Questo è il single che il tastierista e cantante degli Odessa ha realizzato nel novembre 2022. Una grandiosa performance vocale, oltre all'accurato lavoro pianistico/tastieristico cui ci ha abituati Giovagnoli. Il testo, profondo e attuale, è un invito a liberarsi dalle catene...
----> Il 10 dicembre '23 - alle ore zero - è uscito un secondo single dell'artista marchigiano. Vedi giù! <-----
"There's Nothing Here"
Uscito di fresco!
Secondo single del frontman degli Odessa, dopo "Learn To Fly" del novembre 2022 che ci ha regalato e continua a regalarci belle emozioni. (Disponibile su Bandcamp e sulle altre piattaforme online.) Anche qui la prestazione vocale è grandiosa. L'accurato lavoro alle tastiere e gli arrangiamenti sono tipici di questo artista, che ha di nuovo messo in musica versi suggestivi, dai risvolti esistenziali.
La chitarra che sentiamo è quella di Paolo Pedretti ("Red Crotalo"). La Crotalo band, o meglio Crotalo Company (vedi su Facebook), è un gruppo che porta sul palco i grandi pezzi della storia rock. Funziona così: a rappresentanza di ciascuna band celebre del passato, viene invitato un cantante, un musicista; Lorenzo Giovagnoli è chiamato dalla Crotalo Company ad eseguire brani dei Deep Purple.
L'artwork di "There's Nothing Here", un dipinto ad olio di Rita Rinci, illustra Il Ponte della Concordia, sul Metauro. È la stessa visuale che ha il musicista quando guarda dalla finestra della sua casa a Fossombrone.
"There's nothing here for me, nothin' to live or die for / just make it through the day / I'm packing up, I'm leaving, for the sake of it, / I'm leaving, make a leap of faith / time will be sooothin’ time will find its way / untill your reflection won't blow my mind away / and ache anymore and bleed nevermore."
Attention attention!L'Alba della Civiltà (Lizard Records) ha quasi due anni di età! "Invocation" è uno dei single, che linkammo sul gruppo FB 'Prog Bar Italia' nel gennaio 2022.
L'Alba della Civiltà: una produzione digitale, ma realizzata usando tutte le sonorità analogiche. Dal punto di vista delle tastiere, oltre al Kurzweil, che Lorenzo Giovagnoli (tastierista e cantante della band) usa sin dal 2001, si segnala l'impiego di emulatori Hammond, di Roland, di GSI (italiani, eccezionali) e IK Multimedia. Poi: Fender Rhodes e Wurlitzer, con tremolo e riverbero a molle.
Per il piano, un emulatore a livelli fisici, Pianoteq. E per gli archi i modelli Anni '70 analogici: Roland Jupiter, Solina, Roland Juno. Inoltre anche organi a transistor Farfisa.
Per un brano solo voce, tastiere e flauto, ad esempio, c'è un organo a transistor che passa per un Leslie e un riverbero a molle. Dà un'idea un po' inquietante stile fantascienza Anni '60.
Importanti e riconoscibili le influenze, gli amori musicali di Giovagnoli e degli altri membri. Il pezzo dal titolo "Invocazione" ha, nella parte centrale, quello che è praticamente un omaggio ai Pink Floyd e a Morricone.
10. "My Guitar is a Spaceship" (Single edit) 04:26
Che cos'èUnending Ascending
Un viaggio estatico che ci porta a fare da testimoni a situazioni in cui supernovae esplodono, galassie muoiono trasformandosi in qualcos'altro e gli orologi si fermano.
È come se Daevid Allen non se ne fosse mai andato: la sua eredità è stata raccolta degnamente dai suoi colleghi-eredi, non per ultimo da Torabi... Anche se alcune differenze con prima ci sono!
Nell'album personale Hip To The Jag c'è il suo stile inconfondibile; ci riferiamo a Kavus Torabi, cantante e polistrumentista iraniano naturalizzato inglese, noto per aver lasciato una traccia in vari gruppi (Knifeworld, The Utopia Strong, Gong, Guapo, Cardiacs). Hip To The Jag, suo (tardo) debutto solista, del 2020, è alquanto mistico e... "mesmerico". Disponibile su Bandcamp.
Kavus
Prima di morire (il 13 marzo 2015), Daevid Allen decise quali dovevano essere i musicisti che avrebbero dovuto continuare la saga dei Gong, procedendo sul sentiero mistico-visionario da lui inaugurato. Kavus Torabi (classe 1971, di origine iraniana) è uno di costoro.
Unending Ascending si apre con "Tiny Galaxies", una canzone psichedelica che avrebbe potuto anche essere stata scritta dai Pink Floyd nei giorni di Syd Barrett. Si procede con "My Guitar is a Spaceship" (insieme al brano precedente, uno dei singles dell'album), che ci proietta nello spazio a pieni motori ionitronici. Il sax dell'imprescindibile Ian East qui ci rende più limpida ed evidente l'immagine di elevate emissioni di onde firion e criptoonde...
Un momento! Cosa?
Piccola pausa, per spiegare meglio che cos'è Gong.
Il gruppo ha origine nel 1969 ed è stato parte della controcultura hippy, quella delle comuni. Esiste dunque da oltre 50 anni. E i suoi componenti (sia nel loro insieme, sia in altri progetti - numerosi side projects sono nati dalla costola principale, difatti), hanno agito sempre in maniera "incentivante", pur comportandosi come monelli giocosamente dispettosi. Fioriti alla Scuola di Canterbury, i Gong si sono rivelati essere più o meno una "classe" a parte, un genere diverso. Che, in realtà, trova riscontri in altri gruppi storici degli anni d'oro della psichedelia.
L'attuale formazione è quella che sta insieme da più tempo e fare un paragone con i Gong originali, quelli formati da David(o Daevid) Allen, è fuori luogo; o quasi. I Gong hanno avuto molte sfaccettature nel corso degli anni, inclusa una, durante l'era punk, fatta di sperimentazioni (Planet Gong), perciò non si può pretendere che questo album suoni allo stesso modo di Camembert Electrique, Flying Teapots, Pothead Pixies... Tuttavia, ci offre qualità 'alia', creandosi un motivo di esistere, un suo perché.
Rimarchiamolo: i componenti dei Gong odierni sono stati selezionati personalmente da Daevid Allen. Il mitico australiano ha fortemente voluto che la sua visione "mistica" continuasse anche dopo la sua scomparsa.
Al caos maniacale di Allen si è oggi sostituita una profondità - che definiremmo seriosa - che promuove la psichedelia a una faccenda quasi terapeutica, apparentata alla musica ambient (vedi la terza traccia, "Ship of Ishtar"). Le variazioni di tempo sono presenti, ma l'ultra-alta-fedeltà e il canto "corretto", modulato al punto giusto e all'altezza appropriata, avvicinano questi Gong, i Gong del Terzo Millennio, ai lavori solisti di Steve Hillage, ai già accennati Pink Floyd prima maniera nonché agli Ozric Tentacles (e giusto con questi, guarda caso, i Gong vanno ormai spesso in tournée).
In Unending Ascending, assoli di chitarra nitidi e scale dal suono orientale affrontano tastiere sibilanti e scintillanti. Il sassofono alterna parti jazz ad echi lamentosi - ed è ciò che rende quello attuale un "disco dei Gong". La sezione ritmica è costantemente al lavoro; inoltre, in ogni spazio disponibile vengono inseriti colpi e rulli extra di batteria.
Il quarto brano, "O, Arcturus", pur nella surrealtà da esso evocata, è ritmicamente più avanzato di "Ship of Ishtar", ma rimane un po' troppo sottile, un po' troppo evanescente. Questa evanescenza caratterizza in qualche modo l'intero album (almeno dalla terza traccia all'ottava) e viene a formare come una barriera tra l'ascoltatore e i musicisti; come una nebbia voluta. Torniamo al suono più noto e più amato dei Gong con "All Clocks Reset", canzone dapprima tranquilla e poi sempre più agitata, dal ritmo irregolare e - per fortuna - dalla sonorità accurata, netta.
"Choose Your Goodess" (traccia 6) parte con un bel ritmo rock che viene poi "spezzato" da un repentino gravitare nel cosmo per dopo ancora riprendersi (e via con il rock terrestre!) e dopo un po' di nuovo spararci fuori dalla navicella. Ian East, anche in questo caso, è superlativo ai fiati. È un grande pezzo della durata di quasi sette minuti, il secondo per lunghezza dopo "Ship of Ishtar".
È la volta quindi di "Lunar Invocation", altro brano da noi preferito insieme al precedente. Dal titolo, si evince - anche prima dell'ascolto - come e cosa può essere la musica: la follia seleniana dei Gong (e di Torabi) in tutta la sua peculiarità!
"Asleep Do We Lay" è la decorosa chiusura di un'opera che di sicuro la massa ignorerà e che molti altri - anche amanti del prog - non capiranno. Ma stiamo parlando dei Gong, quindi anche questo (triste?) dato di fatto si inserisce nel puzzle, alla fine.
Le ultime due tracce dell'album sono aggiunte assai gradite: "Tiny Galaxy (Single edit)" e "My Guitar is a Spaceship (Single edit)".
Planet Gong(per molti, l'emanazione migliore dei Gong)
"My Guitar is a Spaceship"
Tutto ebbe inizio con David Allen...
David Allen, che artisticamente si faceva chiamare Daevid Allen, nacque a Melbourne il 13 gennaio 1938 per spegnersi a Byron Bay il 13 marzo 2015. È stato un chitarrista, cantante, compositore e poeta australiano conosciuto soprattutto per aver fondato il gruppo di rock psichedelico Soft Machine (in Gran Bretagna, nel 1966) e il gruppo di space rock Gong (in Francia, nel 1969). [La sua biografia sembra un romanzo.] Viene talvolta accreditato con il nome di "Divided Alien".
Sciocco ma serio, semplice ma complesso, pazzo ma intelligente:
Camembert Electrique, del 1971.
Lo riascoltiamo quale omaggio a Daevid Allen, una sorta di Frank Zappa del Quinto Continente. Ma noi non rimpiangiamo soltanto Allen: noi ci ricordiamo anche di Gilli Smyth, cantante - e per un certo periodo compagna di Allen - che militò nei Gong e aggiunse alle canzoni ironia e malizia. Fu poetessa e pubblicò anche album propri. Molti dei brani bizzarri dei Gong erano opera sua.
Gilli lasciò il gruppo nel 1974 per dedicarsi ai propri figli, non prima però di aver collaborato ai tre capolavori Flying Teapot, Angel's Egg e You ("Trilogia di Radio Gnome").
Gilli
You (1974) è la terza parte della trilogia "Radio Gnome" (più propriamente: "Radio Gnome Invisible").
I Gong erano già un gruppo cult della controcultura e della psichedelia ma con questo album si superarono. Mentre gli altri membri avrebbero voluto fare un disco strumentale, Daevid Allen insisté per finire la storia di Zero the Hero, il quale, sul pianeta Gong, incontra strani personaggi dai nomi buffi. Il testo è a volte sussurrato, a volte cantato in maniera stridula e con strani accenti! Il viaggio del mitico Zero si concludeva con questo capolavoro, ma intanto l'universo dei Gong continuava a espandersi...
Tra i membri che hanno fatto la storia di questo glorioso gruppo: Steve Hillage, che nel frattempo ha 72 anni.
Steve Hillage (Londra, 2 ago. 1951). Ha suonato con i Gong, Egg, Khan - insomma: un po' dappertutto nella scena di Canterbury. Primo album solista nel '75: Fish Rising, ascoltabile qui.
Steve Hillage and Gong - "The Glorious Om Riff" (live 2023)
È in corso un acceso dibattito, su un certo gruppo di Facebook, a proposito di cosa sia "progressive" e cosa no. Un paio di persone hanno contestato agli amministratori del gruppo il fatto di aver inserito gli Area nella lista delle band "prog rock"...
Gli Area non sono "progressive"? Allora che facciamo, mandiamo al macero milioni di libri e riviste specializzate? E... Frank Zappa oppure i Magma... o i Can... i Gong... non sono forse "prog"?
C'è evidentemente chi confonde il symphonic prog (Genesis, Yes...) con il prog rock 'tout court'!
Gong - "You can't kill me", live
"My Sawtooth Wake", live
Il prossimo video è: "Sold To The Highest Buddha",
da Angel's Egg (seconda parte di "Radio Gnome Invisible"), 1973,
L'album Shamal uscì nel 1976.
Magie esotiche assortite! Sulla base di un jazzrock più o meno scolastico, ma comunque venato da trovate "trasversali".
Senza Daevid Allen ma con Pierre Moerlen (batteria, vibrafono, campane tubolari).
Bass Guitar, Voice: Mike Howlett
Flute, Saxophone: Didier Malherbe
Guitar: Steve Hillage
Keyboards: Patrice Lemoine
Percussion, Drums: Mireille Bauer
Violin: Jorge Pinchevsky
Voice: Miquette Giraudy
Prodotto da Nick Mason (sì, lui!)
Tecnici del suono: Ben King, Simon Heyworth
"Tic-toc, Pussycat, Tropicalfish"
(dal vivo)
Altro musicista importante che ha gravitato intorno ai Gong: Allan Holdsworth (ex Nucleus, Tempest, Soft Machine).
Holdsworth ha suonato con i
Pierre Moerlen's Gong
(1976: Gazeuse!,1978: Expresso II,1979: Time Is the Key)
e con i Gongzilla.
Nato a Bradford nello West Yorkshire, Inghilterra, il 6 ago. 1946, questo chitarrista e compositore, spirato il 15 aprile di sei anni fa in California, ci ha regalato, oltre ai suoi album da solista, l'eredità della sua impronta creativa collaborando con diverse formazioni, soprattutto in ambito prog e jazz-fusion: oltre alle due su citate, anche Soft Machine, Bill Bruford, Tempest, U.K...
Un altro ramo della famiglia dei Gong! Formati nel 1994 dal chitarrista Ben Lozaga e dal bassista Hansford Rowe, i Gongzilla vennero completati dal chitarrista Allan Holdsworth, dal percussionista Bobby Thomas Jr. e dal vibrafonista Beniot Moerlen. Il loro debutto fu Suffer, dal suono più hard rock che nei Gong di Pierre Moerlen.
E che dire dei grandi reincontri? The Gong Family Unconvention!
Dalla "Unconvention" è sortito 2032, grande e folle album (pubblicato nel 2009) consistente in 14 tracce.
The Gong Family Unconvention, nel club Melkweg di Amsterdam, fu un evento di tre giorni tenutosi nel novembre 2006 e vi parteciparono tutti gli elementi allora ancora in vita dei Gong.
2032 rappresenta la prima volta dopo You del 1974 in cui Steve Hillage ha registrato insieme al fondatore dei Gong, Daevid Allen. 2032 è una specie di quarta parte, non epilogo bensì continuazione della trilogia di "Radio Gnome" (composta, lo ricordiamo, da Flying Teapot del 1973, Angel’s Egg anch'esso del 1973 e You, 1974).
Line-up stellare quella di 2032: Daevid Allen (chitarra, voce), Steve Hillage (chitarra), Gilli Smyth ("space whisper" e poesia), Miquette Giraudy (synthesiser), Mike Howlett (basso), Chris Taylor (batteria) e Theo Travis (sax e flauto).
I membri originali dei Gong Steve Hillage, Daevid Allen, Gilli Smyth e Miquette Giraudy hanno composto le canzoni di 2032 mentre si trovavano in Australia.
Ma perché 2032?
Perché il 2032 viene indicato come l'anno in cui il Pianeta Gong avrà un "full contact" con il Pianeta Terra, allo scopo - per citare le parole di Allen - di "scrivere un nuovo importante capitolo nella mitologia Gong, che è in continua evoluzione".
I Gong: sempre fantastici. A febbraio 2021 era uscito un doppio album, Pulsing Signals, con registrazioni dal tour 2019, mentre i fan continuavano a premere per un nuovo 'studio album'.
I musicisti - Kavus Torabi, Fabio Golfetti, Ian East, Dave Sturt e Cheb Nettles, come sappiamo scelti da Allen prima che lui morisse - portano avanti le visioni del rimpianto padre fondatore.
Il leggendario gruppo sembra voler traghettare la psichedelia progressive-sperimentale che lo contraddistingue anche nei secoli a venire. E forse nei millenni a venire!
Recensione su Arlequins:
"Dopo la dipartita di Daevid Allen, le redini dell’universo Gong sono passate saldamente nelle mani di Kavus Torabi (già protagonista con Cardiacs, Guapo, Knifeworld, Die Laughing e numerosi altri progetti). L’eredità di questo marchio importante non poteva trovare musicista migliore..."
Febbraio 2023 - Anche senza il rimpianto Daevid Allen, l'attività della band prosegue. Nuovo album in vista, come richiesto a gran voce dai fans. [E quest'album diverrà Unending Ascending.] Per molto tempo i Gong sono stati, in pratica, The Steve Hillage Band. Finché Hillage, nel 1991, non scese da quel pianeta, per tornare a risalirci solo a tratti, decidendo di occuparsi della propria attività solista e di collaborare soprattutto con Miquette Giraudy in un gruppo dal nome System 7.
Fino a ieri, in pratica, gli stessi musicisti dei Gong suonano non raramente sotto il nome Steve Hillage Band!
Back to where it started...
Gong are in Canterbury, at Dog House Studios, working on the final piece of our new album which we’ll be recording next week for release later this year, before we once again morph into The Steve Hillage Band for a UK tour next month.
"Tiny Galaxies", official video
"Tiny Galaxies" è un brano che possiamo ascoltare sul nuovo album dei Gong, Unending Ascending, uscito a novembre '23. Per l'ascolto e l'acquisto: