Uscì nel 1977, anno di rivolte giovanili in Italia. La stessa label lo considerò troppo "hot", pericoloso per via dei testi e per quel che stava succedendo nel Paese; e non venne perciò propagandato.
Album cantautorale dalle virate prog che è in sintonia con il periodo della sua pubblicazione. (Contestationi studentesche, cultura underground, Indiani metropolitani: pacifisti contro violenti...)
"Eliogabalo fece ridisegnare tutti i cimiteri da Walt Disney e da quel momento fu molto divertente andare a trovare i Morti..."
Tanta fantasia, tanta cinica ironia. La RCA lo "mise a tacere"...
Vi partecipano Claudio Lolli, Lucio Dalla, Rosalino Cellamare (poi Ron), Teresa De Sio. Musicisti dei Pierrot Lunaire e dei Crash...
Dalle viscere della terra si sprigionavano degli strani vapori
e come per incanto apparvero le roulottes dei comici e degli attori(...)
Sono due versi da
L'Eliogabalo
operetta iperrealista
di Emilio Locurcio
personaggi e interpreti
rosalino cellamare (uno studente medioborghese)
lucio dalla (un contadino ancora puro)
teresa de sio (una ragazza metropolitana)
claudio lolli (un dolce narratore)
Negli Anni '70 uscirono diverse opere rock che erano "favole", "fantasie", "operette" e una delle più originali è senz'altro questo L'Eliogabalo. L'album raffigurava in scala 1:1 il momento che si stava vivendo, caratterizzato da una rivolta portata avanti dai "fricchettoni", dagli "Indiani metropolitani" che avevano ripreso lo slogan anarchico-dadaista "Una risata vi seppellirà!" Testi ben scritti e certamente irriverenti, quelli di L'Eliogabalo, ma non tanto da giustificare l'operazione boicottaggio che fece la stessa etichetta musicale che aveva finanziato e stampato il prodotto (la IT; l'ostruzionismo ebbe luogo comunque per mano dell'azienda madre, la RCA).
La copertina-poster del CD (noi teniamo tra le mani l'edizione del 1997, proposta da MP Records a 20 anni dall'uscita dell'originale) è un foglio pieno di disegni, come un caotico, ricco fumetto; per la precisione: come una serie di vignette non dissimili da quelle che riempivano i giornali satirici dell'epoca (Il Male su tutti). E porta anche testi poetici, osservazioni, oltre a un'Ultima Cena con le caricature dei politici italiani dell'epoca, e in questa precisa vignetta si vede un Pasolini insanguinato sotto il tavolo e, tra i gaudenti che stanno seduti al desco, un inconsolabile Berlinguer; con Agnelli, Craxi e Andreotti in bella vista. Insomma: l'Who's Who della Prima Repubblica.
Occorre ripensare a ciò che significò per l'Italia il compromesso storico (voluto o agognato da Berlinguer, capo del Partito Comunista Italiano), nonché ai motivi dell'efferato omicidio dello scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, che scosse il mondo culturale nostrano e non solo (lo scrittore bolognese, di madre friulana e "naturalizzato" romano, aveva ficcanasato un po' troppo in certe faccende sporche, sporchissime, di petrolieri e affaristi vari, che lui riteneva responsabili di complotti internazionali e anche dello stragismo italiano).
Tutte le illustrazioni sono opera di Emilio Locurcio.
Il concetto di L'Eliogabalo prende il via con un evento quasi allegro, carnascialesco:
Hanno eletto Eliogabalo imperatore.
Ah cavoli, ma allora si fa subito la rivoluzione?
Sì, dài, vatti a vestire, altrimenti arriviamo tardi.
(Così si legge nel primo "quadro" della storia grafica...)
Se scorriamo i testi di L'Eliogabalo, ci ritroviamo de facto con un bel manoscritto tra le mani, un lavoro letterario-teatrale. Che Claudio Lolli, Dalla, Ron ossia Rosalino Cellamare e Teresa De Sio abbiano partecipato alla realizzazione di quest'opera rock in veste di album progressive è garanzia di qualità, oltre che di... urgenza sociopolitica.
La poesia moderna dei testi è un toccasana e può benissimo essere apprezzata dagli ascoltatori odierni. Versi quali:
Dal finestrino del treno ora decifrano la mia vita
ad ogni galleria mi aggrappavo al vetro con le dita
andavamo attraverso scompartimenti devastati
inciampando sopra bagagli ormai dimenticati
alberi gelati dalla neve scivolavano via dal finestrino
poi qualcosa di caldo e tenero mi venne vicino
qualcuno che mi toccava con la mano per capire chi ero(...)
("Uno studente medioborghese")
Emilio Locurcio, l'autore di tale "operetta iperrealista", un po' si rifà al cantautorato impegnato (Giovanna Marini, Leo Ferrè) ma ancor più sta ad eseguire un'azione teatrale. La rappresentazione scenica è tra i massimi interessi della sua vita. Tant'è vero che, dopo aver lavorato come attore di teatro e cinema, nel 1989 arriverà a fondare a Torino 'Maigret Magritte', scuola di Teatro e "casa" di molti aspiranti mimi e individui dagli interessi affini.
Ecco un video di presentazione del disco:
Le canzoni sono suddivise in quattro parti:
La Veglia, Il Viaggio, La Visione, L'Attesa,
anticipate da un "Monologo d'Apertura".
Full album
Il CD dell'edizione/ristampa M.P. Records è comodamente ordinabile qui.
Dopo la M.P., altre etichette si sono impegnate a ristampare il disco: la giapponese Marquee nello stesso anno 1997 (CD, Papersleeve), Akarma nel 1999 (LP, Gatefold), la BMG, Dischitalia, nel 2003 (CD, Album, Remastered, Limited Edition, Gatefold Papersleeve) e infine la RCA, Sony Music nel 2011 (CD, Album, Remastered, Limited Edition, Gatefold Papersleeve).
Chi era Eliogabalo
Un ragazzo arabo il cui nome vero risultava essere Marco Aurelio Antonino, noto anche come Heliogabalus. Costui venne proclamato imperatore all'età di 14 anni. Regnò dal 218 al 222 d.C. In questo breve lasso di tempo, l'imberbe regnante si distinse per la sua condotta immorale. Organizzò feste e spettacoli scandalosi e incoraggiò pratiche religiose poco... ortodosse.
Fu uno dei pochi imperatori romani ad aver adottato il culto di una divinità orientale: il dio Sole siriano El-Gabal (che gli diede il nome). Ciò suscitò l'indignazione dei senatori e del popolo, che lo accusarono di eresia.
Frequenti ribellioni e complotti caratterizzarono il suo regno. Venne assassinato da una congiura militare, nel 222 d.C., quando aveva 18 anni.
La figura di Eliogabalo ha ispirato e ispira scrittori e musicisti di tutto il mondo. Locurcio non fu il primo a dedicarsi a lui, né l'ultimo. Conformemente al personaggio, il disco sembra esaltare l'irrazionalità: l'ordine pubblico viene capovolto, nel cielo appare una primavera feroce e la gente si abbandona a una frenesia dolcissima. A capo dei carabinieri viene posto un ballerino...
In "Eliogabalo Imperatore", traccia 9 dove Lolli e Dalla cantano insieme, il testo fa:
Dalle viscere della terra si sprigionarono degli strani vapori
e come per incanto comparvero dei comici e degli attori,
che come grappoli d’uva nera fin troppo fermentata
zampillavano fuori dai solchi in preda a una gioia scatenata.
La lotteria degli zingari indicò Eliogabalo come nuovo imperatore.
Locurcio aveva conosciuto Claudio Lolli, che ammirava, diversi anni prima, organizzandogli un tour in Piemonte. Un'altra sua icona era il drammaturgo Antonin Artaud (Héliogabale ou l'anarchiste couronné, 1934) e, casualmente, proprio nel ’77, uscì il Super Eliogabalo di Alberto Arbasino, il libro più surrealista dello scrittore vogherese.
A Roma, dove Locurcio era andato in qualità di attore per partecipare a un film con Rosalino alias Ron – Lezioni private, di Vittorio De Sisti -, grazie al suddetto Ron conobbe Lucio Dalla, che aveva appena ottenuto successo (l'ennesimo!) con Com’è profondo il mare.
Ai due cantautori piacquero le canzoni che Emilio Locurcio fece loro ascoltare. Noi stessi, vagliando il risultato finale, possiamo definirlo per certi versi un album a metà lolliano, imparentato con gli "Zingari felici" (appunto di Claudio Lolli), e per un po' anche dalliano. Il puntino sulla i viene rappresentato dalla presenza della brava e bella Teresa De Sio.
Gaio Chiocchio (che nel ’73 aveva fondato con Arturo Stàlteri i Pierrot Lunaire) è tra i musicisti che registrarono il disco, insieme ai Crash, gruppo progressive che accompagnò Rino Gaetano fino alla sua morte.
Purtroppo l'album ebbe un destino sfortunato.
Ha raccontato lo stesso Locurcio:
Era stato già fatto ascoltare alla stampa [nel 1976, N.d.R.], addirittura Castaldo aveva scritto una bella recensione su Repubblica, una pagina intera divisa tra Eliogabalo e De Gregori, il disco di 'Generale'. Poi ci fu il rapimento Moro e la situazione cambiò. Melis, il patron della RCA [cui la IT era affiliata, N.d.R.], dice: «No, questo disco non esce, è troppo schierato, non possiamo sembrare dei fiancheggiatori delle Brigate Rosse». Allora Micocci disse: «Lo tengo io alla IT, ne stampo un po’ di copie, lo faccio uscire in qualche negozio…». Uscì un anno dopo, in sordina, che nessuno se ne ricordava più.
[...] Ci ero rimasto così male per com’era andata, che smisi con la musica. Avevo cominciato a lavorare con lo Stabile di Roma, poi mi trasferii a Parigi, per fuggire. Vi rimasi due anni...
I tempi cambiarono. L'album di Lolli del 1980, Extranei, segnò questa frattura. Emilio Locurcio rimase amico del cantautore bolognese. Ed era solito parlare bene anche di Giorgio Lo Cascio, altro artista disponibile, generoso. Ma: "Dopo gli anni di piombo, tutto questo è scomparso."
(...) il calice delle ostie stracolmo di cioccolatini e confetti, ma il vino rimase
la gente dichiarò: "Adesso sì che preferiamo le chiese alle nostre case!"
e quando le ballerine presero per sempre il posto dei chierichetti
e sui sacri affreschi del Dugento comparvero dei grandi fumetti
allora la gente, lo giuro, cominciò a divertirsi sul serio (...)
Emilio Locurcio è scomparso nell’aprile del 2021 a causa del Covid. Un’incredibile, tragica vicenda familiare: prima è venuto a mancare un suo fratello. E, nel giro di poche ore dalla morte di Emilio, se n'è andata anche la sua compagna, Luigina Dagostino (attrice e regista teatrale), che, come lui, era stata ricoverata in ospedale tre settimane prima.
È una notizia risalente al 23 marzo, che noi abbiamo pubblicato - probabilmente tra i primi in Italia - sulla nostra pagina di Facebook Prog Bar Italia:
Addio a Keith Reid, il poeta dei Procol Harum
Nel febbraio 2022 era già toccato a Gary Brooker, ora se ne è andato anche il paroliere della band: Keith Reid. Fu lui a scrivere ad esempio "A Whiter Shade of Pale", canzone che lanciò i Procol Harum. (Oltre a scrivere quasi tutti gli altri testi del gruppo britannico.)
Parliamo di un'epoca in cui i Moody Blues, i suddetti Procol, i Beatles significavano tanto per un gran numero di persone dal cuore giovane. Un tempo in cui c'erano questi scrigni magici ad attendere la gente "là fuori", gente che amava il "rock sinfonico" e in esso cercava rifugio dopo una dura giornata... questi dischi rock, pop, pop-rock che facevano dimenticare ai giovani inglesi, americani (e non solo) le offese, le delusioni, e faceva loro sognare di un mondo di Peace & Love...
Con l'esclusione dell'album Novum del 2017, tutti i brani originali dei Procol Harum hanno le "lyrics" scritte da Reid.
"A Whiter Shade of Pale" è del 1967: proto-prog o già prog?
R.I.P. Keith Reid (Procol Harum)
L'annuncio di Esoteric Recordings del 30 marzo 2023:
We are sad to hear of the death of Procol Harum founding member and lyricist Keith Reid. An unparalleled lyricist Keith wrote the words to virtually all Procol Harum albums and co-wrote the John Farnham hit "You're The Voice". Our thoughts go out to his family and friends.
Verso la fine degli Anni '60 furono diverse le band che si cimentarono nell'impresa di coniugare Bach, Vivaldi, Beethoven eccetera agli strumenti elettronici (The Nice, Ekseption, Procol Harum e altre).
Loro vennero chiamati "i profeti del suono orchestrale": i Procol Harum.
Gary Brooker
L'incipit della saga procol-harumiana
Nel 1967 Gary Brooker conobbe il poeta e paroliere Keith Reid e gli chiese di scrivere un testo sulla base di una melodia che gli frullava in testa. Da qui nasce la celeberrima "A Whiter Shade of Pale".
Per la canzone Brooker voleva un’introduzione strumentale. Venne così contattato il ventunenne Matthew Fisher, talentuoso tastierista, che compose quello che diverrà uno dei più celebri 'intro' strumentali della storia della musica pop, ottenuto sovrapponendo il basso del secondo movimento dell’'Aria sulla quarta corda' dalla 'Suite per orchestra n. 3' di Johann Sebastian Bach, con una melodia presa da un’altra opera dello stesso compositore tedesco, il 'Corale in mi bemolle maggiore' "Wachet auf, ruft uns die Stimme".
"Repent Walpurgis" ("Fortuna")
"Repent Walpurgis", basato su un Preludio di J.S. Bach, è del 1967, ma lo ascoltiamo qui in un'esecuzione di quattro anni dopo, in long version, dentro un teatro di Parigi... senza pubblico. In Italia il brano venne pubblicato con il titolo "Fortuna".
(Notizie su questa particolare gig: a Parigi c'era lo sciopero dei mezzi pubblici, i Procol Harum avrebbero dovuto tenere lo spettacolo in un'altra venue ma per motivi di sicurezza i camion della troupe televisiva non potevano sostare nella zona... Lo show saltò e i musicisti e i cameramen si spostarono in un altro teatro, più piccolo.)
Gary Brooker al piano, Dave Ball (il sostituto di Robin Trower) alla lead guitar, B.J. Wilson ai drums... Chris Copping all'Hammond A100 (al posto dell'organista originale, Matthew Fisher) e Alan Cartwright al basso.
"Quite Rightly So" (1968)
Tra i molti artisti rock che usarono l'Hammond: Matthew Fisher (Procol Harum), Keith Emerson, i Led Zeppelin, The Allman Brothers, Ian McLagan (The Faces), Geoff Downes (Buggles, Yes, Asia)... E ancora: Rick Wakeman, Dave "Baby" Cortez, Booker T. Jones, Al Kooper, Brian Auger, Jon Lord dei Deep Purple, Rick Wright dei Pink Floyd, Tony Banks dei Genesis, Billy Preston, Steve Winwood (Traffic), Vincent Crane (Atomic Rooster), Rod Argent...
[Però Jon Lord fu l'unico che collegò l'Hammond agli ampli Marshall, creando quel suono unico e distorto che si riconosce subito...]
A proposito di Hammond! Interessante e tutt'altro che fuori tema questo articolo, sul blog Topolàin:
Matthew Fisher più tardi combatté in tribunale per farsi riconoscere come coautore "A Whiter Shade Of Pale".
E divenne "Mister 40 Percento"!
Per almeno quattro decenni, Gary Brooker (1945-2022) è stato considerato l'unico compositore del più grande successo dei Procol Harum: la canzone del debutto, nel 1967. Poi è iniziata una lunga battaglia legale sulla paternità. Già nel 1973, Matthew Fisher affermò di aver composto parti essenziali di "A Whiter Shade Of Pale".
Fisher fece parte della band dal 1967 al 1969. Ha poi lavorato a lungo come produttore e turnista. Nel 1991, il talentuoso pianista e organista salì di nuovo a bordo in occasione della reunion, per lasciare definitivamente la formazione nel 2004.
Soltanto nel 2005 si convinse a citare in giudizio sia Brooker sia l'editore Onward Music Ltd., per il pagamento di £ 1.000.000 (in lettere: un milione di sterline). In ultima istanza, la Camera dei Lord gli assegnò il diritto d'autore sull'opera, con una quota del 40% .
Matthew Fisher
Prima di entrare nei Procol Harum, Fisher era stato stato organista dei Screaming Lord Sutch. Amava trasporre composizioni di Bach. L'organo Hammond che si sente in "A Whiter Shade of Pale" è modellato sull'aria di Bach contenuta nella suite orchestrale n. 3. Altre citazioni "bachiane" includono il preludio in do maggiore nella sezione centrale degli strumentali "Repent Walpurgis" nonché "The Signature", nell'album dei Procol Harum del 2003 The Well's on Fire.
Responsabile dei versi della hit mondiale "A Whiter Shade Of Pale" - come abbiamo visto - è Keith Reid. Solo due delle quattro strofe originali sono state utilizzate per la registrazione in studio. Molte persone intelligenti (e non così intelligenti!) hanno cercato di dare un'interpretazione del testo. Nel 2005 la BBC Radio ha definito "A Whiter Shade Of Pale" "la canzone che nessuno capisce".
"Non volevo essere misterioso", ha spiegato Reid in un'intervista del 2008. E ha contraddetto le opinioni secondo cui la canzone parlerebbe di una relazione uomo-donna, con un litigio che sfocia in un rapporto sessuale. "È la storia di un amore tra una ragazza e un ragazzo, pura e semplice. Inoltre: l'ispirazione mi è venuta dalle letture, non da qualsivoglia droga!"
Le lyrics di "A Whiter Shade Of Pale"
We skipped the light fandango
Turned cartwheels 'cross the floor
I was feeling kinda seasick
But the crowd called out for more
The room was humming harder
As the ceiling flew away
When we called out for another drink
The waiter brought a tray
And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly
Turned a whiter shade of pale
She said, 'there is no reason
And the truth is plain to see.'
But I wandered through my playing cards
And would not let her be
One of sixteen vestal virgins
Who were leaving for the coast
And although my eyes were open
They might have just as we've been closed
She said, I'm home on shore leave,'
Though in truth we were at sea
So I took her by the looking glass
And forced her to agree
Saying, 'you must be the mermaid
Who took Neptune for a ride.'
But she smiled at me so sadly
That my anger straightway died
If music be the food of love
Then laughter is its queen
And likewise if behind is in front
Then dirt in truth is clean
My mouth by then like cardboard
Seemed to slip straight through my head
So we crash-dived straightway quickly
And attacked the ocean bed
"Quite Rightly So" (1971)
I rapporti tra Gary Brooker - il cantante e pianista - e l'organista, Matthew Fisher, furono travagliati fin dall'inizio.
Già nel 1969 Fisher lasciò una prima volta la band. Nella sua carriera lavorò come produttore per Robin Trower, Bandit, Tir Na Nog e James Dewar e a volte come programmatore di computer. Ha anche dato alle stampe cinque album da solista, di cui il primo porta un titolo significativo: Journey's End, la fine del viaggio. Inteso era il suo viaggio con la band...
I conflitti tra i due musicisti risalgono appunto all'hit "A Whiter Shade of Pale", del quale Fisher si riteneva essere coautore: il mago dell'Hammond si sentiva defraudato degli abbondanti proventi della canzone, proventi che Gary Brooker e il paroliere Keith Reid rivendicarono per sé. Per tal motivo l'organista continuò a tornare ai Procol Harum e... ad abbandonarli, ripetutamente. La sua ultima apparizione con il gruppo risale all'aprile 2004 (in un programma della TV tedesca dedicato ai grandi successi della musica rock).
Come abbiamo su raccontato, nel maggio 2005 Fisher si decide a intentare causa contro Gary Brooker e contro l'editore Onward Music per ricevere la sua quota sulle vendite della celebre song. Nel dicembre 2006 un tribunale di Londra gli riconosce il 40% di paternità di "A Whiter Shade of Pale".
Ottobre 2007: Brooker presenta ricorso contro il verdetto; la sentenza dell'anno prima viene in parte modificata: sì alla paternità parziale di Fisher sulla canzone ma... no a ricevere i diritti da copyright, dal momento che l'organista ha impiegato troppo tempo prima di procedere per vie legali. Nuovo ricorso e, davanti alla più alta corte del Regno Unito, nel luglio 2009 a Matthew Fisher vengono finalmente concessi i diritti, come già definiti nella decisione del tribunale del 21 dicembre 2006.
A Salty Dog (1969)
Procol Harum, Nice (trampolino di lancio di Keith Emerson), Zombies, Moody Blues: la riproposizione in chiave moderna di musica classica portò a far nascere il "rock barocco"; e il terzo album dei Procol Harum ne è un tipico (e commercialmente fortunato) esempio. A Salty Dog uscì pochi mesi prima di In The Court Of Crimson King...
Uno degli archetipi di folk rock a contaminazione classica era stata la celeberrima "A Whiter Shade of Pale", musicalmente ispirata all' 'Aria sulla quarta corda' dalla Suite nº 3, BWV 1068 di Johann Sebastian Bach. In questo LP del '69 ci pensa la title track - pur nella sua apparente semplicità - a deliziare "classicamente" con la sua atmosfera carica di lirismo (grazie anche ai testi di Reid), ma il punto massimo è probabilmente "Pilgrim's Progress", più composito, più vario nella struttura. Brani come "The Devil Came From Kansas" e "Boredom", con flauto e vibrafono, anticipano addirittura il suono dei Jethro Tull più "progressive". "Wreck Of The Hesperu"s” è un'altra perla... E c'è spazio anche per un po' di hard rock.
NOTA: I Procol Harum furono tra le band e i cantanti famosi che nel 1969 'non' parteciparono a Woodstock... (Furono presenti però sull'Isola Di White, 1970.)
Robin Trower
Broken Barricades - Il tentativo di Robin Trower di aumentare la sua influenza sui Procol Harum
I Procol Harum del 1971 non sono adatti per chi ascolta la cosiddetta musica mainstream. Broken Barricades affascina con toni un po' più duri del solito, ma contiene anche linee malinconiche enfatizzate.
Dopo di questo album, il chitarrista abbandonò la band. I punti di vista di Trower e di Brooker erano troppo divergenti.
Come previsto, le tre composizioni di Trower "Memorial Drive", "Song For A Dreamer" e "Poor Mohammed" sono particolarmente chitarristiche. Trower è anche il cantante in "Poor Mohammed". Il brano "Song For A Dreamer" è dedicato a Jimi Hendrix, suo grande idolo.
In Broken Barricades, anche il resto delle canzoni (con musica composta da Gary Brooker) suona insolitamente "forte" per gli standard dei Procol Harum.
In generale, è un albumpiù blues-rock che art-rock.
"Simple Sister" live
Esoteric Recordings / Cherry Red Records ha pubblicato una ristampa in 3 CD dello storico lavoro! 8 brani sono quelli dell'LP originale. Ci sono anche diverse versioni "grezze" o "alternative" di un paio di canzoni.
"WITH EXCLUSIVE INTERVIEWS AND FULLY RESTORED ALBUM ARTWORK"
Procol Harum - 'Live at Rockpalast' (1976)
Gary Brooker (canto, pianoforte), il batterista Bobby Harrison, ora anche il paroliere Keith Reid: pian piano, tutti i membri originali dei Procol Harum se ne stanno andando...
È morto tempo fa un altro batterista della prima ora dei Procol Harum, ossia B.J. Wilson (presente nel filmato soprastante), oltre che (pure loro importanti componenti della band) il bassista Alan Cartwright (nel video è presente anche lui) e il chitarrista Dave Ball.
In Live at Rockpalast la line-up vede:
Gary Brooker (p, voc), Mick Grabham (g), Alan Cartrwright (b), Chris Copping (b, Hammond) e B.J. Wilson (d).
Procol Harum - "Something Magic"
È la canzone che dà il titolo all'album omonimo, uscito nel marzo 1977.
Trent'anni dopo la sua pubblicazione, la Esoteric Records ha riproposto questo disco dei Procol Harum: su due CD rimasterizzati, dei quali uno contenente l'album classico con l'aggiunta di tre bonus tracks e il secondo contenente una 'BBC Radio One session' (concerto al londinese Golders Green Hippodrome del 12 marzo 1977).
Ecco la versione rimasterizzata di "Something Magic"
Musica classica mescolata con chitarra a volte blues, a volte hard rock, a volte folk: Procol Harum
Procol Harum 1972-1977
Quando Robin Trower lasciò la band per intraprendere una carriera solista trasferendosi negli Stati Uniti, fu sostituito dal musicista beat di Birmingham David Ball. E il bassista Alan Cartwright diede il cambio a Chris Copping... dal momento che Copping ora suonava anche l'organo.
per andare ad esibirsi con Long John Baldry. Il suo posto è stato preso da Mick Grabham, che ha completato, arrotondandolo, il suono blues-rock di Robin Trower e anche quello di David Ball, introducendo sfumature country e folk.
Robin Trower (i cui primi tre album sono stati prodotti da Matthew Fisher) ha lavorato con una varietà di musicisti, tra cui Jack Bruce. Negli Stati Uniti ha avuto molto successo con la sua propria band. Trower ha preso parte alla riunione del 1991 dei Procol Harum e ha pure suonato nell'album The Prodigal Stranger, dedicato alla memoria del batterista B.J. Wilson. Poi è tornato a concentrarsi sulla sua carriera solista.
David Bell è purtroppo spirato il 1 aprile 2015.
Exotic Birds and Fruit, 1974. Il chitarrista Grobham chiede, proprio all'inizio: "È acceso, Tommy?" "Is it on, Tommy?"
Something Magic, 1977: Un altro album degli Harum (il decimo) con molte belle canzoni, arrangiate prestando grande attenzione ai dettagli. Dopo quel disco e dopo dieci anni di successi insieme, il gruppo si sciolse... per quasi diciassette anni! L'LP Something Magic non fece registrare vendite sufficienti, anche dato il quasi caotico, quantitativamente ricco business discografico di fine Anni '70 con l'ascesa di altri generi. Questo è un disco ingiustamente sottovalutato. La title track è un validissimo apripista. La canzone n. 3, "The Mark of the Claw", è straordinaria. Noi consigliamo comunque di ascoltare, quale assaggio, un altro titolo: la suite "The Worm and The Tree" (tracce 5, 6 e 7).
Procol Harum - 'Novum'
Nel 2017 è uscito l'ultimo album dei Procol Harum: Novum. Il loro primo disco in studio dopo 14 anni. Giusto in tempo per il 50° anniversario della band.
Le ultime registrazioni prima di Novum erano state quelle per The Well's On Fire (2003). Dopo Novum, è iniziato il carosello degli addii. Due membri originali abbandonavano questa vita, lasciando soli l'organista Matthew Fisher e il paroliere Keith Reid...
I testi di questo album sono per lo più di Pete Brown (che precedentemente aveva "poetato" canzoni famose, ad esempio per i Cream - "White Room"). La voce di Gary Brooker risulta essere fantastica come sempre. Una piccola detrazione di punti soltanto perché l'organo è usato un po' troppo al risparmio... Il design artistico è al consueto livello eccellente delle altre copertine dei Procol Harum.
Dopo l'uscita di Novum,il cantante e pianista leader della band ha spiegato: "Dopo il 2003 c'è stato un lungo vacuo a causa delle udienze in tribunale". Si riferisce ovviamente all'annosa diatriba con Fisher.
"È stata una faccenda noiosa che ha portato via anche l'ispirazione..."
A quel punto il progetto Procol Harum era in circolazione da mezzo secolo (da cinquantuno anni, per l'esattezza, al momento dell'uscita di Novum) e ovviamente si presentava sul disco con una nuova formazione. Insieme a Brooker: il chitarrista Geoff Whitehorn, il tastierista Josh Phillips, il batterista dei Van Morrison e della Manfred Mann's Earth Band Geoff Dunn e - last but not least - il bassista Matt Pegg (figlio del bassista dei Fairport Convention e dei Jethro Tull Dave Pegg). Ma in questa line-up davano concerti già da circa undici anni.
"Novum deriva dal latino, così come 'Procol Harum'", ha osservato Brooker. "Speriamo che il suono sia ancora quello tipico dei Procol Harum! Noi, ad ogni modo, guardiamo al futuro!"
Dal punto di vista dei testi e della musica, Well's On Fire era stato convincente... E Novum non deluse i fans! Ma, come accennato, non ci sarebbe stato un futuro - almeno discograficamente - : quell'album fu il canto del cigno per la band.
Gary Brooker dopo un incidente sul lavoro. Nonostante fosse caduto dal palco nel corso di un concerto a Capetown (Sudafrica), volle continuare a suonare. A seguito di ciò, il pubblico gli tributò una standing ovation. Leggi anche qui.
Disc 4 features the band's legendary concert at the Hollywood Bowl on 21 September 1973 (with the Los Angeles Philharmonic Orchestra and the Roger Wagner Chorale), whilst disc 5 features a previously unreleased concert at the Bournemouth Winter Gardens on 17 March 1976. The DVD content features over 3,5 hours of footage, mostly previously unreleased. Disc 6 begins with a performance of "A Whiter Shade of Pale" on the BBC TV show Top of the Pops from December 1967 before moving to the archives of the German Beat Club series. All of the band's surviving performances for the show are here, including the entire un-broadcast raw video footage of the band's Beat Club Workshop studio concert from 1971, shorn of the visual gimmickry of the actual broadcast, revealing the pure performance on DVD for the first time. Disc 7 features the entire sixty-five minute recording session of a performance for the German Musikladen series in October 1973, most of which was never shown on television. Disc 8 features more BBC TV performances, including a rendition of 'Pandora's Box' from Top of the Pops in September 1975 and the band's set for the Sight and Sound In Concert series in March 1977. This re-mastered set also features a 68 page hard backed book with an essay by Patrick Humphries and a lengthy in depth commentary on the performances featured by respected Procol Harum authority Roland Clare. The book also includes many previously unseen photographs and memorabilia from Gary Brooker's private collection. Still There'll Be More also includes a 60cm x 40 cm reproduction poster from a Procol Harum concert in 1976.
Gli inglesi non hanno dubbi: i Procol Harum sono una delle band che hanno dato il via al prog rock (progressive rock, rock progressivo). Con questo hardcover set (Label: Esoteric Recordings) ci vengono servite le canzoni essenziali su tre CD, a partire dal grande successo "A Whiter Shade Of Pale". Altri due CD sono dedicati alle esibizioni dal vivo della band; e nel set sono inoltre inclusi 3 DVD.
Un regalo musicale di alto livello!
RIESUMIAMO
Il gruppo venne formato nel 1967 dal cantante-pianista Gary Brooker e dal cantautore Keith Reid. Con sé presero il batterista B.J. Wilson, che preferì i Procol Harum ai Led Zeppelin. "A Whiter Shade of Pale" vendette 2,5 milioni di copie poco dopo la sua uscita; da allora, della canzone si sono vendute almeno altre 6 milioni di copie in tutto il mondo. Il successo colse Brooker e Reid impreparati; successo dovuto in gran parte alle "trovate" organistiche di Matthew Fisher, che all'Hammond riprende motivi di Bach. Per molto tempo, gli unici autori del brano sono stati considerati Gary Brooker (musica) e Keith Reid (testo). Finché, alla fine del 2006, un tribunale britannico non attribuì parte del copyright a Matthew Fisher.
Seguirono altri successi come "Homburg" e "A Salty Dog". Sempre negli Anni '70, i Procol Harum raccolsero molti consensi con l'album Grand Hotel (anche se non fu un successo paragonabile a quello degli inizi).
Formazione in Grand Hotel
Chris Copping - organo
Alan Cartwright - basso
B.J. Wilson - batteria
Mick Grabham - chitarra
Gary Brooker - pianoforte e voce
Keith Reid - testi
Altri musicisti
Christianne Legrand - voce in "Fires (Which Burnt Brightly)"
The Pahene Recorder Ensemble in "Bringing Home the Bacon"
Ancora una volta: "A Whiter Shade of Pale"
Live with the Edmonton Symphony Orchestra è un album in cui risalta l'essenza double face della band. La discografia dei Procol Harum è infatti caratterizzata da composizioni fantasiose, spesso basate su musica classica, ma accanto ad esse ci sono canzoni profondamente radicate nel blues.
La reunion del 1991 vide Mark Brzezicki alla batteria al posto del deceduto B.J. Wilson. Era il grande successo che riscontravano nelle loro tournée a convincerli a tornare ancora e sempre in studio...