Ovvero: come sovraprodurre un disco che sarebbe potuto essere una vera sensazione
Nothing Personal è il secondo album del polistrumentista Marco Grieco.
Il primo, pubblicato nel 2009 con lo pseudonimo di Macromarco, era intitolato Il Pianeta Degli Uomini Liberi.
Bella la dicitura che leggiamo nell'interno della copertina di questo lavoro, mentre parte il primo brano:
"This album is against all forms of violence. Be generous. Help others. Respect life. Repudiate violence. Generate love."
Firmato: Marco Grieco, che con l'opener "Last Chance" ci dà una prova di quel che potrebbero essere gli Yes - ma anche altri gruppi di oggi - se decidessero di "robotizzare" la voce. (L'ha fatto anche la P.F.M. ultimamente, do you remember? [Faccina che ride.]) Tale distorsione dei vocals ci accompagnerà durante l'ascolto di Nothing Personal quasi per intero e non sappiamo come giudicarla. Probabilmente più in maniera negativa, sapendo che voce piacevole possiede questo cantautore e musicista. Ci consoliamo con i testi e la grafica del booklet: ogni cosa fatta davvero molto bene, un "package" degno dei Tangent, dei sunnominati Yes, dei Genesis dell'epoca prog... con i disegni che raccontano una storia loro. Scopriremo che trattasi di opere di Jean-Jacques Grandville (Francia, 1803-1847); una scoperta per la quale ci sentiamo in debito nei confronti di Grieco.
Oppure: Ascolta su Spotify!
"The Eden", secondo brano, è ugualmente etereo ma con il riverbero che inghiotte tutti i bassi: aggiustiamo così il nostro apparecchio riproduttore per scongiurare il pericolo di un tinnitus. Le risonanze, i peaks verso l'alto non fanno bene a nessuna canzone. "Overproduced" è il giusto termine. Sovraincisione e aggiunta di echi ed effetti speciali debbono avere un loro limite...
È tutto pianificato dal 2015, o comunque il songwriting dobbiamo farlo risalire a quella data. Marco Grieco fa tutto da solo. Il prodotto risulta essere un output "commerciale" di The Musical Box Entertainment, e dunque probabilmente qui c'è la collaborazione del fratello maggiore (il cui nome però non è nei credits, di fatto assenti; possibile però che Massimo abbia assistito Marco in post-produzione). A tratti la musica non respira, per quanto è strapieno lo spazio. È come se fosse stata tolta la fascia bassa per cercare di rendere super brillante e croccante il tutto. E il suono forse brillerà in una webradio, e nelle stazioni radio digitali eventualmente; ma non nello stereo di casa.
La scorrevolezza c'è, la tecnica è affinata, le melodie corpose. Solo che bisogna individuarle nell'esagerato "wall of sound", snocciolarle dai troppi bits... dai vibrati. E pensare che, sotto lo pseudonimo di MacroMarco, noi avevamo conosciuto un Marco Grieco più sobrio! Ne Il Pianeta Degli Uomini Liberi lui ci offriva paesaggi rilassati, sforando a volte nell'ambient, e mantenendo comunque quasi sempre una pulizia ammirabile (con il canto in italiano "in chiaro", senza artificiosità). Qui, a parte la validità delle composizioni, in ambito di fonica ogni cosa è eccessiva.
Attenti: non stiamo banalizzando lo sforzo compiuto dall'artista. L’incontro tra musica ed elettronica non può certo ridursi al “comporre il suono” sommando sinusoidi... E in Marco Grieco esiste ovviamente una "filosofia" di supporto. Per lui, con le sue conoscenze in ingegneria elettronica e programmazione informatica, sarebbe agevole produrre musica di consumo, cavalcando l'entusiastico fervore - ormai annoso - per l'elettronica che "sballa" e fa ballare, usando con faciloneria i giocattoli che amplificano e distorcono, sfruttando con furbizia la tecnica che fa, delle timbriche diverse, una pratica musicale da strada.
Grieco è un intellettuale (lo ricordiamo tra l'altro come scrittore) e in questo suo secondo CD solista rende omaggio al progressive rock, effettuando la ricerca di nuovi timbri senza scadere, per quanto possibile, in sonorità stantie o comunque adatte ad ascoltatori senza pretese. Mente pensante e seria, si è voluto fare portavoce del Prog 3.0; è uno che ripesca volentieri Bach e altri Maestri della musica classica e, come noi, è figlio degli organi Hammond, degli amplificatori, dei sintetizzatori. Ma conosce anche a puntino compressori e apparecchi MIDI, e il Pro Tools; sa usare il chorus per la voce e non disdegna l'effetto Doppler, possiede microfoni "a nastro"... Risultato: i riverberi vengono moltiplicati durante la masterizzazione, e durante il mixing. La grandeur wagneriana eclissa così in parte il talento strumentale; certi arrangiamenti sono fin troppo lussuriosi...
Con "Nothing Personal", il terzo brano, entriamo più nella nostra sfera, anche se la parte cantata è - di nuovo - "strafatta". Al più tardi da ora comprendiamo che la distorsione, gli echi e le sovraincisioni sono una scelta consapevole di Grieco; che le sonorità che ascoltiamo sono proprio quelle che lui voleva farci ascoltare. (Sì sì: "Prog 3.0", chiamiamolo così!) E ci accomodiamo dunque su questo vero e proprio tappeto di suoni, cercando di ignorare l'inizio di un'emicrania. Troppe impressioni in una volta sola.
"Am I Sleeping?" è il brano successivo. E anche noi abbiamo una domanda: ma chi l'ha fatto questo album? Un computer? No! Un momento. Parte un'ottima chitarra e, finalmente, ecco una voce umana! E poi una melodia netta, riconoscibile. Bello anche l'assolo di electric guitar, in Andante sostenuto.
Purtroppo questa canzone è una quasi-eccezione. E, tranne pochi altri punti dell'album dove il nostro cuore di amanti del rock (in generale) ha qualche fremito, rimane l'impressione della sovraproduzione. "Falling Dreams", "Waiting For", "Waves", "Heretics" e "Winter" ci mettono letteralmente sotto torchio. Peccato. Peccato perché brani come "Heretics" (dedicato al processo per eresia intentato nel Seicento a Galileo Galilei), ad esempio, spogliati da tanta elettronica, avrebbero allietato maggiormente l'usufruitore del CD.
Potrebbe essere stato un buon album (come dimostra anche "Winter", la suite in chiusura, che si muove su diverse coordinate, dal post-rock al prog con classici inserti melodici, e con vari cambi di tempo e di atmosfera di per sé funzionanti), ma risulta penalizzato da un mixaggio e un sound discutibili.
Ci dicono che oggi molti la musica la preferiscono così: passata attraverso un sistema multifilter, amplificata e nel contempo "velata". Ebbene: Nothing Personal sarà la vostra Bibbia musicale!
Nostri brani preferiti: "Nothing Personal", "Am I Sleeping?", "Winter"
Voi che cosa ne pensate dell'album di Marco Grieco Nothing Personal ???
Solo giudizi obiettivi, please. (Commentate qui sotto.)
Nothing Personal è disponibile per l'ascolto su Spotify
Marco Grieco - 'Nothing Personal': la recensione su Nonsoloprog, il blog di Massimo ("Max") Salari.
Nothing Personal su "Faccialibro"
Il sito dove poter acquisire Nothing Personal di Marco Grieco. (Click!) Guardatevi un po' questo layout, l'eleganza del CD-case... la grafica! I disegni sono un omaggio all'artista francese JJ Grandville (1803-1847).