Genesis - A Trick Of The Tail (1976)
Terminata l'epopea dell'arcangelo Gabriele, i Genesis ci offrono, alla prima prova senza Peter, A Trick Of The Tail (traducibile con: "Il colpo di coda"), un album da molti atteso apposta quasi solo per poter subito dire che sì, “era inevitabile questo tracollo dopo l'uscita di Peter Gabriel”. Le aspettative dei pessimisti vennero tradite: il disco rimane molto al di sopra della media, assestandosi nel perimetro di una professionalità musicale di carattere 'progressive'; e ciò in un'era e in una situazione di mercato dove appariva superata per sempre la stagione d'oro del prog-rock.
Questo disco consegnò al pubblico le coordinate di una nuova definizione del genere “rock romantico”, prima dell'alluvione dance che avrebbe caratterizzato gli Anni '80. Non fu affatto male, in quello scorcio temporale, tale uscita abbastanza fedele ai canoni del prog sinfonico; e, anche ascoltandolo oggi, A Trick Of The Tail mantiene tutte le sue qualità artistiche.
I brani sono particolarmente narrativi, con un tratto immaginifico ed epico. E, in talune parentesi strumentali (sorta di promenade nelle pieghe della fantasia), indubbiamente si riscontrano soluzioni di grande fascino - unitamente a quell'intensità estetica che i Genesis ci hanno elargito generosamente.
La band, alla quale il pubblico italiano aveva tributato affetto e rispetto per la bella ricerca musicale con temi tendenti alla surrealtà, nella confezione del disco vollero aggiungere tutti i testi in inglese e - nel caso specifico dell'Italia - le relative traduzioni nella nostra lingua: una sorta di tributo ai fan, un segno di riconoscenza, di gratitudine. Ciò venne assai apprezzato. E, anche per questo, alcune canzoni ci si sono impresse in mente e nel cuore in maniera indelebile.
Altro aspetto positivo dell'album: la struggente bellezza della copertina. L’artwork, ideato e realizzato da Colin Elgie per conto della celebre agenzia Hipgnosis, appare in tutto il suo carattere vittoriano. Nella forma e rappresentazione, abbiamo qui un bel pezzo di teatro ottocentesco (alcuni critici hanno pure fatto riferimento ai romanzi di Charles Dickens...): sul "palco" si avvicendano figure e personaggi dalle ricche sfumature caratteriali, tutti intenti a rendere la condizione della loro esistenza.
(La Hipgnosis e Colin Edge sarebbero stati responsabili anche per l'artwork del successivo Wind & Wuthering.)
Nella forma grafica, che si rifà alle illustrazioni dei vecchi libri per ragazzi, troviamo: la premurosa crocerossina abituata a lavorare nei reparti ospedalieri anche nottetempo; il fauno che si aggira danzante su zampe caprine e con coda irriverente; un'ingobbita vecchina che si osserva allo specchio mentre gli occhi della sua memoria la rendono di nuovo giovane; il malandrino grasso e mascherato che se la ride pur se è ben conscio che il suo destino è di venire catturato e rischiaffato in cella; i giovani e ingenui fanciulli tutti presi dai loro ideali e che vengono raggiunti in volo da un loro compagno che li cosparge di polvere di stelle. E inoltre: notai arcigni, bracconieri spavaldi, becchini smisuratamente ingordi, spettrali folletti...
Le nuvole sospinte dal vento sono come destrieri che, al galoppo, superano la falce lunare. E poi c'è Squonk, l'essere simile a un topo che, data la propria bruttezza, piange di continuo.
Tanta fantasia. La musica è stupendamente genesisiana: tuttora colma delle estasi barocche tanto amate dagli aficionados della prima ora. Il tutto condito con qualche stilla di riferimenti a eventi attuali.
Un disco da conoscere e conservare. E da riascoltare, per rinverdire ogni volta il piacere e l'amore per una band che ci diede e ci dà tantissimo.
Queste le otto tracce:
“Dance On A Vulcano” - “Entangled” - “Squonk” - “Mad Man Moon” - “Robbery Assault The Battery”, “Ripples”, “A Trick Of The Tail”, “Los Endos”."
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