12/13/24

Dream Theater. Un lungo resumée

     Insieme ai Queensrÿche e ai Fates Warning hanno fatto sì che il prog metal si sviluppasse e raggiungesse una sempre più ampia platea: i Dream Theater

    Una band che può vantare tali numeri di vendite e di supporters, e ciò da oltre 40 anni, merita il massimo rispetto. E ora ci divertiremo con il ritorno di Portnoy!

(Aspettando Parasomniala cui uscita è fissata per il 7 febbraio 2025.)

            Album top: Images And Words (1992)

                       When Dream and Day Unite (1989)

                       Metropolis Pt. 2: Scenes From A Memory (1999)

                       Metropolis 2000: Scenes From New York (2001) [DVD]


           Live cover molto belle: Made In Japan

                                   The Dark Side Of The Moon

                                   The Number Of The Beast

                                   Master Of Puppet

           Live eccezionali: Images And Words: Live In Tokyo (DVD, 1993/2004), esecuzione mirabile dei loro brani, arricchita da giochi di luce fenomenali. Con questo DVD i Dream Theater mettono a tacere chi metteva in dubbio che avrebbero potuto suonare la musica prodotta in studio con la stessa abilità dal vivo. Contiene "To Live Forever", che ha un favoloso assolo chitarristico di John Petrucci.

                             Score (live, DVD+CD, 2006), riuscita antologia di brani riproposti dal vivo a New York (tra gli altri con "Another won", dal periodo in cui la band si chiamava Majesty, e con un "Six Degrees Of Inner Turbulence" eseguito insieme a una grande orchestra).

   


Dream Theater - La storia

    Gli esordi

All'inizio degli Anni '80 la scena progressive americana era eclissata da altri generi musicali. Ma nel contempo l'heavy metal britannico trovò negli U.S.A. terreno fertile: lì, un'intera generazione di giovani musicisti veneravano i Rush come fossero dèi scesi sulla Terra. La scena prog riprese forza verso la metà del decennio. Nasce il progressive metal, con un album dei Queensrÿche (il loro debutto) dal titolo The Warning. Il gruppo Watchtower pubblica nello stesso anno Energetic Disassembly, primo disco a presentare delle soluzioni thrash metal sostenute da ritmiche e da riff particolarmente strutturati ed elaborati (per la perizia tecnica delle esecuzioni, il disco divenne un punto di riferimento per le band progressive metal che seguirono). Nel 1986, i Fates Warning creano la pietra miliare Awaken the Guardian e tre anni dopo i Dream Theater vengono fuori con When Dream and Day Unite.

John Petrucci (chitarra), John Myung (basso) e Mike Portnoy (batteria) erano studenti del Berklee College of Music di Boston (Massachusetts) e il combo che formarono si chiamava inizialmente Majesty. Il loro fu un esordio clamoroso e travolgente: Images And Words (1992) rimane il loro disco più venduto, raggiunse il numero 61 della classifica Billboard 200 e ha piazzato 2 milioni di copie in tutto il mondo.

  "Sacrificed Son"

    (da Octavarium, il loro ottavo album in studio, 2005)


    Chi è John Petrucci

L'uomo alle chitarre è nato nel '67, è anche produttore e scrive molti dei testi dei DT. Membro degli acclamati Liquid Tension Experiment, partecipa inoltre alle tournée del supergruppo G3 di Joe Satriani, tournée che hanno visto, tra gli altri "vip" partecipanti: Steve Vai, Eric Johnson, Paul Gilbert, Steve Morse, Steve Lukather.

Proprio Morse, Satriani e Ray sono, a questo proposito, tra le influenze maggiori del chitarrista italoamericano, insieme ad Al DiMeola, Steve Howe, Allan Holdsworth, Randy Rhoads, Alex Lifeson, Yngwie Malmsteen, i Rush, gli Yes, Iron Maiden, The Dregs e i Metallica. 

Il Berklee College of Music di Boston fu il luogo-clou: lì ci fu l'incontro con Portnoy e con Myung...

La sua homepage: https://johnpetrucci.com/

Petrucci è un chitarrista versatile e ha una collezione di strumenti di alta qualità. Nel corso della sua carriera ha utilizzato molte marche, ma ultimamente si è legato a Music Man. La serie 'Majesty' di Music Man riflette maggiormente le sue esigenze e preferenze sonore. Sono chitarre dal manico sottile e veloce, un corpo ergonomico e pickup di alta qualità. All'inizio della carriera suonava chitarre Ibanez, ma occasionalmente ha fatto uso anche di Fender e Gibson.


     Chi è John Myung

È il bassista. Nella band fin dal 1985. Nato a Chicago da genitori coreani, è cresciuto a Long Island, New York. Suona il basso fin da ragazzino (da bambino aveva iniziato con il violino) e, dopo le superiori, si è iscritto al celebre Berklee College, per studiare musica. Insieme a lui, il fido compagno John Petrucci

Myung e Petrucci conobbero al Berklee Mike Portnoy e i tre formarono i Majesty, un trio che divenne un quintetto con l'aggiunta del tastierista Kevin Moore e del cantante Chris Collins. Si ribattezzarono "Dream Theater" poco prima della pubblicazione del primo album.

Curiosità: Myung parla poco e per questo viene reputato "l'elemento più misterioso" del gruppo. È sposato con una bassista: Lisa Martens Pace, componente dei Meanstreak, band di heavy rock tutta al femminile (che ultimamente, dopo quasi 30 anni, ha di nuovo pubblicato un album). Due altre ragazze della stessa band, Rena Sands e Marlene Apuzzo, hanno sposato rispettivamente Petrucci e Portnoy (!).

Music Man Bongo 6: questo è il suo modello signature, un basso a 6 corde progettato specificamente per le sue esigenze. Ha la tastiera suddivisa in palissandro/acero tostato per una maggiore versatilità, pickup attivi EMG per un suono potente e definito, ed elettronica con controllo attivo/passivo. Corde: Ernie Ball, con un calibro alto per ottenere un suono più profondo e potente. In passato, Myung ha utilizzato anche bassi di 5 e di 4 corde, sempre di Music Man. Di solito usa amplificatori Markbass, per un suono caldo e definito.


     Chi è James LaBrie 


Che cosa sappiamo di lui? È canadese, fa il compleanno il 5 di maggio ed è una figura... dal cipiglio severo (ha un volto epicamente oscuro!). La sua carriera da cantante professionista è ormai ultratrentennale. James ha registrato una gran quantità di album non solo per i Dream Theater ma anche per/con numerosi progetti paralleli (Frameshift, Tim Donahue, Explorer's Club, True Symphonic Rockestra... Compare pure in vari dischi degli Ayreon).

Battezzato Kevin James, ha rinunciato al primo nome per non creare interferenze con il tastierista, che allora era Kevin Moore. "Con due John nella band" (John Myung e John Petrucci), "se ci aggiungiamo anche due Kevin rischiamo di generare confusione" ha dichiarato lo stesso LaBrie

Kevin James LaBrie proviene dall'Ontario - Canada, appunto. Da bambino iniziò a suonare la batteria  e continuò a farlo fino ai 17 anni. Ma il suo vero punto di forza risiedeva... nell'ugola. Aveva iniziato a cantare a cinque anni, nel negozio da barbiere del padre e dello zio, deliziando i clienti; più tardi prese lezioni serie di canto. Intanto, il suo repertorio andava arricchendosi: da materiale classico (anche canzoni di Nat King Cole) fino al metal.

È sposato e ha tre figli. 

Una mezza dozzina i suoi album da solista, l'ultimo nel 2022: Beautiful Shade of Grey

A proposito di ugola e di voce: nel 1994 contrasse a Cuba un'intossicazione alimentare e, nel vomitare, si lacerò le corde vocali. A inizio 1995, contro gli ordini dei medici, partecipò al tour dei Dream Theater in Giappone (era la tournée a supporto di Awake), con la voce ancora compromessa. Impiegò un paio di anni (fino al 2002, secondo sua stessa ammissione) prima di sentirsi vocalmente di nuovo a posto.

È un cantante estremamente virtuoso e tuttavia diversi critici hanno sottolineato alcuni limiti tecnici della sua voce, come la tendenza a forzare le note più alte o, in alcuni passaggi, un vibrato eccessivo. Ora James deve anche affrontare le sfide legate all'invecchiamento e il fatto che i numerosi tour dei Dream Theater hanno messo a dura prova la sua tenuta e la sua abilità. Quand'è in forma, tuttavia, pochi possono meglio di lui passare, senza soluzione di continuità, dal registro di petto a quello di testa e viceversa.


     Kevin Moore (ex Dream Theater)

Musicista, compositore e... psichiatra. 

Un tastierista geniale che ha suonato - tra gli altri - con i Dream Theater (da lui co-fondati) e i Fates Warning.

Generi: electronic, trip hop, house, progressive metal, progressive rock.

Nato a Kings Park, Long Island, New York, il 26 maggio 1967, lavora al Trinity Health di Minot, North Dakota. Dire che conduce una vita interessante è ancora poco. 

Quello che Moore farà dopo i Dream Theater (che lui stesso aveva co-fondato insieme ai due amici d'infanzia John Petrucci e John Myung) è assai originale. Comprende: viaggi + lavoro dappertutto (fino a Istanbul, dove ha prodotto alcuni artisti locali), conduzione di programmi radiofonici dedicati all'attivismo politico, produzioni musicali di qualità tramite i suoi due progetti progressive Chroma Key e OSI (Office of Strategic Influence)... E non dimentichiamo che stiamo parlando di uno psichiatra specializzato anche in Osteopatia!

     Foto: Kevin Moore "allora" 


   Images and Words (1992)

Images: secondo album dei Dream Theater, il primo con Il canadese James Labrie, il quale rimarrà il cantante fisso del gruppo.


  Awake

A ottobre 1994 usciva il terzo album dei Dream Theater, l'ultimo insieme al tastierista Kevin Moore, che abbandonò subito dopo le registrazioni.

Passeranno quattro anni prima del prossimo album, dove, alle tastiere, troveremo Derek Sherinian.

  - James LaBrie: voce

  - John Petrucci: chitarra

  - John Myung: basso

  - Kevin Moore: tastiera

  - Mike Portnoy: batteria, percussioni


     Falling into Infinity è il primo album della band statunitense con Sherinian. (Ma il tastierista di Laguna Beach, California, era arrivato già tre anni prima.) È l'opera che, almeno in fase di pre-registrazione, creò tanto disappunto in Mike Portnoy & Co. 

John Petrucci era disposto a piegarsi al volere dell'etichetta - Elektra Records -, la quale mirava alla realizzazione di brani più brevi e che fossero "radio friendly", Portnoy invece era contrario. Soltanto durante le registrazioni la band si sentì più libera e si divertì mentre elaborava le singole tracce.

Sarebbe dovuto essere un doppio album, tuttavia la label fece pressione affinché venisse fuori un album singolo. Alla fine, i fans non ricavarono nessun dispiacere da tali diatribe: la buona riuscita di Falling into Infinity (durata: 78 minuti) è evidente.

Con la grafica in copertina di Storm Elvin Thorgerson.

  - James LaBrie: voce

  - John Petrucci: chitarra, cori

  - John Myung: basso, Chapman Stick (traccia 1)

  - Derek Sherinian: tastiera, cori

  - Mike Portnoy: batteria, cori


   Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory

     (1999)

Lo strano titolo del 5° album dei Dream Theater è perché i fans richiedevano la "continuazione" di un brano contenuto in Images and Words, ossia di "Metropolis—Part I: The Miracle and the Sleeper", ove comunque "Part I" era stato aggiunto per scherzo. 

Nell'album Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory subentra, alle tastiere, Jordan Rudess.

Il concept è incentrato sulla storia di un individuo, Nicholas, e la scoperta del suo passato, che contiene episodi di amore, di omicidio, di infedeltà.


     Six Degrees of Inner Turbulence, sesto album dei Dream Theater, è uscito nel 2002, tre anni dopo il precedente Metropolis Pt. 2.

È un doppio CD, per una durata totale di 96:20 min.

        Line up

  - James LaBrie: canto

  - John Petrucci: chitarra 

  - John Myung: basso elettrico

  - Jordan Rudess: tastiere

  - Mike Portnoy: batteria


Il loro settimo album in studio, Train of Thought (2003), venne registrato a N.Y. in sole tre settimane e Portnoy filmò diverse scene delle 'sessions', realizzando video che testimoniavano del progredire dell'opera.

Come succede spesso con gli album dei Dream Theater, Train of Thought si apre con gli accordi finali del precedente Six Degrees of Inner Turbulence.

In Italia l'album si classificò all'11° posto dei più venduti (secondo la FIMI).

  - James La Brie: lead vocals

  - John Myung: bass

  - John Petrucci: guitars, production

  - Mike Portnoy: drums, production

  - Jordan Rudess: keyboards


   Dream Theater - "Octavarium"

     (dall'album omonimo del 2005)


Dopo la svolta di boa ventennale (2006), esce, l'anno successivo, Systematic Chaos.

In una delle tracce, la quinta, che porta il titolo "Repentance",  alcuni grandi nomi della musica hanno prestato la loro voce  per un cameo di "spoken word": 

Corey Taylor, Steve Vai, Chris Jericho, David Ellefson, Daniel Gildenlöw, Steve Hogarth, Joe Satriani, Mikael Åkerfeldt, Steven Wilson, Jon Anderson, Neal Morse (!).

Portnoy impiegò un mese per realizzare il documentario 'Chaos in Progress: The Making of Systematic Chaos', che è stato allegato alla "special edition" dell'album, quella su due dischi. Il bonus disc include una versione dell'intero album in 5.1 Surround Sound. 

I Dream Theater andarono in tournée dal giugno 2007 al giugno 2008:  il 'Chaos in Motion Tour' si chiamò così in riferimento anche al brano "Constant Motion" (il primo single dell'album).

  - James LaBrie: lead vocals

  - John Petrucci: guitars, backing vocals, producer

  - Jordan Rudess: keyboards, continuum

  - John Myung: bass

  - Mike Portnoy: drums, percussion, backing vocals, co-lead vocals on "Constant Motion" and "The Dark Eternal Night", producer


     Black Clouds and Silver Linings

         (2009)

Decimo album in studio dei Dream Theater. L'ultimo con Mike Portnoy prima del lungo iato del batterista dalla band che lui aveva co-fondato.

Disco pieno di significati. "The Best of Times" è dedicata al padre morente, eccellente "Shattered Fortress" - che chiude la "Twelve-step Suite" - e anche "Count of Tuscany" è semplicemente meravigliosa.

E poi la cover dei Queen sul secondo CD...!

Alla fine, solo "A Rite of Passage" (unico singolo) è dimenticabile, il resto è da antologia del prog e del prog metal! L'assolo di "The Best of Times" (brano mai suonato live, a quanto ci risulta. Si spera che con il ritorno di Portnoy sia arrivato il momento…) è qualcosa di incredibile a livello tecnico-melodico e dobbiamo situarlo nella Top 3 degli assoli di Petrucci. Il colpo di genio "The Count of Tuscany", con il suo intermezzo orchestrale, ha influito molto sulla successiva strada compositiva dei DT.

Disco molto Portnoy-oriented, certo, e per questo una parte dei fans lo adora e altri meno. 

Qualche altra parola su "The Shattered Fortress", che è la parte conclusiva della "Twelve-step Suite" di Portnoy, che tratta dell'alcolismo. La traccia (in quattro parti) riprende temi e motivi già utilizzati nella suite, che iniziò nell'album del 2002 Six Degrees of Inner Turbulence e ha visto la presenza di un brano (ciascuno consistente in più parti) in 5 album consecutivi dei Dream Theater.

Il titolo "Twelve-step Suite" si riferisce al "programma in 12 passi" dell'"Anonima Alcolici" che, secondo Portnoy, gli salvò letteralmente la vita. La tendenza del batterista a bere troppo stava peraltro compromettendo il suo rapporto con i compagni. Mike Portnoy non bevve più un goccio - ufficiosamente - dal concerto di Lisbona del 'Metropolis 2000 Tour' del 20 aprile 2000, giorno del suo 33. compleanno.


     A Dramatic Turn of Events, l'undicesimo album in studio

Mike Portnoy avrebbe voluto rientrare in formazione ma alla batteria c'era adesso Mike Mangini, che aveva convinto tra i tanti che si erano presentati all'audizione (tra loro, Marco Minnemann). Mangini era arrivato ad abbandonare la sua cattedra al Berklee College per poter suonare con i Dream Theater a tempo pieno; anche per questo, l'offerta di Portnoy di rioccupare il proprio posto dovette essere respinta. (Com'è noto, Mike Portnoy sarebbe ritornato soltanto nel 2023.)

 Mangini

Nell momento di entrare nei DT,  Mike Mangini aveva suonato in tre album di James LaBrie, oltre che in tre di Steve Vai (tra gli altri).

   A Dramatic Turn of Events


    Live at Luna Park (2013)   :      link ai video

Tra i tanti live dei Dream Theater (una decina, ad oggi, escludendo i bootlegs) c'è anche Live at Luna Park, il primo con Mike Mangini alla batteria. Live at Luna Park è uscito anche su DVD, su Blu-Ray, in diverse edizioni su CD...



     The Astonishing, 13° album in studio dei Dream Theater. 2016.

È il loro secondo concept, con i testi di John Petrucci e la musica di Petrucci e Jordan Rudess.

L'ambientazione: gli Stati Uniti del futuro (anno 2285). Protagonista: la Ravenskill Rebel Militia, che usa il potere della musica per antagonizzare e cercare possibilmente di sconfiggere il potente Grande Impero Settentrionale delle Americhe (Great Northern Empire of the Americas). I vari personaggi (un largo ventaglio di voci e caratteri) vengono ottimamente interpretati da James LaBrie, che usa tutti gli stili possibili del cantato.

  - James LaBrie: lead vocals

  - John Petrucci: guitars, production, story and concept

  - Jordan Rudess: keyboards, synthesizer, arrangement, creative direction

  - John Myung: bass

  - Mike Mangini: drums, percussion

        Additional musicians:

    - Eric Rigler (bagpipes on "The X Aspect")

    - FILMharmonic Orchestra Prague 

    - Pueri Cantores (boys' choir)

    - Millennium Choir

    - Fred Martin and The Levite Camp (gospel choir)



     "Fall into the Light"

(da Distance Over Time, 2019)

Dopo essere passati a Inside Out Music (una sussidiaria della Sony) nel dicembre 2017, i Dream Theater iniziarono a lavorare nel giugno '18 al loro 14° album in studio. Il disco fu completato a settembre e venne pubblicato nel febbraio 2019.  

Le sessioni si tennero in un fienile isolato che era stato riadattato a studio di registrazione, sulle Catskill Mountains, nello stato federale di New York. 

L'album raggiunse la vetta in molte classifiche del mondo: fu il successo maggiore nei loro (fino ad allora) 35 anni di storia. 

Il tour relativo ha fruttato nel 2020 il nono live album della band: Distant Memories - Live In London.

  - John Petrucci: chitarra

  - Jordan Rudess: tastiere

  - James LaBrie: canto

  - John Myung: basso

  - Mike Mangini: batteria


     A View from the Top of the World (2021)

A View from the Top of the World è l'ultimo album con Mike Mangini alla batteria. L'addio di Mangini nel 2023 ha segnato il ritorno di Mike Portnoy.


     Chi è Mike Portnoy


Anche il batterista "titolare" è leggendario: Portnoy, classe 1967, ha suonato inoltre nei Transatlantic, ne The Winery Dogs, nei Sons of Apollo, nei Liquid Tension Experiment (insieme a John Petrucci, Jordan Rudess e Tony Levin)... È attivo non solo alle pelli d'asino: è pure compositore e produttore.

           

La sua preferenza va alle batterie Tama. Proprio con Tama ha una sua linea di prodotti, ossia la sua signature. Come piatti sceglie la marca Sabian (modelli come AAX,AA e HHX); crash, ride, ecc. Le bacchette: Promark, che sono un po' più pesanti della media. Ma i suoi gusti sono sempre in evoluzione.


I Dream Theater eseguono "At Wit's End" dal vivo (live 2022)


Distant Memories – Live In London è uscito due anni fa. Registrato durante il loro spettacolo del febbraio 2020 all'Hammersmith...


 Nel 2014

Dream Theater è sinonimo di "progressive metal" per ormai più di una generazione di fans di questo genere. Fin dalla pubblicazione del validissimo A View from the Top of the World (2021), la nostra attenzione viene catturata dalla vastissima operazione di recupero che va sotto il moniker 'Lost Not Forgotten: the Archives' e che raccoglie "antichi" live, esibizioni uniche della band e dei suoi vecchi e recenti componenti, demos ecc. Niente - così sembra - viene buttato! Certo, abbiamo a che fare con un grande gruppo e ogni documento sonoro dei DT ha la sua indubbia qualità; ma quanti e quali supporters della band non si sono presi la testa tra le mani, paurosi di smarrirsi nella pletora di album racchiudenti eventi, prove in studio e versioni alternative?


    Jordan Rudess - Wired for Madness (2019) 

Rudess, come sappiamo, conduce una vita oltre ai Dream Theater. Con  Wired for Madness ha pubblicato 5 anni fa il suo 13. album personale in studio, creato in pratica tra un concerto e l'altro e tra una collaborazione e l'altra. dopo sono arrivati altri album solisti, certo, ma quello è rappresentativo della la sua attività quasi febbrile.

È nei Dream Theater dal 1999 e, essendo uno dei loro massimi compositori, è ovvio che ci siano sovrapposizioni e parallelismi tra la musica che fa lui con il proprio nome e quella prodotta dalla band. Soprattutto concettualmente. Inoltre, non bisogna dimenticare quante e quali sono le influenze (culturali e tecniche) del tastierista newyorchese. In diverse interviste, lui stesso ha citato: Keith Emerson, Rick Wakeman, Patrick Moraz, Tony Banks, Vladimir Horowitz, Arthur Rubenstein: tutti Grandi del pianoforte o delle tastiere che con il prog metal hanno poco o niente da spartire.


Attrezzatura. Tastiere Korg Kronos, ma anche Yamaha Motif, Roland Fantom, Nord Lead... MIDI-controller Haken Continuum e vari altri. Digital Audio Workstation (DAW): Ableton Live. Strumenti virtuali a iosa, ad es. Native Instruments Komplete, Omnisphere, Kontakt. Molti Plug-ins per effetti. Pedali Expression...


Piccola storia della formidabile "The Twelve-step Suite"

Conosciuta anche come "Alcoholics Anonymous Suite" o "Twelve Step Saga", è una raccolta di 5 brani tratti da: Six Degrees of Inner Turbulence, Train of Thought, Octavarium, Systematic Chaos e Black Clouds & Silver Linings. 

Di Mike Portnoy, il batterista della band, l'idea di questo "concept trasversale" disseminato su vari album. La storia è quella di un uomo alle prese con la sua dipendenza da alcol e che affronta le dodici fasi ("twelve steps") del programma di disintossicazione. 

Qui le 5 tracce sono riunite una dietro l'altra. 

   Intro - 00:00

      Part 1: The Glass Prison - 00:40

         Step I: Reflection - 00:40

         Step II: Restoration - 06:03

         Step III: Revelation - 09:51

      Part 2: This Dying Soul - 13:59

         Step IV: Reflections of Reality (Revisited) - 13:59

         Step V: Release - 20:31

      Part 3: The Root of All Evil - 25:23

         Step VI: Ready - 25:23

         Step VII: Remove - 28:04

      Part 4: Repentance - 32:40

         Step VIII: Regret - 32:40

         Step IX: Restitution - 38:24

      Part 5: The Shattered Fortress - 43:12

         Step X: Restraint - 43:12

         Step XI: Receive - 48:30

         Step XII: Responsible - 52:28 #progmetal #progrock



Panoramica finale sulla discografia dei Dream Theater


      Album migliori

When Dream And Day Unite (1989) 

Sono passati decenni dall'uscita di questo che fu il debutto dei Dream Theater e tuttora è sorprendente con quale leggerezza il gruppo newyorchese ha dimostrato la sua sapienza strumentale, che loro abbinarono a canzoni con un alto grado di riconoscimento. When Dream And Day Unite combina il progressive Anni '70 (Yes, Genesis: vedi "The Killing Hand") con le nuove influenze come Metallica ("A Fortune In Lies") e il technical (thrash-)metal dei Watchtower.

La produzione di Terry Date (Pantera) non è così male come tanti hanno sostenuto e l'entusiasmo dei musicisti è tangibile in ogni istante dell'album.

      Top tracks: "A Fortune In Lies", "The Ytse Jam","Only A Matter Of Time", "The Killing Hand","The Ones Who Help To Set The Sun".


Images and Words (1992) 

When Dream And Day Unite musicalmente è sullo stesso livello di Images and Words ma ha goduto di una produzione meno accurata. Qui siamo di fronte a un prog metal patinato e il successo arriva grazie anche a MTV, che lancia i video di "Pull Me Under", "Take The Time" e "Another Day". Image and Words, insieme ai suoi tre single, lancia definitivamente la scena prog metal; un'onda che si ripercuote fino ai nostri giorni. Quale successore di Charlie Dominici alla voce si profila (dopo una ricerca per un cantante adatto durata due annetti buoni) il canadese James LaBrie. Il suo stile non è stato del tutto scevro di critiche, ma fino ad oggi è lui, è la sua ugola a contraddistinguere i Dream Theater.

     Top tracks: "Pull Me under", "Another Day", "Take The Time", "Surrounded", "Metropolis Part I: 'The Miracle And The Sleeper'", "Learning To Live".


A Change of Seasons (1995) (EP ???) 


Per la prima volta qui c'è Derek Sherinian alle tastiere.

---- > Una durata abbastanza insolita per un EP: 57' e 30''!


  - James LaBrie: lead vocals

  - John Myung: bass

  - John Petrucci: guitar

  - Mike Portnoy: drums

  - Derek Sherinian: keyboards

Oltre all'estesa "A Change of Seasons" (in sette movimenti), il disco contiene svariate cover; da qui la denominazione "EP": per non confonderlo con un album 'in toto' dei Dream Theater.

Gli inizi di questo che è il brano finora più lungo dei DT risalgono a Images and Words, allora con Moore ai tasti bianchi-e-neri. In seguito la suite venne rilavorata.

Il resto dell'EP è composto da materiale tratto dalla loro apparizione nel londinese Ronnie Scott's Jazz Club del 31 gennaio 1995.


Metropolis Pt.2 : Scenes From A Memory (1999) 

  (3CD)

Già durante le sessions per Falling into Infinity i Dream Theater lavorarono alla seconda parte di "Metropolis" (che si intitolava preventivamente "Metropolis-Part I"). Ma solo dopo l'entrata del tastierista Jordan Rudess, che Portnoy e Petrucci avevano conosciuto nella cornice del progetto Liquid Tension Experiment, e soprattutto perché liberi da ogni pressione da parte della casa discografica, poterono dare forma al loro primo concept album.

Scenes From A Memory è compositivamente perfetto, tanto da stare sullo stesso piedistallo di altri concept "storici" come The Lamb Lies Down On Broadway, The Wall o Operation: Mindcrime.

     Top tracks: "Home", "The Dance Of Etenity", "The Spirit Carries On", "Strange Déjà Vu", "Fatal Tragedy", "Beyound Your Life".


Metropolis 2000: Scenes From New York (2001) (DVD)

Alla fine dell'agosto 2000 i fans vissero una serata superlativa nella piccola, gloriosa Roseland Ballroom di New York. In chiusura del loro tour, i Dream Theater eseguirono Metropolis Pt.2 : Scenes From A Memory in maniera indimenticabile, spargendo tante emozioni. E suonarono l'intera trilogia di "A Mind Beside Itself" (1. "Erotomania", 2. "Voices", 3. "The Silent Man"), dall'album Awake del 1994, e in più "A Change Of Seasons" nella sua completezza (oltre 20 min.; dal loro primo EP, del 1995). 

Una nota amara: il concerto (integrale, al contrario del DVD) su 3 CD dal titolo Live Scenes From New York uscì proprio l'11 settembre 2001 e, poiché sulla copertina c'era l'immagine delle Torri Gemelle che bruciavano (!), la label si convinse a ritirare dal mercato la prima tiratura.

Sul DVD, la narrazione concettuale performata in quello straordinario concerto è implementata audiovisivamente con attori, un cantante ospite, un coro gospel, innumerevoli sequenze video registrate e fotografie in bianco e nero molto suggestive.

     Top tracks: "Metropolis Pt. 2", "A Change Of Seasons", "A Mind Beside Itself", "Learning To Live.


         Album di qualità

Train Of Thoughts (2003) / Systematic Chaos (2007)

Dopo che i Dream Theater "coverarono" Master Of Puppets (Metallica) e The Number Of The Beast (Iron Maiden) nel loro 'Six Degrees Tour', provarono il desiderio di realizzare un album di metal "classico". Uscì fuori Train Of Thought (2003), in cui loro suonarono con durezza priva di compromessi (è un'opera tipicamente metal, dalle atmosfere cupe), anche se vi troviamo singole canzoni particolarmente belle e significative come "As I Am" e il dramma sulle sette religiose "In The Name Of God". 

Più debole e quasi privo di coerenza geometrico-strutturale è Systematic Chaos (2007), per cui John Petrucci (il loro liricista principale) scrisse testi dal sapore fantasy.

Top tracks: "As I Am", "In The Name Of God";

            "In The Presence Of Enemies - Part 1", "The Ministry Of Lost Souls".


Octavarium (2005) 

Dopo aver fatto giocare i muscoli in Train Of Thought, il gruppo scalò di marcia e si affidò soprattutto alle proprie abilità progressive. Il concept album del 2005 parla di... ottave (in musica, l'ottava è l'intervallo tra due suoni per cui quello più alto, detto acuto, ha frequenza doppia del suono più basso, detto grave; nella musica occidentale, più generalmente un'ottava indica le otto note), in simbiosi con -arium, una desinenza che fa pensare a un meccanismo, a un congegno o anche a un processo di funzionamento. Il discorso si aggira sulla circolarità di tutte le cose. È un album che racconta della necessità di trovare il nostro posto nell'universo individuando ciò che ci fa davvero sentire vivi: impresa difficile, se non impossibile, poiché siamo destinati a commettere errori - ed ecco perché proseguiamo a girare in tondo.

Raggiungiamo la perfezione - semmai - sul "filo del rasoio", dove la nostra vita si scontra con la "sfera perfetta", che rappresenta la nostra vera vita o persino Dio. I testi sono di Petrucci. E lui non è ottimista al 100%: anche nella fase ultimativa del cammino esistenziale, ecco un'ulteriore difficoltà: siamo bloccati in un ciclo infinito, l'Octavarium. 

È un dramma. Ma che appartiene soprattutto agli artisti, se ci pensiamo bene. "Intrappolati in questo ottavario". Non possiamo sfuggire alle tentazioni e gli ostacoli sono tanti. Cosa fare? Accontentarsi della mediocrità, essere triviali, oppure... puntare alla grandezza?

I DT sanno bene esporre tale busillis. La routine in cui loro sono intrappolati è la musica; e (ma) hanno solo 8 note a disposizione...

Octavarium contiene diverse canzoni adatte alla radio e, con la title track di 24 minuti, ci regala anche una canonica suite. Per la prima volta nella loro carriera, qui i Dream Theater lavorano con una vera orchestra (in tre canzoni), mentre ancora in Six Degrees Of Inner Turbulence avevano usato i samples del sintetizzatore.

Ancora sul senso del titolo e del perché delle ottave (o della scala musicale): il punto di Octavarium è che tutto va in cerchio ed è una sorta di loop, con riferimento appunto alla musica della band stessa. L'album va da Fa a Fa, ma solo con note naturali. Quindi, ad esempio, "Root of all Evil" è Fa, "The Answer Lies Within" è Sol e così via. 

 Le canzoni salgono diatonicamente; partendo da Fa nella scala maggiore di Do. Il tempo negativo sui brani del CD ha effetti sonori con le note intermedie. (Quindi i carillon dopo "Root of All Evil" sono in Fa#, il drone prima di "These Walls" è in La#, ecc.)

Top tracks: "Octavarium", "I Walk Beside You", "Sacrificed Sons", "These Walls".



     Altri album di qualità

A Dramatic Turn Of Events (2011) / Dream Theater (2013) Due album allo stesso livello, ove però il suono nel secondo non è perfetto come nel primo. Sono i primi due con Mike Mangini alla batteria.


     Non devono mancare nella collezione

Awake (1994). Album più "duro" rispetto ai due precedenti, su richiesta esplicita del'etichetta musicale.

Black Clouds & Silver Lines (2009). Dopo vari esperimenti, ecco di nuovo il giusto mix di durezza e melodie e sentimenti.

Six Degrees Of Inner Turbuence (2002). Doppio abum. Risaltano alcune influenze dei Radiohead.

A Change Of Seasons (EP, 1995).


     Album peggiore?

Non ci sono opere da buttare tra quelle che fanno parte dell'ormai sconfinata discografia dei Dream Theater, ma secondo diverse riviste il meno riuscito di tutti gli album è Falling into Infinity (1997). Noi non siamo d'accordo, ma tant'è. Prima della nascita del disco, similmente a ciò che spesso accade a tanti altri gruppi, la label richiese brani più accessibili alle masse. Le tensioni all'interno della band portarono a litigi e malintesi (soprattutto tra Petrucci e Portnoy); era un periodo in cui i Dream Theater (con Derek Sherinian al posto di Moore) rischiarono di sciogliersi... 

 Dream Theater: è partito il 40th anniversary Tour!


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