vocals
- Billy Greer: bass guitar, backing and additional lead vocals
- Phil Ehart: drums, producer
Guest musicians
- Kerry Livgren: guitar on "Dust in the Wind", "Carry On Wayward Son" and "Lonely Street"
- Dave Hope: bass guitar on "Lonely Street"
Somewhere to Elsewhere
(2000)
Finalmente di nuovo un'opera succulenta dei Kansas, in questa formazione:
- Steve Walsh: lead & backing vocals
- Rich Williams: acoustic & electric guitars
- Kerry Livgren: keyboards, guitars
- Robby Steinhardt: violins, violas, lead (3,7,8) & backing vocals
È il loro 14° album in studio e il primo a presentare la formazione originale dopo il poco riuscito Audio Visions del 1980. Con l'aggiunta di Billy Greer, che si era unito ai Kansas nel 1985.
In realtà però non si ritrovarono tutti insieme durante le registrazioni: Steve Walsh, che stava lavorando al suo secondo disco solista Glossolalia, incise le tracce cantate nel proprio home studio.
In Somewhere to Elsewhere sentiremo per l'ultima volta nei Kansas sia Walsh (che abbandonò nel 2014), sia Robby Steinhardt (che prese il cappello già nel 2006).
"Cheyenne Anthem"
(live 2002, with Robby Steinhardt on violin)
Why can't you see where we are going Why can't you see where we have been You tell me the pain is still growing you tell me tell me who'll win I feel for you you know what I'm saying But I've got to do what's right in my head
I've got to ride ride rocket ride Carry me quick to the one's who've cried I'm a saint I'm a sinner but you decide In desperate times Sled sled rocket sled Carry me quick to the one's who've bled I'm a saint I'm a sinner and these are desperate times
I would give my soul to carry your burden I would give my soul cause I know you still grieve Where will we go to hide from their blindness Where will we go if we don't both believe Bad blood rains down we've got to take cover Cold blood rains down who can find any peace "Desperate Times" su Youtube
The Prelude Implicit
(2016)
Piacevole sorpresa da parte di una formazione dei Kansas rinverdita: i membri fondatori e/o di lunga data Phil Ehart (batteria), Billy Greer (basso) e Rich Williams (chitarre), insieme al violinista David Ragsdale, si servono di Ronnie Platt (loro nuovo formidabile cantante) e di altri musicisti di talento e confezionano un'opera davvero ispirata. Dopo le accuse di aver "svenduto il progressive rock" che hanno fatto seguito all'album precedente, The Prelude Implicit (anche se non scevro a sua volta di tracce AOR) ha tutto quel che contraddistingue la migliore musica dei Kansas; e si può affermare che nessuna delle 10 canzoni è debole o addirittura superflua.
1. "With This Heart" (4:13)
2. "Visibility Zero" (4:28)
3. "The Unsung Heroes" (5:02)
4. "Rhythm in the Spirit" (5:58)
5. "Refugee" (4:23)
6. "The Voyage of Eight Eighteen" (8:18)
7. "Camouflage" (6:42)
8. "Summer" (4:07)
9. "Crowded Isolation" (6:11)
10. "Section 60" (3:59)
Nel digipack/Special Edition le tracce salgono a 12:
11. "Home On The Range" (3:26)
12. "Oh Shenandoah" (3:39)
- Ronnie Platt: lead vocals, piano (6)
- Rich Williams: electric & acoustic guitars, co-producer
- Zak Rizvi: electric guitar, vocals, co-producer
- David Manion: piano, organ, keyboards, sound designer
- David Ragsdale: violin, vocals
- Billy Greer: bass, lead vocals (8)
- Phil Ehart: drums, co-producer
The Absence of Presence
(2020)
L'ultimo - finora - loro album in studio, che non lascia dubbi agli appassionati: secondo loro, i Kansas confermano ancora una volta di essere "America's best band". Facit: suono ricco, corposo, che tiene il passo con i giovani giganti del neoprog, e con 1-2 ballate che mirano a scalare le classifiche mondiali.
- Ronnie Platt: lead vocals, keyboard
- David Ragsdale: violin, guitars
- Tom Brislin: keyboards
- Richard Williams: guitars
- Zak Rizvi: guitars
- Billy Greer: bass, vocals
- Phil Ehart: drums, percussion
Robby Steinhardt - Not in Kansas Anymore
Il violinista dei Kansas aveva quasi terminato il suo Not in Kansas Anymore, che era praticamente pronto per la pubblicazione,quando tristemente abbandonò questa Terra. Il suo unico output da solista, dunque, uscì postumo.
Il cast di artisti che hanno partecipato all'album è... stellare! C'è Ian Anderson (suona il flauto in "Pizzacato", a rendere il favore all'amico Robby, che aveva suonato il violino nell'album di Ian1000 Hands), Steve Morse, Billy Cobham, Bobby Kimball dei Toto, Chuck Leavell - che fa parte della crew dei Rolling Stones -, Liberty Devitto (ha suonato la batteria in diversi successi di Billy Joel), Jim Gentry, Pat Travers, Billy Ashbaugh (Moody Blues/Pat Benatar), Lisa Fischer (corista, per lungo tempo, dei Rolling Stones) e altri.
Kansas - "Can I Tell You", 2022 version
(da: Another Fork in the Road: 50 Years of Kansas)
Sempre a proposito dei Kansas: il loro ex cantante, Steve Walsh, ha realizzato diversi album prog e uno di essi, davvero geniale, è stato ripubblicato nell'aprile del 2022... e purtroppo pochi se ne sono accorti. Glossolalia (esiste anche su vinile, doppio, in colore rosso) è un lavoro fuori dell'ordinario. Bravissimo, Walsh. Già al tempo della registrazione originale dell'album (2000) la sua ugola non era più quella che contribuì a portare al successo i Kansas, ma l'emozione e l'intensità sono ancora presenti.
Ascoltare per credere!
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Dicembre 2024. Gli statunitensi Kansas sono impegnati nel loro "Kansas 50th Anniversary Tour". Adesso vanno in vacanza; ma ritorneranno a calcare i palchi a fine gennaio.
Sì, gennaio 2025. Significa che sono ancora on the road!
28 album pubblicati; 5 i 'live' ufficiali. Una delle particolarità della loro musica è rimasta immutata: la presenza del violino. L'attuale membro a questo strumento è Joe Deninzon (è anche negli Stratospheerius, per i quali suona anche il mandolino e ne è il cantante).
Kansas, attuale formazione:
i membri originali Phil Ehart e Rich Wlliams (rispettivamente: batterista e chitarrista), e inoltre
Ronnie Platt (cantante, tastierista), Zak Rizvi (chitarre), Tom Brislin (tastierista, cantante), il suddetto Joe Deninzon al violino, alla chitarra ritmica e al canto, Dan McGowan al basso.