Il trio torinese Glad Tree (i cui due membri inamovibili sono Marcello Capra e Lanfranco Costanza) è capace di farci sognare trasportandoci in regioni del mondo - e dello spirito - che oscillano tra zone desertiche e altre amazzoniche, tra Sud e Nord del pianeta Terra: ora occhieggiamo una qualche giungla d'asfalto ma subito dopo siamo più definitivamente proiettati in un paesaggio biologicamente (e spiritualmente) pulito.
Dopo il debutto Onda Luminosa (2015, con Kamod Raj Palampuri alla tabla e alla voce) e il sequel Ostinatoblu (2017, con Mario Bruno al corno e alle tastiere), i Glad Tree cavalcano ancora positivamente le frequenze di una world music, musica del mondo appunto, raffinata, infusa talvolta di blues sopra un humus jazzistico; e - si direbbe - sempiterna.
Onda Luminosa è un album acustico essenzialmente di ethno music con gocce di blues e jazz.
Ostinatoblu vede Marcello Capra alla chitarra elettrica, come ai tempi dei Procession; e a questo proposito vi si segnala un come-back: Mario Bruno, vecchio membro dei Procession, partecipa al disco suonando il corno e le tastiere.
Bambù, ostinatamente ethno-folk con suggestioni esotiche ma a tratti anche sperimentali, contiene brani come "Bambù", "Memories" e "Mongolian Knight".
"Bambù" ( video promozionale di RadiciMusic Records)
Su YouTube, il Maestro di flauto traverso Lanfranco Costanza spiega i diversi tipi di flauto (da quelli classici ai più esotici).
Apprendiamo che il 16.11.2023 gli Stick Men saranno in Italia.
L'occasione è un concerto di presentazione dell'album Dormiveglia, di Machera (registrato al Trevirés Home Studio a Brussels, Belgio, tra il 2019 e il 2022 e con registrazioni aggiuntive fatte in Italia, Messico, Inghilterra, U.S.A.).
Il luogo del concerto: l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Per chi non lo sapesse, gli Stick Men sono Tony Levin, Pat Mastelotto e Markus Reuter.
Marco Machera e Tony Levin
Marco Machera ha sempre saputo convogliare ospiti importanti verso i suoi progetti. Giorno 23 ottobre è già uscito il singolo d'anteprima, "Building Homes" che, guarda caso, vede tra i musicisti Levin e Mastelotto. Un altro collaboratore di spicco nell'album è Steve Jansen (ex Japan).
Dormiveglia, che contiene 9 songs (la più lunga dura appena sotto i 6 minuti), uscirà il 3 novembre per l'etichetta Baracca & Burattini, distribuita da G.T. Music. Noi abbiamo già dato un ascolto; un ascolto triplo, accurato e approfondito.
"Il video di "Building Homes" è stato realizzato tramite intelligenza artificiale “guidata” da Marco Machera e dall’artista Alessandra Condello, che indaga costantemente il rapporto dialogico
tra arte tradizionale e IA.
Videoediting del brano elaborato da OndemediE
per il canale YouTube di Micio Poldo Edizioni Musicali.
Prima considerazione: Machera ha una voce dolce e malinconica simile a quella del cantautore Maximilian Hecker ("The Days Are Long and Filled With Pain") ed è di casa in un minimalismo dalle atmosfere sì rarefatte ma tendenti a evolversi in sperimentalismo colto.
Alcuni brani sono iterativi, con certo accompagnamento in loop; ma l'aggettivo "iterativo" non è per forza sinonimo di "piatto", "noioso". I patterns che si ripetono sono, anzi, la tavolozza su cui seminare pennellate suggestive.
Con Pat Mastelotto
"Dearest Fools", il pezzo che apre l'album, è quello che io personalmente avrei scelto per fare la promotion di Dormiveglia. Che poi può sembrare bizzarro il nome in italiano per un album di canzoni in lingua inglese. Tra l'altro, la traccia n. 5, intitolata "Dormiveglia", è anch'essa cantata in inglese. Beh, non è difficile intravedere qui un'operazione voluta: l'artista desidera sdoganare un vocabolo del nostro idioma - dal suono magico o comunque misterioso -, a mo' di shibboleth, nelle coscienze anglosassoni!
"Dearest Fools" è contraddistinta da una sorta di fragilità, un senso di intimità dalle sfumature arcane (e con la tempesta sempre dietro l'angolo): caratteristica, questa, di gran parte della musica di Machera. L'opener viene arricchito da un bel rumore "random" / d'effetto, nonché da un ancora più bello - e pressoché cameristico - clarinetto.
"Dearest Fools"
Piano: Paolo Iannattone
Clarinetto: Beth Fleenor
Basso, voce, sintetizzatori, percussioni: Marco Machera
Batteria, percussioni: Pat Mastelotto
“Non faccio musica, la faccio accadere.” (Marco Machera)
Si continua sulla stessa falsariga in "Lost + Found", stavolta con il sax al posto del clarinetto a fare sia da contraltare sia da compagno al cantato. Traccia molto bella e "weird".
"Lost + Found"
Batteria: Pat Mastelotto
Sassofono: Frank Ultra
Basso, voce, piano elettrico, percussioni, campionamenti: Marco Machera
Post-produzione: Bill Munyon
"Building Homes", terzo titolo, è tra Peter Gabriel e i Sigur Ros. Io trovo questo brano più petergabrieliano, comunque. Si tratta del single che si è voluto scegliere, probabilmente anche data la caratura di Levin e Mastelotto. (Quest'ultimo, Pat, suona ad ogni modo in quasi tutti gli altri brani.)
Si passa a "Within the Words", che fa un passo in avanti in fatto di ritmo. Mirabili le chitarre e anche i cori.
"Within the Words"
Batteria: Pat Mastelotto, Alessandro Inolti
Chitarra: Julia Zenteno, Jorge Chacón
Basso, voce, tastiera, campionamenti, percussioni: Marco Machera
Cori: Vittoria Mariani
Post-produzione: Bill Munyon
Con Susanna Buffa
A Bruxelles
In Texas
"Dormiveglia" ci sorprende, come detto, con il testo in inglese e ci rimanda alla copertina, dove la modella Alexia Frangos presta il suo volto precisamente all'idea di un sonno pronto a trasformarsi in veglia e viceversa.
"Dormiveglia"
Batteria: Alessandro Inolti
Arrangiamento archi: Francesco Zampi
Piano Rhodes, cassetti: Eugene
Basso, voce, programmazioni: Marco Machera
"Trains (They Might Have Been There)", dedicato alla memoria del musicista Andrea Gastaldello, e "The Empty Mind", avvicinano più che mai Machera a Maximilian Hecker; e un po' anche ai Travis e ai Dakota Suite. "The Empty Mind", in particolare, trasporta l'ascoltatore ad altezze quasi tibetane. A noi è piaciuta tanto.
"Trains (They Might Have Been There)"
Sintetizzatori, campionamenti, voce, basso: Marco Machera
Bass VI: Julie Slick
Batteria: Alessandro Inolti
Cori: Susanna Buffa
"The Empty Mind"
Batteria, elettronica, percussioni: Pat Mastelotto
Arrangiamento archi, post-produzione: Francesco Zampi
Voce, tastiera, basso, campionamenti, loop: Marco Machera
Piano: Darío Acuña
Tromba: John Porno
Post-produzione: Bill Munyon
"The Nest" è un'amabile falsa nenia (un po' come "Trains") con un ispirato coro di sirene. Si spazia, senza tuttavia tradire l'intento minimalista.
"The Nest"
Elettronica, programmazioni: Steve Jansen
Basso, voce, tastiera, campionamenti: Marco Machera
Sintetizzatori: Eugene
Cori: Susanna Buffa
"Did You Get What You Wanted?" chiude l'opera degnamente, con effetti di nastro all'incontrario e risucchi sonori interessanti, il tutto impreziosito da un'ottima coda che lascia aperta ogni questione e non scade in una risoluzione banale.
"Did You Get What You Wanted?"
Batteria, elettronica, percussioni: Pat Mastelotto
Voce, tastiera, basso, campionamenti: Marco Machera
Post-produzione: Bill Munyon
MARCO MACHERA - Biografia
Autore e musicista, attivo sia in studio che dal vivo (tra le varie collaborazioni, quelle con il compositore italiano TehoTeardo, il chitarrista Paul Gilbert, la cantante Chrysta Bell, conSteven Wilson). Ha frequentato per due anni consecutivi il workshop “Three of a Perfect Pair” negli Stati Uniti, sotto la guida dei musicisti (membri dei King Crimson, e non solo) Adrian Belew, Tony Levin e Pat Mastelotto. Ha aperto i concerti di vari artisti internazionali, tra cui Marillion, Stick Men, O.R.k., Adrian Belew.
Nel 2012 esce il suo primo album solista, One Time, Somewhere. L’album viene accolto favorevolmente da pubblico e critica. Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis, lo definisce un lavoro «veramente bello e ben realizzato». In quello stesso anno comincia una fruttuosa collaborazione con la bassista americana Julie Slick, con la quale fonderà la band EchoTest. Con questo progetto realizza diversi album ed effettua concerti in Europa e negli U.S.A.
Con Julie Slick (EchoTest)
Dopo un secondo disco (Dime Novels, 2014), nel settembre del 2017 esce Small Music From Broken Windows, concept ispirato al racconto "L’estraneo", di H.P. Lovecraft. Secondo Classic Rock, l'album è tra le dieci migliori uscite italiane del 2017.
Ma il loro è un romanzo, ormai, e occorrerebbe dunque espandere la narrazione su centinaia di pagine. Noi vogliamo riassumere, in breve, il cammino straordinario di questo gruppo di Genova, capitanato da Diego Banchero.
Nato appunto nella Città della Lanterna nel 1995 come progetto da studio, Il Segno Del Comando realizza il primo LP l'anno successivo per la Black Widow Records. Il disco ruota attorno al famoso romanzo di Giuseppe D’Agata Il Segno del Comando, dal quale è tratto lo sceneggiato che ha dato il via alla lunga serie di produzioni, dedicate al mistero, prodotte della RAI negli Anni Settanta. (Che tempi mitici!)
Goblin, Jacula e Il Balletto di Bronzo sono alcune delle band che fanno da madrine allo stile jazz-rock-prog-dark-soundtrack del nuovo gruppo.
Il secondo full lenght, Der Golem, esce nel 2001 sempre per BWR (l'etichetta di Massimo Gasperini). A differenza del predecessore, questo lavoro è caratterizzato per lo più dal recupero di sonorità e stilemi di costruzione melodica tipici della tradizione Mitteleuropea che vengono riutilizzati e coniugati ad un approccio squisitamente sperimentale. Stavolta l'ispirazione testuale la dà un libro di Gustav Meyrink: Der Golem, appunto.
[Meyrink: autore di romanzi gotici, horror e dintorni, non privi di significati reconditi collegati anche alla realtà del suo tempo.]
Essendo un gruppo che arruola da sempre musicisti coinvolti stabilmente in altri progetti, Il Segno Del Comando resta inattivo fino al 2010 (malgrado non manchino idee e materiale per concretizzare nuovi lavori), anno in cui, per volontà della Black Widow e di Diego Banchero, torna a registrare con un ulteriore e importante cambiamento di formazione (lo stesso Banchero si trova a gestirne da solo la leadership). La band partecipa a un tribute album dedicato ai Pierrot Lunaire, che viene pubblicato dalla vicentina MP Records. Subito dopo, i musicisti rifiniscono il loro prossimo LP.
È un concept che trae ispirazione dal romanzo Il Volto Verde di Gustav Meyrink, uno dei punti cardine del testamento esoterico dello scrittore austriaco.
Nel maggio 2017 Il Segno Del Comando realizza un CD autoprodotto in edizione limitata (100 copie): ...AL PASSATO, AL PRESENTE, AL FUTURO... LIVE IN STUDIO. [Disponibile su Bandcamp.]
Esce poi, nel novembre 2018, L'Incanto dello Zero. (Leggi tutto, fin nei particolari, nel nostro articolo del 2020.)
Dal 2020 a oggi la formazione si esibisce dal vivo in più occasioni: al 'Black Water's Prog Nights Fest' (Boffalora) con artisti del calibro di Jumbo, Aldo Tagliapietra (Le Orme), Martin Barre (Jetro Tull). Quindi aprendo la data genovese del 5 febbraio 2020 del Banco del Mutuo Soccorso al teatro Politeama. Partecipando poi a luglio al 'Porto Antico Progfest' assieme a Jus Primae Noctis e al Balletto di Bronzo. Suonando in Olanda, nel prestigioso locale prog 't-Blok', nell'ottobre 2022. Ed eccoci finalmente all'album attuale - uscito ufficialmente il 1° settembre per Nadir Music; la distribuzione fisica è stata affidata a Black Widow Records mentre quella digitale è gestita da Believe.
Il Domenicano Bianco è un concept basato sul romanzo Der Weisse Dominikaner di Meyrink.
L'opera, dunque, completa la trilogia "meyrinkiana", dopo i due precedenti lavori dedicati ad altrettanti libri dello stesso autore (Der Golem, 2002, e Il Volto Verde, 2013).
È il sesto album ufficiale della band, che ha presentato quest'ultima sua fatica durante il festival '2 Days Prog + 1' di Revislate (Veruno), partecipando a un’edizione ricca di nomi prestigiosi (Ozric Tentacles, Unitopia, Big Big Train, Pain of Salvation, ecc.).
[Tranne Menozzi, importante new entry, erano tutti già presenti fin daIl Volto Verde. (Ma quello di Menozzi è al contempo un come-back, avendo il tastierista fatto parte della band per L'Incanto dello Zero.)]
Recorded, mixed and mastered at Nadir Music – Genova
Sound Engineering, mixing, mastering and executive production: Tommy Talamanca
Lyrics: Diego Banchero
Music: Diego Banchero, except “La Testa di Medusa” by Beppi Menozzi
Arrangements: Davide Bruzzi and Il Segno del Comando
Concept: Cristian Raimondi, Paolo Puppo and Diego Banchero
Esoteric Research Director: Cristian Raimondi
Digital painting: Paolo Puppo
Artwork: Paolo Puppo
Photos: Danilo Olivieri, Giorgio Allemanni, Maria Teresa Pace
Artistic Direction: Diego Banchero
Production: Il Segno del Comando, Paolo Puppo, Cristian Raimondi
Inspired by the novel Il Domenicano Bianco (Gustav Meyrink)
Sinfonia dell'inquietitudine, marcia di spettri oppressi e opprimenti, chitarre hard, metal, mai didascaliche e che servono da ordigni liberatori. La melodia gobliniana che fa da anticipatrice alla migliore cavalcata rock. L'organo da chiesa a evocare le segrete di monasteri, di case antiche, e ancora le straordinarie chitarre, insieme alle tastiere sapienti.
Musica varia e mai scevra di tensione. E un testo meraviglioso, goth, oscuro e con riverberi di poesia psichedelica.
Side A
Il Libro Color Cinabro (3’37’’)
La Bianca Strada (8’33’’)
Il Domenicano Bianco (7’18’’)
Ofelia (5’39’’)
Side B
La Testa di Medusa (1’56’’)
Il Dissolvimento del Corpo con la Spada (9’06’’)
Missa Nigra 2021 (8’18’’)
Solitudine (2’49’’)
***
Il Domenicano Bianco’s Lyrics
Side A
Il Libro Color Cinabro (M: Diego Banchero)
La Bianca Strada (L & M: Diego Banchero)
Solo quando il terrore domina l’impero dei sensi l’uomo è spinto a cercare
Quegli aspetti del proprio essere negli occhi dei quali egli non riesce a guardare
Se l’esitare rende inerti i tuoi simili peregrinare è tra le tue attitudini
Corri e accendi i lampioni fino a che di sua volontà il sole risorgerà
Ogni cosa che accade non è mai priva di un preciso senso nel tuo cammino
E’ l’infinito il giaciglio dell’eternità l’ego tuo immortale l’animale sottometter saprà
Lungo la bianca strada scoprirai gemme destinate a chi nel camminare
Tutta la sua attenzione dedica per il gusto di un indefinito viaggiare
Per nuove mete volerai senza ostacoli senza curarti degli attuali tuoi limiti
Senza più alcun bisogno di un maestro tangibile accogli l’arte da una bocca invisibile
Il Domenicano Bianco (L & M: Diego Banchero)
Rintocchi stonati che come dardi di balestra caricata ad agonia, la mia
Mi centrano mentre l’ipnosi indotta dalla nebbia sui miei sensi gioca di, malìa
Chi nel torpore indugerà certo non coglierà
Il caldo soffio incorporale dell’immortalità
La sua visione non dà timore ma grande soavità
Splende il suo candido saio dimora di pura santità
La nostra speranza è che il viandante senza tempo in viaggio verso l’aurea via, l’Elia
Recida gli anelli delle catene primordiali giogo dell’umanità, viltà
Egli è il giardino e gli alberi noi che prosperano in lui
Pietosa guida che svelerà l’eterna verità
La sua visione non dà timore ma grande soavità
Splende il suo candido saio dimora di pura santità
La sua visione non dà timore ma grande soavità
Splende il suo candido saio dimora di pura santità
Ofelia (L & M: Diego Banchero)
Respiro nostalgia
Mista a infelicità
La gabbia del mio cuore
A stento fermar sa
Ogni memoria che
Cerca di ritornare
Recando il tuo ricordo
Ancora per ferire
No, non mi è data sai nessuna immunità per il dolore
Che nonostante lui mondato abbia qualunque mio peccato
Vivo tutta l’ansietà della mia precarietà
e attendo il giorno in cui raggiungerò
il regno della giovinezza in cui mi attendi
I nostri giorni che Sono vivi dentro me
Mi aprirono la via
Di una felicità
Che come una chimera
Prima d’allora aveva
Volato troppo in alto
Per essere afferrata
Di rinunciare a noi infine tu mi chiedesti e ti deposi là
Nella terra del giardino nel quale il nostro fuoco arse
Vivo tutta l’ansietà della mia precarietà e attendo
il giorno in cui raggiungerò
il regno della giovinezza in cui mi attendi
Vivo tutta l’ansietà della mia precarietà e attendo
il giorno in cui raggiungerò
il regno della giovinezza in cui mi attendi
Side B
La Testa di Medusa (M: Beppi Menozzi)
Il Dissolvimento del Corpo con la Spada (M: Diego Banchero)