12/31/22

Tributo a Eric Bouillette

 Cominciamo con un'anticipazione.

Per iniziativa anche di sua moglie, la musicista Anne-Claire Rallo, uscirà il  14 febbraio 2023 il "Volume I" di un doveroso omaggio a Eric Bouillette, noto come bravo violinista ma di fatto polistrumentista, titolare insieme a Clive Nolan del progetto Imaginaerium e fondatore di Nine Skies, Solar Supplice ecc.



Bouillette, che - lo ricordiamo - si è spento lo scorso agosto, era un maestro delle melodie dolci, delle atmosfere eteree, in ambito prog-rock sinfonico.

È già possibile prenotare il file digitale di questo Tribute to Eric Bouillette - Vol I, che esce per la label francese FTF.




Il 16 agosto 2022, Eric postava, sulla propria pagina di Facebook: "Life is such a gift! I have been blessed so many times, thank you my friends, thank you Lord".

Pochi giorni dopo, il grande musicista, che era attivo anche in Gran Bretagna, ci lasciava.

Si mostrava grato alla vita, che gli aveva concesso tante gioie, tanti incontri... e tanta musica. Ricordiamo alcuni dei suoi propri gruppi, insieme ad altri con i quali collaborava: Nine Skies, Nova Cascade, Drifting Sun, The RoomSolace Supplice...

Negli ultimi anni era stato molto attivo. Niente di cui sorprendersi, dato che si era fatto una nomea come session man. Tra le tante sue partecipazioni, da segnalare quella in Forsaken Innocence, dei Drifting Sunche forse è stato il miglior disco progressive del 2021. Vi  ha suonato il violino in una traccia e la chitarra in due altre tracce


Si era ammalato di cancro. Lo aveva rivelato a poche persone e intanto continuava a lavorare, silenziosamente, senza tregua. Fino a quando ha potuto. Probabilmente non voleva essere compatito e perciò lui e Anne-Claire cercavano di mantenere il doloroso segreto. Quando è stato pubblicato l'album dei Solace Supplice  ("sede" di un prog meno estatico del solito; questo gruppo fa un rock più hard e oscuro), in alcune recensioni si era intrufolata l'osservazione che quel disco sarebbe stato anche il loro ultimo - seppure nessuno specificasse il perché.
Verso la fine dei suoi giorni, per
Eric la musica era stata più che mai ragion d'essere, il motore della volontà di sopravvivenza. De facto, la sua grande passione eterna gli ha prolungato, sia pure di poco, la vita.

Le ultime cose che ha registrato in studio riguardano un album dei Nova Cascade. Oltre a un po' di altro materiale, che ovviamente è uscito - o ancora deve uscire - posthume 

Tra ambient e progressive rock: Nova Cascade. Nel 2019 hanno realizzato A Dictionary of Obscure Sorrows, con, nelle loro fila, Eric Bouillette (violino e 'lead guitar').

Postumo proprio come l'album di cui andremo ora a parlare: un concept dedicato alla casata dei Medici! Un'idea che, se non erriamo, ancora mancava nel pur ricco e variegato mondo del progressive rock. A realizzare tale storia, ci hanno pensato gli Imaginaerium, band formata da Eric Bouillette (composizione, arrangiamenti, tastiere, violino, mandolino), Clive Nolan (composizione, arrangiamenti, testi delle canzoni, tastiere, drum recording e ruolo canoro del personaggio di Rinaldo) & Laura Piazzai (canto - nel ruolo di "Contessina"). The Rise of Medici è uscito il 30 settembre 2022 ed è composto da vari capitoli che illustrano la vita di Cosimo e di sua moglie Contessina dei Bardi, nota anche come Contessina de' Medici. (Album disponibile su Bandcamp.)

L'incontro di Bouilette con la carismatica cantante Laura Piazzai, entrambi tra i protagonisti di The Lost Journals - un musical di Nolan -, ha dato il "la" a tale ambizioso progetto.

"Treachery" è il single tratto da The Rise Of Medici.

Alla realizzazione dell'opera hanno inoltre contribuito Andy Sears (canto – Cosimo), Elena Vladyuk (canto – Lucrezia), Mark Spencer (canto – Monks), Scott Higham (batteria), Bernard Hery (basso) e Isabella Cambini (arpa).


Il vuoto oscuro, il Nulla, era ancora di là da venire per Eric, quando lui e la sua consorte realizzarono questo "Dark Void". Correva l'anno 2012. Un brano davvero... "dark"! Quasi una triste profezia... Con Anne-Claire Rallo alla chitarra ed Eric Bouillette responsabile per: canto, chitarra, tastiere e arrangiamento.


La collaborazione con il bravissimo cantante Achraf El Asraoui (Nine Skies) ha portato - tra le altre cose - a questa particolare cover di "The Sound of Silence", celeberrima canzone di Simon & Garfunkel

(Anne-Claire al basso, Achraf alla voce ed Eric chitarra e arrangiamento.)





Come già sottolineato, la presenza di Eric Bouillette, il violinista e songwriter di Nizza, è servita a valorizzare, e di molto, i lavori di vari gruppi: Nine Skies, The Room, Solar Supplice, Imaginaerium... nonché gli ultimi due dei Drifting Sun, proiettando la validissima band inglese neoprogressive al livello massimo del rock sinfonico.

Questo è Planet Junkie, del 2019, l'album che ha preceduto il formidabile - e finora ultimo - lavoro dei Drifting Sun: Forsaken Innocence.
In Planet Junkie, Bouillette suona il violino solo sulle tracce 7 e 8, ma il suo spirito sembra aleggiare su tutte le composizioni...


Nonostante la morte prematura di Eric, avvenuta come detto nell'agosto scorso, il progetto Nine Skies continua (grazie anche alla moglie, Anne-Claire Rallo) e presto uscirà un nuovo album del gruppo: The Lightmaker, anche questo recante la forte impronta di Eric Bouillette. Allo stesso modo, continuano gli altri progetti - non tutti, ma molti - iniziati dallo straordinario polistrumentista. 

Questa è "Roses Never Hatch", dei francesi Nine Skies, dall'album Return Home.


The Room: uno dei gruppi che avevano accolto tra i propri ranghi il rimpianto  Bouillette. Un sestetto (almeno finché Eric ancora viveva) di rock melodico dalle varie influenze. Caught By The Machine (2019) è il loro ultimo - finora - album in studio.


Volentieri torniamo a risentirci i Nine Skies

Fin da quando debuttarono (nel 2017), sono sempre uguali a se stessi, senza mai annoiare, progressivamente complicati e poi di nuovo disinvolti e semplici, spesso struggenti. Nati come comune artistica, ai loro output prendono parte un bel numero di musicisti, scelti - e fino a poco tempo fa coadiuvati - dal leader Eric Bouillette. E spesso intervengono anche guests di caratura internazionale. 

Poca fortuna ha avuto solo il loro primo album, Return Home, cinque anni fa. Oggi i Nine Skies hanno parecchi fans e, con il recente 5.20 (pieno di armonie semplici e di melodie perlopiù lineari, ma con i caratteristici cambi di tempo), hanno proprio "spaccato", come si suol dire. 



Ma da risentire è anche il suddetto Return Home (l'incipit nella discografia del gruppo francese), con lunghi passaggi di impronta prog folk e qualche "uscita" jazz-rock. I testi sono di Anne-Claire. Eric figura al primo posto della line-up alle chitarre, al mandolino, al violino a agli arrangiamenti.


Come c'è scritto sull'homepage dei Nine Skies:

RIP – Forever with us and in our hearts – we love you more than everything



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12/30/22

Joy Unlimited

Storia di un gruppo tedesco che dal beat passò al blues-rock e alla psichedelia e da lì al prog, o meglio alla musica "seria" (balletti e spettacoli teatrali).

Vennero presi sotto contratto in Italia; pubblicarono persino un disco di bossanova. Quindi, lo scioglimento.


 Joy Unlimited: gruppo di Mannheim che fu attivo dal 1969 al 1977. Prog-rock con qualche aggiunta jazz e sperimentale... nei loro album "della maturità". Ma avevano iniziato con le canzoni beat (e soul, e blues-rock) e finirono per sfornare musica "seriosa" su richiesta: un paio di balletti (con prémiere al Nationaltheater di Mannheim!) e - nel 1975 - musica per la Bundesgartenschau ("mostra federale di giardinaggio"), sempre a Mannheim. Quest'ultima venne eseguita all'inaugurazione della manifestazione e trasmessa dalla televisione SWF (programma regionale). Come tema centrale, fungeva la cantata di un compositore di Mannheim vissuto al tempo di Mozart. In quell'occasione, i Joy Unlimited suonarono insieme alla Kurpfälzischen Kammerorchester, accompagnati da un coro di 500 persone (!). 



 Joy Fleming


Emanavano da un gruppo pop e beat che si chiamava Joy & The Hit Kids,  attivo dal 1966. La cantante era Joy (più tardi protagonista di una carriera solista come Joy Fleming, ma il suo vero nome era Erna Liebenow).


Con e per Joy, e ben presto senza di lei, nei Joy Unlimited suonarono:


Hans W. Herkenne (batteria, percussioni), Albin Metz (tromba, basso), Roland Heck (organo, pianoforte, vibrafono, marimba, percussioni, canto), Dieter Kindl (basso, chitarra, percussioni), Gerd Köthe (sassofono, flauto), Klaus Nagel (chitarra, percussioni, flauto e altri fiati) & Hans Lingenfelder (chitarra). Le due "menti" dei Joy Unlimited versione "prog" sarebbero stati Heck e Köthe.


L'esordio nel 1970, con un bell'album blues-rock (e funky e psych) dal titolo Overground, dove risaltano le doti canore di Joy ma anche l'abilità tecnica dei musicisti.

Poi, il maestro di ballo del teatro di Bonn, Lothar Höfgen, ebbe l'idea di un balletto su musica rock: fu coì che mutò lo stile della band.

Scrissero dunque Schmetterlinge ("Farfalle"), alcune parti di cui vennero mostrate dall'emittente SWF, con un buon lavoro compiuto dal coreografo e cantante americano Lester Wilson, che aveva fatto parte del cast originale di Hair.  

Quando Joy decise di dare la stura a una propria carriera (1971), il gruppo insistette su questa strada "colta". Anche Reflections (l'album del 1973) fu composto come musica per  balletto. Joy fu sostituita da un cantante maschile: Ken Traylor, uno statunitense che, prima di allora, aveva avuto poche esperienze.



Minne, prog-folk basato su leggende e storie del Medioevo, è del 1975. (Con "Minne", allora si intendeva la passione sfrenata di un cavaliere per una donna anche già sposata. Più in generale, il termine indicava l'amore, il corteggiamento.)  Qui abbiamo i testi in tedesco e non c'è più l'apporto vocale di Traylor.


 La copertina di Schmetterlinge








Curiosità: ancora prima di Reflections, erano stati brevemente scritturati da un'etichetta di Genova: la Devega Records, che acquisì i diritti dal Badenia Verlag. Questa pubblicò nel 1972 Instrumental Impressions, distribuito solo in Italia... con riscontro di pubblico alquanto scarso. E nel 1977, sempre in Italia, uscì per la Fonit Cetra Soul, Rock and Bossa Nova, con il medesimo risultato. (Sulla copertina dell'LP appariva il moniker The Joy Unlimited Group and The Continentals; quest'ultima era l'orchestra, sempre tedesca, che li aveva accompagnati in quell'insolita avventura). Dopodiché, i Joy Unlimited si sciolsero.

 Un'immagine dello spettacolo Minne





 Roland Heck

 Presi sotto contratto dalla BASF




 L'album del 1973



Un gruppo, in fondo, di successo: i tedeschi Joy Unlimited

Roland Heck & Gerd Köthe (foto sotto) si misero poi a comporre canzoni per svariati cantanti e gruppi tedeschi e agirono come produttori.


11/28/22

Ricordando Joe Vescovi

(Savona, 1º gennaio 1949 – San Benedetto del Tronto, 28 novembre 2014)

Moriva, 65enne, otto anni fa: il tastierista Joe Vescovi, il cuo nome è riportato anche sulle enciclopedie straniere del rock:

Keyboardist Joe Vescovi is a member of The Trip from 1969 till now, Acqua Fragile from 1974-75, and Dik Dik in the mid '70s.

At the beginning of the 80's he founded Knife Edge with members from Vanadium, Vanexa and Kaos Rock

He also play with Atomic Rooster during the 1982 Italian tour.

A self-proclaimed imitator of Keith Emerson, Vescovi was popular for his histrionic stage presence and eccentric clothing as much as for his virtuoso keyboard playing.


E noi, su Topolàin, scrivevamo questo elogio funebre:


        R.I.P. Joe.
                                                            Joe Vescovi nel 2010

Almeno quando se ne vanno loro, i musicisti, rimangono i suoni...
Sto ascoltando Atlantide di The Trip su Spotify. Una band talmente importante che si merita la citazione anche su Wikipedia in inglese. E pensare che quando è nato il gruppo non c'era Internet, non c'erano nemmeno i CD, per tacere degli mp3. Oggi il suono del progressive viaggia veloce, un tempo ci si informava solo tramite poche riviste specializzate e radio pirate disturbatissime, si faceva fatica a procacciarsi le opere prog su vinile e spesso, una volta fatto, le si copiava su nastro magnetico per poterle ascoltare anche quando si era in viaggio ("trip"!!) o comunque per gustarsele più agevolmente e senza "incidenti di puntina". 






Joe Vescovi era davvero all'avanguardia con il suo gruppo storico, proiettandosi in un niente dal beat al rock progressivo di taglio internazionale: mi sta dando tantissimo questo riascolto per così dire post mortem. Trattasi, più precisamente, di un trip... post human. Non lasciamoci prendere dalla tristezza. Anzi: questa musica (la musica di Atlantide, ma anche degli album successivi che risalgono agli Anni Settanta) racchiude il senso del divenire eterno, il trasformarsi instancabile di spirito e materia, e forse era anche ciò che Joe, tastierista d'eccezione, voleva comunicarci: che tutto scorre.  
Vaffanculo alla morte, sì, e ridiamo, o piangiamo euforici. Grazie Joe Vescovi per tutto. 




    "Io e te e l'infinito", una composizione di Joe Vescovi per i Dik Dik 



Cantagiro 1972










The Trip e il loro Caronte... mezzo secolo dopo


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9/24/22

Da Coltrane a Pharoah Sanders a Santana

Proponiamo due degli album di Santana che senza dubbio risentono dell'influsso della musica di Pharoah Sanders (jazz spaziale... e grande spiritualità).

Pharoah Sanders, celebre sassofonista di free jazz, si è spento oggi all'età di 81 anni. A darne notizia, l'etichetta Luaka Bop:


“Siamo devastati nel comunicare che Pharoah Sanders è scomparso”, si legge nel post. “È morto pacificamente, circondato dall’amore di familiari e amici a Los Angeles questa mattina. Sempre e per sempre l’essere umano più bello. Possa riposare in pace”.


 Sulla sua importanza nel jazz contemporaneo avevamo scritto in questo articolo (Topolàin)

O anche qui (mirror site).

Stava per compiere 82 anni, essendo nato a Little Rock, nell’Arkansas, il 13 ottobre 1940. Raggiunse la fama nel 1965, quando  John Coltrane, all’apice del successo, aveva deciso di rifondare il proprio gruppo scegliendo di farsi affiancare da un secondo strumento analogo al proprio. Quasi un passaggio di consegne dal risvolto drammatico: due anni dopo, "Trane" moriva prematuramente per un tumore non diagnosticato.
Sanders era uno dei rappresentanti più radicali del free jazz, musica sperimentale dalla forte valenza sociale che si sviluppò parallelamente con le grandi battaglie razziali di Martin Luther King e, soprattutto, di Malcolm X: il Black Power sarà sempre un marchio distintivo dei musicisti "Free".

L'ultimo suo disco, Promises, molto acclamato dalla critica, è stato registrato nel 2021 insieme al DJ Floating Points e alla London Symphony Orchestra.

Pharoah Sanders collaborò anche con Alice Coltrane, figlia di John. (Articolo circa Alice Coltrane.) 

Leggi su "le illuminazioni di Alice Coltrane e Carlos Santana" in quest'altro sito.

Le Divine Songs di Alice Coltrane.  


I due album di Santana cui accennavamo sono Caravanserai (1972, con Mike Shrieve alla batteria) e Love Devotion Surrender (1973, che Carlos Santana registrò insieme a un altro virtuoso della chitarra: John McLaughlin). 


Due dei migliori prodotti non solo del jazz-rock ma di tutta la musica contemporanea.


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9/19/22

Quando gli Amazing Blondel rimasero in due

 Sono stati associati ai Gryphon e ai Pentangle; ma tra i paragoni c'è persino quello, totalmente sballato, con i Jethro Tull.

Signore e signori: gli Amazing Blondel!


La formazione classica:

John Gladwin

Eddie Baird

Terry Wincott



 


John David Gladwin e Edward Baird erano nati e cresciuti a Scunthorpe, Lincolnshire; mentre Terence Alan Wincott, che era nato nell'Hampshire, a Scunthorpe si era trasferito da bambino.

   



Si rivelarono tre musicisti straordinari. Gladwin cantava, oltre a suonare la chitarra a 12 corde, il liuto, il contrabbasso, la tiorba, la cetra, il tabor (tamburo di Provenza) e le campane tubulari. Wincott cantava e suonava la chitarra a 6 corde, l'armonio, la chitarra a 12 corde, il liuto, il flauto dolce, il flauto traverso, l'ocarina, le conga, il cromorno, l'organo a canne, il tabor, il clavicembalo, il pianoforte, il mellotron e i bongos e altri strumenti a percussione. Baird era altresì alla voce; e suonava il liuto, il glockenspiel, la cetra, il dulcimero, la chitarra a 12 corde e varie percussioni.



Dal 1969 al 1972, Gladwin, Baird e Wincott registrarono una manciata di LP per la Island Records (e servendosi di validi collaboratori). Il loro era un tentativo di proporre la musica medievale - più precisamente: della "Renaissance" - usando strumenti tradizionali. Tuttavia vennero spesso catalogati come band di "psychedelic folk". Molto più azzeccata è l'altra denominazione: "medieval folk rock".

Fatto è che riuscirono a conferire al folk-rock inglese dei primi Anni Settanta una propria impronta, sebbene non raggiunsero mai la fama dei  Fairport Convention o degli Steeleye Span. Oppure dei Magna Carta, band che ebbe una carriera parallela alla loro ma con meno interruzioni e qualche riconoscimento in più.


I titoli dei  primi, "classici" album degli Amazing Blondel sono noti a tutti i loro aficionados:


  The Amazing Blondel (1970), Evensong (1970), Fantasia Lindum (1971), England (1972).


Ecco due articoli in italiano per approfondire:



All'approssimarsi degli ominosi Anni Ottanta, con la disco music che furoreggiava e la perdita di popolarità del folk, Eddie Baird e Terry Wincott smisero di volersi esibirsi con il repertorio tradizionale. Gladwin intanto aveva dichiarato di voler rimaner fedele ai suoni tipicamente elisabettiani e si era separato da Baird e Wincott per dare concerti in compagnia di altri vecchi compagni di avventura. (Inizialmente il nome di questo ensemble era "John David Gladwin's Englishe Musicke"). 

I rimanenti due menestrelli realizzarono, sotto l'eponimo "Amazing Blondel", Blondel ("The Purple Album" ossia "l'album viola", come viene altresì chiamato). Era il 1973. Blondel (DJM Records), che vede tra gli altri la partecipazione di Steve Winwood nonché di Paul Rodgers e Simon Kirke durante il loro passaggio dai Free ai Bad Company, è una raccolta di canzoni davvero molto belle (Edward "Eddie" Baird è del resto un compositore eccezionale) e per molti versi differenti dai brani pastorali di England e dagli album precedenti. Queste canzoni (ballate, madrigali...) sono a loro modo capaci di conferire al folk medievaleggiante dell'originale trio un'aura di pop, di levità sonora radio-friendly.  


Dopo Blondel, Eddie Baird e Terry Wincott sfornarono, in rapida successione:


Mulgrave Street (1974)

Inspiration (1975)

Bad Dreams (1976)


Tutti usciti per la DJM Records, etichetta inglese indipendente che prese sotto contratto anche Elton John e Bernie Taupin. La DJM faceva capo a Dick James, cantante ed editore musicale, il quale, insieme a Brian Epstein, dirigeva Northern Song (le edizioni musicali dei Beatles).


Ci fu poi uno iato produttivo di circa due decenni e nel 1997 (grazie anche all'interesse manifestato su Internet dai vecchi fan) i tre Amazing Blondel (sì, con John Gladwin) si riunirono e diedero alle stampe Restoration (HTD Records), che riportava le sonorità più vicine alla musica inglese medieval-rinascimentale. Il rinato trio suonò svariati concerti nel continente europeo fino al 2000. 

Restoration fu la degna chiusura di un sogno anacronistico, a base di liuto e altri strumenti antichi, che aveva preso l'avvio in una vivace quanto inquinata cittadina industriale del Lincolnshire e che arrivò a entusiasmare caterve di ascoltatori di entrambi gli emisferi terrestri.


Si può dire che, nel periodo post-Blondel, il più attivo rimase Eddie Baird. Nel 2005, Baird diede due concerti insieme alla cantautrice e "diva" della chitarra acustica Julie Ellison e in seguito passò a lavorare con il musicista e cantante Darryl Ebbatson (nome del progetto: "Ebbatson Baird"). Oltre a pubblicare, come artista solista, vari album acclamati dai critici.






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9/10/22

Banco Del Mutuo Soccorso: 'Orlando: Le Forme dell'Amore'

 Il 23 settembre esce, ufficialmente,  il concept con cui il Banco festeggia il 50° anno di attività! Ancora un'operazione impegnata e impegnativa, un'opera intensa e di vasto respiro, a coronare una storia che ha portato il gruppo a essere considerato, anche all'estero, tra le punte di diamante del rock progressivo (di tutti i tempi e di tutti i luoghi geografici!).

"La Pianura Rossa" è uno dei brani tratti da Orlando: Le Forme dell'Amore (Inside Out Music). L'altro single - derivato dallo stesso concept e presentato in precedenza - è "Cadere o volare".




Ineguagliabile, questa band! Che (si può già adesso affermare tranquillamente) raggiunge, con Orlando...,  un nuovo apice della sua lunga e onorata carriera. 







Tracklist:

      1. Proemio (cover version) 
      2. La Pianura Rossa 
      3. Serve Orlando Adesso 
      4. Non Mi Spaventa Più L’amore 
      5. Non Serve Tremare 
      6. Le Anime Deserte Del Mondo 
      7. L’isola Felice 
      8. La Maldicenza 
      9. Cadere O Volare 
      10. Il Paladino (
      11. L’Amore Accade 
      12. Non Credere Alla Luna 
      13. Moon Suite 
      14. Come È Successo Che Sei Qui 
      15. Cosa Vuol Dire Per Sempre 

La lunghezza dei brani va dai 3 minuti ca. ai 6-7 minuti, tranne "Moon Suite", che supera gli 11.



Vittorio Nocenzi ha lavorato al progetto per anni, insieme al figlio Michelangelo e al paroliere Paolo Logli. Narrare il poema dell'Ariosto in un italiano moderno e non in quello del XVI secolo e renderlo "commestibile" in un mix di forma e spirito, di musica immaginifica e narrazione di senso compiuto, dev'essere stata un'operazione intellettuale non da poco.


Formazione attuale:

Vittorio Nocenzi
Voce, pianoforte e tastiere


Filippo Marchegianni
Chitarra e voce


Nicola Di Già
Chitarra

Marco Capozi
Basso

Fabio Moresco
Batteria


Tony D'Alessio
Voce


 ... senza mai dimenticare Francesco Di Giacomo




La scelta di cantare solo in italiano (come sul precedente Transiberiana) conferma la volontà del Banco di rimanere fedele alla propria linea. Incluse nel booklet ci saranno comunque le traduzioni in inglese, insieme a delle note esplicative per il pubblico fuor d'Italia.


L’album sarà disponibile come Limited CD DigipakGatefold 180g 2LP+CD e in digitale.

Preorder qui: https://bancodelmutuosoccorso.lnk.to/Orlando-LeFormeDellAmore









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8/31/22

Fascination Curve - 'Corona Time In Amerika' (2022)

 Al Coronavirus non poteva non essere dedicato un album di rock progressivo! Ci hanno pensato i Fascination Curve. Il titolo: Corona Time In Amerika. Che è qualcosa a metà tra il concept e un'opera rock.

Karl Lundeberg, tastierista, cantante e compositore della band, ne ha avuto abbastanza delle imposizioni legate al Covid 19 ma ancora più dello sbandamento degli Stati Uniti d'America (che è una delle sue patrie: Lundeberg, di famiglia norvegese-americana, è infatti cresciuto a Washington DC ma anche in Inghilterra e in Norvegia). Ha prodotto, insieme a questo suo gruppo, un disco che parla di razzismo, di estremismo politico e degli altri problemi a tutti noi noti. Il brano più lungo è anche quello da cui l'album prende il nome, e cioè la suite di 20 minuti intitolata appunto "Corona Time In America".

I Fascination Curve sono una crew di musicisti che hanno collaborato con vari protagonisti del rock e non solo: dai Rolling Stones a John Cage, passando per Miroslav Vitous, Elton John, Rick Wakeman, Ringo Starr, Gilberto Gil, Phil Collins, Madonna, Ambrosia, Stev Vai, Steve Gadd, Keith Emerson, Michael Jackson.


     Line Up:

Karl Lundeberg | keyboards, guitar, vocals

Marc Bonilla | guitar, vocals

Ken Stacey | vocals

Amy Keyes | vocals

Mha Bhati | bass

Tim Riess | soprano sax

Gregg Bissonette | drums



     I brani:

01. Land of the Free, Home of the Slave

02. Sometime, Somehow

03. I Will Breathe with You (Prelude)

04. I Will Breathe with You

05. Corona Time in Amerika

06. Dip Them in Gold (Prelude)

07. Dip Them in Gold



8/20/22

Il prog-folk dei Sud Arkhè

 Il Meridione come terra promessa, come fierezza di farne parte, come umori, mercati, voci, villanelle.




Sud Arkhè - "Villanella a lu ciardino", con la voce di Marilla Talarico.
Dall'album Direzione Sud Vol. 1, uscito per Ma.Ra.Cash


Questo articolo si occupa di uno straordinario collettivo di musicisti capaci di portare dappertutto il clima e l'indole del Mezzogiorno - e di Napoli in particolare. Sud Arkhè: una creatura nata dalla volontà di Pas Scarpato, chitarrista, cantante, compositore fin da sempre attivo un po' dovunque in Italia, da nord a sud. Tramite diversi progetti; i Malaavia tra gli altri, dei quali abbiamo già riferito qui.  



 Il 17 settembre i Sud Arkhè saranno in concerto a Chiuduno (BG). Ed eseguiranno ovviamente molti brani da Direzione Sud


Teniamo in mano questo primo CD dei Sud Arkhè: Direzione Sud Vol. 1. Nonostante il titolo, l'album - curato da Nello D'Anna - lascia intendere anche altre direzioni: la natura, la libertà dei campi aperti, i cieli di colore e speranza. Ciò ci suggerisce l'immagine della cover. Ma - certo - il pentagramma è quello partenopeo.




Quando parte la prima traccia, "Lei ballando va", il cuore già si adagia su un letto di raso. I ritmi e i colori ricordano la Nuova Compagnia di Canto Popolare e dintorni. Del resto non è un caso che i Sud Arkhè abbiano fatto da "opener" a un concerto di Eugenio Bennato
Direzione Sud - Vol. 1 è un'opera caratterizzata da un bel folk-rock mediterraneo dove le canzoni autorate da Pas Scarpato si abbinano a fior fiore di voci femminili, tra le quali quella di Tiziana Radis


Lo scopo di 'Vol. 1'? Presto detto: finanziare il 'Vol. 2'! Né più né meno. Già si è contenti così...
Ci sono realtà musicali straordinarie in Italia (e non solo) che cercano uno sbocco. E a volte lo trovano, ma per poco: il tempo di lanciare qualche bagliore, di catturare qualche attenzione. Poi, si torna a una sorta di quarantena... in attesa che si apra un nuovo palco su cui esibirsi.
I Sud Arkhè forse stanno avendo più visibilità di altri gruppi, grazie anche all'intelligenza, alla sensibilità e alla caparbietà di Pas Scarpato. Avevamo lasciato Pas nella Bergamasca (di nuovo: vedi questo nostro servizio sui Malaavia) e lo ritroviamo a Sciacca, in Sicilia. Quella Sicilia dove poco tempo fa (ad inizio agosto) i Sud Arkhè hanno potuto presentare il loro sound napoletano, nell'ambito della rassegna Dedalo Festival, a Caltabellotta.

 Sud Arkhè: uno dei molti progetti sonori creati da Pas Scarpato, talento napoletano da qualche tempo trapiantato a Sciacca ed esploratore di suoni e ritmi del Sud. Hanno partecipato, poche settimane fa, al siciliano Dedalo Festival (XV edizione, in quel di Caltabellotta): giorni ricchi di eventi culturali, tra musica e letteratura

 Ancora bei ricordi del Dedalo Festival 2022. Foto sotto: la musica dei Sud Arkhè con Davide Campisi e Roberto Ligàmmari

 

Sud Arkhè - "Comme quanno..."
(da: Direzione Sud, 2022)

Le tracce si succedono in chiave di ritmo allegro, anche se i testi spingono a una certa riflessione critica. "Tammuriata d'a fatica" ha delle parti che fanno muovere da sole le gambe, "Sole ca nun more" è già più una composizione romantica...
Com'è tipico del prog folk, alle ballads di gusto popolare si alternano momenti di riflessioni metafisiche. C'è spazio anche per una poesia della solitudine, pur se l'accento generale cade sulla società, sulla comunità, sullo stato di salute del popolo; popolo che certe volte intravediamo come da dietro una finestra e altre, di contro, elevato a vero protagonista delle canzoni. 

Questa la track list:


1. "Lei ballando va" (Armonizzazioni vocali di Tiziana Radis)
2. "Tamurriata d'a fatica"
3. "Sole ca nun more" (Musiche di Pas Scarpato ed Egidio Napolitano)
4. "Mercato d'o spasso"
5. "Villanella a lu cirdino" (liberamente ispirata al celebre dipinto "Il Giardino delle Delizie" di Hieronymus Bosch)
6. "Senza pensieri"
7. "Comme quanno"
8. "Vico Sisina" (Arrangiamenti: Pas Scarpato, Michela Carobbio e Nello D'Anna)
8. "Guagliù guagliù"
10. "Fenesta a mmare"


Al disco hanno partecipato musicisti di varie parti d’Italia. Nella formazione da concerto, invece, trovano posto diversi artisti, comunque protagonisti del progetto nel corso dei tre lustri da quando esso - sotto svariati nomi - esiste. Naturalmente, non manca neppure qualche nuovo innesto. 
Sud Arkhè vede la direzione di Guido Locatelli (batteria) e - ovvio - Pas Scarpato (chitarra). 

La line-up live  (soggetta a variazioni) è composta da:

Pas Scarpato: voce e chitarre;
Max Barba: basso elettrico;
Gaspare Bonafede: percussioni;
Maria Laura Talarico: voce e tamburi a cornice;
Giorgio Khawam: chitarra solista;
Guido Locatelli: batteria.


Tra gli artisti che hanno inciso l'album insieme a Scarpato e Locatelli: Max Barba, Marilla Talarico, Chiara Boldreghini, Elena Biagioni, Giorgio Khawam; il percussionista Gaspare Bonafede, la già citata Tiziana Radis... 



 Al 'Druso', locale di Bergamo
 Sono una band che si diverte molto durante i live: i Sud Arkhè. E, come i grandi gruppi di esperienza, quando non si esibiscono dal vivo, si dedicano alla ricerca musicale. Direzione Sud, uscito per la Ma.Ra.Cash, contiene 10 brani 


A questo punto occorre porre l'accento sulla sensibilità artistica e sull'attenzione di Massimo Orlandini (Ma.Ra.Cash Records), promotor di gruppi e di stili spesso presi sotto gamba (dal grande pubblico, ma non, per fortuna, dalla critica più accorta).



Lo stesso Pas Scarpato, a proposito di sé e della propria storia, ci ha raccontato già nel 2021, quando stilammo l'articolo sui Malaavia:

"Non sono un cantautore. Ho sempre lavorato con delle band dove, oltre che suonare, scrivevo tutto io e arrangiavo. Come le altre, anche Sud Arkhè è una mia creatura. Mi piace rapportarmi ad altri musicisti con bagagli di esperienze diverse. Io e gli altri compagni d'avventura siamo grati a Massimo Orlandini perché è stato il primo a credere nel potenziale della band e tuttora sostiene i nostri progetti."

 

   "Tammurriata d'a fatica"


L'album dei Sud Arkhè è una realtà. 
--- Direzione Sud Vol. 1
Per riceverlo a casa basta inviare una mail a: sudarkhe@gmail.com 
Oppure ordinalo sul Ma.Ra.Cash store!

 


Dalla recensione di Franco Vassia:

Direzione Sud, vol. 1 è la loro prima uscita discografica: un tessuto abilmente cesellato nel quale, tra i ricami, è possibile accarezzare i fili dorati della più profonda cultura partenopea, elementi basilari per la costruzione del disegno centrale: un omaggio ispirato alla continuità e alla semplificazione più diretta e genuina. 
“Balli, villanelle e mercati, musiche e canti che sanno di grano e che ti spruzzano in viso la schiuma del mare”... Più che una direzione, la tappa finale del viaggio risulta essere proprio il Sud, col suo epicentro, col suo vociare  livellato ed equalizzato dal volume del tempo. Incanalandosi, la musica se ne infischia delle curvature e degli argini ma fluisce gioiosa e libera come acqua di torrente. Mentre il canto indossa sgargianti vestiti corali, fuori dall’uscio chiedono udienza anche i riverberi confinanti col famigerato rap. Per gli amanti della musica e del folk meno ecumenico la prenotazione del viaggio in direzione Sud diventa quasi un obbligo.  




Intervista e presentazione a Brixiachannel TV