2/04/23

Battiato - 'Campi Magnetici' e le altre "opere colte"

    Campi Magnetici (2000)

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      Telaio Magnetico, live 1975



"Magnetico" è un termine-chiave nei lavori di Franco Battiato. Ricordiamoci dei testi dei suoi primi album, quelli "progressive". E ci fu, nell'assoluto oblio dell'infinito, in un tratto di spazio-tempo in cui ogni oggetto o essere vivente sta in piedi pur in assenza di forza di gravità, anche un gruppo musicale formato da Franco che portava il nome "Telaio Magnetico".

Il magnetismo fu per un certo periodo sostituito da altri concetti, ma nella cornice ermetica della sua creatività, l'artista non poteva non tornare, ancora e sempre, al fenomeno che sa di magia più ancora che di fisica e geofisica; e persino nella canzoni più leggere ci sono brandelli di sapere che rimandano a scoperte mirabolanti, teorie scientifiche contrapposte oppure parallele a slanci mistico-religiosi... Un antropo-logos al crocevia di mondi estranei.
Certo, tutto ciò, e parliamo ancora delle canzoni sue più popolari, lo troviamo accostato a citazioni di cronaca nazional-popolare e internazional-popolare, a riferimenti polemici alla società dei consumi, a frecciate alla politica nostrana...


L'album con cui si apre questo articolo (Campi Magnetici) non è così conosciuto e/o osannato come Fetus e Pollution, ma questo lavoro di Battiato del 2000, commissionatogli dal Maggio Musicale Fiorentino per un balletto, è avanguardia elettronica. E, addirittura, più "fuori" delle vecchie opere.  A modo suo, è "art music", anche se sono sicuramente molti più i momenti stranianti, disturbanti. Bisogna ascoltarlo almeno una volta attentamente, certo, ma pochi avranno voglia di farlo ancora! Abbonda di campionamenti, e appena due brani, "La corrente delle stelle" e "Suoni primordiali", possono dirsi tendenti a offrire suoni più controllati e dalle strutture riconoscibili. Di certo, uno non può fare a meno di chiedersi: se questa è musica per balletto (anche se di balletto moderno si tratta), chissà che faccia hanno fatto i ballerini quando gli è stato proposto di esibirsi su tale pentagramma!

Campi Magnetici appartiene alle cosiddette "opere colte" di Battiato, com'è ad esempio l'avanguardistica opera lirica Genesi (1987),  che occorre assolutamente recuperare.


Altri titoli di album suoi da (ri)scoprire sono Telesio, Gilgamesh, Messa Arcaica (le opere classiche)... Inoltre: colonne sonore (come quella per il film Benvenuto Cellini – Una vita scellerata), collaborazioni con orchestre varie (dalla London String Orchestra all'Orchestra Sinfonica Nazionale Irachena)... Ma, se usiamo l'aggettivo "colto", occorre applicarlo anche ai suoi album "pop", che apparentemente non assomigliano alle composizioni di  John Cage e Karlheinz Stockhausen ma devono anche a loro, in realtà, qualcosina. Ebbe', "il tutto è più della somma delle sue parti", come recita il sottotitolo dell'album del 2009 Inneres Auge




"L’era del cinghiale bianco" del 1979 era stato l'inizio del suo ritorno al pop dopo quasi un decennio di sperimentazione elettronica. 

Prima di Fetus e Pollution, Franco Battiato aveva pubblicato diversi singoli, dei quali "La convenzione" / "Paranoia" già fa intravedere scenari futuristici - o addirittura da fantascienza - adagiati su una trama musicale di rock psichedelico e di elettronica. 




  

Ne L'era del cinghiale bianco, frutto del suo sodalizio che il compositore Giusto Pio - di estrazione classica -, Battiato trova o meglio ritrova la sintesi di un cammino musicale che gli porterà fortuna. L’album omonimo è aperto dalla title track con quell’imperioso e indimenticabile refrain di violino. Il testo echeggia miti antichi e lontani: un manifesto della poetica del miglior Battiato.


"Centro di gravità permanente" (1981)
Canzone tratta dall’album dei record, La voce del padrone, uscito nell’ottobre del 1981 ma esploso oltre sei mesi dopo, diventando "la" colonna sonora della primavera-estate. L’apparente nonsense testuale caratteristico di Battiato tocca la vetta qui tra contrabbandieri macedoni e gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming. È il clou del sincretismo e del mix di elementi che vorticano davanti al nostro occhio di uomini dal DNA arcaico e immersi nella modernità. 
Eccellente il lavoro del team di musicisti che hanno registrato negli studi di Alberto Radius.


"Inneres Auge" (2009)
Un brano intriso di passione civile, l'ultimo brano politico dopo "Povera Patria" e anche questo un'accusa che oscilla tra rabbia rassegnata e distante speranza. (Il 2009 fu "l’estate delle escort": belle ragazze pagate da Berlusconi per allietare le sue "cene galanti".) La prima parte della canzone è occupata dall'indignazione per una politica e un’etica civile sopraffatte dall’affarismo, dalla corruzione, dalla violenza; la secondaparte  suggerisce che la contemplazione - la visione tramite l'"Inneres Auge" (l'occhio interiore) - può rappresentare la salvezza. Bello l'ultimo verso: "Mi basta una sonata di Corelli perché mi meravigli del Creato".


Filosofia, esoterismo e misticismo hanno caratterizzato il viaggio di Battiato, che musicalmente ha toccato i generi del progressive rock, della musica etno-elettronica, della lirica, del minimalismo (Terry Riley fu un altro dei suoi compositori-guida). In Fisiognomica (1988) si lasciò ispirare anche dai Lieder di Mahler e di Richard Strauss...


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