7/01/23

Jethro Tull

Si formarono a Luton nel 1967 e inizialmente suonavano blues rock. Presto Ian Anderson & Co. implementarono nel tessuto elementi di folk inglese, hard rock e musica classica, forgiando un carattere distintivo, un carattere progressive
Nel corso degli anni, nel gruppo suonarono diversi musicisti, quali i chitarristi Mick Abrahams e Martin Barre (Barre fu il componente che rimase nella band più a lungo dietro al sempre presente Anderson); i tastieristi John Evan, David (poi Dee) Palmer, Peter-John Vettese e Andrew Giddings; i batteristi Clive Bunker, Barrie "Barriemore" Barlow e Doane Perry; i bassisti Glenn Cornick, Jeffrey Hammond, John Glascock, Dave Pegg e Jonathan Noyce.





La registrazione di This Was, il loro debutto, costò 1200 sterline. Fu l'unico album con il chitarrista Mick Abrahams e presentava uno stile blues rock, jazz fusion, folk rock. 



>>> Da Stand Up ad Aqualung (1969–1971) <<<

 

 

Stand Up, secondo album in studio dei Jethro Tull, usciva il 25 luglio 1969. Conteneva la celeberrima "Bourée" e qui c'era più hard rock, insieme a un'impronta progressive. Martin Barre prese il posto di Mick Abrahams, che dissentiva con Ian Anderson circa la direzione musicale da seguire (Abrahams avrebbe voluto rimanere più aderente al blues rock).





Benefit, il terzo album dei Jethro Tull, usciva nell'aprile 1970. 
E già fin qui la band britannica aveva un percorso interessante: nata a ridosso del rock blues, era stata tramutata dal suo frontman, il carismatico Ian Anderson, in una macchina perfetta capace di sfornare capolavori... sì, possiamo definirli così... "prog". Il quale Anderson però, a proposito del pur eccezionale (per noi) Benefit, avrebbe poi affermato: "Per certi aspetti, credo sia un album troppo cupo, privo del calore, dell’ironia e della luminosità di Stand Up".
In Benefit troviamo per la prima volta il pianista e organista John Evan (vecchio compagno di scuola di Ian); si tratta nel contempo anche dell'ultimo album con la partecipazione di Glenn Cornick al basso.


Jethro Tull - Aqualung:  uno dei loro dischi più epocali.
In quest'opera del 1971, i JT le cantano e le suonano  a una serie di tipologie umane cui la verità da fastidio: borghesi, bigotti, perbenisti ipocriti.
Per fare ciò, hanno creato un eteronimo e gli hanno dato, appunto, il nomignolo di "Aqualung".




La formazione era quasi la stessa dal 1967 ma, a partire da questo album, il bassista Jeffrey Hammond, convocato dal suo vecchio e caro amico Ian, andò a sostituire Glenn Cornick. Poi si scoprì che proprio a Jeffrey (al quale per scherzo fu aggiunto un secondo "Hammond" al cognome) erano stati dedicati tre brani prima del suo ingresso nella band, uno per disco - in This Was, Stand Up e Benefit.

La copertina di Aqualung ci mostra il disegno di un clochard curvo che volta le spalle a un manifesto reclamizzante vacanze invernali in una rinomata località sciistica. La sola presenza del barbone Aqualung, che spesso lancia invettive, è un'offesa e una minaccia per la classe sociale agiata. Il nome del personaggio rimanda a un boccaglio da sub: ha a che fare con il bofonchiare malato e "umido" del senzatetto. 
Erroneamente, si credette che le fattezze di Aqualung fossero quelle di Ian Anderson. In realtà non è un ritratto del cantante-flautista dei JT: da racconti successivi si è appreso che trattasi di un dipinto ad acquarello di Burton Silverman e lo stesso artista (nato nel 1928 in America) dichiarò che era un autoritratto. Ian Anderson ebbe il colpo di genio di calarsi nei panni del reietto, esibendosi vestito similmente a lui. Per questo, nell’immaginario collettivo il frontman diventa "quello della cover", dunque il clochard Aqualung. Capelli arruffati e barba lunga non curata, unita a un abbigliamento trasandato - con tanto di cappotto lercio - diventano il suo marchio e quello della band.
Per raffigurare nell'artwork le tre opere originarie di Silverman, presenti sulla front cover, all'interno (dove c'è la band al completo) e nel retro copertina (lo stesso barbone seduto sul bordo di un marciapiede insieme a un cane), l’artista americano avrebbe ricevuto 1500 dollari. Le opere originali sono oggi di proprietà di un collezionista.




Aqualung, il reietto, siede su una panchina e si trasforma in un filosofo e dissacratore: contro la società, l'ipocrisia borghese, la politica e contro Dio, il Dio delle religioni organizzate.
Questo non è un concept album "sensu stricto". Cioè: i brani non sono capitoli di una storia. Però c'è un filo conduttore: quello della figura del senzatetto con le sue denunce sociali.

    "Aqualung", il brano che dà il titolo all'album

... e poi venne l'Isola di Wight...
Esiste un DVD - imprescindibile! - con la performance della band nel leggendario festival sull'Isle of Wight (1970), dove si esibirono anche Jimi Hendrix, The Doors, Miles Davis e Joni Mitchell. 



>>> Progressive rock (1971–1976) <<<


Dopo il successo di Aqualung, i Jethro Tull  intraprendono più decisamente una svolta progressive, accostandosi agli stilemi appunto del prog rock: Thick As A Brick (1972) è costituito da un unico lunghissimo brano forzatamente suddiviso in due parti (allora un obbligo, vista la pubblicazione su vinile). La personalità e l'originalità del "suono Tull" vengono fuori in maniera prepotente (con molti numeri flautistici di Ian Anderson) e il disco è, in assoluto, uno dei vertici della carriera dello straordinario gruppo inglese.



Il sempre ironico Anderson inventa in questo caso una storia secondo cui i testi della suite sono stati scritti da un giovanissimo genietto (8 anni), vincitore (poi squalificato) di un importante concorso letterario: Gerald Bostock, soprannominato Little Milton. Il frontman dei Tull finge di prendersi la briga di dare nuova luce e visibilità al capolavoro del ragazzino, inserendo il testo "ripudiato" nel disco. Di conseguenza, dà l'idea agli ascoltatori che le sue visioni e le sue parole vengano dalla mente di un bambino.
Molti, all'epoca, credettero ciecamente alla storiellina.
È un concept album, in un certo senso il secondo dopo Aqualung (dove Anderson trattava il tema della religione con grande maturità e franchezza).
Abbiamo anche qui i JT al top delle capacità tecniche e melodiche, con i singoli elementi assai convinti e partecipi; e la nuova entry, l'incredibile batterista Barriemore Barlow, rafforza decisamente il suono del gruppo.


C'è un'ulteriore chiave di lettura per quest'opera: Thick As A Brick doveva diventare quasi una presa in giro del progressive rock. Così almeno ha dichiarato Ian Anderson. Fatto sta che, con questo platter, i Jethro Tull realizzarono una pietra miliare del genere a noi così caro!



Un pezzo giornalistico illuminato è quello di Pier Paolo Farina circa Thick As A Brick. Opera meritoria quella dei Jethro, anche perché Thick... giunse dopo Aqualung, album celebratissimo e amato anche dalla critica; e, come si sa, replicare il successo non è mai facile. Eppure, Ian Anderson e consorti riuscirono a realizzare una doppietta vincente.


Il 23 giugno 1972 usciva un doppio LP semiantologico che raccoglieva brani dei Jethro Tull dal 1968 fino a quel momento: Living In The Past. È un disco ricco, soddisfacente. Con le tipiche sonorità jethrotulliane. Consigliato vivamente, ancora oggi, a chi desidera approcciarsi al leggendario gruppo rock della Terra di Albione.



    Living In The Past (una compilation)


Dopo il doppio Living In The Past , arrivò A Passion Play (1973).
Un crescendo di emozioni! Tu-tum... Tu-tum... Tu-tum... Il cuore batte, dentro la cassa toracica e nelle casse dello stereo. Le tastiere di Evan e la batteria di Barlow; lo stupendo basso di Jeffrey Hammond. La chitarra di Barre. E i fiati di Ian. "Do you still see me even here?" chiede il folletto-pifferaio di Dunfermline in Scozia (qui anche al sax). Ed ecco la sua voce spingere in avanti, su arrangiamenti superbi e tra atmosfere bucoliche, la prima parte del concept, "into the ever Passion Play".
È la rilettura, come fosse uno spettacolo teatrale, della storia dell'uomo.

"Do you still see me even here?"
(The silver cord lies on the ground.)
"And so I'm dead", the young man said
over the hill (not a wish away).
My friends (as one) all stand aligned
although their taxis came too late.
There was a rush along the Fulham Road.
There was a hush in the Passion Play.



Scriviamo l'anno 1973. Lasciata alle spalle la (presunta) parodia progressive Thick As A Brick, i Jethro Tull ci riprovano e questa volta le loro intenzioni sono dichiaratamente serie. Alcuni critici vedono in A Passion Play i sintomi evidenti della degenerazione portata dal prog rock: il disco sarebbe troppo pomposo, troppo "complicato" e pretenzioso. "È macchinoso" affermano. Quindi, un disastro? Macché! L'album in America vende benone e, dalla nostra parte dell'Atlantico, i fans parlano di "un nuovo capolavoro dei Tull", osannando A Passion Play più o meno come hanno fatto e ancora fanno con Thick As A Brick dell'anno prima.
La seconda parte del disco contiene "The Story of the Hare Who Lost His Spectacles". È il pezzo centrale dell'opera, favola umoristica con animali come protagonisti, recitato (non cantato) da Jeffrey Hammond, accompagnato da teatro da camera con gruppo e orchestra. Il testo sembra non c'entrare nulla con il resto dell'opera e, com'è facile intuire, ha la funzione di sdrammatizzare la seriosità dell'insieme.







War Child uscì quasi un anno e mezzo dopo. La critica aveva "bombardato" A Passion Play e, durante la lavorazione di War Child, la band dovette spiegare in varie interviste quali fossero i piani per il futuro. Finì che produssero un full lenght a base di hard rock e progressive.
War Child presenta in primo piano l'orchestrazione di archi di Dee Palmer attraverso una scaletta eclettica, con i membri della band che, come nei due album precedenti, suonano una moltitudine di strumenti. La musica è sicuramente più leggera e stravagante dell'oscuro A Passion Play, con accenni di vaudeville, di teatro leggero nei testi e nella struttura della musica. I testi comunque racchiudono ancora critiche sferzanti al sistema sociale ("Queen and Country", "Bungle in the Jungle"), alla religione ("Two Fingers") e una reazione alle critiche ricevute ("Only Solitaire").


Minstrel in the Gallery, loro ottavo album in studio, uscì nel settembre 1975. Tutti i brani vennero composti da Ian Anderson; di Dee Palmer sono gli arrangiamenti per il quintetto di archi. (Dee è il nome che David Palmer assunse nel 2004, dopo l'operazione per cambiare sesso.) 

M.U. – The Best of Jethro Tull, pubblicato nel 1976, è il loro primo vero "greatest hits". Abbraccia canzoni dell'arco temporale 1969-1975. 


Registrato nel 1975 e uscito nell'aprile 1976: Too Old to Rock 'n' Roll: Too Young to Die!


>>> Folk Rock: 1977-79 <<<

Alla fine degli Anni Settanta, i Jethro Tull realizarono tre LP di folk rock: Songs from the Wood (1977), Heavy Horses (1978) e Stormwatch (1979).






    Jethro Tull - "Songs from the Wood", dall'album omonimo 

Ecco i Jethro Tull eseguire alla TV francese qualcosa di magico (video sottostante). Già la Bourree in mi minore di Johann Sebastian Bach è, per sé, rock'n'roll; ma i Tull elevano la composizione ulteriormente, dimostrando cosa significa "sentire" la musica, amarla e saperla suonare.  





Il secondo "greatest hits" uscì nel 1977 e portava il titolo Repeat – The Best of Jethro Tull – Vol II (essendo M.U. – The Best of Jethro Tull il Vol I).




Bursting Out (live doppio) è del 1978. Il già citato Stormwatch del 1979.

"Weathercock"
(Gallo segnavento; banderuola). 
Dall'album Heavy Horses.

Testo:

Good morning Weathercock: How did you fare last night?
Did the cold wind bite you, did you face up to the fright
When the leaves spin from October
and whip around your tail?
Did you shake from the blast, did you shiver through the gale?

Give us direction; the best of goodwill ---
Put us in touch with fair winds.
Sing to us softly, hum evening's song ---
Tell us what the blacksmith has done for you.

Do you simply reflect changes in the patterns of the sky,
Or is it true to say the weather heeds the twinkle in your eye?
Do you fight the rush of winter; do you hold snowflakes at bay?
Do you lift the dawn sun from the fields and help him on his way?

Good morning Weathercock: make this day bright.
Put us in touch with your fair winds.
Sing to us softly, hum evening's song.
Point the way to better days we can share with you.



>>> La "grande rottura" e il rock elettronico (1980–1984) <<<

Ian Anderson durante il concerto di presentazione di The Broadsword and the Beast del 1982 a Dallas, Texas

Agli inizi del 1980, dopo The Stormwatch Tour, Barlow, Evan e Palmer lasciano la band. Di Barlow si sa che era caduto in depressione in seguito alla morte di Glascock. (Le prime serie avvisaglie dei problemi cardiaci del bassista John Glascock sorsero durante il tour europeo di Heavy Horses, nel 1978; le sue condizioni peggiorarono notevolmente durante le registrazioni di Stormwatch... Glascock morì nel 1979, a soli 28 anni, mentre era on the road con la band negli States.) Dal canto loro, Evan e Palmer volevano "programmare il loro futuro" (più tardi si seppe che i due erano stati licenziati da Anderson... via lettera). Il frontman, da parte sua, comunicò di voler registrare un album in proprio. I Jethro Tull erano ora rimasti in tre: Ian Anderson (unico componente originale), Martin Barre e Dave Pegg.




Il primo disco degli Anni Ottanta avrebbe dovuto essere un album solista di  Anderson, ma la Chrysalis Records convinse il flautista a trasformarlo in un lavoro dei Jethro Tull.  Si aggiunsero, a Barre alla chitarra elettrica e a Pegg al basso, Mark Craney alla batteria e lo "special guest" Eddie Jobson alle tastiere nonché al violino (Jobson non necessita di presentazioni: ex Roxy Music, Frank Zappa, Curved Air e UK... UK che tra l'altro avevano fatto da apripista in molte serate dello Stormwatch tour). Lo stile dell'album, dove i synthesizers la facevano da padrona, era inusuale. Il titolo, A, si riferiva alla lettera che era scritta sull'etichetta dei master: A come Anderson... 
Dopo la tournée di A, Jobson e Craney se ne andarono e ci fu una girandola di batteristi. Gerry Conway, Phil Collins (che suonò con i Tull nel 1982, al primo concerto Prince's Trust [un gala di musica rock]), Paul Burgess... Nel 1984 si trovò il batterista fisso: Doane Perry.




Il 1981 era stato il primo anno senza aver pubblicato un album, sebbene fossero state registrate delle session nella formazione Anderson, Barre, Pegg e Conway, con Anderson alle tastiere. Alcuni dei brani finirono nella compilation Nightcap del 1993. Nel 1982 arrivò il tastierista Peter-John Vettese e il suono dei Tull tornò in direzione folk, ma con i synthesizers appunto. Il 9 aprile 1982 fu la data del lancio di The Broadsword and the Beast, 14simo album in studio dei Jethro Tull. 
È uno degli album favoriti di Steve Hackett. Un po' sorprendentemente, poiché sia la critica, sia i fans del gruppo e gli amanti del rock in genere hanno opinioni controverse su questo lavoro di Ian Anderson & Co. Forse il giudizio migliore l'ha dato Dave Dickson nel suo articolo per la rivista Kerrang!: per Dickson, i brani di The Broadsword and the Beast sono "portatori di emozioni nella misura in cui si è disposti a prestarvi attenzione. Se sei un fan, puoi trovarvi qualche sorpresa piacevole. Se invece non lo sei, fatti prestare il disco da qualcuno. E forse anche tu rimarrai stupito."

Broadsword risulterà essere una delle cose migliori dei Jethro Tull negli Anni '80, fermo restando che il decennio precedente rimane ineguagliato. L'album è diviso in due parti: 'Beastie' e 'Broadsword'. Il brano d'apertura "Beastie" è uno studio psicologico dei nostri demoni. "Broadsword" (traccia 6, facciata B dell'LP) è il guerriero logoro e stanco che parte per quella che potrebbe essere un'ultima grande avventura epica.

- Ian Anderson: voce, flauto, chitarra acustica, Fairlight CMI *  
- Martin Barre: chitarra elettrica, chitarra acustica
- Peter-John Vettese: piano, synthesizer (1,13,16), voce
- David Pegg: basso, mandolino, voce
- Gerry Conway: batteria, percussioni

 * (Computer Musical Instrument),  primo sintetizzatore-campionatore digitale





Negli show relativi a quell'album i componenti della band indossavano vestiti medievali e il palcoscenico assomigliava a una nave vichinga...
Nel 1983 uscì un album solista di Ian Anderson. (Fu in realtà un album di  Anderson e di Vettese.) Niente folk rock tradizionale ma un album improntato massimamente ai suoni elettronici: Walk into Light

    Jethro Tull dal vivo a Roma nel 1982 al Teatro Tenda (Pianeta 'Seven Up')

1984: i Jethro Tull realizzano Under Wraps, ancora un album "elettronico" dove, proprio come Walk into Light, una drum machine sostituisce il batterista. Per Barre, questo era uno dei suoi album dei Tull favoriti; ma le vendite rimasero dietro alle aspettative. Dopo il tour, Vettese lasciò la band, in seguito alle critiche ricevute per The Broadsword and the Beast, Walk into Light e Under Wraps. Seguì una pausa di 3 anni, dovuta anche ai problemi alle corde vocali di Ian Anderson. Anderson ne approfittò per occuparsi a tempo pieno della sua fattoria di salmone sull'isola di Skye, nelle Ebridi (Scozia). 
Nel 1986 venne pubblicato il single "Coronach" (opera di "Jethro Tull and David Palmer") dopo che il brano fu usato come sigla per il programma di Channel 4 dal titolo Blood of the British.



    Jethro Tull dal vivo nel 1986



>>>Anderson, Barre, Pegg e Perry: la fase "hard rock" (1987–1994)<<<

I Jethro Tull tornarono nel 1987 con Crest of a Knave. Con Vettese assente, Anderson contribuì alla programmazione del sintetizzatore e l'album contiene passaggi di chitarra elettrica di Martin Barre in stile Anni '70 che richiamano ai primi Tull. In tre dei brani viene utilizzata una drum machine, con Doane Perry e Gerry Conway a condividere con gli altri il lavoro alla batteria. Crest of a Knave fu un successo di critica e commerciale. Il tastierista Don Airey (ex Rainbow, Ozzy Osbourne, Michael Schenker Group, Gary Moore, Colosseum II) si unì alla band per il tour promozionale.

Nel 1989 i Jethro Tull vinsero un Grammy Award per la migliore performance hard rock/metal battendo i Metallica (di gran lunga favoriti) che concorrevano con ...And Justice for All. Il manager dei Tull aveva previsto che non c'era possibilità di vincere il Grammy, soprattutto in quella categoria, e aveva consigliato ai musicisti di non prendersi la briga di andare alla premiazione. Così, il premio venne consegnato in absentia. Molti criticarono l'assegnazione del Grammy Award a un gruppo che era notoriamente tutt'altro che metal. La loro etichetta, la Chrysalis, reagì prontamente, pubblicando un annuncio su un periodico musicale britannico con l'immagine di un flauto adagiato sopra un mucchio di ferro e con la frase: "Il flauto è uno strumento heavy metal". In un'intervista, Anderson scherzò: "A volte suoniamo i nostri mandolini a volume molto alto". Nel 1992, quando i Metallica vinsero finalmente il Grammy nella categoria hard rock/metal, il loro batterista, Lars Ulrich, disse, faceto: "La prima cosa che faremo è ringraziare i Jethro Tull per non aver pubblicato un album quest'anno". (Un riferimento doppio: richiamava alla mente un commento fatto anni prima ai Grammy da Paul Simon, che aveva ringraziato Stevie Wonder per la stessa cosa.)

Lo stile di Crest of a Knave (1987) è stato paragonato a quello dei Dire Straits. Anderson non aveva più l'estensione vocale di un tempo e usava i registri più bassi; il suono della chitarra di Barre si era spostato verso quello di Mark Knopfler. Due canzoni in particolare, "Farm on the Freeway" e "Steel Monkey" furono trasmesse alquanto spesso in radio. L'album contiene "Budapest", la canzone più lunga dell'album (di poco più di dieci minuti), che descrive una scena nel backstage con una collaboratrice di palcoscenico ungherese. "Mountain Men" parla di cornamuse e uomini bianchi che vengono mandati a combattere in Africa (nella battaglia di Alamein) o nelle Falkland prima di ritrovare la via di casa, la casa sulle montagne (scozzesi). Crest of a Knave venne presentato nel "The Not Quite the World, More the Here and There Tour", in cui Anderson suonava occasionalmente la chitarra ritmica. E (prima volta per i Jethro Tull) vi si registrava la novità di due chitarre elettriche che suonavano insieme sul palco. 




Rock Island del 1989 ebbe meno successo di Crest of a Knave. La traccia di apertura, "Kissing Willie", contiene testi a doppio senso e riff di chitarra heavy metal tramite cui la band sembra prendere in giro se stessa per la vittoria del Grammy Award nella categoria metal, appunto. Dall'album sono emersi un paio di preferiti: "Big Riff and Mando", resoconto ironico del furto del prezioso mandolino di Barre da parte di un fan; e l'allegra "Another Christmas Song", che è stata ri-registrata per l'uscita, nel 2003, di The Jethro Tull Christmas Album
In Catfish Rising (1991) si torna a fare un uso generoso di mandolino e chitarra acustica, mentre retrocedono le tastiere, che vengono impiegate molto meno rispetto a qualsiasi album dei Tull degli Anni '80. Tra i brani degni di nota: "Rocks on the Road", con chitarra acustica e un testo sulla vita in città; e la ballata blues "Still Loving You Tonight".




>>> Roots to Branches e J-Tull.com: le influenze della World Music (1995–2000) <<<


Nel 1992 la band fece un tour semi-acustico con Dave Mattacks alla batteria. Se ne ricavò il secondo album live ufficiale dei Tull, A Little Light Music
Dave Pegg, bassista dei Tull per quindici anni, prese la decisione di lasciare la band durante la registrazione di Roots to Branches del 1995: desiderava concentrarsi sul suo lavoro con i Fairport Convention. Ma Pegg aveva un altro motivo non secondario per andarsene: Ian Anderson aveva iniziato a scrivere canzoni che contenevano influenze di world music e lui non era soddisfatto della direzione stilistica intrapresa. Contribuì a solo tre delle canzoni dell'album. Doane Perry, che era tornato come batterista a tempo pieno, reclutò il suo amico Steve Bailey, un apprezzato bassista, in sostituzione di Pegg. Anderson cedette il controllo degli arrangiamenti della sezione ritmica a Bailey e Perry. Ma, nonostante il suo contributo in fase di registrazione, Bailey non si unì alla band, così nell'ottobre 1995 arrivò un nuovo bassista, Jonathan Noyce.

    "Out Of The Noise"

Il già citato Roots to Branches e il seguente J-Tull Dot Com (1999) risultano essere meno rock di Crest of a Knave o Catfish Rising . Le canzoni di questi album riflettono le influenze musicali di decenni di esibizioni in tutto il mondo. In "Out of the Noise" e "Hot Mango Flush", ad esempio, Anderson ha raffigurato scene di vita del Terzo Mondo. In quel periodo e anche in seguito, le canzoni scritte da Anderson riflettevano la sua condizione di rocker invecchiato, come nella pensosa "Another Harry's Bar" o in "Wicked Windows" (una meditazione sugli occhiali da lettura) oppure ancora nella burbera "Wounded, Old and Treacherous".


>>> Album dal vivo, tournée mondiali e il "disco natalizio" <<<

Ci avviciniamo al presente...
La formazione primigenea dei Jethro Tull (Anderson, Abrahams, Cornick e Bunker) si è riunita nel gennaio 2002 per un'esibizione in un pub inglese. Il concerto è stato filmato per il DVD Living with the Past. ("With" the past, si badi bene, a fare il verso a Living "in" the past.) È una ricorrenza memorabile, essendo la prima e l'ultima volta in cui i quattro capostipiti della band hanno suonato insieme dal... 1968!

The Jethro Tull Christmas Album viene pubblicato nel 2003. È una raccolta di canzoni natalizie tradizionali e canzoni originali sul Natale composte dai Jethro Tull. Poi, per i successivi vent'anni circa, non ci sarà più un album in studio della band. 
Nel 2004 escono il CD e il DVD di Nothing Is Easy: Live at the Isle of Wight 1970
Ian Anderson Plays the Orchestral Jethro Tull esce nel 2005 (doppio album e DVD) e, come si intuisce dal titolo, è un'opera solista del frontmann dei Jethro Tull. 

L'intero album Aqualung del 1971 è stato eseguito dal vivo per un piccolo pubblico alla fine di una tournée negli Stati Uniti, il 23 novembre 2004, da Anderson, Barre, Perry, Giddings e Noyce. La performance è stata registrata per una trasmissione della XM Radio quale "una delle pietre miliari della musica moderna". Era un programma che presentava "gli album più importanti mai realizzati; album senza tempo, ri-registrati dagli artisti originali!". Dll'evento è sortito Aqualung Live. I proventi delle vendite di quell'album sono stati donati a enti di beneficenza per senzatetto (l'"Aqualung" della canzone, lo ricordiamo, era un vagabondo senzatetto).

Il bassista Jon Noyce ha detto addio ai Tull nel marzo 2006 e il tastierista Andrew Giddings ha, a sua volta, gettato la spugna nel luglio 2006, citando i continui tour e il tempo insufficiente da dedicare alla famiglia. I rispettivi sostituti: David Goodier e John O'Hara.
The Best of Acoustic Jethro Tull, pubblicato nel 2007, è una raccolta di 24 canzoni tratte da vari album; include una nuova versione acustica dal vivo di "One Brown Mouse" nonché l'esecuzione, sempre dal vivo, di una canzone tradizionale attribuita a Enrico VIII: "Pastime with Good Company".

Nel 2007 la band ha anche pubblicato un DVD/CD del Live at Montreux 2003, che presentava la formazione invariata più duratura: Anderson, Barre, Perry, Noyce e Giddings. Le canzoni eseguite includono "Fat Man", "With You There to Help Me" e "Hunting Girl". 
Nel 2010 la band è stata commemorata con un Heritage Award da PRS for Music (che sarebbe come la nostra SIAE. 'Performing Right Society') e una targa è stata posta nella chiesa di Blackpool, dove i Jethro Tull avevano debuttato in pubblico nel 1964.

Purtroppo arriva anche la separazione di Martin Barre. È il momento più terribile, quello che i fans non avrebbero mai voluto vedere arrivare. Scriviamo il novembre 2011 e il chitarrista dichiara che, visto che non ci sono piani attuali per ulteriori lavori dei JT, lui andrà in tournée con la propria band, chiamata Martin Barre's New Day. La formazione dei New Day include l'ex bassista dei Tull Jonathan Noyce e il repertorio è principalmente materiale dei Tull (di quello meno suonato nei concerti). Quattro anni dopo, nel 2015, Martin Barre dichiarerà drasticamente: "È importante che le persone si rendano conto che non ci saranno mai più i Jethro Tull! Ci saranno due band derivate, la Ian Anderson Band e la Martin Barre Band, che potrebbero coesistere a lungo e divertirsi a suonare per molti anni ancora." Barre ha specificato che odiava sentirsi sempre dire: 'Ma come mai hai lasciato i Jethro Tull?'. Spiegando: "Non è così. Ian voleva finire i Jethro Tull. Lui voleva fermare completamente la band!"

30 gennaio 2012. Ian Anderson annuncia sul sito web dei Jethro Tull che ad aprile uscirà Thick As A Brick 2: What Happened to Gerald Bostock?, registrato da lui e dalla "Ian Anderson Touring Band" quale seguito di Thick As A Brick del 1972.
 La formazione, nell'album e nel tour che ne segue, include due ex membri dei Jethro Tull: il bassista David Goodier e il tastierista John O'Hara; e in più il chitarrista Florian Opahle, il batterista Scott Hammond e il cantante aggiunto Ryan O'Donnell. Thick As A Brick 2 viene presentato in anteprima mondiale il 14 aprile 2012 alla Perth Concert Hall in Scozia, all'inizio di una tournée di 18 mesi atta sia a promuovere il nuovo album sia a celebrare il Thick As A Brick "storico".

    Una meraviglia solista di Ian Anderson: TAAB 2

Nel novembre 2013, Anderson comunica che un altro nuovo album, Homo Erraticus, ("The Wandering Man"), sarebbe stato pubblicato nell'aprile 2014. Nei tour nel Regno Unito e negli Stati Uniti l'opera viene eseguita nella sua interezza. Homo Erraticus è un concept album che, secondo Anderson, "racconta le strane fantasie di un certo Ernest T. Parritt, riportate da un uomo ormai di mezza età di nome Gerald Bostock [il protagonista di Thick As A Brick] dopo una visita alla Old Library Bookshop di Mathew Bunter nel villaggio di Linwell. Bostock e Bunter si sono imbattuti in un manoscritto polveroso e inedito, scritto appunto da Ernest T. Parritt  (1873-1928), uno storico dilettante del luogo,  intitolato Homo Britannicus Erraticus.
Come Thick As A Brick 2, Homo Erraticus appartiene alla categoria degli album solisti di Ian Anderson.

Nell'aprile 2014, Anderson dichiara che in futuro pubblicherà tutta la sua musica sotto il proprio nominativo. I Jethro Tull - dice - "da dieci anni sono giunti più o meno al termine" e nell'ultimo periodo creativo della sua esistenza lui preferisce usare il suo nome, "essendo io il compositore di - praticamente - tutte le canzoni e tutta la musica dei Tull fin dal 1968". 

Nel 2015 Ian Anderson realizza il progetto audiovisuale Jethro Tull - The Rock Opera con la Ian Anderson Touring Band, presentando materiale dei Tull modificato nei testi e alcune nuove canzoni rock che vedono come protagonista Jethro Tull l'agronomo: si tratta di elaborate produzioni video dal vivo. Per la prima volta, della compagnia itinerante fa parte una cantante, l'islandese Unnur Birna Björnsdóttir, che suona anche il violino. Il tour del 2016 tocca l'Europa, l'Australia e gli U.S.A. Nel 2017, Anderson va in tournée con una formazione che fa uso del nome "i Jethro Tull di Ian Anderson".

    "Bourrée" dal vivo

>>> Ri-formazione della band, tour per il 50. Anniversario, due nuovi album (2017–2023) <<<

I Jethro Tull si esibiscono a Zagabria, in Croazia, il 13 ottobre 2018.
Nel settembre 2017, Anderson aveva annunciato i piani per una tournée che sarebbe servita a commemorare il 50° anniversario del debutto discografico dei Tull, This Was; oltre all'uscita di un nuovo disco nel 2018, per il quale la formazione della band comprende: Anderson, Hammond, Opahle, O'Hara e Goodier (tutti membri della band solista di Anderson fin dal 2012). Martin Barre risulta assente. 
2 gennaio 2018: Anderson pubblica su jethrotull.com un'immagine di sé con la didascalia: "I.A. in studio di registrazione, preparando un nuovo album in uscita nel marzo 2019. Shhhh! Tienilo segreto."

Il 1° giugno 2018, la Parlophone Records lancia sul mercato una raccolta di 50 tracce da tutt'e 21 album dei Tull, nominata 50 per 50, per celebrare il 50° genetliaco del gruppo. Le note sul libretto di 50 per 50 affermano che un nuovo album sarebbe uscito l'anno successivo, ma si sarebbe trattato di un disco solista di Ian Anderson.


Nel novembre 2019, "Ian Anderson and the Jethro Tull band" fanno sapere che è stato programmato The Prog Years Tour, con undici date nel Regno Unito nel settembre e nell'ottobre 2020. Ma il tour verrà rinviato a causa della pandemia di COVID-19. In questo caso, il lavoro alla chitarra dovevano essere fatto dal nuovo membro Joe Parrish, poiché Opahle aveva lasciato il gruppo  alla fine del 2019 allo scopo di concentrarsi sul lavoro di produzione e sulla propria famiglia. 

    "Shoshana Sleeping", da The Zealot Gene 




13 luglio 2021: viene annunciato che i Jethro Tull hanno firmato con Inside Out Music per l'uscita di The Zealot Gene nel 2022. La novità è sensazionale: si tratta del primo album sotto l'egida Jethro Tull sin da The Jethro Tull Christmas Album del 2003, oltre a essere il primo a contenere nuovo materiale della band sin da J-Tull Dot Com del 1999.

    "Mine is the Mountain" 


17 novembre 2022: la band comuncia di aver terminato di registrare il 23esimo album in studio, la cui uscita è programmata nella primavera del 2023. Gennaio 2023: viene rivelato il titolo: RökFlöte. 21 aprile 2023: esce RökFlöte.


          Su Topolàin: la storia dei Wild Turkey


Curiosità:

James Duncan è il figlio di Ian Anderson. Suona la batteria dall'età di 13 anni e ha scelto di esibirsi con il suo secondo nome per poter essere riconosciuto unicamente per i suoi meriti piuttosto che per quelli di suo padre. La sua prima band, Chequered Rain, non è riuscita a raggiungere il successo commerciale e James è passato al mondo delle sessions. Vivendo a Londra, registra e si esibisce regolarmente dal vivo con molti gruppi e artisti (nei generi jazz, pop e rock). Nel 2002 ha lavorato con Ian Anderson nel tour americano Rubbing Elbows e da allora è rimasto a fianco del padre per vari progetti e concerti.
James ha formato i The Fancy Toys insieme al chitarrista Mickaël Téo e ha registrato e fatto tournée in Islanda e nel Regno Unito, prima che il gruppo si è sciolto (Mickaël ha preso la decisione di emigrare in Brasile). James Duncan è andato in Germania con Ian Anderson nel 2013 per il tour "Thick As A Brick", sostituendo Scott Hammond che era K.O. a seguito di un intervento chirurgico al ginocchio.
James ha case a Londra e in Islanda. Oggi lavora principalmente come agente e co-manager del genitore. Rappresenta anche alcuni altri artisti attraverso la sua compagnia, la Hole Agency.



 

6/14/23

'Ipsilon', dedicato a Michele "Mike" Capriolo

 Canzoni dalle sfumature psichedeliche e classiche in una cornice progressive 


"Over the hills and far away" sta scritto sul retro del libretto: un pensiero poetico e nostalgico che abbraccia sia il ricordo del compagno prematuramente dipartito sia la bellezza malinconica - e assertiva a un tempo - del paesaggio rupestre umbro.



Grande CD! Uno di quelli che, appena ascoltati, si fanno ripartire immediatamente nel 'player'. Questo ipsilon (o Y) è l'opera di un trio noto come Old Rock City Orchestra, accasato a Orvieto.

Fin dalle prime battute capiamo che si tratta di un ensemble esperto e ben armonizzante. Poi, tramite la loro homepage, scopriamo, non senza sorpresa, che ipsilon è già il loro quarto album.

   Album trailer


ipsilon inizia con un brano strumentale molto interessante, "Y", seguito da 10 canzoni di cui buona parte dalla struttura più semplice, altre arzigogolate al punto giusto.

Cinzia Catalucci è responsabile del canto e opera anche alle tastiere, Michele "Mike" Capriolo [R.I.P.] aziona batteria e percussioni. Un'abbondante porzione del lavoro la fa Raffaele Spanetta (acoustic ed electric guitars, bass, backing vocals, keyboards).



La label: M.P. & Records. Sulla loro homepage, 'ipsilon' viene presentato così: click!


    "Daimon"


   OLD ROCK CITY ORCHESTRA:


- Cinzia Catalucci: voce, tastiere

- Raffaele Spanetta: chitarre elettriche ed acustiche, basso, voce, tastiere

- Michele “Mike” Capriolo: batteria



   TRACKLIST :


1 – "Y" (3:30)

2 – "The Warning" (2:23)

3 – "Gypsy’s Prediction" (4:35)

4 – "Take My Hand" (3:37)

5 – "Preacher" (3:26)

6 – "No Way" (4:11)

7 – "Daimon" (3:12)

8 – "The Magic Pathways" (2:48)

9 – "Stranger" (4:09)

10 – "Fly Away" (3:01)

11 – "We’ll Be One" (4:18)


Nostri brani preferiti: "Y" (lo strumentale d'apertura, che giustamente dà il titolo all'album), "Gypsy's Prediction" (terza traccia), "Take My Hand" (quarta traccia)... Beh, quelle di ipsilon sono tutte composizioni molto belle ed eseguite fantasticamente. Difficile fare una classifica di preferenza. 




Suggestivi i testi, che hanno il pregio di non essere "sovraccarichi" e lasciano abbastanza spazio alla fantasia, regalandoci immagini in movimento, che si rincorrono e si incastrano navigando sul pentagramma. Si tratta di narrazioni di vita impermeate di figure e situazioni misteriose, da sogno; il sogno che, coadiuvato dall'accompagnamento musicale stretto e avviluppante, sgorga dalla bella, kate-bushiana voce di Cinzia Catalucci. (Soprattutto nel brano "Take My Hands"; in alcune altre tracks ci pare di cogliere somiglianze con Annie Haslam dei Renaissance e, qualche volta, con le ugole di Stevie Nicks e Christine McVie dei Fleetwood Mac... fermo restando che Cinzia - elegante e sicura di sé - mantiene il proprio carattere vocale distinto).

    Facit

Splendido album, che invita automaticamente al reiterato ascolto. E ad approcciarsi anche alle opere "passate" della band progressive - decisamente progressive! - orvietana.



      Piccola storia 

Apprendiamo che l'Old Rock City Orchestra inizialmente era un quartetto: c'era anche Giacomo Cocchiara al basso. Il primo EP lo realizzarono nel 2010; poi, ampliandolo di quattro canzoni, lo trasformarono in un album: Once Upon A Time, che uscì nel 2012 per M.P. & Records.

Il gruppo si è esibito fin da subito in vari eventi importanti e in alcuni pub e club d'Italia. L'esordio non ufficiale era stato un promo, registrato nel 2010 al Doremilla Studio di Perugia con la partecipazione di musicisti classici come il Maestro Laurence Cocchiara, violinista eclettico e special guest durante i 'live' dell'Old Rock City Orchestra. (Da molti anni Laurence Cocchiara lavora anche nella scena rock indipendente italiana.)

Dopo varie recensioni positive e l'aggiunta delle nuove canzoni per completare l'album, la band venne citata anche su Rock Progressivo Italiano. An introduction to Italian Progressive Rock, un libro di Andrea Parentin.

Nel 2013 la Old Rock City Orchestra si imbarcò in un tour europeo che toccò l'Inghilterra, la Francia, il Belgio, l'Olanda e la Bulgaria. Quest'ultimo Paese sembra aver assunto un ruolo non secondario nella storia dell'"Orchestra", come vedremo presto.

2014: la band funse da opening act per l'ex-PFM Bernardo Lanzetti. Dopodiché uscì la loro opera seconda, Back To Earth, edizione M.P. & Records, distribuito da G.T. Music.

L'anno successivo, al festival 'Prog to Rock' di Torino, la Old Rock City Orchestra fece da apripista per i giganti del prog italiano Biglietto per l’Inferno.

Fu a novembre dello stesso anno che Cocchiara lasciò il gruppo. Il resto dei membri decise di rinunciare al bassista e di proseguire come trio. Registrarono in studio una magnifica cover di "Need", dei Circus 2000... 

2017: composero un nuovo ventaglio di canzoni e a ottobre suonarono al Capstone Theatre di Liverpool.


The Magic Park of Dark Roses
è del 2018. [ Dettagli su Prog Archives. ]

Y ('ipsilon') viene registrato nell'estate del 2021 e pubblicato nel marzo 2023 con una dedica all'intanto scomparso batterista Michele "Mike" Capriolo.

Una delle particolarità di questo album è che è stato masterizzato - nell'agosto 2021 - a Sofia, Bulgaria: da Maxim Goranov, al Max Sound Studios.



L’album esce su etichetta M.P. & Records, distribuito da G.T. Music di Antonino Destra. Edizioni Musicali Micio Poldo. Promozione a cura di Micio Poldo Communication.

Elaborazioni grafiche e video di OndemediE

Prodotto da Vannuccio Zanella e Old Rock City Orchestra.


Canale YouTube Micio Poldo Edizioni Musicali 



      Altri links sparsi


      Homepage dell'Old Rock City Orchestra       

Facebook-sito del compianto Michele "Mike" Capriolo

Su Orvieto News, un elogio funebre del batterista dell'"Orchestra"

Una recensione in tedesco di 'Y (ipsilon)'



BUY ipsilon (1)

BUY ipsilon (2) 


The Magic Park of Dark Roses, l'album del 2018 su Youtube

Intervista di Donato Ruggiero del 2020 agli Old Rock City Orchestra


Old Rock City Orchestra su Spotify!


    "Swan of the lake" (2012)


Cinzia Catalucci (soprano leggero diplomata in solfeggio; tastierista) su FB


6/08/23

Solstice (band britannica formatasi nel 1980)

 Progressive rock, neo-progressive rock, art rock, acoustic rock, alternative rock, pop rock

Solstice. Anni di attività: 1980–presente

  Labels:  EMI, Capitol

    "Bubul Tarang", dall'album Light Up (2023) - esibizione live

Sull'homepage ufficiale dei Solstice, "prog rock band from GB" (da non confondersi con i Solstice, gruppo metal death degli Stati Uniti! Né con vari altri gruppi dallo stesso nome), c'è un link per poter downloadare gratis un loro live album: il Sia live 2021, concerto dal vivo incentrato sul loro sesto album, appunto Sia.
Il sito è pieno di informazioni sulla band  - oggi un sestetto che vede in formazione due donne: Jess Holland e la nuova violinista Jenny Newman.

Jess HollandSteve McDanielsPeter Hemsley, Jenny Newman, Robin Phillips, Andy Glass



    "A New Day", dall'album Sia
               #folk #folkrock #folkprog


    "Brave New World", dall'album Silent Dance

La versatilità dei quasi-londinesi Solstice. Questo gruppo #progfolk (e #progrock e #jazzrock), originario dal South East, ha suonato anche al 2Days Prog + 1 di Veruno.
Il brano sottostante, dall'album Light Up - già uscito quest'anno - è: "Wongle No9".
Al violino: Jenny Newman.




Solstice (quelli autentici, quelli di vicino Londra - originariamente provengono da meno di 100 km. dalla capitale -, dediti al progressive rock e guidati da Andy Glass): il loro Light Up, pubblicato a gennaio 2023, è presente su Bandcamp.


Il penultimo album in studio dei britannici Solstice: Sia (parola galeica che significa "six", "sei"). 
Del 2020.
Tipici per questa band sono i suoni del violino e la voce femminile (Jess Holland), oltre alle parti improvvisate e agli intermezzi puramente sinfonici.



     Nel dettaglio

I Solstice sono un gruppo folk rock neoprogressivo formatosi nel 1980 a Milton Keynes, a nord-ovest di Londra (Buckinghamshire, regione del South East England). Sono guidati dal chitarrista Andy Glass, che è l'unico membro fondatore rimasto nella band.

Si misero insieme nel 1980, eseguirono sessions presso la BBC e, nonostante la buona copertura mediatica (da parte della stampa musicale nazionale), si sciolsero nel 1985. Il loro unico album pubblicato in questo lungo periodo di gavetta fu Silent Dance (1984).

Una ristampa su CD di Silent Dance (inizialmente dato alle stampe privatamente) suscitò nuovo interesse verso i Solstice e ci fu una reunion negli Anni Novanta, seguita da due uscite in studio: New Life e Circles, nonché un album dal vivo, The Cropredy Set.

Nel video seguente, una tappa importante nella carriera del gruppo che fa capo ad Andy Glass (chitarrista, cantante, compositore, produttore): il loro concerto a Veruno dell'anno scorso (4 settembre 2022).


Dopo The Cropredy Set (2002), il leader dei Solstice mise la band ancora una volta "in folle", per concentrarsi sulla propria formazione folk 3sticks (con Peter Hemsley e Jenny Newman). Un'uscita su DVD della loro performance nella località di Cropredy (alla 'Fairport's Cropredy Convention') diede il via a un'altra reunion nel 2007, con l'intero catalogo rimasterizzato e pubblicato in forma "Definitive Edition" ampliata. La band fece una tournée nel Regno Unito e, per la prima volta, nell'Europa continentale. Nella primavera del 2022, i Solstice intrapresero un nuovo lungo tour nel Regno Unito e nel resto d'Europa a sostegno dell'album Sia. Seguì Solstice Live at MK11, un live meramente digitale registrato al 'Craufurd Arms' di Wolverton, durante due serate nel settembre 2021.



Membri attuali

         

  - Andy Glass: guitars
  - Jess Holland: vocals
  - Peter Hemsley: drums
  - Steve McDaniels: keyboards
  - Jenny Newman: violin
  - Robin Phillips: bass

Ex membri

  - Emma Brown: vocals
  - Ken Bowley: bass
  - Clive Bunker: drums
  - Barbara Deason: vocals
  - Marc Elton: violin, keyboards
  - Mark Hawkins: bass
  - Heidi Kemp: vocals
  - Sandy Leigh: vocals
  - Shelley Patt: vocals
  - Sue Robinson: vocals
  - Craig Sunderland: bass
  - Martin Wright: drums


            Discografia

(Studio albums)

Silent Dance (1984)
New Life (1993)
Circles (1997)
Spirit (2010)
Prophecy (2013)
Sia (2020)
Light Up (2022)

(Live albums)

The Cropredy Set (2002)
Kindred Spirits (2011)
Live in Veruno (2022)


(Compilation albums)

Pathways (1998)

Maggio 2023. Tre concerti in Inghilterra dei Solstice con La Maschera Di Cera. Tra l'altro hanno tenuto uno show nel locale londinese '229'. Lì è stata suonata una canzone dei Solstice che era contenuta nella loro primissima cassetta...

    Light Up, label: Giant Electric Pea. Album promo

 
Uno dei loro dischi più riusciti è senz'altro Prophecy, del 2013. 

 







    "Morning Light"
.......

6/03/23

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