2/05/23

Pierrot Lunaire


Chiocchio - Stàlteri - Capolaretti, che insieme erano i Pierrot Lunaire (insieme almeno nel primo album), erano bravissimi. Provenivano dal conservatorio ed erano polistrumentisti. Nei dischi dello storico gruppo romano così tanto amato dai "proggers" italiani-e-no, si sente tutta la loro abilità. Ciò, unito ai testi altamente poetici, onirici, evocativi, fa sì che fin dall'esordio discografico i Pierrot Lunaire sfornarono solo cose buone.




     'Pierrot Lunaire' (1974)



Sonorità e atmosfere a tratti molto vicine a Terry Riley in questo album di un complesso che - e non solo i coltissimi se ne sono resi conto - porta lo stesso nome di una famosa composizione di Arnold Schönberg.
Con l’eponimo disco d’esordio del '74, Arturo Stàlteri (tastiere, percussioni, voce), Gaio Chiocchio (chitarra, tastiere, sitar, voce) e Vincenzo Caporaletti (chitarra, basso, flauto), ci regalarono una perla di valore assoluto. Differenti dalle tipiche sonorità che caratterizzavano il prog-rock nostrano, le dodici tracce di Pierrot Lunaire trasportano l’ascoltatore in un viaggio fantastico, delicato e sempre ispirato, tra soft prog, soluzioni per lo più acustiche, con inserti dell’elettrica, tra ballate psichedeliche e impennate rock.



     'Gudrun' (1976)





Alquanto diverso il seguito del ’77, Gudrun. Sostituito Caporaletti con il soprano gallese Jacqueline Darby ed entrato nella formazione il batterista Massimo Buzzi, l’esito fu un buon disco, caratterizzato da sonorità d’avanguardia e atmosfere decadenti che poco hanno a che vedere con il sogno psichedelico dell’esordio. Lo sviluppo è più frammentario rispetto al primo lavoro ma si tratta ugualmente di un album valido. (Il critico Mox Cristadoro lo ha inserito nel suo libro  I 100 migliori dischi del Progressive italiano, 2014.) Gudrun fu l’ultimo atto dei Pierrot Lunaire prima dello scioglimento.






      'Tre' (2011)
          (M.P. & Records)



Dopo un tentativo di reunion messo in atto da Chiocchio e Caporaletti negli Anni ’90 – quando incisero alcuni brani, mai pubblicati a causa della morte improvvisa di Chiocchio nel 1996 –, la M.P. & Records, nel 2011, ha pubblicato la raccolta Tre, disco contenente alcune tracce registrate nel 1978 per un album mai uscito allora, più qualche alternative take di pezzi da Gudrun e in più 8 cover di brani dal primo e secondo album eseguite da diversi gruppi di nuovo rock progressivo italiano.


    "Sotto i Ponti" (1974)





Il pianista Arturo Stàlteri è rimasto attivo in ambito musica classica, minimalista, elettronica, musica contemporanea varia e come compositore di colonne sonore. È inoltre conduttore di rubriche radiofoniche RAI.


Visione dai tarocchi raccoglie musiche inedite composte, interpretate e registrate per l'omonimo balletto nel 1985. Questi brani si inseriscono nella creatività più elettronica e sperimentale di Stàlteri, preziosa eredità dell'avanguardia dei Pierrot Lunaire. Il CD è uscito nell'ottobre 2022 

Su etichetta M.P. & Records Distribuzione G.T. Music Edizioni Musicali Micio Poldo.






***


Vincenzo Caporaletti, musicologo, musicista, compositore e professore di etnomusicologia, dopo il jazz e la breve esperienza con i Pierrot Lunaire ha teorizzato la formatività audiotattile nell'improvvisazione. (La teoria delle musiche audiotattili si presenta come un modello per interpretare la realtà, la cognitività e le specificità culturali delle diverse musiche.) Numerose le sue pubblicazioni, a cominciare da quelle sul jazz e sull'interazione della musica afro-americana con altri generi. (Approfondisci su Wikipedia in inglese .)




Alla luce di queste forti personalità, si può meglio intendere la grandezza dei Pierrot Lunaire. Gaio Chiocchio (sitar, mandolino, chitarra, organo Hammond, cembali, timpani, voce), che era nato a Rio de Janeiro, Arturo Stàlteri (pianoforte, organo Hammond, spinetta eminent, celesta, percussioni, voce), e Vincenzo Caporaletti (chitarra acustica, chitarra classica, chitarra 12 corde, chitarra elettrica, basso, batteria, flauto) liberarono tutta quella splendida musica che oggi, a mezzo secolo di distanza, possiamo ascoltare con un vero senso di meraviglia.

Come detto, i due album prodotti dal trio negli Anni '70 sono sostanzialmente differenti tra loro. Il primo, Pierrot Lunaire (1974, etichetta discografica It), si caratterizza per atmosfere dolci derivanti dall'uso di strumenti acustici ed elettrici e la quasi totale assenza di percussioni.
Caporaletti decise di proseguire la sua carriera nel jazz. Intelligente e originale l'inserimento, in un gruppo rock, di un soprano (Jacqueline Darby). Su tre degli otto brani di Gudrun si registra anche la presenza di un batterista (Massimo Buzzi).

La registrazione di Gudrun avvenne quasi immediatamente dopo l'uscita di Pierrot Lunaire, tra il 1975 e il 1976, ma viene pubblicato soltanto nel 1977 per la fine dell'attività dell'etichetta Vista che doveva distribuirlo.




I Pierrot Lunaire dunque si sciolgono dopo il secondo disco. Gaio Chiocchio prosegue la carriera di autore di canzoni (tre titoli su tutti: "1950" e "Quando l'estate verrà", canzoni scritte con e per Amedeo Minghi e "Stato di calma apparente", composta con e per Paola Turci), autore anche di colonne sonore (ad es. quella del film Questo e quello, di Sergio Corbucci) e produttore per altri artisti, tra i quali Goran Kuzminac e la suddetta Paola Turci. Il collasso cardiaco che se lo portò via prematuramente addolorò tanti colleghi e amici.



 
Mario Castelnuovo, con il quale Chiocchio aveva collaborato, gli dedicò la canzone "L'acchiappabicchieri", contenuta nell'album Buongiorno, del 2000. Nell'interno di copertina si legge:
"L'Acchiappabicchieri è dedicata a Gaio Chiocchio, poeta, musicista, amico, scomparso nel 1996".  



          Link correlati

                Pierrot Lunaire, interview with Arturo Stalteri (lingua inglese)


              Pierrot Lunaire su Prog Archives (ingl.)

              Kay Hoffman - Floret Silva, review (ingl.)

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