11/19/20

Julius Project e quell'album sognato per oltre 40 anni

 Julius Project: esemplare caso di traguardo raggiunto grazie alla forza del sogno


Capodanno 1978. Giuseppe "Julius" Chiriatti, tastierista di Lecce, scrive un brano prog, che sarà la pietra angolare dell'album Cut the Tongue. Voleva che l'opera venisse eseguita dai Forum, suo gruppo di allora. Solo che i Forum si erano allontanati dal prog sinfonico, a favore del rock-jazz. Chiriatti continua tuttavia a comporre, mentre prende vita un album concept.

La storia di Cut the Toungue vede come protagonista Boy, un ragazzo alla ricerca della verità ma sempre circondato da falsi santoni, finché uno spirito-guida non gli appare in visione e gli dice di "tagliare la lingua" a questi maestri devianti. Boy finisce per scoprire nell'isolamento l'unico metodo possibile per vivere in maniera equilibrata.

Nel 2014 la figlia maggiore del tastierista, Bianca ("Bianca Berry"), trova questo tesoro nascosto dentro un cassetto e Julius Project può finalmente decollare. Con la partecipazione di diversi musicisti del prog italiano e... di Richard Sinclair, bassista, chitarrista, cantante e compositore di canterburiana fama!

In breve in tutti i negozi: Cut the Tongue, dei Julius Project. (Distribuzione GT Music.)



Data ufficiale di uscita: 25 novembre


Oltre a Giuseppe Chiriatti alle tastiere e alla voce, abbiamo: 
Bianca Berry alla voce solista, Filippo Dolfini alla batteria, Marco Croci (ex Maxophone) al basso e alla voce, gli ex-Jumbo Dario Guidotti (al flauto e alla voce) e Daniele Bianchini (chitarra), i chitarristi Flavio Scansani, Francesco Marra e Mario Manfreda, e inoltre Egidio Presicce al sax e Martina Chiriatti alla voce.
Con la partecipazione straordinaria - come detto - di Richard Sinclair (ex Caravan, Hatfield and the North, Camel) che ha messo il suo sigillo all'opera prestando la propria voce nella title track.
Il mix & mastering sono stati completati nell’agosto del 2020 ai RecLab Studios di Buccinasco (Milano) grazie all’esperienza e all’estro di Larsen Premoli, anche lui catturato dal fascino del progetto e felice di poter contribuire a completarlo, dopo la sospensione pluridecennale.

TRACKLIST:

    1. The Fog (6:27)
    2. In the Room (3:40)
    3. You Need a Prophet (3:30)
    4. Mask & Money (4:23)
    5. Welcome to the Meat Grinder (3:10)
    6. Speed Kings (3:33)
    7. Clouds pt. 1 (3:06)
    8. Clouds pt. 2 (4:45)
    9. Cut the Tongue (5:06)
    10. The Swan (2:17)
    11. Island (1:56)
    12. We Know We Are Two (2:06)
    13. I See the Sea (3:07)
    14. Glimmers (3:55)
    15. Castaway (1:07)
    16. Wood on the Sand (3:06)
    17. Wandering (1:39)
    18. Desert Way (2:53)


11/16/20

Qirsh - 'Aspera Tempora, parte 1'

 







    Per info su Aspera Tempora e dove acquistarlo:


BTF (btf it Italian Distribution)

GT Music (gtmusic it)

Pick Up (pickuprecords it)

Lo trovate inoltre su Spotify, Youtube, etc.



Sono rimasti insieme!

È questa la prima, straordinaria notizia. Sono trascorsi ben sette anni dal loro ultimo album, Sola andata (Lizard Records), e tuttavia la formazione è la stessa. Solo alle percussioni è presente un rinforzo, Giulio Mondo, ad affiancare Marco Fazio

... and then there were seven!

 Ennesimo gruppo ligure molto valido: i Qirsh


"Diciamo che non abbiamo cambiato formazione dal 2007... e che in generale siamo gli stessi dal 1994." Così ci dice Daniele Olia.


È un album dalle tinte fosche, questo, dark come il periodo che il mondo sta vivendo, con "Rumors", prima traccia di ben 17 minuti, a introdurre un viaggio orrifico ma ben noto a tutti noi, poiché quello dei Qirsh è un addentrarsi senza compromessi nella psiche e nei substrati mentali di io-tutti, fin nel profondo delle nostre sensazioni, nei bui recessi della quotidianità di ciascun essere umano. 

    Le accuse e le molestie, il sospetto, le voci false: "Rumors"


La loro musica si spinge in avanti ossessivamente, con cori che si rincorrono spesso modulati-demodulati elettronicamente, tra sibili e glissandi... come in "Aer Gravis", dove si coglie la frusta di venti sotterranei e fiamme impazzite, tra le risate di dannati.



La creatività dei Qirsh diviene meno pesante ad inizio del terzo brano, con arpeggi sui tasti in bianco-e-nero ad accompagnare una chitarra acustica nervosamente amichevole... finché non inizia un battito insistente, sempre meno regolare, simile a quello di un cuore malato, e si viene di nuovo introdotti a un livello claustrofobico di angoscia, con il risuonare del già noto canto cadenzato.


... Mi fai paura quando hai fretta,

quando mi preghi

di comunicare

Mi fai paura quando mi chiedi,

quando io penso

a quel momento

Dovrai aspettare, dovrai capire...



Al più tardi da adesso, per via dei ritmi insistenti e le ripetizioni bombardanti, ci viene da pensare ai CSI...

Sfogliamo indietro nel tempo - grazie a Internet - nella quasi trentennale carriera del gruppo di Savona e ci imbattiamo in una recensione a firma dello scrittore Donato Ruggiero (clicca qui) dove si parla di Sola andata, l'album numero due dei Qirsh, del 2013. E anche lì affiora il paragone con i CSI!


La quarta traccia, "Hurt", esprime (senza parole: è un instrumental) proprio quel che suggerisce il titolo, e lo fa senza espedienti secondari. Pure la melodia di archi che funge da coda (ma sono chitarre elettriche? oppure chitarre più strings? chiederemo!) è ombreggiata da un velo heavy e funesto...



Non c'è dubbio: stiamo ascoltando una moderna Sinfonia del Destino. Non c'è proprio perdono per essere al mondo? Che cosa ci resta per sentirci vivi e felici? Il viaggio?

Parte "Anansi", nome che richiama a una divinità dell'Africa Occidentale, e l'atmosfera non è diversa dagli altri brani. "Anansi" si attiene però più alla forma canzone, e noi apprezziamo sinceramente. C'è il viaggio, sì, ma anche il sesso... e l'inganno.

La traccia si interrompe al punto giusto: neppure una nota superflua vi viene aggiunta. E con l'epica "Oremus" rientriamo in un edificio dai muri spessi, in un tempio, naturalmente, con una cascata di note barocche e con intriganti atmosfere - come di complotti mormorocantati sotto il saio.

Questo è "l'ottimo rumore" di cui i membri della band parlano in una loro intervista (vi invito a leggerla: click!), dove, sintetizzando la propria storia, raccontano tra l'altro di essersi conosciuti sui banchi delle superiori in un inverno dei primi Anni Novanta (alcuni di loro erano compagni nei boy scouts e nel Savona Basket) e si sono messi a fare musica fino ad affinare il suono inventandone uno proprio: appunto, questa sorta di psichedelia progressive.

Quello dei Qirsh è anche un percorso di amicizia e vita, non solo di ricerca artistica. Bello, peraltro, il racconto di come Leonardo Digilio dovette abbandonare la band lasciando il  posto di tastierista a Pasquale Aricò (che è anche cantante)... e poi, potendo Leonardo rientrare, i Qirsh non ebbero dubbi e si tennero entrambi.



Curiosità: più o meno contemporaneamente all'uscita di Sola andata, un loro amico scrittore - Gerolamo Pedemonte - pubblicò un libro biografico dal titolo emblematico 'Volevamo essere i Pink Floyd', a loro dedicato.


La settima traccia (niente titolo: puntini puntini. È la cosiddetta "traccia nascosta", alias "Oremus reprise") ci sorprende ancora in mezzo ai monaci in preghiera, ma c'è uno squarcio nello scenario ed ecco incombere scene di guerra, eserciti in marcia, edifici in rovina. Ben presto ci rendiamo conto che sono parti estratte, enucleate, ricavate, manipolate dalle precedenti tracce del CD.

 Sul palco... in passato


Di "Rumors" è stato realizzato anche un "radio edit" di poco più di 6 minuti.




A voler restringere il pensiero critico e sintetizzare, potremmo dire che è un album tra Bluvertigo e Battiato, ma con una maggiore urgenza progressive (il gran lavoro delle tastiere, gli effetti speciali...). Sicuramente c'è qualcosa dei Crippled Black Phoenix

Il tema del concept Aspera Tempora (i cui testi abbiamo inserito a fondo articolo) sembra essere fatto apposta per descrivere i nostri giorni difficili della pandemia (senza contare che il CD è uscito pure intorno a Halloween e i Morti!), ma in realtà il riferimento non è voluto: l'idea di un'opera incentrata sulle paure (al plurale) era nata dopo l'album precedente. Le canzoni per Aspera Tempora, parte 1 sono state scritte tra il 2016 e il 2019. E "parte 1" perché? Perché il materiale prodotto è tanto e un unico album non basta per raccoglierlo tutto.

A quando la seconda parte, dunque? Vista la discografia rarefatta della band, viene da chiederselo. "Chissà!" scherza Daniele Olia. "Tra 5 anni? Chi vivrà, vedrà!"

A Valloria di Savona, dove c'è la sala prove storica dei Qirsh, sono state realizzate diverse sessioni, ma il resto è nato con una concertazione virtuale, "da lontano" e non in gruppo, ciascuno registrando individualmente il proprio strumento. Cubase sia benedetto!



"The oldest and strongest emotion of mankind is fear": la paura è un'emozione primaria, ci accomuna tutti, è atavica, animalesca; violenta, spesso.

Il CD nasce nel formato digipack, proprio come l'album precedente, con libretto interno contenente foto e testi, accompagnando l'ascoltatore sul percorso sonoro tramite immagini. E ci sono didascalie in inglese a commento o spiegazione dei vari titoli. La scelta dei mosaici a vetro che caratterizzano l'artwork si presta bene all'atmosfera cupa del disco, e i volti nascosti tra i motivi geometrici richiamano e sottolineano le tonalità oscure e ancestrali. 

I testi sono stati scritti non solo a Savona ma anche un po' in giro per l'Europa. "Quel Momento" è stato concepito in un bar di San Pietroburgo, un po' di "Rumors" porta con sé l'anima di Cracovia, "Oremus" respira l'aria del Trentino... E qualche  verso dovrebbe essere nato a Novara.


 





Equipment (una selezione)

Chitarre Fender Stratocaster con effetti Pod 5500

Basso Rickenbacker 4003, Music Man StingRay 5, Fender Jazz Bass Fretless

Tastiere Nord Stage 2, Novation KS5, tastiera MIDI con software Kontakt, FM8, altri.


Ulteriore curiosità - L'ultima parte vocale di "Rumors" (cantata da Pasquale) è stata registrata nell'estate 2020 a casa di Daniele Olia. Era presente anche il pastore tedesco di Daniele... i cui respiri vennero immortalati nella traccia audio (il microfono Avantone è assai sensibile). Ebbene, quell'ansare non poté essere eliminato con nessun filtro e il giorno dopo i musicisti dovettero rivedersi per eseguire di nuovo quel segmento del brano...




La band


Andrea Torello basso, voce

Daniele Olia chitarre, tastiere, liuto, voce

Leonardo Digilio tastiere, piano, sinth

Marco Fazio batteria

Michele Torello chitarre

Pasquale Aricò voce, tastiere

Giulio Mondo batteria, percussioni



Tracks


1. Rumors      (17'50'')                  

2. Aer Gravis  (6'45'')                 

3. Quel Momento (6'15'')                  

4. Hurt (2'55'')                  

5. Anansi (3'00'')                   

6. Oremus  (12'20')  

7. [traccia segreta]

                 


Musica, testo e arrangiamenti:

"Rumors", "Aer Gravis", "Quel Momento", "Oremus":  Daniele Olia

"Anansi": Andrea Torello, Pasquale Aricò, Michele Torello  

"Hurt": Daniele Olia, Marco Fazio, Qirsh


Registrazione, mix, masterizzazione, progetto grafico:  Qirsh

Tutti i brani sono registrati e depositati presso SOUNDREEF e PATAMU


Etichetta: Open Mind - Lizard





TESTI


   "Rumors"


Ancora si andava a scuola,

ricordo che io già temevo

le voci.

Nascondersi nei bagni e a casa,

le lacrime quando spegnevo la luce.

Il sospetto ad ogni sguardo,

il mondo intorno sta ridendo,

parlando, attaccando,

e al mattino alla sveglia già scendeva

la notte.

La salvezza o la condanna, il giudizio della gente,

vivere in attesa sempre di una sola parola.

Ma crescono le false voci della propaganda nera,

corrono più forte della ragione e della pietà cristiana.

Non si deve mai fuggire, ma si rischia di impazzire.

La vergogna e la paura han piantato un seme di odio,

ora resta soltanto un po' di inutile odio.


Da piccoli si giocava al telefono senza fili,

le parole sussurrate cominciavano a girare, e cambiare.

L'immaginazione vola, dalle epoche contadine,

ai soldati in guerra.

Le favole son sempre accolte,

ci son le spie, i buoni, e chi porta sfortuna.

Anche i Santi della Storia hanno avuto quei nemici: le voci.

Ancora si andava a scuola,

ma vi ricordo uno ad uno, tremate.

Vi troverò anche dopo anni, e su di voi scenderà

la notte.



   "Aer Gravis"


Oltre il punto di ritorno frena spinge e

preme il cuore inspiegabilmente vivo e forte

fino a poco prima, ma si ferma al cospetto

dell'immensità del vuoto, uno scalino

ancora e il passo trema trema trema e cede

a questa forza che è nell'aria e senz'aria

lascia il petto e il cuore vuole uscire alla

ricerca di un riparo, ma non c'è nessun

abbraccio che gli dia consolazione e quest'

eco risuonante avvolgente penetrante

entra e vibra nelle ossa e la testa vuol

scoppiare e il pensiero vuol fuggire ma non

si può respirare in questo spazio troppo

grande troppo vuoto troppo alto da cui

non si può scappare da cui

non si può tornare. Vibra nelle ossa

il muro d'aria frena il cuore e quest'eco

invadente troppo alto troppo grande,

il passo trema trema e cede a questa forza

travolgente a questo vuoto vuoto troppo

grande da cui non si può scappare

Il coraggio di saltare

Non ho paura di volare



   "Quel Momento"


Non scrivo mai se sono in pace

Perché mi chiedi

di dedicarti una canzone

Io scrivo solo se c'è qualcosa

che fa parlare,

qualcosa da liberare

Mi fai paura quando hai fretta,

quando mi preghi

di comunicare

Mi fai paura quando mi chiedi,

quando io penso

a quel momento

Dovrai aspettare, dovrai capire

Non chiedermi di avere tempo

di scrivere, di liberare

Sarà un momento di cambiamento,

buono o cattivo, dovrò gridare

Non chiedermi

Chiedimi che quel momento

non venga mai



   "Hurt" (instrumental)



La didascalia spiega:


We are more often

frightened than hurt.

It is not death or pain

that is to be dreaded,

but the fear of death

or pain




   "Anansi"


Aggrappato ai tuoi fili

di luce ed ombre mi inganni il cuore

sai consumarmi lento come ti piace

Ovunque io mi giri

vedo me stesso in mille occhi

mille mani mi avvolgono l'anima

ed io non sono più qui

mi guardi e ridi offro me stesso

sarò la preda per i miei figli di Dio

Non risparmiarti

sono le scuse a consumare

più della tela che stringo 

nel lungo addio




   "Oremus"


Notte dello spirito,

malattia dell'anima,

la risposta che non c'è,

debolezza atavica

il senso di colpa,

la risposta che non c'è,

ansia e vergogna,

passivo stupore,

timore e tremore,

timore ancestrale,

timor reverenziale,

tormento e pentimento

ignoranza umana,

verso l'insondabile,

la paura del male,

la risposta che non c'è

non vogliam sapere se

quando ce ne andremo via

non sarem più nulla

la risposta che non c'è,

passiva devozione,

di degradata umanità

gli uomini si annullano

ai piedi dei potenti dei

la superstizione,

costante compulsione,

nervosa ossessione

della contaminazione

perpetua confessione,

pensieri immorali,

atto di contrizione,

pensieri sessuali

purificazione,

chiave del martirio,

in nome del divino

gli atti più infami

un tremendo essere,

il castigo più temibile,

loro tutto osservano,

si salderanno i conti

alla fine della storia


All'inizio della storia umana,

"Io sono Brahman"

Manava itihasako suruma,

"Má hum Brahmana"

Kali Rudra Shiva Indra Yama

Mextli Atlacamani

Chimata-No-Kami Izanami

Nai-No-Kami

Apu! Apu Illapu!

Inti! Mama Kilya!

Apu Illapu Kon Pachamama

Camazotz Kucumatz Balam

Yurlungur Galeru Bamapama

Surtur Jotunn Thor

Tinia Mania Februus

Tyrrhenus.

Mei fratres, oremus!


Kadosh Elohim,

Kadosh Adonai

Adonai Elohim,

Elohim Adonai

Elohim Adonai,

let there be light

Ora, ora


Ora, ora pro me



 


11/14/20

Il rock apocalittico dei Crippled Black Phoenix

Il ritorno - attesissimo - dei
Crippled Black Phoenix. (E delle loro ballate apocalittiche.)

Dopo due anni, il gruppo di Bristol torna nelle nostre casse acustiche con lo studio album Ellengaest, titolo che è tratto dall'inglese antico e dovrebbe significare "spirito forte".



Le tracce sono tristi, pesanti. È il folk denso di pessimismo tanto amato dai loro fans. Crepuscolarismo e claustrofobia a gogò, insomma; e in più qualche sample inserito tra le varie canzoni, cosa che fa tanto Terzo Millennio... e che richiama ovviamente ai Pink Floyd.
La partenza del cantante Daniel Änghede viene by-passata con tutta una serie di vocalists. E almeno questa parte di esperimento può definirsi riuscita.
La musica (più post-punk che progressive, vi sia chiaro!) è viscerale e spontanea come non mai. I CBP ricordano a tratti gli Anathema, senza voler fare paragoni mistificanti... (Non a caso, l'"opener" "House Of Fools" viene cantato da Vincent Cavanagh, frontman degli Anathema.) Vi sono momenti che riportano alla memoria anche Nick Cave & The Bad Seeds... ciò, per farvi intendere quanto è dark questo quartetto rimpinguato di guests.

Voi che ne pensate di Ellengaest?




Fondati da Justin Greaves nel 2004, nel corso di questi quasi due decenni numerosi musicisti si sono avvicendati tra i ranghi della band, come ospiti (sul palco, in studio di registrazione...) o come membri momentanei.
Greaves aveva suonato la batteria in diversi gruppi doom: quindi niente da stupirsi che le canzoni e i suoni da lui ideati siano di natura macabra, da "fine del mondo". Inizialmente fu Geoff Barrow (Portishead) a pubblicare la musica dei Crippled Black Phoenix sulla sua etichetta Invada Records. E, occasionalmente, Barrow suonò anche con la band. Gli show dal vivo sono, fin da sempre, il punto di forza dei Crippled Black Phoenix, i quali sono arrivati ad esibirsi persino con 9 musicisti. Il sound, che delizia i loro aficionados, è un connubio tra folk vittoriano (con strumenti di quell'era) e gli elementi tipici della musica rock.


Nel 2014 una svolta importante si ebbe quando il cantante svedese Daniel Änghede entrò nel gruppo, in sostituzione di Joe Volk; fermo restando che la voce femminile di Belinda Kordic (svedese anche lei! Nei CBP fin dal 2012) era ed è un punto fermo. Un'altra donna, oltre a Belinda, la multistrumentista (di Bristol) Helen Stanley (la vediamo soprattutto alle tastiere), è nei Crippled Black Phoenix dal 2016. Änghede ha poi lasciato la band (prima della registrazione di Ellengaest) e al microfono dunque si avvicendano, oltre a Belinda ed Helen, una risma di cantanti occasionali.
Insieme a Justin Greaves, Belinda Kordic e Helen Stanley, il quartetto di base viene (attualmente) completato dal chitarrista Andy Taylor, arrivato nel 2018.


Discografia (soltanto gli album in studio)
  • A Love of Shared Disasters (2007)
  • The Resurrectionists (2009)
  • Night Raider (2009)
  • (Mankind) The Crafty Ape (2012)
  • White Light Generator (2014)
  • Bronze (2016)
  • Great Escape (2018)
  • Ellengæst (2020)

Sons Of Apollo - "Comfortably Numb"

 Una riuscitissima cover dei Pink Floyd da parte di un supergruppo attuale: i Sons Of Apollo di Mike Portnoy






I Sons Of Apollo sono:

Drums: Mike Portnoy. Ai tasti: Derek Sherinian. (Ambedue ex Dream Theater.) Ron "Bumblefoot" Thal: chitarra, voce. Billy Sheehan: basso. Jeff Scott Soto: voce.

L'ultimo album, MMXX

Il resto della discografia di questa eccezionale band:
..................

Questo è dei Flying Colors, altro gruppo con Mike Portnoy: 

Greg Lake, l'antologia

 GREG LAKE – Anthology

2CD Digibook


The Shame, The Shy Limbs, King Crimson, Emerson Lake & Palmer... solista, produttore, compositore, paroliere, bassista straordinario: Greg Lake aveva tutto, era tutto. BMG rende il giusto tributo al percorso professionale di Lake con 'The Anthology', raccolta di sue canzoni e di alcune delle sue performance più rappresentative.






'The Anthology' contiene diverse perle: dal raro e ricercatissimo Psych 45 “Love”, che Lake ha registrato nel 1969 con gli Shy Limbs, ai tesori accuratamente scelti degli album di successo degli ELP, in particolare “Take A Pebble”, “C”est La Vie” e “Lucky Man”. Nessuna raccolta antologica sarebbe completa senza l”amatissima hit da solista “I Believe In Father Christmas”, l’inclusione di “21st Schizoid Man”, “Peace” e “In The Court Of The Crimson King” dei King Crimson, più la ri-registrazione da parte di Greg del vecchio successo degli ELP “Closer To Believing”, realizzata nei suoi ultimi anni di vita, che può essere ascoltata sul secondo CD.


Morto nel 2016, a 69 anni, per un cancro: Greg Lake


'The Anthology' è sia su doppio CD (deluxe e cartonato) sia su doppio vinile (con copertina apribile). All’interno si trova un ampio saggio di Chris Welch, accompagnato da una serie di fotografie inedite e contributi del manager degli ELP Stewart Young, della moglie di Greg, Regina Lake, insieme a tributi sentiti di amici e colleghi.



11/13/20

'Barrett' (1970)

 13 novembre 1970. Appena dieci mesi dopo la pubblicazione di The Madcap Laughs, esce il secondo long playing solista di Syd Barrett.

Barrett - così si chiama - è interamente prodotto da David Gilmour e vede Richard Wright alle tastiere.



Dopo questo sforzo, Syd si ritirerà a vita privata. 

 "Barret" (con una 't') significa "il berretto". The Madcap Laughs può tradursi con: "Testamatta ride", dove il "cap" di "Madcap" ha anche il significato di "berretto"...


Syd Barrett, co-fondatore e anima dei Pink Floyd "prima maniera", sarebbe spirato il 7 luglio 2006, sessantenne, nella casa di Cambridge in cui da tanti decenni viveva insieme alla madre. Le cause della morte sono state fatte risalire alle complicazioni per il diabete, malattia di cui soffriva "Diamante Pazzo" (così lo ribattezzò Roger Waters nella splendida canzone "Shine On You Crazy Diamond", contenuta nell'album-omaggio Wish You Were Here).



           
 



A 14 anni, Barrett è un talento precoce: sulla prima chitarra compone allucinate canzoni jazz e blues. Proprio dai due bluesman preferiti, Pink Anderson e Floyd Council, Syd conia il nome del gruppo che ha messo insieme, con Waters, Mason e Wright, nella natìa Cambridge: sono i Pink Floyd e l'anno è il '66.
I primi singoli dei Floyd - "See Emily Play" e "Arnold Layne" - sono uno shock per la musica inglese. Frasi musicali tortuose e oscillanti si incastonano in un ritmo cangiante o indefinibile, per esplodere in melodie di cristallina bellezza. In un locale londinese, l'Ufo, i Pink Floyd si producono in ottime esibizioni ed è lì che Syd inventa il "Light Show": un primo passo verso la psichedelia. 

 In Relics sono contenuti i primi single e altre prove di banco dei Pink Floyd.




Per il gruppo, il successo arriva con l'album d'esordio The Piper at the Gates of Dawn (1967). In piena epoca Beatles, con alle porte la rivoluzione del Sessantotto, il disco, composto quasi totalmente da Barrett, presenta testi intrisi di fiaba e di sogno mescolantisi a melodie eteree. Nove brevi gioielli: da "Matilda Mother" a "Interstellar Overdrive", da "Lucifer Sam" a "The Gnome". Un disco persino troppo avanti con i tempi, che ottiene comunque un immenso riscontro e proietta i Floyd sulle prime pagine delle riviste specializzate. 




Ma per Syd "successo" è sinonimo di "stress", leggi: panico da concerto, nevrosi. La massiccia assunzione di LSD si fa sentire: il leader dei Pink Floyd fa fatica a suonare in pubblico, scrive liriche sempre più allucinate, spesso pronuncia frasi sconnesse. Il gruppo, preoccupato, lo sostituisce per i concerti con un giovanissimo chitarrista di nome David Gilmour.
Il trionfo di Dark Side of the Moon e The Wall (centinaia di milioni di copie vendute!) arriva in un'epoca post-Barrett: Syd si era già ritirato dalle scene e conduceva a Cambridge una vita da recluso. Rimase comunque, fino alla sua definitiva dipartita, una figura di spicco del progressive rock e della musica in generale, punto di riferimento anche per le nuove generazioni di artisti. 

 Syd nel 1975



Opel è un'antologia "barrettiana" uscita la prima volta nel 1988. Contiene brani registrati nel periodo tra il 1968 e il 1970, oltre a versioni alternative di tracce presenti su The Madcap Laughs e Barrett.

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