Attention attention! Sta per uscire L'Alba della Civiltà (Lizard Records).
Gli Odessa (band con radici blues-rock / classic rock che sa toccare tutti i tasti, dalle ballate romantiche ai brani più hard) hanno finora licenziato tre album.
Stazione Getsemani, 1999, Mellow Records. Il disco consiste di 9 tracce e contiene due riuscitissime cover: "Caronte" di The Trip e "Alzo un Muro Elettrico" de Il Rovescio della Medaglia.Final Day, che uscì nel 2009 per Lizard and Andromeda Records. (Ottima recensione su Truemetal.)
L'Alba della Civiltà, il terzo album in oltre vent'anni di esistenza del gruppo: 2022. Ed è di esso che parleremo in questo articolo.
Un disco ogni decina di anni: eh sì, la vita ci pone di fronte a delle scelte... Vedi il nostro servizio su Lorenzo Giovagnoli, tastierista e cantante della band.
L'Alba della Civiltà: rock muscoloso con venature prog, come lo conosciamo dall'ormai storico ensemble marchigiano. Contiene anche una versione inedita di "L'Anno, il Posto, l'Ora" (Pooh).
(I Pooh, nel 1972, suonarono il brano sul palco in una versione più veloce e più rock di quella che conosciamo da Parsifal. C'era ancora Riccardo Fogli. Questa prima versione della canzone, solo live, nella quale una delle strofe è cantata da Fogli al posto di Canzian, ha un testo diverso dalla versione definitiva. Il ritornello, ad esempio, non recita altro che la frase in inglese "Yesterday is gone". Gli Odessa hanno ripreso proprio questa versione, addirittura arricchendola, musicalmente, secondo il loro stile.)
A Pesaro e dintorni, dove la band è "based", il virus ha imperversato impietosamente durante il divenire dell'album. Anche da qui il procrastinare della pubblicazione, la quale comunque è stata anticipata da alcuni appetizers.
"Rasoi"
Gli arrangiamenti dei singoli pezzi sono curati come non mai, le voci sono state ripetute e registrate più volte affinché suonassero come Giovagnoli desiderava. Davvero: qua, nei vocals, c'è tutto il bagaglio del cantante degli Odessa. Lui ha iniziato con i musical...
La collaborazione tra i musicisti è spesso avvenuta, giocoforza, in modalità remota. È una produzione digitale, però realizzata usando tutte le sonorità analogiche. Dal punto di vista delle tastiere, oltre al Kurzweil, che Lorenzo Giovagnoli usa sin dal 2001, si segnala l'impiego di emulatori Hammond, di Roland, di GSI (italiani, eccezionali) e IK Multimedia. Poi: Fender Rhodes e Wurlitzer, con tremolo e riverbero a molle.
Per il piano, un emulatore a livelli fisici, Pianoteq. E per gli archi i modelli Anni '70 analogici: Roland Jupiter, Solina, Roland Juno. Inoltre anche organi a transistor Farfisa.
Per un brano solo voce, tastiere e flauto, ad esempio, c'è un organo a transistor che passa per un Leslie e un riverbero a molle. Dà un'idea un po' inquietante stile fantascienza Anni '60.
Importanti e riconoscibili le influenze, gli amori musicali di Giovagnoli e degli altri membri (attivi anche in altri progetti; Marco Fabbri ad esempio ha suonato con The Watch...). Il brano dal titolo "Invocazione" ha, nella parte centrale, quello che è praticamente un omaggio ai Pink Floyd e a Morricone.
"Invocazione"
Il brano anche su Bandcamp!
Odessa - formazione attuale- Lorenzo Giovagnoli / vox and keys- Giulio Vampa / guits- Valerio de Angelis / bass- Marco Fabbri / drums- Gianluca Milanese / flute
"Di buio e luce" 1999
Ne L'Alba della Civiltà c'è anche un "Di buio e luce (parte 2)" (che segue di un ventennio la prima parte, quella presente in Getsemani)
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