Romani, Il Rovescio della Medaglia, o RDM, sono stati un gruppo di rock duro e sinfonico famosi soprattutto per Contaminazione.
Il gruppo si forma a Roma verso la fine del 1970 sui resti del complesso I Lombrichi. Dopo aver provato numerosi cantanti, nel Rovescio subentra Pino Ballarini e prende avvio la formazione-tipo. Il loro primo successo è al Festival Pop di Viareggio nel 1971. Il RDM diviene presto uno dei più famosi gruppi dal vivo in Italia dei primi Anni '70.
Il primo album, La Bibbia, esce nel 1971: è fondamentalmente un ottimo disco hard rock con influenze progressive.
Il secondo album, Io come io, porta la data '1972' e rappresenta l’approdo definitivo a un progressive dark venato di rock duro. L’album non ci offre affatto arabeschi e intrecci sonori arzigogolati, complessi, bensì un suono più diretto e asciutto. Dal vivo, come accennato, erano una forza, con il bassista, Stefano Urso, a sostenere le fila. I testi di Io come io, ambiziosi, richiamano al filosofo Friedrich Hegel.
Engineer – Rodolfo Grappa
Music By, Lyrics By – Enzo Vita (chitarra), Gino Campoli (batteria), Pino Ballarini (voce), Stefano Urso (basso)
Musical Assistance – Rodolfo Bianchi
Producer – Cesare De Natale
Il successivo LP, quello davvero magico, viene pubblicato nel 1973 (due anni dopo La Bibbia e un anno dopo Io Come io) e gode della "benedizione" del maestro argentino Bacalov, noto per le sue colonne sonore e per le collaborazioni con Sergio Endrigo e altri cantanti di musica leggera ma anche per aver nobilitato, con i suoi arrangiamenti, Concerto grosso per i New Trolls, Cetra 1971 (e più tardi Concerto Grosso n. 2, Cetra 1976), dei New Trolls, oltre all'altrettanto fantastico Preludio tema variazioni canzona, Cetra 1972, degli Osanna.
La riuscita dell'album è dovuta anche all'ingresso di Franco Di Sabatino alle tastiere, appena reduce da un'esperienza con il Paese dei Balocchi. È stato Di Sabatino a spingere il gruppo verso uno stile più ricercato con chiare influenze classiche.
Contaminazione contiene quattro pezzi del Clavicembalo ben temperato di Bach qui perfettamente integrati con l'hard rock che è naturale al RDM.
Il titolo completo del concept album è "Contaminazione di alcune idee di certi preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach".
Esiste anche, meravigliosamente, un Contaminazione 2.0, un live del 2020 - e dunque di 37 anni dopo l'uscita di 'Contaminazione'. Un bellissimo album dal vivo.
Importante flashback: nel dicembre 1973 avvenne il furto del loro grande e costoso impianto. Caso più unico che raro in Italia, il Rovescio Della Medaglia possedeva un impianto da 6000 Watt.... L'infausto evento portò il gruppo vicino allo scioglimento. Pino Ballarini partì per la Svizzera (sostituito per un breve periodo da Michele Zarrillo dei Semiramis) e gli altri continuarono come gruppo principalmente strumentale. L'album dal vivo ...Giudizio avrai, pubblicato senza label negli Anni '80 (1988), contiene una registrazione relativa a quel periodo, con il suono dominato dalle tastiere. È un bootleg di qualità pessima.
"La Grande Fuga", daContaminazione, album del 1973 de Il Rovescio Della Medaglia
Dopo Contaminazione fu la volta, nel 1974, di Contamination: lo stesso disco di quello precedente, però realizzato in versione inglese e con il nome del gruppo semplificato in RDM (sebbene ancora scritto per intero sul retro della copertina dell'LP).
La band (che, lo ricordiamo, in Contaminazione venne prodotta da Luis Enríquez Bacalov) si sciolse nel 1977...
... per riformarsi nel 1993.
Come si legge tra le note di Contaminazione, agli esordi potevano contare su un gigantesco impianto di amplificazione quadrifonico Mack, che veniva manovrato dal tecnico del suono Spartaco Di Mattei; una potenza di cui, all'epoca, nessuna formazione italiana poteva disporre. Era il dicembre del 1973 quando l'autotreno contenente l'enorme impianto e tutta la pregiata strumentazione, posteggiato a Roma in Via Trionfale, vennee rubato. Ciò li costrinse a cancellare i concerti già in programma.
Per sostenere economicamente il Rovescio Della Medaglia, nel gennaio successivo (1974) viene organizzata una serata al Piper a cui partecipano molti complessi italiani.
Nel 1975 il gruppo pubblica il 45 giri in lingua inglese: "Let's All Go Back"/ "Anglosaxon Woman" per la neonata casa discografica Frog. Ancora c'è il cantante Pino, che poi però aggraverà la crisi abbandonando la formazione per trasferirsi oltrefrontiera.
Qui sopra: un documento molto interessante sul gruppo romano che fino a quel punto aveva fatto uscire la seguente tripletta di album: La Bibbia (1971), Io come io (1972) e Contaminazione (1973)
Venti anni dopo, la prima reunion. Della formazione storica (Pino Ballarini voce e flauto, Enzo Vita chitarra, Stefano Urso basso, Gino Campoli batteria, dal 1973 Franco Di Sabatino tastiere), solo il chitarrista, Enzo Vita, è rimasto sulla tolda a proteggere e portare avanti il marchio RDM.
Si hanno in questo frangente due album: Il Ritorno (1995) e Vitae (2000).
... e questo è un pezzo di un brano da Microstorie (2011)
Il Rovescio ritorna nel 2011 (41 anni dopo la sua nascita) di nuovo con una differente line-up. Nel 2013, quattro decenni dopo l’uscita di Contaminazione, la band partecipa all’Italian Progressive Rock Festival di Tokyo con la seguente formazione: Enzo Vita (uno degli storici componenti), Daniele Pomo (drums, lead vocals, flute), Massimo Pomo (guitar, vocals), Maurizio Meo (bass vocals), Riccardo Romano (keyboard, programming, vocals). In tale occasione viene registrato il CD Live in Tokyo, appunto (e, finalmente, Contaminazione viene eseguito dal vivo e con orchestra, riproposto con alcune piccole varianti che rendono il lavoro più moderno e attuale).
Live in Tokyo è l'album della riconferma in ambito internazionale. Già ai suoi tempi, lo ribadiamo, Il Rovescio mostrava il meglio di sé dal vivo.
È tutto da godere questo concerto tenutosi nella capitale giapponese nel 2013.
Tribal Domestic è del 2016. Il brano che vi proponiamo si intitola "L'origine".
Nell’agosto 2020 subentrano nella band Davide Pepi alla chitarra e Marco Pisaneschi alla batteria e voce. Con questi due innesti, il Rovescio entra in studio di registrazione nel febbraio 2021 per dare vita al remake dello storico debut album. Questo remake, dal titolo La Bibbia 50th Anniversary, è uscito a settembre '21 per Jolly Rogers Records - giusto come il precedente Contaminazione 2.0.
Rovescio Della Medaglia - La Bibbia 50. Anniversario- Live a Veruno nel 2021
Formazione attuale:
Enzo Vita (chitarra)
Davide Pepi (chitarra)
Andrea Castelli (basso)
Nicola Costanti (tastiere e voce)
Marco Pisaneschi (batteria e voce)
Discografia
Album in studio
1971 - La Bibbia (RCA, PSL 10521)
1972 - Io come io (RCA, PSL 10545)
1973 - Contaminazione (RCA, DPSL 10593)
1975 - Contamination (RCA, TPL1-1049; versione inglese di Contaminazione)
1988 - ...Giudizio avrai, (live strumentale del 1975, autoprodotto)
1995 - Il ritorno, DB
1999 - Vitae, Vinyl Magic (registrato nel 1993)
2011 - Microstorie, Riserva Sonora - Carpe Diem Edizioni, Sony
2016 - Tribal Domestic, Cramps Records, Sony
2020 - Contaminazione 2.0 , Jolly Rogers Records
2021 - La Bibbia 50th Anniversario, Jolly Rogers Records
Singoli
1973 - La mia musica/La grande fuga (RCA, PM 3730)
1975 - Let's All Go Back/Anglosaxon Woman (Frog, FRS 3001)
Le Orme redivive: pochi se lo sarebbero aspettati, dopo l'abbandono da parte di Tony Pagliuca
Le Orme - Il Fiume (1996)
Il rapporto tra l'Uomo e la Natura: questo l'oggetto di esplorazione delle Orme nell'album in questione (e nei due successivi, a formare una sorta di trilogia). Con la partenza di Tony Pagliuca, lo storico trio si apre a nuove soluzioni e diventa un quartetto, implementando, alla chitarristica di Tagliapietra e alla ritmica di Dei Rossi, ben due tastieristi: Michele Bon e Francesco Sartori, entrambi collaboratori di lunga data. (Poi Sartori lascerà il posto ad Andrea Bassato per il più convincente album Elementi, del 2001). Le Orme si cimentano di nuovo in una suite come in Felona e Sorona e introducono il sitar e il simulatore di chitarra. Sebbene le sonorità siano qui, in genere, un po' più vicine agli Anni '90, si sente il loro marchio di fabbrica.
Il Fiume fu il primo esempio, dopo tanti anni, di disco decente partorito da una delle nostre formazioni storiche; in particolare questa formazione finì per incidere per una piccola casa discografica, pur di pubblicare un full-length fuori da vincoli commerciali. E i riscontri di vendite furono sorprendenti, date le premesse.
Obiettivamente però, a livello compositivo, non siamo al massimo. Molto meglio sono gli altri due album della "trilogia", ossia Elementi e L'infinito.
Le Orme:
- Aldo Tagliapietra: voce, chitarra, basso, sitar
- Michi Dei Rossi: batteria, percussioni, gamelan, glockenspiel
- Michele Bon: tastiere, organo Hammond, sintetizzatore e voce
"Uno sguardo verso il cielo", versione contenuta in Amico di ieri (1997)
Amico di ieri: una compilation ridondante ma che risveglia antiche emozioni!
Contiene tre tracks da Collage e tre da Uomo di pezza, due da Smogmagica e uno a testa da Contrappunti e da Verità nascoste, e in più il brano "Canzone d'amore”. È qualcosa di più di un'antologia di vecchi successi. Si tratta in pratica di un live in studio, con poche sovraincisioni, al fine di lasciare intatta l'emozione che scaturisce da un'esibizione live. Questo si nota in alcuni pezzi più di altri: "Sguardo verso il cielo" ad esempio. Ma tutti i brani inclusi nell'album hanno al tempo stesso la genuinità del live unita alla tecnicità dei nuovi mezzi di registrazione.
Michi Dei Rossi -batteria, percussioni, glockenspiel
Michele Bon - organo, tastiere, synth
Michele Sartori - piano, tastiere
Tracklist:
1 Sguardo Verso Il Cielo
2 Verità Nascoste
3 Gioco Di Bimba
4 Cemento Armato
5 India
6 Canzone D'Amore
7 Una Dolcezza Nuova
8 Collage
9 Amico Di Ieri
10 Immensa Distesa
11 La Porta Chiusa
Spettacolari sia nella formazione a 3 che in quella a 4 o a 5: Le Orme
Le Orme - Elementi (2001)
Nel 2001, Aldo Tagliapietra e Michi Dei Rossi ridanno risalto all'insegna delle Orme pubblicando Elementi.
Per la cover dell'album si servono di un dipinto del celebre Paul Whitehead dal titolo Four Elements.
Cinque anni dopo l'ultimo album Il Fiume, che rappresentava il comeback delle Orme e che risulta - anche a un ripetuto ascolto - troppo semplicistico e decente-ma-niente-più, questo Elementi mostra polso, non necessariamente più dinamica del precedente ma, detto banalmente, convince nella sua totalità. È come se Le Orme copiassero le loro proprie cose migliori degli Anni '70; tuttavia l'esperimento riesce, grazie al suono voluminoso delle tastiere, tastiere arricchite dal virile basso di Tagliapietra. Le Orme cercano di approdare... al neo-prog. La voce di Tagliapietra è straordinaria come sempre e il fatto che molti brani siano corti non deve essere giudicato negativamente, giacché ogni cosa lega bene. Qua e là c'è un riempitivo, un intermezzo di glockenspiel o piano, ma mai niente di banale e il tutto ha una sua circolarità. Bellissimo il sitar ed eccezionale il lavoro del tastierista Andrea Bassato. La visione d'insieme è proprio quella dello scorrere del tempo e delle stagioni e dell'influenza di acqua, terra, aria e fuoco - che nei testi delle Orme diventano "Vento" (qui, l'elemento-chiave), "Terra", "Pioggia", "Fuoco".
Per molti, il loro album migliore fin da Contrappunti del lontano 1974!
Il terzo album della "pseudo-trilogia" e sicuramente all'altezza del secondo - Elementi -, se non migliore!
Come nel caso di Elementi, la copertina è opera di Paul Whitehead.
Dopo l'uscita degli ultimi due lavori, il gruppo di Venezia (o mestrino, come precisano parecchi) fu incoraggiato a proseguire sulla strada intrapresa. Questo disco vale solo già quasi grazie ail brano che le dà il titolo! Che è stupendo davvero.
Dunque: l'album Il Fiume descriveva la presa di coscienza dell'individuo nei confronti della propria vita, in Elementi si argomenta dell'interazione tra uomo e pianeta Terra... L'infinito compie il passo ulteriore: estende l'ambito terreno della coscienza umana a quello dell'universo. Ancora una volta, bello il lavoro di Aldo Tagliapietra al sitar e gli inserti violinistici di Bassato.
Il terzo brano, "Shanti", sottolinea l'esplorazione di nuovi orizzonti orientali (non solo sonori) da parte di Aldo.
Qualcosa, nella tournée del 2009 in Canada, dev'essere accaduta... giacché, proprio dopo quell'importante tour, Aldo Tagliapietra sospende la sua attività con Le Orme e fa di tutto affinché il nome del complesso non venga più usato dal suo partner storico Michi Dei Rossi. Invano!
Tagliapietra si dedica nel frattempo alla lavorazione di un doppio album che raccoglie alcuni brani delle Orme e della propria carriera solista, rivisti in chiave acustica. L'album uscirà nel 2011 con il titolo Unplugged.
Intanto, l'artista ha già contattato l'altro grande fuoruscito, Tony Pagliuca, per un nuovo progetto che sia... "Le Orme-like".
È il settembre 2010 quando Aldo Tagliapietra e Tony Pagliuca ricostituiscono il binomio storico. Con la partecipazione di Tolo Marton (che aveva fatto parte del nucleo in Smogmagica), il duo Tagliapietra-Pagliuca si presenta al Prog Exhibition, importante festival svoltosi il 5-6 novembre 2010 a Roma per il quarantennale della musica progressiva in Italia. Il successo di pubblico induce il terzetto a sviluppare l'iniziativa: proseguono pertanto la collaborazione, andando in un mini-tour che riscuoterà grande entusiasmo.
Le Orme e La Via della Seta (2011)
Concept basato sull’antica via di commercio tra Oriente e Occidente e su Marco Polo: un curioso parallelismo con l’album del come-back di un’altra gloriosa band del progressive rock italiano, i Latte E Miele, che nel 2009 hanno pubblicato per la label Aerostella Marco Polo (Sogni e Viaggi).
Che Le Orme, nel frattempo anche senza Aldo Tagliapietra (le querele non finiscono mai!), avessero qualcosa che bolliva in pentola, si era intuito già nell'ultimo loro live, noto in seguito come Progfiles, un eccezionale concerto in quel di Roma dove loro non erano più Le Orme ma "Quel che resta delle Orme", per citare qualche maligno. In quell'esibizione dal vivo si registrava la conferma del chitarrista/bassista Fabio Trentini (che li aveva accompagnati nella tournée del 2009 sfociata in concerti importanti in Canada) e si erano fatte ammirare tre aggiunte: il celebre Jimmy Spitaleri (Metamorfosi) alla voce, William Dotto alle chitarre e Federico Gava pianoforte e tastiere. Tutt'e tre questi ultimi parteciperanno alla registrazione dell'album La Via della Seta come guests. Al posto di Tagliapietra c'è l'ottimo Fabio Trentini quale elemento della formazione ufficiale. L'unico sopravvissuto delle Orme originali è quindi Michi Dei Rossi.
Dopo le prove con The Trys e da solista (soprattutto con i primi veniva fuori la sua sensibilità per il rapporto uomo-natura e uomo-cosmo), Mirko Jymi si ripropone con la fusion e il jazz-rock, non fini a se stessi ma in grado di fornirci una narrazione visuale alquanto forte. Le piastre continentali cigolano pericolosamente e noi slittiamo verso un vortice di temperature impazzite, con flora e fauna che frullano e stridono tutt'intorno.
Le atmosfere di questo nuovo prodotto musicale sono a tratti noise e post-rock: occorre attraversare strettoie oscure, in un pentagramma non raramente misantropico, prima di scorgere un po' di luce... sempre che anche questa fioca speranza non sia illusoria.
Con Collapsing World, che si può considerare un sequel di Abyssal Depths, Mirko Jymi si conferma in grado di plasmare il sound della realtà.
Carlos Sanchez - Bass Guitar, stick, war guitar, Effects, keyboard
Fernando Dos Santos - Drums and Percussion, congas, Gong, tabla
"Nature Wins Over Man"
È un doppio album, nato durante le improvvisazioni della band, tra il ripassare le scalette e i vari sound check in studio e live. Il trio di musicisti registra spesso in diretta anche per non allungare i tempi. Il vantaggio di improvvisare è che tale metodo porta a nuove idee; e così si affina inoltre l'armonia tra i componenti del gruppo.
Collapsing World è nato a questo modo. Il successivo step è stato quello di vagliare il materiale realizzato e dargli un ordine. Una volta ritenuto il tutto idoneo per la realizzazione di un album, occorreva ancora catalogarlo.
"Atomic Radiation"
Mirko Jymi:"Io ho ascoltato una per una le musiche e queste nostre creazioni mi hanno portato direttamente a un contesto attuale. Ho 'visto' letteralmente quello che sta succedendo al nostro pianeta, sulla nostra Terra. Riscaldamento globale, cambiamenti climatici, alluvioni, terremoti, maremoti... Tutta l'azione deleteria dell'uomo. Ossia: la distruzione caotica del Pianeta Blu. Da qui è nato il titolo Collapsing World. Per me è un messaggio rivolto a tutti noi che siamo interessati alla salvaguardia del mondo, della natura."
Collapsing World è uscito in CD Digipack. Ci sarà anche la stampa in vinile. Seguirà il tour in molti Paesi, tra i quali: Brasile, Argentina, Uruguay, Messico, Cuba, Giappone, California. Europa. Nella scaletta dei concerti saranno inclusi i nuovi brani sia di Collapsing World che di Abyssal Depths (dunque, degli ultimi due lavori del 2022).
Mirko sta lavorando a ulteriori progetti con altri artisti. La collaborazione con musicisti brasiliani e internazionali di bossa nova e jazz-rock fusion porterà a un nuovo disco che vedrà la luce a fine anno (2023). C'è poi in cantiere un progetto insieme ad Alessandro Seravalle: un lavoro tra sperimentazione, ambient e jazz-rock.
"Melting Glaciers"
"Inizierò a breve una collaborazione con Gianni Venturi, che ha partecipato all'album Collapsing World con una sua poesia introduttiva proprio all'inizio: 'Terra madre'".
Mirko ha inoltre iniziato un'importante cooperazione con Richard Sinclair in quel di Martina Franca, Puglia. Richard Sinclair non ha bisogno di presentazioni (vedi scena di Canterbury) e le sessions di registrazione sono già cominciate. Ci sarà dunque un nuovo album, un album a due. Questo è un progetto le cui basi sono nate... in videochiamata!
"Richard è un artista che conoscevo da tempo anche grazie ai miei viaggi in Inghilterra, soprattutto a Canterbury, dove ho suonato con vari altri nomi celebri - Keith Tippett e Allan Holdsworth per citarne appena un paio."
"Desertification"
Per concludere, la novità maggiore, quella forse più sensazionale. Da fine anno, il Mirkojymimusicalproject diverrà un etichetta discografica!
L'idea che c'è dietro a questa iniziativa è non tanto la voglia di non farsi incatenare dalle case discografiche tradizionali, la voglia dunque di slegarsi dal mercato e dalle varie imposizioni, quanto più quella di formare una piattaforma libera e affidabile per appassionati seri. Ergo, Mirko Jymi lo fa non soltanto per sé, ma anche per altri musicisti. Possibilmente, per musicisti discograficamente inesperti, che abbiano voglia di debuttare dopo aver iniziato ad approcciarsi alla musica. Oppure non-debuttanti che desiderano volare più liberi. Si sa quanto è difficile sentirsi a proprio agio dentro uno studio di registrazione, soprattutto se non si è assistiti a dovere. Mirko Jymi vuol rendere loro possibile il sogno di un proprio album, mettendo a disposizione gli impianti e tutto quello che ha a che fare con la realizzazione di un prodotto musicale.
I londinesi Nucleus sono, insieme ai Soft Machine, tra i pionieri del jazz rock e della fusion.
Formati dal trombettista Ian Carr nel 1969, rimasero attivi per un trentennio.
1973... e, sotto, live nel '74
Carr era una delle due "star" del Rendell-Carr Quintet, con cui raccolse molti applausi negli Anni Sessanta e dove, come pianista, figurava Michael Garrick (tra i jazzisti britannici più importanti in assoluto).
Il nuovo progetto - appunto i Nucleus - rappresentò il Regno Unito al Festival di Montreaux del 1970... e si aggiudicò il primo premio. Quindi ci fu lo sbarco in America, con la partecipazione al Newport Jazz Festival.
I Nucleus incisero una dozzina di album e furono di ispirazione a tanti altri gruppi e artisti. Il loro suono (che includeva parti atonali) progredì negli anni, incorporando atmosfere e sonorità del rock progressivo e di quello psichedelico e, da circa la metà degli Anni Settanta, ritmi funk. Lo stesso Ian Carr pubblicò ottimi libri sul jazz (Music
Outside, 1973; Miles Davis: A Critical
Biography, 1982; Keith Jarrett, The Man and his Music, 1992..) e curò alcuni programmi radiofonici per la BBC. La sua attività principale rimase la docenza.
Formazione iniziale: Ian Carr (tromba/filicorno) Karl Jenkins (piano, corno baritono, oboe) Brian Smith (sassofono, flauto) Bernie Holland (chitarra) Jeff Clyne (basso, chitarra basso) John Marshall (batteria)
Con il tempo nel gruppo si avvicendarono altri musicisti:
Tromba e filicorno: Kenny Wheeler, Harry Beckett, Chris Batchelor Sax tenore, sax soprano, flauto: Bob Bertles, Phil Todd, Tim Whitehead Clarinetto, clarinetto basso, sax tenore: Tony Roberts, Tony Coe Piano e piano elettrico: Dave MacRae, Gordon Beck, Geoff Castle Chitarra: Chris Spedding, Allan Holdsworth, Jocelyn Pitchen, Ray Russell, Ken Shaw, Mark Wood Chitarra basso: Ron Mathewson, Roy Babbington, Roger Sutton, Billy Kristian, Mo Foster, Rob Burns, Dill Katz, Rob Statham, Joe Hubbard Batteria: Clive Thacker, Tony Levin, Bryan Spring, Roger Sellers Percussioni: Chris Karan, Trevor Tomkins, Aureo de Souza, Richard Burgess, Chris Fletcher Synthesizer: Keith Winter, Paddy Kingsland, Geoff Castle, Neil Ardley Voci: Norma Winstone, Joy Yates (moglie del pianista Dave MacRae), Kieran White Organo: John Taylor