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6/25/21

'In Search Of The Lost Chord'

I Moody Blues non sono mai stati inseriti nella Rock and Roll Hall Of Fame. Strano. Forse perché erano popolari (e.. pop)? Tuttavia, i loro album (almeno quelli più "impegnati", come In Search Of The Lost Chord - un disco del 1968: 53 anni fa!) fanno parte della colonna sonora di una generazione... e forse di più di  una generazione.



1. "Departure": un intro di appena quarantacinque secondi, ma molto bello con il rumore del jet.

2. "Ride My See-Saw": il pezzo certamente migliore dell'album e uno dei cavalli di battaglia dei Moody Blues. Il testo dice:

"Left school with a first class pass
Started work but as second class"

("Ottenni a scuola i voti migliori / ma iniziai a lavorare dal gradino più basso")

E' una canzone sulla voglia di lasciare un mondo confuso, falso, una realtà che a una persona giovane non offre nessuna prospettiva.




3. "Dr. Livingstone, I Presume": chiaramente, è sul senso della vita. Livingston, Scott e Colombo hanno viaggiato per il mondo esplorandolo, trovando piante, bestie e uomini esotici...

La riga-chiave del brano è:

"We're all looking for someone..."

("Tutti quanti stiamo cercando qualcuno..") Be', è maledettamente vero!




4. "House Of Four Doors (Part 1)": L'esempio tipico che i Moody Blues non crearono le canzoni di quest'album pensando che dovevano essere trasmesse alla radio. La maggior parte delle tracce di In Search Of The Lost Chord erano ideate perché i giovani le ascoltassero dentro le loro camerette.



5. "Legend Of A Mind":

"Timothy Leary's dead 
No, no, no, he's outside looking in"

Apoteosi in forma musicale di un famoso intellettuale che teorizzò la "positività" delle droghe... e che portò - anche pubblicamente - esempi concreti. Durante gli Anni Sessanta e Settanta venne arrestato spessissimo. Secondo i suoi biografi, fu "residente" di ben 29 prigioni sparse per il mondo... 
Il brano dei Moody Blues dedicato a Timothy Leary (una vera e propria mini-opera dove il flauto è lo strumento più importante) è celebre quasi quanto il loro "White Satin". 


6. "House Of Four Doors" (Part 2)": Scrive Bob Lefsetz:

A reprise, after "Legend Of A Mind." When this came on you felt like you came back from an acid trip, you were glad to be on terra firma, in recognizable company.





7. "Voices In The Sky": Un brano molto leggero ma adatto a iniziare la seconda parte del disco. Punto e accapo, per così dire... Gli album su vinile a un certo punto si dovevano "girare" e spesso le due facciate avevano ciascuna un senso proprio, anche se (come nel caso di quest'opera) erano complementari. I CD, invece, in qualche modo ignorano l'importanza della "Part One" e "Part Two" che contraddistinguevano i dischi.




8. "(Thinking Is) The Best Way To Travel":


"And you can fly
High as a kite if you want to
Faster than light if you want to
Speeding through the universe
Thinking is the best way to travel"

Il fine della vita non è il denaro ma il sogno. ("Puoi volare in alto come un aquilone [...] Più veloce della luce...") Un brano decisamente psichedelico, come l'ultimo in questo disco ("Om").



9. "Visions Of Paradise": Il ritmo rallenta e qui cadiamo in atmosfere progressive da primissimi Genesis ("Visions Of Angels" e dintorni: e dunque un prog rock di una classicità misticheggiante). Una canzone talmente bella (e, a modo suo, trasgressiva) che trovarne su Internet un video non-oscurato è impresa assai ardua!




10. "The Actor":

"The curtain rises on the scene
With someone shouting to be free
The play unfolds before my eyes
There stands the actor who is me"

Sì, siamo tutti attori nella grande rappresentazione dell'umana esistenza e la musica (e l'arte in generale) ci accompagna rivelandoci verità che noi prima sospettavamo o avevamo appena intravisto.





11. "The Word": E la porta si apre su...

12. "Om": E' questa la parola!


"And the word is... OM". (Per gli ignari: si pronuncia "aum"!)

Un grande finale per uno dei migliori album di tutti i tempi. 


"The rain is on the roof
Hurry high butterfly
As clouds roll past my head
I know why the skies all cry
OM, OM, heaven, OM"






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8/03/20

Il primo gruppo progressive?





Pongono le loro radici nel rhythm and blues per poi giungere al rock psichedelico e a quello progressivo, grazie anche all'uso del Mellotron (Michael Pinder). Fu questo il marchio di fabbrica di The Moody Blues nel periodo aureo, dal 1967 al 1974. Rispetto ad altri gruppi definiti progressivi, loro prediligono però la forma "canzone", con melodie ad ampio respiro. Esempio calzante è il loro più grande successo, "Nights in White Satin" del 1967. 



A tutt'oggi è una delle rock band più longeve della storia, con oltre 50 anni di attività live e 70 milioni di dischi venduti.

Ah, eccola: "Nights In White Satin"!
Quando si parla dei Moody Blues, si pensa subito a questo pezzo.
La lunghezza, 7 minuti e 37 secondi, che eccedeva di molto la lunghezza media di un singolo, fece sì che il brano non divenisse popolare subito. Esistono due versioni denominate 'single edit', entrambe senza la partecipazione dell'orchestra, elemento invece predominante nella versione dell'album.






"I’m a melancholy man, that’s what I am, 
All the world surrounds me, and my feet are on the ground. 
I’m a very lonely man, doing what I can, 
All the world astounds me and I think I understand 
That we’re going to keep growing, wait and see." 

     "Melancholy Man"

I primi sette LP sono quasi un'esperienza religiosa per i fan del gruppo. Per via dei testi e delle atmosfere musicali completamente nuove. È un approccio poetico all'esistenza - poetico e per certi versi misticheggiante, pur se in maniera laica.

    Questo è il disco del 1971, il sesto: Every Good Boy Deserves Favour


Già l'artwork era alquanto speciale



     Una registrazione che spiega (quasi) tutto: The Moody Blues live at the Isle Of Wight Festival 1970

Facciamo un momentino un salto quantico e diamo una sbirciatina ai Moody Blues del 1999. Strange Times (ultimo album con il flautista e cantante Ray Thomas) vede l'aggiunta di un musicista italiano: Danilo Madonia — tastiere, organo, orchestrazione - e qui anche sound engineer.
La formazione è: Justin Hayward — vocals, guitar; John Lodge — vocals, bass guitar, guitar; Ray Thomas — vocals, flute, tambourine; Graeme Edge — drums, percussion, vocals. 
Madonia, genovese, e in Italia molto noto nell'ambito della musica leggera, collaborò con i Moody Blues durante un suo soggiorno londinese di due anni e mezzo.



... mentre quella seguente è una loro canzone amata dai fans della prima ora. Pensiamoci bene: fu scritta prim'ancora dell'uscita di Sgt. Pepper, dei Beatles.




"Now you know that you are real,
Show your friends that you and me
Belong to the same world..."

    Un altro capolavoro, tra i loro "standard". Per molti, un'esperienza trascendentale!

Nel 1969 la musica dei Moody Blues era progredita a tal punto che il primo dei due album di quell'anno, On the Threshold Of A Dream, viene considerato punto di riferimento per i Genesis e i King Crimson. Il tema ricorrente del disco è incentrato sull'"esplorazione dei sogni". La suite finale è composta da un poema e da 4 brani: idea molto innovativa per l'epoca. 



Ecco un brano da Octave (1978), nono album di The Moody Blues. Michael Pinder, il tastierista, qui già è in procinto di lasciare la band (si era fatto una famiglia in California) e presto al suo posto subentrerà l'ex-Yes Patrick Moraz (e il suono dei Moody Blues assumerà connotazioni "moderne"... nel senso di "discotecare"!). Pinder rimarrà nella storia come pioniere del Mellotron; tra l'altro introdusse il Mellotron al suo amico John Lennon e i Beatles lo avrebbero utilizzato in "Strawberry Fields Forever".



    Moody Blues. Commerciali anche nel primo decennio di attività... ma con quel 'quid' di progressive che attira sempre l'attenzione.

Poche altre parole su questo gruppo.
Ray Thomas (R.I.P. 2018), suonava il flauto e cantava. Ma era soprattutto un bravo compositore. Scrisse, tra il 1967 e il 1972, alcuni classici della band, come "Dear Diary", "Legend of a Mind (Timothy Leary's Dead)", "And the Tide Rushes In" e "For My Lady", tra gli altri, prediligendo spesso uno stile vicino al folk. 

Ray Thomas è in basso a destra


Il gruppo esiste ancora (!). I membri originali tuttora presenti sono: Graeme Edge - batteria, percussioni; Justin Hayward - chitarra elettrica ed acustica, voce; John Lodge - basso elettrico, chitarra, voce. Hayward iniziò a scrivere la maggior parte delle canzoni dei Moody Blues a partire dall'album The Other Side of Life del 1986, dal momento che Ray Thomas diede sempre meno il suo apporto. 

John Lodge






Quello sottostante è un album del 1969 (il secondo in quell'anno) e dunque del periodo d'oro. Disco certamente proto-progressive se non progressive 'tout court'!




 
Discografia (parziale)

Days Of Future Passed (1967)
In Search of the Lost Chord (1968)
On the Threshold Of a Dream (1969)
To Our Children’s Children’s Children (1969)
A Question of Balance (1970)
Every Good Boy Deserves Favour (1971)
Seventh Sojourn (1972)
Caught Live +5 (1977)
Octave (1978)
Out Of This World (1979)
Long Distance Voyager (1981)
The Present (1983)
The Other Side Of Life (1986)
Sur La Mer (1988)
Keys Of The Kingdom (1991)
Strange Times (1999)
Hall of Fame: Live At the Royal Albert Hall (2000)
A Night At Red Rocks (2002)
December (2003)