È un brano dal loro "lockdown"-EP dal titolo Tutto il tempo del mondo - 1.òikos. Vedi il nostro articolo dedicato (clicca qui!).
"Arkè" racconta di paura, di terrore. Le sonorità oscure lo evidenziano, ma, per rendere maggiormente l'effetto, in coda è stato inserito l'ultimo discorso pubblico del presidente romeno Nicolae Ceaușescu (Bucarest, 21 dicembre 1989). Un audio terribile che - i ragazzi di Métronhomme ne sono ben consci - amplifica l'effetto "disturbante".
Il video è opera della videomaker Giorgia Tranquilli, moglie del pianista della band (Tommaso Lambertucci).
Curiosità; nel video si vede anche una mano, o meglio la radiografia di una mano... Beh, non è una finzione! Il chitarrista, Marco Poloni, si era fratturato un dito. In suo onore, è stato immortalato nel video di "Arkè", appunto, il suo arto attraversato dai raggi X...
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Tutto il tempo del mondo, quinto disco in studio del gruppo di Macerata, è nato in condizioni di difficoltà quasi estreme. L'idea di dare la stura a un "esperimento compositivo" per superare lo iato costrittivo è stata di Mirco (o Mirko) Galli, il bassista. I Métronhomme hanno iniziato nel secondo giorno del "lockdown", per essere precisi. Il problema era: non potevano usare la sala prove né andare a recuperare eventuali strumenti, trovandosi questi al di fuori dei confini comunali. (Conosciamo tutti le restrizioni imposte a causa del propagarsi del virus.)
Con l'eccezione di Lambertucci, che ha il pianoforte in casa e lo studio di registrazione nella sua cantina insieme all'intera strumentazione (una fortuna: così è stato possibile il mixaggio immediato del lavoro), gli altri si sono dovuti riorganizzare.
Marco, sprovvisto di chitarra elettrica rimasta in sala prove, ha utilizzato il pianoforte verticale che ha in casa (leggermente scordato, come si può sentire in "Quarantine", ma la band ha deciso di non scartare quel contributo proprio per l'effetto non artefatto); ha utilizzato inoltre il Maschine, strumento elettronico che si era comprato poco prima e dal quale è rimasto affascinato per via delle numerose possibilità sonore che esso offre; e ha usato altresì una chitarra acustica 12 corde di cui una rotta (!). Tutti gli effetti in "Di una Moneta che Cade" (terza traccia) è partita da un suo esperimento: collegare la vecchia 12 corde al Maschine!
Mirko (il bassista) ha impiegato il periodo in casa costruendo il suo secondo basso (è bravo in falegnameria e in altri ambiti da homo faber!) e con quello ha registrato quasi tutti i nuovi pezzi. Ha usato anche un synth-bass.
Andrea Lazzaro Ghezzi, il batterista, che non può suonare la batteria acustica nel suo appartamento (e la tiene in sala prove), si è sbizzarrito a trasformare diversi oggetti in strumenti percussivi (vedi nostro articolo).
Lo stesso Andrea ci racconta:
"Ho utilizzato un oggetto alla volta, cercando di ricostruire le ritmiche che avevo in mente, sincronizzando, alla fine, le varie tracce. È stato un lavoro tanto divertente quanto impegnativo! Spesso mi son ritrovato a ricominciare da zero perchè magari, la mattina dopo, non mi piacevano più le cose registrate il giorno precedente! Ma è stato fantastico sentire, di giorno in giorno, come crescevano i pezzi con gli arrivi via mail dei mix contenenti le aggiunte degli altri. Sorprendente soprattutto il fatto che le varie parti suonate senza comunicare direttamente tra noi fossero coerenti..."
Stupiamo nell'apprendere che una bacinella da bucato, usata come base ritmica, suona meglio di una cassa DW da 1000 €!
L'esito finale di questa vera e propria ricerca sperimentale... "coatta", in gruppo ma nel contempo separati, è davvero stupendo. I membri dei Métronhomme si sono divertiti a provare nuovi materiali e nuove tecniche. Ciò ha accresciuto la loro voglia di superare i limiti del fattibile. E, dopo aver terminato un paio di brani, hanno scoperto che erano sulla strada di potere e volere fare un album. Hanno perciò comunicato la loro idea a Vannuccio Zanella (il loro editore con la Micio Poldo) e a Loris Furlan, i quali li hanno sostenuti sulla fiducia.
Altro brano: "Supermarket"
Facit: un risultato geniale sul serio. Eccolo:
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