2/01/22

Wobbler

Signori e signore... la band Wobbler!

                                    (Viene ora ripubblicato parte del loro catalogo...)


Da dove viene il nome? Dall'inglese to wobble (tremolare, traballare), wobbler (indeciso, insicuro; traballante).


I norvegesi si sono messi insieme nel 1999 con il proposito di ricreare le atmosfere del progressive rock Anni '70. Oltre ai King Crimson e ai Gentle Giant, tra i loro gruppi preferiti c'è la Premiata Forneria Marconi (semplicemente "PFM" al di fuori dei confini italiani), e si sente! Che il prog italiano sia un faro per molti gruppi odierni è ormai un segreto di Pulcinella. La creatività di tanti nostri complessi (anche il Museo Rosenbach è tra le influenze degli Wobbler) è, tuttora, un bene di esportazione italiano non indifferente; e sembra voler crescere esponenzialmente con il tempo, man mano che il rock progressivo torna sempre più in auge.
Se vogliamo parlare di indirizzi musicali, Wobbler (meglio lasciar via l'articolo!) si muovono più in direzione symphonic rock, differenziandosi dunque da quei gruppi vichinghi che - anche per motivi commerciali - si dedicano ai suoni più duri e quindi al metal prog (tipo Meshuggah, Opeth...). 

Ecco il brano di apertura dall'album del 2017 From Silence To Somewhere:




Negli inserti "bucolici", innegabili i richiami agli Yes e ai Genesis, oltre che al folk-rock marca Gryphon e dintorni.



La discografia wobbleriana si riassume in cinque album principali:

Hinterland (2005)
Afterglow (2009)
Rites at Dawn (2011)
Dwellers of the Deep (2020)

Nonostante la relativa stringatezza della loro produzione (ma abbiamo tralasciato qui di inserire i single, gli EP, i promo), il quintetto norvegese è assurto ai fasti di una popolarità senz'altro meritata, tanto da essere stato invitato a varie manifestazioni internazionali. Furono presenti anche al Defrag, in quel di Roma, nel 2018.



Qui nel 2020


Fin da Hinterland (loro primo album), nella musica di Wobbler troviamo spesso il flauto, il clavicembalo... oltre alle immancabili tastiere elettroniche.









* Le re-issues del 2022 *

(I primi tre album, inseriti in un Box-Set

Wobbler: 'Afterglow' (2009; re-issue: 2022)


Pubblicato per la prima volta nel 2009 e ristampato nel 2022, l'album dei Wobbler 'Afterglow' è ciò che per molti conoscitori del progressive rock rappresenta l'essenza del genere. L'album è dominato da lunghe composizioni in cui la band esplora il rock progressivo sinfonico in una serie di fasi e orientamenti diversi, che vanno da passaggi romantici carichi di atmosfera fino a movimenti duri ed energici e a fughe bizzarre e stimolanti. Caratteristica costante sono gli elementi di musica folk, che hanno spesso un tocco medievale, e i dettagli vengono messi in risalto meglio nei brevi intermezzi carichi di intensità.
'Afterglow' è un album che è stato molto amato al momento della sua prima uscita e si presenta solido e "timeless" oggi così come nel 2009.


Label: Karisma Records



Wobbler: 'Hinterland' (2005; re-issue: 2022)

Anche 'Hinterland' viene ripubblicato in questo 2022. Uscito nel 2005, il debutto dei Wobbler spicca per la sua "classicità" in mezzo alle produzioni moderne. Come altri lavori della band, 'Hinterland' è un omaggio al rock progressivo dell'era d'oro. In questo e nell'album successivo - 'Afterglow' - sarà Tony Johannessen a cantare; poi il microfono passerà a Andreas Wettergreen Strømman Prestmo.
Viene esplorato qui il rock progressivo sinfonico in varie sfumature e nei vari colori, con tastiere, organo e Mellotron in posizione centrale e sprazzi "heavy" ad aggiungere profondità, durezza e intensità all'opera. La narrazione si snoda in imponenti ed epiche composizioni che vanno da 12 ai 27 minuti... dopo un breve prologo di appena 42 secondi.
'Hinterland' fece presa sugli ascoltatori la prima volta e, rimettendolo in cuffia oggi, si può benissimo affermare che ha resistito alla prova del tempo.

Wobbler: 'Rites at Dawn' (2011; re-issue: 2022)

Altra "re-issue" di un disco dei Wobbler: 'Rites at Dawn', un "classico" della discografia di questi norvegesi amati anche in Italia. Qua i Wobbler sembrano volersi concentrare maggiormente sull'esplorazione dei diversi aspetti del rock progressivo sinfonico senza troppi elementi aggiuntivi. Ci sono sporadiche pennellate pastorali che infondono sfumature folk al 'corpus' musicale, nonché alcune sequenze che evocano umori e atmosfere mistiche e spettrali; ma è il prog sinfonico dell'era classica - mai lineare, sempre pronto a stupirci - a dominare la produzione.
Un album che conserva il suo fascino anche nel 2022.

Label: Karisma Records




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