11/05/23

Festa in onore del compleanno del nostro amico Peter (2)

 Oggi, 5 novembre, compie gli anni uno dei nostri miti del rock (non solo progressive): 

Peter Hammill.


( <<<< Prima parte, vai dietro )


    "Black Room 2 (+ "The Tower"), da Chameleon In The shadow Of The Night (2006)

  "Been Alone So Long" da Nadir's Big Chance (2006)


Nel 2012 usciva ALT, dei Van Der Graaf Generator. È un album differente dalla tipica discografia della band, con una mutazione delle sonorità. ALT è strumentale (similmente al progetto The Long Hello del 1974, che vedeva David Jackson insieme a Hugh Banton e Guy Evans oltre all'ex bassista Nic Potter e ad alcuni "guests", tutti membri effettivi o ex dei VDGG; unico assente allora: Peter Hammill); così, qui abbiamo il frontman come strumentista e non come cantante. Con Hammill, ci sono Guy Evans alle percussioni e Hugh Banton alle tastiere.
David Jackson si è separato dai Van Der Graaf Generator prima di Trisector del 2008, lasciando i compagni ridotti a un trio. E da allora il sassofonista va portando la sua esperienza ovunque, collaborando con vari gruppi internazionali, soprattutto italiani (Osanna ma non solo: Alex Carpani Band, Reagente 6...).

ALT è sperimentazione, rock alternativo, noise... Ogni tanto, cambiare pelle fa bene! In fondo, si tratta di una band avant-rock. Ma gli aficionados sono stati troppo viziati dal progressive rock dei precedenti Present e A Grounding in Numbers...


Ancora Hammill, Evans e Banton nel 2016, poco meno di mezzo secolo dopo l'incipit del "Generatore" (formatosi a Manchester nel 1967).
Con Do Not Disturb, i Van Der Graaf Generator fanno ancora parlare di sé.

È chiaro che, di gran lunga, Hammill & Co. non hanno più nulla da dimostrare a nessuno, anche se le narrazioni non sono più intense come agli inizi. La lacerazione intellettuale di Pawn Hearts difficilmente è replicabile oggidì sul pentagramma, né vi è più, nelle nuove composizioni, il disturbante stridio di "Arrow". Chi non ricorda il tribolato gorgheggio di "Pilgrims"? E chi ha davvero creduto che fosse nuovamente possibile forgiare un live selvaggio come Vital (apposta scevro di barocchismi, di orpelli e ridondanze)? Vital, del 1978: quasi un'ora e mezza in cui viene messa in risalto tutta l'arte dei VDGG... nonché il sapere furbo del loro "mastermind", che ben si è sempre indirizzato verso il pronk e il math rock, sebbene questi sottogeneri sarebbero nati per davvero - ed esplosi - successivamente!
Il sogno e la maestria comunque rimangono e Peter Hammill, Guy Evans e Hugh Banton sanno bene trasmetterci le percezioni e l'essenza, i timori e i sentori della realtà... tra separazioni e ritorni di fiamma. (Famosa la loro reunion del 2005, sancita da un album live doppio.)

    Questa è "Go".


Ancora in onore di Peter Hammill (nato il 5 nov. 1948): 

   Concerto dal vivo del 2019 ad Atene, Grecia, al celebre 'Gagarin 205'

Ultimamente (2021), gli svedesi Ilsidurs Bane si sono uniti a Peter Hammill e il risultato è... In Disequilibrium. (Ascolta l'album su Bandcamp.)
Nello stesso anno, Hammill ha collaborato con il gruppo londinese di rock psichedelico The Amorphous Androgynous e ha pubblicato con loro We Persuade Ourselves We are Immortal.


Una novità, sempre del 2021, che per noi italiani ha del sensazionale. Peter Hammill è sempre stato legato a doppia o addirittura tripla mandata con il nostro Paese e, con gli anni, l'Italia gli ha tributato vari onori, quali un Premio Tenco e un Premio Ciampi alla carriera, oltre a una laurea ad honorem presso il Conservatorio di Piacenza. Hammill è arrivato a lavorare con Le Orme, Alice, Saro Cosentino e Premiata Forneria Marconi e, nel febbraio 2021, viene pubblicato un disco in cui il cantautore inglese interpreta, tra gli altri, Fabrizio De André, Luigi Tenco, Piero Ciampi, Mogol/Donida! Lo stile e la voce ricordano un po' il compianto Leonard Cohen...


Discografia essenziale di Peter Hammill 

    (album solisti, senza le collaborazioni, anche quelle numerosissime; inclusi nella lista: qualche album dal vivo + qualche compilation)

Fool's Mate (1971)
Chameleon in the Shadow of the Night (1973)
The Silent Corner and the Empty Stage (1974)
In Camera (1974)
Nadir's Big Chance (1975)
Over (1976)
The Future Now (1978)
Vision (compilation) (1978)
pH7 (1979)
A Black Box (1980)
Sitting Targets (1981)
Enter k (1982)
Patience (1983)
The Margin (live) (1985)
The Love Songs (raccolta di vecchio materiale rielaborato) (1984)
Skin (1986)
And Close as This (1986)
In a Foreign Town (1988)
Out of Water (1990)
Room Temperature Live (1990)
The Fall of the House of Usher (1991)
Fireships (1992)
The Noise (1993)
Loops and Reels (1993)
There goes the Daylight (live) (1993)
Roaring Forties (1994)
Offensichtlich Goldfisch (in tedesco) (1995)
The Peel Sessions (sessioni radiofoniche per la BBC) (1995)
X my Heart (1996)
Sonix (1996)
Everyone You Hold (1997)
This (1998)
Typical (live) (1999)
The Fall Of The House Of Usher (Deconstructed and Rebuilt) (1999)
None of the Above (2000)
What, Now? (2001)
Unsung (2001)
The Margin + (dal vivo; riedizioni dell'album del 1985 con un secondo disco di materiale aggiuntivo) (2002)
The Thin Man Sings Ballads (raccolta) (2002)
Clutch (2002)
Incoherence (2004)
Veracious (dal vivo con il violinista Stuart Gordon) (2006)
Singularity (2006)
Thin Air (2009) Fie! Records
Consequences (apr 2012)
...all that might have been... (nov 2014)
From the Trees (nov 2017)
In Translation (2021)



Il tour del 2022 dei VDGG tocca anche l’Italia, mettendo in mostra i componenti del leggendario gruppo in uno stato di forma davvero stupefacente, voce compresa. Novara, Genova, Brescia, Padova. Tra i brani recenti eseguiti, spesso non mancano "Interference Patterns" e "Alfa Berlina".
"Alfa Berlina" fa riferimento all’automobile che i Van Der Graaf Generator utilizzavano durante gli spostamenti nella nostra Penisola ad inizio Anni Settanta. Il pubblico va addirittura in visibilio quando riconoscono i titoli del repertorio classico: "Lemmings", "Refugees", "Man-Erg", "Lost"... 

Cento di questi anni, Peter e membri vecchi e nuovi della band!

Festa in onore del compleanno del nostro amico Peter (1)

 Happy Birthday, Peter Hammill!

(Ealing, England, Nov. 5th, 1948)


           
         


Auguri a Peter Hammill, che è nato il 5 nov. 1948

... e dunque oggi è il suo compleanno.




Hammill con e senza i Van Der Graaf Generator

Van Der Graaf Generator - The Aerosol Grey Machine

Pubblicato nel 1969 dalla Mercury, questo è risaputamente il primo album solista di Peter Hammill; ma non ci dispiace che il disco sia uscito sotto il moniker "Van Der Graaf Generator" poiché la band vale, eccome! (Anche se ancora priva del sax di David Jackson.) 
Van Der Graaf "Mark I", oltre a Peter Hammill al canto e alla chitarra acustica, vede la bellezza di: 

   - Hugh Banton alle tastiere, 
   - Keith Ellis al basso e 
   - Guy Evans alla batteria e percussioni.

(Banton ed Evans rimarranno al fianco del frontman fino alla fine.)

Cupezza, dubbi cosmici, crepuscolarità: ecco le caratteristiche di questo e dei successivi tre album usciti per la label Charisma di Tony Stratton-Smith.
Stratton-Smith fu il primo vero grande supporter della band. In The Aerosol Grey Machine non ci sono overdubs e rifiniture... Il suono è il risultato di sole 12 ore in studio e di missaggio (produttore: John Anthony, che lavorerà ancora a lungo con i VDGG e con Hammill). 


L'album, registrato nel 1968, uscì solo negli U.S.A. Per anni, in Italia si nutrirono dubbi se questo lavoro esistesse davvero (!), Da noi Aerosol Grey Machine divenne reperibile solo nel 1974. Alcune registrazioni effettuate per la BBC offrono versioni alternative dei pezzi del primo periodo dei Van Der Graaf Generator, con il basso del giovanissimo Nic Potter in evidenza. 


Febbraio 1970: viene realizzato The Least We Can Do Is Wave to Each Other, secondo album dei Van Der Graaf Generator. Il gruppo, che agli inizi ebbe poco successo in patria, risaputamente trovò un inaspettato riscontro in Italia. 
I brani sono tutti composti da Peter Hammill ma arrangiati ed eseguiti dall'intera band. I testi di Hammill si riferiscono a misticismo, numerologia, astrologia...
Ovviamente c'è da ricordare che questo è il primo disco dei VDGG con il grandioso sassofonista David Jackson, il quale suonerà poi anche in molti album solisti di Hammill.


In onore del compleanno di Peter Hammill.


    Dalla trasmissione tedesca Beat Club, i Van Der Graaf Generator nel 1970. Brano: "Darkness (11/11)"

Correva ancora l'anno 1970 quando venne dato alle stampe il terzo LP, intitolato H To He Who Am The Only One
"H to He" nel titolo allude alla fusione nucleare che trasforma l'idrogeno (H) in elio (He), per poi giocare sul pronome personale maschile "he" nel resto della frase.
Durante le registrazioni, Nic Potter decise di lasciare il gruppo e registrò soltanto "Killer", "Lost" e "The Emperor in His War Room". Su quest’ultima traccia venne aggiunta la chitarra di Robert Fripp, ma è stata pubblicata anche la versione senza il contributo di Fripp. Hugh Banton, l'organista, rimpiazza Nic Potter al basso. (E nei concerti Banton suonerà i bass pedals dell’organo per ovviare alla mancanza del bassista). Brani da citare sono la struggente "House With No Doors" e la più rabbiosa "Pioneers Over c". La lettera "c" piccola fa riferimento alla velocità della luce.

 

DISCOGRAFIA dei VDGG

                 Album in studio

The Aerosol Grey Machine (1969)
The Least We Can Do Is Wave to Each Other (febbr. 1970) 
H to He, Who Am the Only One (dic. 1970)
Pawn Hearts (1971)
Godbluff (1975)
Still Life (apr. 1976)
World Record (ott. 1976)
The Quiet Zone/The Pleasure Dome (1977)
Present (2005)
Trisector (2008)
A Grounding in Numbers (2011)
ALT (2012)
Do Not Disturb (2016)

 

                   Album dal vivo

Vital (1978)
Maida Vale (1994)
Real Time (2007)
Live at the Paradiso (2009)
Merlin Atmos - Live Performances 2013 (2015)

 


 Link: la storia di Pawn Hearts (1971), ottimamente raccontata da Elena Palmieri sul sito di rockol.it

Pawn Hearts è l'opera della raggiunta maturità. Venne originariamente concepito come doppio album. Produttore: John Anthony. Tra gli ingegneri: David Hentschel. Chi conosce la storia dei Genesis, si è già imbattuto in questi due nomi. In particolare John Anthony collaborerà ripetutamente con Hammill.

Il quarto album in studio dei Van Der Graaf Generator è considerato uno dei capolavori eterni del rock progressivo. In Italia, Pawn Hearts raggiunse il primo posto delle classifiche.

                        Festeggiando Peter Hammill.

Questa è Storia! Nel febbraio 1972 si teneva il primo tour italiano dei Van Der Graaf Generator...

La band era formata da:

         Guy Evans, Hugh Banton, Peter Hammill e Dave Jackson.

Ebbero cosi tanto successo che si imbarcarono subito per un secondo tour: a maggio dello stesso anno. Come successe con i Genesis, il pubblico italiano "adottò" i VDGG, nominandoli tra i loro beniamini.

Ad agosto si sciolsero... ma questa è un'altra storia.

 

"Theme One" spopolò in Italia. Si trattava in realtà della cover di un frizzante brano sinfonico di George Martin, il noto produttore dei Beatles. Dal 1967 al '70, "Theme One" servì a segnare l'inizio e la fine dei programmi di BBC Radio 1 e BBC Radio 2.
David Jackson guidava il pulmino di ritorno dai concerti quando, dagli altoparlanti a bordo, arrivavano le note di questo tema. Allora tutti gli elementi del gruppo si mettevano a cantarlo. Lo eseguirono per scherzo durante un soundcheck e a qualcuno venne l’idea di inciderne una versione alternativa. "Theme One", che ha tutte le caratteristiche di un inno, veniva utilizzato dalla band come festosa chiusura degli show, con Peter Hammill che si scatenava correndo per il palco o salendo sulle casse dell’amplificazione. Anche quando i VDGG si esibirono al Festival di Villa Pamphili (maggio 1972), chiusero con questo instrumental, in quel caso eseguito dai soli Banton, Evans e Jackson, per consentire a Hammill di correre su e giù per i palco.
 

Nel 1971, stesso anno di Pawn Hearts, veniva pubblicato il debutto solista di Peter Hammill, Fool's Mate. Guarda caso, ancora gli scacchi come simbologia, ugualmente che nel disco realizzato dal gruppo (il "pawn" di "Pawn Hearts" indica il pedone). 

"Fool's Mate" significa "il matto dello stolto".


    VDGG - Godbluff live 1975 

Van Der Graaf Generator:
#PeterHammill #DavidJackson #GuyEvans #HughBanton 

 

pr Peter Hammill - "Pushing Thirty", da The Future Now (1978)

     Peter Hammill - "A way out", da Out Of Water, 1990


Seconda parte, vai avanti >>>> )

ogrock #artrock #progressive #rock #music

11/03/23

Novità Pallas

 Il 15 dicembre esce The Messenger, degli scozzesi Pallas


Dopo il ritorno del cantante Alan Reed (che aveva lasciato il gruppo nel 2010), abbiamo alcuni dei vecchi pilastri dei Pallas di nuovo riuniti: il bassista Graeme Murray, il chitarrista Niall Matthewson, il tastierista Ronnie Brown. Alla batteria dovrebbe esserci Colin Fraser, ma costui stranamente non appare nelle foto di presentazione destinate alla stampa. Apparentemente Colin ha trovato nuova sistemazione: presso l'Andi Watson Project.


Al posto di Reed c'è stato per oltre und decennio l'altrettanto bravo cantante Paul Mackie, che con i Pallas aveva registrato XXV (2011), Wearewhowerae (2014) e The Edge Of Time (2019). Ad oggi, Mackie sembra non avere trovato una nuova band degna del suo talento. Ma, conoscendolo, sappiamo che si accaserà presto.


   Ecco il "mega mixer trailer" del nuovo album:


Leggi l'articolo "Pallas, carro trainante del neo-progressive"



I dinosauri del prog rock da Aberdeen iniziarono a suonare nel 1976 sotto il nome "Rainbow" ma, quando Ritchie Blackmore lasciò i Deep Purple e formò una band con lo stesso nome, decisero di ribattezzarsi. E i loro primi successi arrivarono dopo essere diventati ospiti graditi del londinese Marquee, che nel frattempo era mutato in un tempio del neo prog.
Esordirono con The Sentinel nel 1984, cui seguì due anni dopo The Wedge: due album importanti di quell'epoca e di quel genere. Seguì una prima, lunga pausa: ci vollero 12 anni prima di poter risentire un nuovo disco dei Pallas. Beat the Drum uscì infatti nel 1998. The Cross & The Crucible nel 2001 e quattro anni dopo The Dreams of Men. Con Mackie al posto di Reed alla voce, i Pallas pubblicarono XXV (2011) e Wearewhoweare (nel '14). Tenendo intanto un numero niente male di concerti.





In questi giorni, la loro carriera è arrivata al giro di boa dei 40 anni; e gli album dal vivo sovrastano, seppure di poco, le registrazioni in studio (!). Con The Messenger (uscita ufficiale: 15 dicembre 2023, lo ribadiamo), i Pallas cercano di riequilibrare questo rapporto. Non si contano, tra gli articoli di merchandise che li riguarda, le collezioni, le demo, le versioni alternative... e ci sono anche quattro o cinque bei DVD di musica dal vivo da poter acquisire.


    "Midas Touch", da The Cross & The Crucible (2001). Questo e The Dreams of Men (2005) sono tra gli album migliori dei Pallas.


Vai a: "Pallas, carro trainante del neo-progressive"

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I Pallas su Bandcamp


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rock sinfonico

prog sinfonico

11/02/23

Buon Compleanno in Cielo, Keith Emerson!

   (Continuazione dell'articolo "Commemorando Keith Emerson")



          Due aneddoti riguardanti Keith Emerson e risalenti a quando suonava nei Nice 

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Dal 14 novembre al 5 dicembre 1967, The Nice parteciparono a una tournée collettiva nel Regno Unito assieme a The Jimi Hendrix Experience, Pink Floyd, The Move, Eire Apparent, The Outer Limits, Amen Corner e Pete Drummond. Ebbene: in alcune occasioni, il chitarrista Davy O'List, ancora nei Nice (prima di essere allontanato da Keith Emerson a causa dei gravi problemi di drogadipendenza), suonò anche con i Pink Floyd, prendendo il posto di Syd Barrett. Syd si rendeva latitante per l'abuso di LSD. Nessuno fra il pubblico si accorgeva della sostituzione, in quanto O'List era vestito come Syd Barrett e anche perché i Pink Floyd si esibivano in penombra e, peraltro, nei quindici minuti a loro riservati eseguivano unicamente brani strumentali.

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Nello stesso tour, uno dei roadie di Jimi Hendrix era Ian "Lemmy" Kilmister, divenuto famoso più tardi in qualità di leader dei Motörhead (da lui stesso fondati nel 1975): Lemmy notò che Keith Emerson nei concerti conficcava coltelli fra i tasti dell'organo Hammond, per tenerli abbassati e generare note continue e poi produrre effetti sonori scuotendo lo strumento o agendo sull'interruttore di alimentazione. Essendo collezionista di anticaglie del nazismo, Lemmy fece dono al grande tastierista di un pugnale. "Se devi usare un coltello, usane uno vero!" gli disse. Si trattava di un cimelio davvero particolare: un pugnale della gioventù hitleriana! Keith accettò e lo utilizzò di fatto per diversi anni.




           Brani come "Knife Edge" portati in giro per l'Europa nel 1970...

Alla televisione di Radio Brema (un terzo programma tedesco) si produceva il 'Beat Club', che portava ai giovani di quei tempi i suoni e le immagini di artisti come Jimi Hendrix, The Who, Tina Turner... Era la metà degli Anni Sessanta e neppure in Germania c'erano tante possibilità mediatiche per i "teenies" per poter apprendere ciò che accadeva altrove nel campo musicale... alternativo. Ma ancora qualche annetto e tutto sarebbe cambiato. 
Nel 1970 ecco esibirsi al 'Beat Club' Emerson, Lake & Palmer con "Knife Edge", dal loro album di debutto. Link per guardare l'esibizione: clicca qui!

"Knife Edge" è ispirata alla "Sinfonietta" (1926) di Leoš Janáček, con la sezione centrale che si richiama alla "Prima suite Francese in Re min." di Johann Sebastian Bach.

    "Knife Edge" live in Switzerland, 1970

          Emerson, Lake & Palmer - "Karn Evil 9"

Tra le canzoni che parlano della fine del mondo c'è "Karn Evil 9", tratta da Brain Salad Surgery (1973). 

"Karn Evil" è una storpiatura di "carnevale". Il brano dura sui 30 minuti ed è diviso in tre movimenti.

All'inizio del primo, si racconta di "un'epoca di potere in cui nessuno aveva una sola ora libera" ("About an age of power no one had an hour to spare"). Chiaro monito per la strada imboccata dalla nostra società, con n tuttioi ossessionati da cianfrusaglie e perfettamente ciechi per le cose che contano davvero. Si parla di bambini trascurati...

La seconda metà del primo movimento è composta da quella che probabilmente è la canzone più nota del gruppo, che inizia con: "Welcome back, my friends, to the show that never ends". È la descrizione di un carnevale ("Karn Evil") del futuro. Le immagini suggeriteci implicano che il mondo non esisterà più come noi lo conosciamo.

Le "lyrics" del terzo movimento descrivono - noi le interpretiamo così - la distruzione del pianeta attraverso un conflitto nucleare. Vi si parla di una nave [spaziale] e di un computer. Analizzando l'intero brano, l''Evil' del titolo - e dunque "il male" - si concretizza in una terribile guerra che metterà la parola Fine alla nostra esistenza. 

 

        Quando la musica buona approdava (in qualche forma) sui nostri piccoli schermi

Mentre "Propiedad Prohibida" di Battiato era la sigla di "TG2 Dossier", dal brano "Tank" degli Emerson, Lake & Palmer (presente sul loro primo LP, omonimo) fu estratta la sigla di "Stasera - G7", settimanale del TG RAI.





         Strani ritrovamenti nelle bancarelle di seconda mano

        Keith Emerson & The Nice!
The Nice: una capsula del tempo contenente rock psichedelico, sì, ma anche... progressive rock; e ciò prima che il termine venisse inventato.
Keith Emerson ha sfornato alcuni dei suoi capolavori traghettando brani di musica classica nella nostra epoca.
Nel caso di questo vinile - licenza Phonogram, anno di stampa non indicato - si tratta di una compilation polacca su due facciate (da non confondere con Keith Emerson With The Nice, che è un doppio album della discografia ufficiale dell'artista e del gruppo). 
Label: Polskie Nagrania Muza.
I titoli:
  A1 - "The Thoughts Of Emerlist Davjack"
  A2 - "Flower King Of Flies"
  A3 - "Bonnie K"
  A4 - "America"
  B1 - "Diamond Hard Blue Apples Of The Moon"
  B2 - "Dawn"
  B3 - "Tantalizin' Maggie"
  B4 - "The Cry Of Eugene"
  B5 - "Daddy Where Did I Come From"



 

Negli Anni '90 Keith Emerson stava lavorando all'orchestrazione di "Tarkus" e sul suo sito aveva postato questo provino...



          Per approfondire (documentazione in inglese)


    Film The Genius of Keith Emerson (Part 1)  

     Film The Genius of Keith Emerson (Part 2)  

       Film The Genius of Keith Emerson (Part 3)

      Link esterno:
Articolo sulla morte di Keith Emerson. Le dichiarazioni di Mari Kawaguchi, la sua compagna

Finiamo in bellezza con l'ennesimo brano "classico":
E, L & P - "Rondo / Bach Improvisation", live in Switzerland 1970



Commemorando Keith Emerson

 Oggi Keith Emerson avrebbe compiuto il compleanno.

Nato a Todmorden, nello West Yorkshire, il 2 novembre 1944, è morto drammaticamente a Santa Monica l'11 marzo 2016.
Qui sotto insieme a Lake e a Palmer. Dal vivo.
Qualcuno nutre dubbi sul fatto che Keith sia stato il più grande tastierista del rock?



Happy Birthday... lassù dove sei!
Era uno che realmente viveva per la musica. Tanto che si uccise quando non poté più suonarla. (Soffriva di depressione dal 1977 ca.)

In questo video, Keith Emerson mentre mostra al pubblico certe funzioni del Moog.

Due grandi spiriti:
Francesco Di Giacomo e Keith Emerson.

Nella foto: Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso nell'aprile del 1975 insieme al tastierista degli Emerson, Lake and Palmer. Foto scattata in occasione della visita di Keith al concerto dello stesso Banco al teatro Malibran di Venezia. L'inglese sbagliò strada, evidentemente smarrendosi nei meandri della città lagunare, e arrivò a vedere solo gli ultimi pezzi dello show. Aveva comunque già scritturato il gruppo italiano per la Manticore, etichetta che pubblicò l'album Banco (precedentemente registrato presso gli Advision Studios di Londra), che contiene versioni in inglese di brani dal primo e dal terzo disco del gruppo romano e in più l'inedita "L'Albero del Pane".

Quest'altra foto è di Mari Kawaguchi - opera propria, CC BY-SA 3.0

"Pictures At An Exhibition" (ELP)

Tutto era iniziato con... The Nice!
I Nice, uno dei primi gruppi art rock a sperimentare forme classiche e fusion, servirono da veicolo per il virtuoso della tastiera Keith Emerson, che saccheggiò Mozart, Bach, Sibelius e Čajkovskij per le sue estese incursioni strumentali. (Oltre a compositori più moderni: nel video sottostante, un celebre brano di Leonard Bernstein.)
Il gruppo inizialmente funse da supporto alla cantante soul britannica P.P. Arnold. Ne facevano parte il chitarrista David O'List, il batterista Ian Hague e il bassista Lee Jackson. Nel settembre del 1967, appena quattro mesi dopo essersi costituiti, The Nice dissero addio alla Arnold, Ian Hague venne sostituito con l'ex batterista dei Mark Leeman Five, Brian "Blinky" Davison, e pubblicarono il single "The Thoughts of Emerlist Davjack", che diede il nome al loro album di debutto (1968). Si guadagnarono rapidamente la nomea di saper entusiasmare le platee dal vivo, grazie anche a Keith Emerson che vestiva abiti di lamè argentato, conficcava coltelli nel suo Hammond (ciò serviva a produrre suoni alternativi, prolungati) e usava vari accorgimenti teatrali (faceva il cenno della masturbazione ecc.). Una volta, alla Royal Albert Hall, durante l'esecuzione di "America" (celebre brano dal musical e film West Side Story), i Nice bruciarono la bandiera americana; o almeno tentarono. Di conseguenza, Leonard Bernstein si adoperò per vietare l'uscita della canzone negli States. Nondimeno, "America" dei Nice venne ugualmente pubblicata Oltreoceano, sia pure in forma modificata, sul loro secondo album Ars Longa Vita Brevis (1968).
Emerson risultava essere la star del gruppo, sia in termini di abilità strumentale, sia come showman; O'List, divenuto imprevedibile e dunque inaffidabile (droghe!), abbandonò o, meglio, fu costretto ad abbandonare The Nice prima dell'uscita di Ars Longa Vita Brevis, per unirsi ai Misunderstood e successivamente ai Roxy Music. Ora i Nice erano un trio, esattamente come poi gli ELP, ed esplorarono ulteriormente il mix di rock, jazz e musica classica: in particolare, con un adattamento del 'Concerto brandeburghese n. 3' di Bach ("Acceptance -Brandenburger").
Nice (1969) e Five Bridges (1970) divennero album di grande successo in Gran Bretagna, ma la band non riuscì mai a sfondare davvero negli U.S.A. Nel 1969 ci fu l'incontro fatidico tra Emerson e Greg Lake, allora impegnato in un tour americano con i King Crimson. Di lì a poco, il primo decise di sciogliere i Nice (1970)... Come si sa, insieme a Lake e al batterista Carl Palmer, Keith diede la stura ai più popolari Emerson, Lake and Palmer (ELP, appunto), che espansero le innovazioni che il tastierista aveva sperimento con The Nice.
Lee Jackson, da parte sua, formò i Jackson Heights, i quali avrebbero registrato quattro album tra il 1970 e il '73. Mentre Brian Davison formò dapprima gli Every Which Way per entrare, a metà degli Anni '70, nei già leggendari Gong. Finito il tempo dei Jackson Heights (per mancanza di successo), Davison, Jackson e il tastierista Patrick Moraz si unirono sotto la denominazione "Refugee", un grande gruppo ma che ebbe a sua volta vita effimera in quanto Moraz fu ben presto invitato a sostituire Rick Wakeman negli Yes...
Riguardo a The Nice, ci fu una reunion nel 2002 e 2003, con concerti nel Regno Unito.



Dopo lo scioglimento - avvenuto, come detto, nel 1970 -, per oltre trent'anni di The Nice si parlò unicamente al passato. Nel 2002, per il 35simo anniversario della nascita del gruppo, Keith Emerson, Lee Jackson e Brain Davison tennero a sorpresa quattro concerti in Inghilterra, dal 2 al 6 ottobre. La prima metà dello show era riservata a loro mentre nella seconda parte Emerson eseguiva, con la "Keith Emerson Band", brani del repertorio da solista e degli ELP. Il bis vedeva sul palco entrambe le formazioni.
L'album Vivacitas, pubblicato nel 2003 a nome "Keith Emerson and The Nice", fu tratto dal concerto del 4 ottobre 2002 alla Royal Concert Hall di Glasgow e subito promosso con una nuova tournée, stavolta di dieci date, che mantenne la formula collaudata del doppio spettacolo. La fine di questo secondo tour, il 23 ottobre 2003 al Colosseum di Watford, divenne per il trio l'ultima apparizione pubblica in assoluto. Emerson aveva altri impegni e Davison si ammalò di un tumore che lo avrebbe portato alla morte nell'aprile del 2008, a 65 anni. Keith Emerson stesso si sarebbe suicidato a marzo del 2016: evento nerissimo, che ha spinto alle lacrime molti di noi appassionati e ha posto definitivamente fine alla storia di The Nice.

Keith Emerson & The Nice - "Karelia Suite"
(dall'album Vivacitas, 'live at Glasgow 2002')

In onore del genetliaco di Keith Emerson
Nell'ultimo video di questa prima parte di articolo: Rachel Flowers (compositrice e polistrumentista nata nel 1993 in California, cieca fin da bambina) esegue "Tarkus"... più uno stralcio di "Epitaph", come Keith usava fare nei live.
L'impianto strumentale è quello originale del grande mago delle tastiere: Moog e organo Hammond C3.




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